Valle Isarco: vacanza a misura di famigliola
E’ una sensazione di appartenenza e sa di buono e di lontano…L’avevo sentita anche a Vienna…
…Ecco 5 settembre:sveglia all’alba, colazione noi e via verso le 7 con la piccola ancora addormentata. Lo stratagemma funziona e viaggiamo senza tappe fino oltre Bologna. Sosta con pappa e sgranchimento per la piccola. Alle 11 siamo in Trentino Alto Adige continuiamo tranquilli verso la Valle Isarco anche grazie alle poco traffico e siamo per mezzogiorno, dopo il solito cerca trova sbaglia strada, arrivati al nostro maso Pardiller Hof a Saubach (San Ingenuino) frazione di Barbiano.
La prima impressione è di grande stupore…È meraviglioso…Molt o molto più di quello che mi aspettavo. Paola è contenta, sorride e si guarda intorno curiosa. Il cane Rex è il suo primo amico. Nessuna paura neppure delle galline,papere e conigli. E nell’appartamento che si rivela un gioiellino tutto in legno e curato con tanto amore scorazza meglio che a casa propria. Contenta di essere lì con noi.
Meteo discreto, nuvolo ma non freddissimo… Sui 10-15 gradi Allora mangiamo i nostri panini e ci diamo alla perlustrazione dell’appartamento:camera matrimoniale in legno, piumini d’oca colorati, bagno enorme con vasca e doccia doppio lavabo,panca angolare in legno con sul tavolo un vaso di fiori freschi e uno di marmellata di prugne, divano, tv e cucina con tutti i comfort e piastre in vetro ceramica . E fuori un balcone in legno con vista sulla valle a sx e a dx lo Sciliar in tutto il suo splendore.
Ci si sistemiamo coi bagagli, la piccola ha un seggiolino da tavolo tutto nuovo, e facciamo conoscenza con la proprietaria. La signora Rosa con i suoi due bimbi manda avanti il maso e la fattoria con aiuto dei nonni. Una donna forte e generosa come solo le persone che hanno sofferto molto sanno essere. A Paola piace moltissimo le dice “dada” e le abbraccia le gambe. Conquistata.
Decidiamo poi di andare a fare un giretto per Barbiano. Facciamo tappa al panificio …Che profumini e che bei dolcetti, alla Despar e girelliamo per le stradine. Il campanile della chiesa pendente tipo torre di Pisa è veramente curioso. Ci sono alberghi e pensioncine, gerani rossi e bianchi, un vecchietto con grembiule blu e cappelletto tipico un po’ allegrotto e gira in bicicletta salutandoci.
Sosta in un bar, paola se la dorme noi ci rilassiamo. Sono contenta al papà piace un sacco il posto e alla piccola pure. Il mio ego ne gode soddisfatto.
Torniamo al maso per andare a vedere nella stalla la mungitura delle mucche…Paola esordisce con un suo “mocccaaaaaaa” e conosciamo anche i due nonni. Facce sorridenti scolpite dal lavoro duro della campangna. Domani mattina avremo una brocca di latte di mucca Per cena andiamo al Saubacher Hof, una specie di ristorante tipico, dove assaggiamo i ravioli di spinaci, i canederli in brodo, speck e formaggi tipici, tra uno il Graukase…Una specie di formaggio puzzone incrociato con il gorgonzola e il grana. La stanchezza si fa sentire e ce ne torniamo a casina dove messa a nanna la piccola nel suo lettino da campeggio (anche quello fornito dalla signora Rosa) ci gustiamo una bella fetta di dolcetto alle mele.
6 settembre: la meta prescelta è la Val di Funes dove vogliamo a fare un’escursione sul sentiero Natura. La valle è splendida,verde e rigogliosa, attraversiamo paesini con i gerani strabordanti sui balconi, i campanili a cipolla e le prime mucche…
Il paesaggio è dominato dalle Odle , dolomiti dal profilo originale e nascoste dalle nuvole che piano piano alzandosi lasciano intravedere la neve. E arrivati a malga Zanser (circa 1680 mt) vediamo sfiocchettare…Che emozione! Ci bardiamo di pile, giacca a vento,berretto e imbustiamo la piccola nel passeggino con cappottina e via comincia a percorre il sentiero Natura. Il sentiero è proprio facile , una bella stradina di ghiaia, tenuta benissimo (infatti è percorribile anche ai portatori di handicap sia motorio che visivo). E il sole ogni tanto fa capolino tra le nuvole e lascia intravedere le cime delle Odle. I rumori sono solo quelli nostri, dei campanacci delle mucche e di un fiumiciattolo…E i “Gruss Gott” (un saluto tipico della montagna…Tipo il nostro salve ma più simpatico) che scambiamo con gli altri escursionisti.
Paola si guarda intorno, curiosa e scalpita per uscire dal passeggino. Quando raggiungiamo il recinto dei cervi e daini la lasciamo muoversi in libertà. Lei fa subito amicizia con un cucciolo e prova ad offrirgli il suo biscotto.
Non ci sentiamo stanchi e continuiamo il sentiero…Troviamo anche delle fragoline e delle more…Gnammmm… .Esce il sole…Che spettacolo! Per la pappa scegliamo la malga Zanser …Dove ci pappiamo nell’ordine ravioli agli spinaci,canederli con burro fuso, un piatto di speck…E la piccola comincia a fare i suoi primi gustosi assaggi di cucina sudtirolese gnammmm Per smaltire facciamo ancora due passi per andare a vedere le mucche che pascolano li attorno…Stanchi ma soddisfatti ce ne torniamo verso Barbiano fermandoci sulla strada a fotografare i posticini più caratteristici.
Torniamo al maso, giretto in stalla a vedere le mocccccccccccccchee e giocare un po’ con il cane rex…Cenetta in appartamento,a nanna presto piccola e relax per mamma e papà.
7 settembre: escursione con prima per tutti e tre volta in cabinovia per arrivare all’alpe di Siusi. Siamo un po’ “intimoriti”…Si tratta di starci 15 minuti, appesi ad un filo per salire da 1000 mt a 1825 mt… Una passeggiata! . Che impressione …Tutto si fa piccolo piccolo e poi le montagne intorno…Fanno venire i brividi. Non ci penso, sto concentrata su Paola e le sue piccole esigenze. Lei è bravizzima.Sembra che sia sempre andata in giro in cabinovia.
Finalmente scendiamo (ah sembra di salire e scendere dai vaporetti di Venezia…Tutto che si muove). Siamo arrivati a località Compatsch e da lì si apre tutto l’alpe di Siusi.Le montagne sono tantissime…Io riconosco Sasso Lungo e Sasso Piatto e lo Sciliar…Sul resto L’altopiano è più grande d’Europa (circa 8000 campi da calcio) ed è considerato una delle principali meraviglie paesaggistiche delle Dolomiti. In estate è possibile attraversare i pascoli verdi su numerosi percorsi. Ed infatti scegliamo quello denominato “rilassante”…Intorno a noi solo montagne, verde, alberi e tante tantissime mucche con il loro scampanellare.
Paola viene carica sullo zaino porta bimbo e dopo le prime proteste…Si perde a guardarsi intorno …Comincia a smangiucchiare…D’ora in poi sarà chiamata “castorino” visto lo sgranocchiamento continuo dietro le orecchie del papà portatore.
Da Compatsch si camminiamo tranquillamente lungo il sentiero n. 3 tra mucche al pascolo e meravigliosi prati e alle nostre spalle come silenziose compagni di viaggio le meravigliose montagne dell’alpe. Andiamo in direzione Hotel Steger-Dellai per raggiungere sopra l’albergo la Malga Gostner (1.930 mt)dove speriamo di fare tappa per il pranzo (abbiamo l’orario di magnuga tedesco…Presto visto che la sveglia è di solito poco dopo le 7 del mattino) La malga è un molto caratteristica, recinto di caprette, altalena e buca della sabbia, piccola piccola. Ci sistemiamo dentro e ci danno anche il seggiolino, ordiniamo io un kaiserschmarren (una frittata strapazzata dolce con la marmellata di mirtilli rossi servita in un padellino di metallo…Tipo vecchio West alla Bud Spencer e Terence Hill), mio marito dei canederli al formaggio della valle Isarco e per la piccola abbiamo con noi del formaggio e lei mangia anche un po’ del nostro.
Ottimo veramente gustoso…E poi con una gran cura per i dettagli…C’erano pure delle decorazioni fatte con i fiori.
Caffè, un po’ di gioco con gli animaletti…Behhh hhhhhhhhhhhhhhhh altro nuovo verso imparato da Paola e ripartiamo. Vogliamo raggiungere un altro sentiero che porta a Saltria e da lì tornare indietro con il bus fino alla partenza della cabinovia.
E ci incamminiamo per un pezzo di sentiero abbastanza facile con il sobbalzare la piccola si addormenta, ci inoltriamo in un boschetto e poi arrivati ad un bivio…SBAGLIAMO strada…O meglio viene interpretata male la mappa e invece di girare a sx verso un facile sentiero ci infiliamo in uno che scende verso Saltria un bel po’ faticosamente. Decidiamo di proseguire comunque visto che siamo oltre la metà…E finalmente arriviamo a Saltria…Dove al mega hotel Saltria ci gustiamo un fettone di strudel meritatissimo.
Ci riposiamo e poi prendiamo il bus che ci porta, mucche sulla strada permettendo, alla partenza della cabinovia e via si torna di sotto…Ciaooo alpe di Siusi Il ritorno con la cabinovia è tranquillo, Paola e il papà sono stanchi e io ho un discreto male ai ditoni dei piedi…Ma che bella escursione e che bella giornata! Torniamo verso Barbiano e ci fermiamo in paese a fare spesa per la cena (stasera wurstel e patate) e prendere il pane e qualche dolcetto per colazione.
8 settembre: scegliamo di fare una gita al Corno del Renon ovviamente ci aspetta un’altra cabinovia che dalla stazione a valle ” (1.530 m) porta in pochissimo tempo alla Cima Lago Nero (2.070 m). Ormai siamo cabinovisti scafati e scegliamo pure i posti migliori, saliamo in compagnia di una famigliola con bimbi, nonni, passeggino e cane nel cesto. Sembra proprio che sia una meta per famiglie. Ottimo! La cabinovia sale veloce…Ci mette solo 6 minuti, Paola si guarda intorno e sgranocchia i suoi grissini. Sotto di noi mucche al pascolo, boschi, sentieri. E finalmente si posano i piedi per terra.
Il panorama è SPETTACOLARE… Dai colossi di ghiaccio dell’Ortles ad ovest, al leggendario mondo delle Dolomiti ad est, dalle Alpi dello Stubai e dello Zillertal a nord, alla Presanella ed all’Adamello a sud dove emergono anche le Dolomiti del Brenta. Da restare senza fiato! Portare Paola stavolta è compito mio…Il papà si è stancato molto nell’escursione del giorno prima …E poi sono curiosa di provare anch’io lo zaino porta bimbo. Miiiiiiiiiiiise pesa…Ma si può fare! Decidiamo di percorre il sentiero “panoramico” …Una sorta di circolare intorno alla cima del lago nero una bella stradina bianca di ghiaia con tanti mughi e cespugli di mirtilli rossi. Davanti a noi ad est vediamo le Dolomiti (Latemar, Catinaccio, Sciliar, Alpe di Siusi, Sasso Piatto e Sasso Lungo e la Val Gardena, Marmolata, Sass Putia etc. E a nord-est le Alpi dello Zillertal).
Per il pranzo scegliamo il rifugio Unterhornhaus (2044 mt) un grande rifugio con tanto di mensa tipo Fantozzi…Qui la cucina sob non è il massimo, ma ci danno il seggiolino per la piccola e il panorama è sempre strepitoso. E poi abbiamo famona.Ci pappiamo un kaiserschmarren a testa…E non riusciamo a finirlo…È grandissimo e dolcissimo! Poi per digerire il frittatone ci piazziamo sulle sdraio nel prato vicino al rifugio a fare super relax…E lasciamo la piccola a correre libera dove vuole. Dopo riprendiamo il cammino per andare verso la baita Feltuner (2046 mt) che sembra mooolto carina e dove forse avremmo fatto meglio a mangiare…Vabbè ci godiamo un bel panorama e le solite scampanellanti mucche.
Piano piano con la piccola che se la dorme nello zaino torniamo verso la partenza della cabinovia e una volta scesi facciamo tappa al paesino di Renon dove ci fermiamo a fare un po’ di spesa. E poi ce ne torniamo al nostro maso per una bella cenetta casalinga (speck e formaggi locali) e la partita dell’Italia.
9 settembre: è domenica e ce la prendiamo con gran calma. Oggi andiamo a Vipiteno alla sagra dei canederli o Knodelfest e lì ci aspetta la mia amica e compagna di bagordi ed esami universatari Lara.
E’ proprio bello ritrovarsi e sembra che il tempo non sia mai passato. C’è ancora la sintonia e le risate di allora.
Sono contenta. Paola è bravizzima e fa tutto il suo repertorio incantando la mia amica e anche suo fratello che pure lui non vedevo da molti anni.
Giriamo un po’ per Vipiteno (molto carina con i caratteristici balconi di gerani rossi e gli ercker che sono una sorta di balconcini finestrati) invasa da turisti e appassionati di canederli, ci sono tavoli e tavoloni per tutto il corso principale e poi gruppi musicali folkloristici, la banda in costume e gli Schuplatter che sono un gruppo folk di omini vestiti con le braghette di cuoio e che ballano insieme tirandosi sonore manate sui ciappett e anche qualche schiaffone. Bizzarri!!! Ci sono da poter gustare 25 tipi di canederli e ogni ristorante ha un suo menù, dopo un lungo peregrinare scegliamo l’hotel Lilie e ci pappiamo io e la mia amica un piatto di canederli di spinaci selvatici “Guter Heinrich”, su ragù di zucca con burro fuso alle nocciole (di cui Paola gradisce moolti assaggini) e il papà sceglie i canederli di pino mugo con ragù di cervo. Non può mancare il dessert con i favolosi canederli di ricotta ripieni con prugne su salsa di vaniglia. Facciamo un passeggiata così la piccola si addorme e continuiamo a chiaccherarcela e poi accompagniamo Lara a casa sua a soli 10 chilometri dal confine con l’Austria.
Al ritorno, dopo aver scoperto che la fotocamera non tiene più in memoria le foto, ci fermiamo a visitare Chiusa altro caratteristico paesino attraversato dal fiume Isarco, con il centro storico senza auto, stradine e vicoletti. Molto molto carino.
Serata come sempre casalinga.
10 settembre: oggi si va all’Alpe di Villandro un verde altopiano da dove si può godere uno splendido panorama. Questo nome è sinonimo di estensioni “infinite”, di panorami incantevoli, di un paesaggio alpestre tra i più vasti in Alto Adige che, per alcuni versi, viene a trovarsi in competizione con l’Alpe di Siusi, sul versante opposto della Val d’Isarco.
Si arriva comodamente con la macchina al parcheggio del rifugio Gasser (1.774 mt) e poi ci si addentra sull‘altipiano di Villandro per una comoda strada forestale con pendenza contenutissima. Una volta raggiunto il ristoro di Moar in Plun (1.860 mt) continuiamo sempre su una carreggiabile, volgendo verso ovest con pendenza leggermente maggiore, dovrebbe portarci alla Sella dei Sentieri. Ma siamo un po’ stanchi e ci accontentiamo di camminare ancora per un po’ fino ad un recinto dove ci sono dei cavallini avelignesi al pascolo e ovviamente tante tantissime mucche sparse qua e la e pure anche una coppia di bei manzi e un vitello curioso.
Decidiamo poi di tornare indietro, e ci attraversa la strada pure una biscia o una vipera, e ci fermiamo per il pranzo alla baita Moar in Plun.
Veramente carinissima, la cameriera è in abito tipico a quadri bianchi e blu, sorridente…Il menù interessante. Per la piccola ci sono seggiolino da tavolo, giochini vari e fuori l’aspetta la buca della sabbia, un mini zoo con caprette e coniglietti e pure l’altalena. Io prendo dei ravioli di spinaci, graditi anche a Paola e il papà sceglie il gulasch coi funghi. Per finire in bellezza una torta di grano saraceno e uno strudel.
E poi tanto tanto relax a giocare di fuori e goderci il meraviglioso panorama. C’è pure il bagno con il fasciatoio con tanto di giochini. Che spettacolo! Lasciamo l’alpe e facciamo tappa a Chiusa per sistemare la fotocamera e fare la spesa sia al supermercato che alla mitica macelleria Trockner di Kollmann (Colma) per fare scorta di speck, wurstel e carne.
11 settembre: itinerario enologico oggi. Prima si va all’abbazia di Novacella, dove si produce dell’ottimo bianco (soprattutto Silvaner, Müller Thurgau) che non può mancare nella nostra cantina. L’abbazia di Novacella, ancora oggi retta dagli Agostiniani è circondata da boschi, prati e vigneti. L’edificio religioso fu fondato nel 1142 e in poco tempo questo complesso divenne il più importante centro culturale e spirituale del Tirolo. Nel monastero coesistono edifici di diverse epoche e di diversi stili – dal romanico al gotico e dal barocco al rococò – che nel corso dei secoli si sono sovrapposti ma che tuttavia coesistono armoniosamente. L’atmosfera è silenziosa, ci sono solo i turisti che vanno e vengono dalla cantina e dall’enoteca fornita di ogni tipo di produzione “monacale” possibile. Dalle tisane, ai prodotti di bellezza e ovviamente i vini.
Da lì ci spostiamo a Bressanone. E sembra che non siamo più abituati a girare per città. Ci mettiamo una vita a trovare un parcheggio. Quanto era meglio la montagna. Una volta sistemati Bressanone è proprio carina con le sue vecchie strade e case e con le sue vie porticate. La piazza del duomo è una sinfonia di colori. E poi non mancano mai i mitici gerani rossi. E fiori e aiuole curatissime. Ce la giriamo in tranquillità andando a zonzo sotto i portici e nelle strade lastricate a san pietrini.
Per pranzo scegliamo un bel locale in un palazzo con tanto di giardino e stube al piano superiore il Fistenwirt (Oste Scuro)..
Menù patrizio e accoglienza tipo piccola prinzess per Paola, seggiolone di legno con tanto di giochini. Spettacolo! Scegliamo io un piatto di ravioli agli spinaci e il papà della polenta con funghi galletti (finferli…Quelli gialli insomma). Per la digestione continuiamo a passeggiare nel centro e non ci scappa una ghiotta torta Linzer. E ci fermiamo poi nei giardini di corte a far giocare un po’ la piccola che trova il suo divertimento a buttare sassi in una fontana.
Si riparte direzione Velturno per andare a visitare il bel castello. Salendo verso il paesino si vede quanto sia bella Bressanone con i suoi campanili a cipolla e torri civiche circondata dai monti e da tanto tanto verde.
Velturno (850 mt) è un grazioso paesino con un castello rinascimentale merlato del 1577 e che vanta antiche origini e che fu la residenza estiva dei principi-vescovi di Bressanone. Ha un bel giardino con un recinto con dentro dei coniglietti per la gioia della Paola. Finita la visita al castello facciamo un salto alla cantina produttori della Valle Isarco per un’altra scorta di vini bianchi.HIC HIC HIC.
Torniamo al maso a giocare con il cane Rex e tutti gli altri simpatici animaletti. Serata wurstel e relax casalingo.
12 settembre: dedichiamo la giornata a scoprire i sentieri e le bellezze di Barbiano il paesino che ci ha ospitato per la nostra vacanza. Abbiamo deciso di andare a Tre Chiese, un incantevole ed antico luogo sacro. Una vicina all’altra ecco tre piccole chiesette: antiche, ornate di affreschi interessanti sia all’interno che all’esterno. Un gioiello dell’Alto Adige.
Il sentiero è facile e ben segnato e abbiamo pure la cartina professional e con Paola nello zaino ci addentriamo nel bosco. Quanti funghi!!! peccato che la maggioranza siano velenosi.Che silenzio e che pace! Ci siamo solo noi, qualche altro turista, Paola che canticchia “Perchè pechhè pecchè” e il solito scampanio delle mucche. Eccoci alle Tre Chiese (1120 mt). Da restare senza parole. Essenziali e misteriose: le tre Chiesa Sta. Maddalena, Chiesa Sta. Gertrude e la Chiesa San Niccolò. Tutte e tre sono del 1200 al ‘400. Non si sa perchè siano state costruite una accanto all’altra comunque non è da escludere che le tre chiese siano state erette per “würdigen” la divinità delle sorgente che si trovano attorno.
Ci fermiamo a fare una sosta al Messnerhof un bel rifugio rustico (rispetto all’hotel vicino con piscina mooolto coool) con tanto di gattone e cameriera un po’ strampalata che ricorda con nostalgia una vacanza al mare a Riccione…Una 50 di anni fa ed intercala ogni frase con un “mai daiiiiiiiiiiiii”.
Ottimo lo strudel e gustosissimo il succo di sambuco e quello di mela. E via si riprende la via del ritorno per riprendere la nostra macchinetta lasciata alla partenza del sentiero.
Per il pranzo scegliamo un locale tipico l’Unteraichnerhof, una specie di trattoria a conduzione famigliare. Ci siamo solo noi (poi arriverà un gruppotto di motociclisiti tedeschi) e vista la meravigliosa giornata di sole decidiamo di mangiare fuori. In compagnia dei gattini dispettosi.Uno dei migliori pranzi in assoluto…Tris di canederli (funghi, speck e formaggio) per me e per il papà canederli al formaggio. Più che buonissimi superlativi. E poi come dessert una torta alle noci e pere e i krapfen di Barbiano (una sorta di chiacchere/fiocchetti ripiene di marmellate diverse, mirtilli rossi, prugna e castagne) Veramente un poco accogliente e gentilissima la famiglia che lo gestisce. Lavoravano tutti dalla mamma alle 3 figlie pure quelle piccolette. E i loro 7 gattini.
Pomeriggio andiamo a vedere le cascate di Barbiano. Il sentiero prima sembra facile, ancora bosco e funghi poi si fa un po’ più faticoso e richiede molta attenzione. Ci sono sassi e pietroni. All’arrivo le cascate sono inferiori alle mie aspettative. Inzomma tanta fatica per non molto.Solo sassi e acqua. Niente di suggestivo. Almeno ho smaltito il mega pranzo.
Facciamo l’ultimo giretto in paese, un sguardo al campanile pendente, una sosta al panificio Rabanser per prendere il pane secco croccante da portare a casa e poi una visita veloce alla chiesetta di Saubach (San Ingenuino).
Salutiamo tutti quei bei posti che ci rimarranno a lungo impressi nel cuore e nella mente.
Ce ne torniamo al nostro maso giusto in tempo per assistere ad un lieto evento. Da quindici minuti è nato un vitellino nella stalla. E che affettuosa la mamma mucca che lo puliva tutto e vederlo che già si metteva in piedi. La natura che emozione così semplice e diretta! Facciamo ancora un giretto nei prati sotto il maso con Rex e la piccola e poi ci prepariamo a chiudere di nuovo le valigie e sistemare la macchina. Cena casalinga.
13 settembre: salutiamo il maso, la signora Rosa e i nonni. Una vacanza indimenticabile per noi e per Paola che è cresciuta nel fisico e nella mente. Sembra proprio una bimba grande.
Abbiamo i nostri souvenir: vino, latte di mucca, pane secco croccante, prugne e mele e un bel pezzo di speck da consumare nelle sere di inverno ripensando ai sapori dell’Alto Adige.
Si parte ciao ciao Barbiano!