Rifugi nel cuore del Catinaccio
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Alloggiamo in un B&B a Tires, a circa 20 minuti dalla ben più nota Alpe di Siusi: il paese è tranquillo e poco frequentato nell’ omonima valle, il nostro appartamento è 2 km fuori dal centro abitato circondato da prati e proprio di fronte ai massicci del Catinaccio e del Latemar. Abbiamo trovato la pace, da Tires partono molti sentieri e quindi non dobbiamo usare troppo l’auto.
Missione della vacanza? Raggiungere rifugi bellissimi del Catinaccio/Rosengarten!
RIFUGIO RODA DI VAEL
La prima camminata che facciamo parte dal passo Costalunga e ci porterà all’ incantevole rifugio Roda di Vaèl nel giro di un’oretta e mezza; trovare le energie in ferie è molto più semplice e i panorami che ci circondano sono una motivazione fortissima a sopportare la fatica. Sono 500 metridi dislivello ed è davvero bellissimo attraversare bosco, pascoli e prati pieni di fiori!Ecco il rifugio, siamo a 2283 metri. Prima del meritato pranzo ci dirigiamo sulla destra verso la baita Marino Pederiva per salire su un pizzo che prevede una piccola arrampicata. Quando arriviamo, ci accoglie una piccola targa scritta a mano con la frase “Finisce sempre così, le cose che non puoi dire a nessuno le racconti alla montagna”…parole e location davvero suggestive!
RIFUGIO BOLZANO
Due giorni dopo dobbiamo incontrare due nostri amici che alloggiano all’Alpe di Siusi e il rifugio Bolzano si trova proprio in mezzo tra noi e loro…idea bellissima, ci si vede lì per pranzo! Quando però mi informo sul sentiero che parte da Tires in località Bagni di Lavina Bianca mi assale lo sconforto… 3h50 di strada ed un dislivello di 1280 metri! Penso che non ce la farò mai, penso che sia meglio prendere il sentiero dall’Alpe di Siusi che forse è un po’ più corto, penso di lasciar perdere. Ma poi decido per la pazzia, ci voglio provare! So che probabilmente ci metterò anche più di 4 ore e che forse rinuncerò a metà strada, ma voglio provare ad arrivare al “Castello”, così è chiamata questa struttura in mezzo alle nuvole.
Partiamo dal parcheggio gratuito di Lavina Bianca a 1190 metri ed il sentiero n.2 inizia nel bosco di abeti, prosegue nell’ impegnativa Gola dell’Orsara, attraversa alcuni ponticelli/scalette sospesi quasi nel vuoto, si rimette in piano a mezza costa per farci recuperare un po’ le energie e poi sbuca in un bel pratone per l’ultima salita. Insomma…non manca nulla!
Superato il tratto iniziale ci guardiamo in giro e cerchiamo di capire dove andrà il sentiero perché appena fuori dal bosco c’è solo un bel vallone ripido e roccioso che sembra inaccessibile…ecco appunto…sorpresa! E’ accessibile e pure ripidissimo! E’ la Gola dell’Orsara (Bärenfalle) che attraversiamo in circa 1h15 minuti di fuoco, tra gradoni di roccia e faticose pendenze . Il sentiero presenta anche delle bellissime e avventurose scalette di legno e passerelle esposte che aiutano ad attraversare i punti più critici tenendosi ad un corrimano di ferro. Si guadagna quota e la vista sulla vallata e sul Latemar ripaga sicuramente della fatica fatta fino ad ora.
Arriviamo alla piccola chiesetta di San Cassiano dove ci fermiamo per un’altra piccola sosta e per ammirare le cime che ci circondano, ormai siamo sotto al Castello! E sono pure 3 ore che camminiamo, non male!
All’arrivo sono senza fiato ma soprattutto senza parole! Ce l’ho fatta! Dal Bolzano si vedono tante cime altissime come le Torri del Vajolet, la Roda di Vaèl, il Sassolungo e i Denti di Terrarossa; il cielo oggi è azzurro e limpido, sembra di essere in cima al mondo!
Che soddisfazione! Un dolore alle gambe per 3-4 giorni mi ha ricordato continuamente la mia impresa epica, ma i giretti non sono ancora finiti!
RIFUGIO BERGAMO
Ecco il turno di un altro bel pezzo da novanta tra i rifugi del Catinaccio, il primo ad essere aperto nel 1887 su questo massiccio! Ho proprio voglia di camminare e il rifugio Bergamo è nella to do list… lo affrontiamo! Ci toccano 3 ore di cammino e 1200 metri di dislivello.
Anche in questo caso partiamo dalla località Bagni di Lavina Bianca vicino a Tires, più precisamente dal Centro Visite del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio. E’ un ex segheria funzionante ad acqua, ora ristrutturata e aperta al pubblico per visite guidate. All’interno si trovano informazioni sulle specie presenti nel parco ed una sezione dedicata alla geologia.
Primo tratto nel bosco seguendo il sentiero n.3 e poi un bel po’ di salita su una strada forestale spaziosa e agevole, poi però iniziamo a vedere cartelli con delle deviazioni ed infatti ad un certo punto si comincia a scendere fino ad arrivare ad un torrente in secca… inutile dire del mio sconforto quando guadagni quota e poi in un attimo la perdi!!! Ovviamente è bellissimo recuperare le forze e tirare un po’ il fiato, ma dispiace dover aggiungere altro dislivello a quello che già mi sembrava abbastanza!
Attraversiamo il fiume e facciamo una piccola sosta alla baita posta nella suggestiva radura Rechter Leger e circondata dalle Dolomiti; la Val Ciamin è verdissima e tranquillissima e offre panorami da cartolina. Da qui il sentiero riparte nel bosco e in pendenza fino al bivio Rifugio Bergamo/Rifugio Alpe di Tires. Proseguiamo per la nostra strada seguendo il sentiero. A parte il tratto della strada forestale, il resto del tragitto è molto bello e a volte impegnativo: l’ultimo strappone ci porta ad una sella, e poi finalmente ci troviamo il rifugio davanti! Si scollina sull’altro versante e siamo arrivati: Rifugio Bergamo-Grasleitenhütte a 2134 metri.
Il rifugio è bellissimo, dominato dalle imponenti cime che gli stanno dietro tra cui il Molignon di Mezzo e la Cima di Valbona! L’ospitalità dei gestori, l’ottima cucina (il capretto consigliato dal proprietario era validissimo!), il servizio curato e la zona relax con amache e sedie pensili ci fanno fermare per 3 orette in totale tranquillità e pace! Un posto in cui tornerei per le belle sensazioni che ti lascia, per l’accoglienza e perché è un ottimo punto di partenza per altri giretti (Passo Principe, Passo Molignon).
La discesa presenta alcuni tratti un po’ ripidi e un caldo cocente, decidiamo di fare una sosta per rinfrescarci nel torrente che qui in alto presenta una portata maggiore: gambe e piedi nell’acqua gelata, rinfrescata generale e siamo come nuovi, anzi forse anche più reattivi di prima grazie alla circolazione riattivata.
RIFUGIO ALPE DI TIRES
Ultimo ma non per ordine di importanza il rifugio Alpe di Tires con il suo inconfondibile tetto rosso acceso perfettamente posizionato tra prati verdi e cielo azzurro… una cartolina!
Questa volta prendiamo l’auto e decidiamo di prendere il sentiero dall’ Alpe di Siusi; arriviamo prima delle 9, cioè prima che chiudano la strada al traffico e parcheggiamo al primo parcheggio che incontriamo a circa 7-8 chilometri dalla sbarra (è gratuito e collegato a Compaccio tramite un sentiero di 15 minuti… si risparmiano 18 euro!). Troviamo subito le indicazioni per il rifugio e ci dirigiamo a monte della seggiovia Panorama sulla strada asfaltata (n.7) ma in mezzo ai prati, camminando senza troppa fatica. Un caffettino veloce all’hotel vicino all’impianto e poi si riparte lungo il sentiero n.2 sterrato e di passerelle che ci porterà , tra pascoli e baite, ai piedi del bel salitone! Fino a questo momento è stato fantastico, ma ora comincia la fatica: una bella oretta di forte pendenza, zigzagando tra i sassi sotto i Denti di Terrarossa.
Arriviamo alla Forcella (2499 metri) un po’ provati ma da lì il panorama sulle montagne e sull’Alpe è da urlo; scendiamo sull’altro versante su un sentiero a mezzacosta e nel giro di pochi minuti ci troviamo di fronte al tetto rosso… top!
Il rifugio si trova a 2440 metri e sono circa 600 metri di dislivello, praticamente tutti concentrati nel salitone verso la Forcella , il tempo impiegato dalla partenza è di circa due orette. Da qui poi partono svariati sentieri ma noi ci siamo fermati a pranzo e poi siamo tornati giù per goderci un po’ anche la bellezza dell’altopiano. Il rifugio è stato ristrutturato da pochi anni e all’interno è accogliente e quasi chic, si mangia bene e dalle grandi vetrate si ha una bellissima vista.
STUPENDO SUDTIROL
Tra un rifugio e l’altro di quelli appena descritti abbiamo sperimentato la E-bike facendo un bel giro all’ Alpe di Siusi e uno in Val di Fassa e poi ci siamo dedicati a passeggiate più tranquille ma comunque favolose sempre sovrastati delle imponenti Dolomiti. Una boccata di ossigeno dopo tanti mesi di blocco, ci voleva!