Guida di percaso di Sumatra

Breve corso di minima sopravvivenza a Sumatra Nord!
Scritto da: marinaio964
guida di percaso di sumatra
Partenza il: 16/10/2010
Ritorno il: 09/11/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
(breve corso di minima sopravvivenza a Sumatra Nord)

di Alessandra

Ho passato nel nord di Sumatra (Indonesia) poco meno di due settimane, non voglio quindi passare per grande esperta dell’isola, vorrei solo con questa piccola guida aiutare quelli che passeranno da quelle parti con dei semplici consigli e informazioni di viaggio. Io avevo con me la Lonely Planet vecchia edizione, un po’ carente nelle informazioni. Non so se la nuova edizione sia più approfondita, sicuramente più aggiornata, ma cercherò di dare un ulteriore contributo con dettagli freschi (ottobre 2010).

MEDAN: è il capoluogo di Sumatra Nord (nonché città più grande dell’isola). Si raggiunge facilmente con brevi voli da Kuala Lumpur e Penang (Malaysia) e Singapore, oltre che dalle varie altre città dell’Indonesia. Ci ho passato il tempo necessario per trasferirmi in altre zone, posso quindi dire molto poco se non che è caotica disordinata e piena di traffico. Si trovano ovunque sportelli ATM. Taxi dall’aeroporto alla città 40.000rp prezzo fisso. L’aeroporto si trova molto vicino al centro città. In senso inverso, contrattando, 25.000rp. Hotel Ibunda: considerati i prezzi di Sumatra, il rapporto qualità/prezzo è pessimo. 220.000rp la doppia standard (twin beds) con colazione, c’è a/c e tv, ma bisogna chiedere alla reception sia gli asciugamani che la carta igienica e un cestino per gettare le cose, e bisogna far scorrere molto l’acqua dei rubinetti perché all’inizio esce nera. Stanno costruendo l’ascensore. Comunque l’albergo è sostanzialmente moderno e in buone condizioni. La colazione è solo all’indonesiana. Non mangiate al loro ristorante, è terribile. Un’amica dormiva all’hotel Angel, mi ha detto che come posto economico poteva andare bene.

Per mangiare, all’incrocio tra la Sisingamangaraja e la Amaliun, di fronte al centro commerciale Yuki, c’è un food-corner (Amaliun food corner) dove si può mangiare un po’ di tutto (cucina indonesiana naturalmente) e bere ottimi frullati, si mangia bene e si spende pochissimo, free wi-fi. Niente birra, difficile peraltro da trovare in molti posti di Sumatra.

Per andare a Bukit Lawang bisogna prendere il pullman dalla stazione Pinang Baris, un po’ lontana dal centro. Ci siamo arrivati in moto-becak (25.000rp in due). Il pullman costa 15.000rp, ci mette circa 3 ore ma parte quando ha dentro un numero sufficiente di persone. Nella maggior parte dei casi è sovraffollato, perlomeno se vi trovate nell’orario dell’uscita delle scuole, ma la cosa peggiore sono i video di karaoke sparati ad altissimo volume.

BUKIT LAWANG: a circa 90km da Medan, è il punto di più facile accesso da cui partono i trekking per visitare il parco nazionale Gunung Leuser, inoltre c’è un centro di riabilitazione degli Orang Utan che è possibile visitare (www.orangutans-sos.org). Per arrivare in paese dal terminal bus serve un becak. Arrivati all’inizio del paese si prosegue a piedi, la maggior parte delle Guesthouses si trovano alla fine del paese, seguendo la riva del fiume, ma per arrivarci occorrono massimo 20 minuti di cammino. Altre GH si trovano dall’altra parte del fiume. Un ponte pedonale collega le due sponde all’inizio del paese. Non ci sono ATM, solo cambiamonete. C’è almeno un centro internet, e se volete fare un massaggio chiedete in giro, non ci sono centri specifici ma c’è una signora (di cui purtroppo non ricordo il nome ma ha un negozio di artigianato) che fa i massaggi alle donne del paese, oppure un anziano che fa massaggi terapeutici ma “opera” in una capanna sopra ad un pollaio. E’ molto esperto ma l’ambiente non è certo quello di una spa! La birra a BL si trova tranquillamente.

Sam’s bungalows: carino, poche camere di diverse tipologie, quella più in alto ha una splendida vista sul fiume e sulla jungla, spaziosa con bagno open-air, letto comodo, molte scale da salire. 160.000rp senza colazione. Il bar della GH ha una terrazza sul fiume, è uno dei posti più rilassanti del mondo a mio parere, ha una discreta cucina e un buon caffè. E’ la penultima GH prima del Jungle Inn. Per cena ci era stato consigliato il ristorante della Nora Homestay, è discreto ma non sempre hanno tutto disponibile, ed è l’unico posto dove ci sono sempre molti insetti.

Trekking: noi abbiamo scelto quello di due giorni/una notte. Abbiamo concordato con una delle numerose guide, ma credo che siano tutte più o meno simili e che collaborino tra loro. Non avendo sufficiente contante in rupie, abbiamo pagato in euro, 50 a persona, ma è un po’ troppo, e se avessimo avuto le rupie e voglia di contrattare molto, credo che con 900.000rp in due ce la saremmo cavata. Comunque ne è valsa la pena. Sono inclusi la guida, pranzo, cena, colazione e pranzo del giorno dopo; il pernottamento e la discesa del fiume al ritorno facendo rafting.

Il primo giorno si cammina circa 7 ore. Il sentiero all’inizio sembra semplice finché non si comincia ad alternare salita e discesa. Il tempo era bello, non particolarmente caldo ma è umido e si suda moltissimo. Portarsi sufficiente acqua. Consiglio pantaloni lunghi, scarpe da trekking leggere, se non piove maglia a maniche corte e repellente per le zanzare. Una felpa o un giubbino per la notte e un cambio di abiti (anche se non piove suderete talmente tanto che i vestiti saranno comunque zuppi). Se piove attenzione ai sentieri che diventano molto scivolosi, e possono esserci le sanguisughe. Costume, ovviamente, e pantaloncini da mare, serviranno per fare il bagno nel fiume e per il ritorno. Si dorme in accampamenti lungo il fiume. C’è la possibilità di avvistare anche parecchi oranghi e altre specie di scimmie, uccelli e forse serpenti e insetti vari. Il secondo giorno, a seconda che abbiate visto gli oranghi o no, le guide vi chiederanno se volete camminare ancora (4 ore) o rilassarvi lungo il fiume fino a pranzo. Dopo pranzo si ritorna in paese facendo rafting su camere d’aria gonfiate. E’ molto divertente. I bagagli verranno imballati in sacchi di plastica per evitare che si bagnino.

I trekking possono anche durare più giorni, ci si addentra un po’ più profondamente nella foresta. Se non siete naturalisti o zoologi, due giorni sono sufficienti.

Da Bukit Lawang a Berastagi (altipiani Karo): si può tornare a Medan col bus pubblico e da lì prendere un altro bus per Berastagi, oppure prendere un trasporto privato a BL. Noi abbiamo fatto così, anche se rispetto al bus pubblico è parecchio costoso (185.000rp a persona, auto da 6/8 posti). In genere anche questo passa per Medan, però per raggiungere Berastagi ci mette in tutto quasi 5 ore.

BERASTAGI (ALTIPIANI KARO): il paese in sé non offre nulla, è in particolare il punto di accesso ai vulcani Sinabung e Sibayak, e nei dintorni ci sono alcuni villaggi con le case tradizionali in stile Karo Batak. In queste zone predomina la religione cristiana (protestante). La zona è prevalentemente agricola e poco turistica, ci si trova moltissima frutta, in particolare il frutto della passione che è la specialità della zona. La sera può fare freddino. Per mangiare, oltre ai chioschi in strada (con cucina principalmente musulmana e niente alcool) c’è qualche warung lungo la strada principale e un solo “ristorante” che essendo citato nella LP raccoglie la maggior parte degli stranieri, il Raymond Cafè. Cucina uona e prezzi bassi, come d’altronde in tutta Sumatra.

Wisma Sibayak Guesthouse: GH discreta e pulita, le camere nuove costano 80.000/100.000rp (p.terra/primo piano) le doppie, senza colazione. Quelle al piano di sopra hanno anche il lavandino (quelle di sotto solo bagno col mandi e doccia). La parte vecchia della GH ha anche altre camere, senza bagno, intorno alle 50/60.000rp. Le docce sono tutte fredde, ma c’è una doccia comune calda che si può usare al costo di 10.000rp. All’arrivo vi forniscono mappe della zona. C’è un ristorante buono nella GH, ma i succhi di frutta sono molto annacquati. Unico difetto: confina col muro perimetrale di una grossa scuola dove alle 7 del mattino gli studenti cantano tutti in coro canzoni religiose (protestanti) e sparano gli altoparlanti a tutto volume, impossibile non svegliarsi.

VulcanoSibayak: è relativamente facile da scalare e si può fare da soli, senza bisogno di una guida. Se alloggiate alla Wisma o in altre GH della stessa proprietà, vi daranno delle mappe col sentiero per il vulcano. Il sentiero più semplice (ma più lungo) si prende partendo dal monumento in cima al paese, la strada a sx, direz. Sibayak multinational resthouse. All’altezza del campo di calcio girate a dx e proseguite per quella strada. Arriverete all’ingresso del parco dove c’è da pagare una tariffa minima (mi pare 2/3000rp a persona) e firmare un registro. Ci si può anche arrivare con un minibus. A questo punto proseguite per il sentiero che è sempre asfaltato, fino ad arrivare ad un grande spiazzo dove inizia un sentiero vero e proprio con anche dei gradini. Qui la salita si fa più faticosa e ci vuole circa un’altra ora/ora e mezza. In tutto sono circa 7km. La LP parla di circa 3 ore di scalata, noi ce ne abbiamo messe 2,45 partendo dal paese. Per ridiscendere, in alternativa alla strada dell’andata ce n’è una più breve fatta anche di gradini, ma è molto ripida e immersa nella vegetazione. In alcuni tratti è decisamente difficile e faticosa nonostante sia in discesa. Ci abbiamo messo circa 1h45. Alla fine del sentiero c’è una grossa centrale elettrica e superata quella si trovano le terme, dove potrete rilassarvi dopo la fatica. L’ingresso costa 6000rp. Per tornare in paese dovrete aspettare un minibus, che non parte finché non è pieno, o tentare la sorte e fare l’autostop. Noi abbiamo fatto così.

Vulcano Sinabung: al momento del mio viaggio non era possibile scalarlo perché aveva eruttato un mese prima dopo 400 anni di inattività.

Da Berastagi a Parapat (Lago Toba) con mezzi pubblici: dal paese prendere un opelet (minibus) per Kabanjahe (3000rp), circa 15min. Da Kabanjahe un pulmino per Siantar (compagnia Sepadan bus), appena vi vedono saranno loro a chiamarvi, 16000rp. Questi pulmini sono quanto di più scassato potete trovare, probabilmente avrete le molle dei sedili conficcate nella schiena, si muore di caldo e la gente fuma dentro. Sarà un viaggio scomodissimo ma è un’esperienza, e comunque si può fare. Arriva a Siantar in circa un paio d’ore. Da Siantar a Parapat bisogna prendere un altro mezzo, stavolta con le sembianze di un autobus. Costa 7000rp e ci mette circa 1h30. A Parapat scendete proprio alla fine (chiedete dell’imbarco per il ferry). Parapat è un paese dove non c’è praticamente niente tranne il mercato dove c’è l’imbarco dei ferry. Se la vostra intenzione è visitare i paesi dell’Isola Samosir (all’interno del lago) vi conviene prendere il ferry e dormire sull’isola. Il ferry parte ogni mezzora e costa 7000rp. Di fronte all’imbarco c’è un’agenzia che fa il trasporto privato per Medan, Berastagi o altre zone di Sumatra (arrivano fino a Padang). Consiglio di prendere il foglio con orari e prezzi ma non prenotare in anticipo.

SAMOSIR ISLAND (LAGO TOBA): il Lago Toba è un immenso lago vulcanico lungo le cui sponde vive tuttora il popolo Batak. I villaggi sull’isola Samosir sono costruiti nello stile tradizionale, con le case dai tetti a punta, che però oggi sono per la maggior parte in lamiera invece che in legno. La maggior parte dei posti per dormire e mangiare si trovano nella penisola Tuk Tuk, dove troverete vari servizi turistici ma non c’è l’ATM, rifornitevi di contante a Parapat. Il noleggio del motorino costa 70/80.000rp al giorno e viene dato col pieno di benzina.

Hotel Carolina: bell’albergo curato, camere doppie (due letti a una piazza e mezza) da 50.000 a 150.000rp, quelle da 50 sono in cima alla collina e hanno la doccia fredda. La deluxe da 150.000 (unica disponibile la prima sera) è molto spaziosa ma si trova proprio sotto il ristorante e la mattina alle 6 c’è parecchio rumore della gente che scende per la colazione (non inclusa). Consiglio quelle da 110/120.000rp, comode con doccia calda e più silenziose. Il ristorante è ottimo, i piatti di frutta abbondanti e squisiti. C’è la connessione wi-fi free nella hall e nel ristorante, e c’è un bello spiazzo con lettini e i moli per scendere in acqua. L’acqua del lago è fresca e pulita e il bagno piacevole. A Tuk Tuk ci sono vari ristoranti, negozi di artigianato che hanno dei bellissimi tessuti, e alcuni centri massaggi. I paesi lungo le sponde di Samosir sono piacevoli da visitare in motorino; a Simanindo c’è un piccolo museo Batak (gratuito) dove fanno anche spettacoli di danze tradizionali.

Dal Lago Toba a Medan: dal Lago prendere il ferry fino a Parapat (7000rp). Da Parapat per tornare a Medan abbiamo scelto il trasporto privato (65.000rp a persona, auto da 6/8 posti), 4 ore circa.

BANDA ACEH: all’estremo nord di Sumatra, capitale della provincia di Aceh, è conosciuta (o tristemente famosa) per essere stata l’epicentro, nonché la zona più colpita, del disastroso tsunami del dicembre 2004. Oggi è quasi completamente ricostruita, e rispetto alla maggior parte delle città indonesiane è pulita, ordinata, con strade spaziose e ben asfaltate. L’ho girata poco, un pomeriggio e una mattina, ma mi è piaciuta e mi sono trovata bene come atmosfera. Appare più povera rispetto ad altre zone dell’Indonesia; gli abitanti hanno dei tratti somatici quasi più simili agli indiani che al resto degli indonesiani. Si raggiunge da Medan con volo (circa 1 ora) o pullman (10/12 ore). Ci arrivano anche voli da Penang (Malaysia). Taxi dall’aeroporto al centro 50.000rp contrattando molto. Se arrivate dopo le 15.30 e siete diretti a Pulau Weh, non fatevi ingannare dai tassisti, l’ultima barca parte alle 16.30 (vorranno portarvi al porto per poi farvi pagare la corsa a ritroso fino in città). In senso inverso, dalla città all’aeroporto 60.000rp.

Hotel Medan: moderno e funzionale, camere di vari prezzi e tipologie, tutte con finestre non apribili (c’è l’a/c), a partire mi pare da 70.000rp. Noi abbiamo scelto una doppia superior con la colazione inclusa (250.000rp) ma ci hanno dato una deluxe (due letti a 1pz1/2 invece che due singoli), comoda e spaziosa. Nella hall c’è la connessione wi-fi free, la colazione è a buffet ma niente di eccezionale. Nella hall e vicino all’ascensore ci sono delle foto fatte al momento dello tsunami, molto significative. Sulla piazza di fronte all’hotel c’è una zona di ristoranti, Rex, con vari chioschi dove si può scegliere la cena. La cucina di Aceh è molto buona e il caffè è notevole. Niente alcolici.

Da Banda Aceh a Pulau Weh: taxi dal centro al porto Ulee Lhehue 40.000rp (in senso inverso, quando arrivate dall’isola al porto, ci sono molti opelet -minibus pubblici- che vi portano in città per 3000rp a persona) Fast ferry per Weh 60.000rp a persona (45min/1h) Traghetto 17.000rp a persona (1h30/2h30) Per gli orari dei traghetti aggiornati potete andare su questo link: www.lumbalumba.com/travel.html

PULAU WEH (o SABANG): Isola situata all’estremo nord-ovest di Sumatra, quasi completamente sconosciuta al turismo tranne che agli appassionati di immersioni. Le spiagge dove si trovano le strutture “turistiche” sono due, Gapang e Iboih. Arrivando al porto, se dovete andare in una delle due spiagge, i tassisti vi chiederanno 50.000rp a persona. Purtroppo abbiamo provato a contrattare insistentemente ma sono irremovibili. All’arrivo non ci siamo persi d’animo e abbiamo fatto l’autostop, andando via invece abbiamo dovuto pagare quel prezzo. Il capoluogo dell’isola è Sabang, dove non vale la pena soggiornare, tra l’altro gli alloggi sono molto costosi rispetto alla qualità.

Gapang Beach: le sistemazioni sono lungo la spiaggia. La migliore è il Lumbalumba resort, non più di dieci stanze con wi-fi, non ne conosco i prezzi perché era al completo, è un dive resort, di conseguenza quasi sempre tutto prenotato da sub. Se avete bisogno di collegarvi a internet loro hanno il collegamento (a pagamento). Evitate invece il Leguna Resort (all’entrata della spiaggia): bungalow spartanissimi, bagni alla turca, con prezzi esorbitanti (a partire da 250/300.000rp) Proseguendo sulla spiaggia dopo il Lumbalumba ci sono vari bungalow privati (in genere i gestori ne hanno 2/3 al massimo) di varie tipologie. Noi ne abbiamo trovato uno, Fira Bungalows, con letto matrimoniale e bagno (wc e mandi, doccia-fredda) decente, 80.000rp a notte, ha anche il ristorante, discreto. Abbiamo mangiato solo lì ma a detta di altri, i ristoranti sono tutti allo stesso livello con stessi prezzi (bassi).

La spiaggia è bella, molto selvaggia, piccola. Il mare pulito tranne quando ci sono le correnti che lo intorbidiscono un po’. Non ci sono strade, per andare da un posto all’altro della spiaggia si cammina sulla sabbia. Ci siamo uniti ad una gita snorkeling sulla vicina isola Rubiah (350.000rp per tutta la barca, circa 39.000 p/p)

IboihBeach: a circa 3/4km da Gapang (noi ci siamo andati in motorino-taxi, 20.000rp a/r a persona). Sul primo tratto di spiaggia non ci si può spogliare e fare il bagno (motivi religiosi), camminando 10min. Si raggiunge l’altra parte della spiaggia, dove anche qui come a Gapang c’è un dive resort e il resto sistemazioni più semplici, anche se sembrerebbero un po’ più curate che a Gapang. La spiaggia è più piccolina e corta, l’acqua limpidissima. Si può nuotare fino all’isola di fronte, la LP dice 100mt ma ci sono sembrati di più. Ci siamo andati senza pinne. Tornando indietro, quasi arrivati alla spiaggia, c’è uno scoglio che affiora e in quel punto c’è una forte corrente, fate attenzione.

Pulau Weh, essendo per l’appunto così poco turistica, non offre niente a chi volesse fare vita notturna, è molto semplice e le attività principali, se non fate immersioni, sono le nuotate, lo snorkeling e qualche eventuale giro dell’isola. Ci sono altre spiagge che non ho visto, alcune a seconda della stagione sono nascoste dall’alta marea per mesi.

Informazioni generiche: un viaggio a Sumatra è allo stesso tempo semplicissimo ma faticoso. L’isola ha poche infrastrutture, le strade di collegamento importante sono nella maggior parte dei casi in condizioni pessime. La cosa quindi più difficile a Sumatra è spostarsi da un luogo all’altro. Le sistemazioni, tranne nelle zone un po’ più frequentate, sono molto semplici. E’ un viaggio in buona parte avventuroso, consiglio a chi vuole andarci di dotarsi di molto spirito di adattamento e pazienza, e di viaggiare con lo zaino evitando i trolley. Se avrete il cuore e l’anima aperti a questa esperienza, Sumatra vi ripagherà lasciandovi un ricordo straordinario, un viaggio a Sumatra è soprattutto una grande esperienza umana. La gente è accogliente e sarà sempre pronta ad aiutarvi, oltre che a fare due chiacchiere per il puro gusto di socializzare. Non esitate a fotografarli, se volete, gli fa piacere e spesso saranno proprio loro a chiedervelo, inoltre spesso e volentieri i fotografati sarete voi! Tenteranno a volte di fregarvi, ma non vi arrabbiate. Contrattate sempre per i taxi e gli alloggi, i tassisti soprattutto ci provano quasi sempre. Per i mezzi pubblici, chiedete, se proprio volete essere sicuri, il prezzo ad altri passeggeri. Contrattate anche per acquisti di artigianato e simili, ma, per favore, NON CONTRATTATE PER NIENTE ALTRO! I prezzi a Sumatra sono talmente irrisori che potreste trovarvi a contrattare per 4/5 centesimi di euro!

Potete vedere le foto qui: http://www.cipiaceviaggiare.it/fotoIndonesia2010/index.html Alessandra



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