Visitare e vivere New York e le città principali dell’East Coast

In giro per Boston, Philadelphia, Washington e... la Grande Mela
Scritto da: ximona83
visitare e vivere new york e le città principali dell'east coast
Partenza il: 08/10/2012
Ritorno il: 19/10/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Dopo circa un mese di discussioni, alla fine abbiamo optato per una vacanza fai-da-te prenotata completamente in internet in base alle nostre esigenze, sia economiche che organizzative. E ora finalmente è arrivato il momento di partire…

Partenza l’8/10/12 da Roma per New York, con scalo a Parigi, prenotato su www.govolo.it, in totale 9h e ½ di volo, senza considerare un ora di ritardo per il volo in coincidenza. Però in generale il viaggio è stato tranquillo, l’aereo Airfrance era confortevole con schermi su ogni poltrona per poter vedere film, ascoltare musica e addirittura giocare con dei videogames. Arrivati all’aeroporto JFK di New York, dopo un ora di controlli vari, check out, domande varie, usciamo all’aperto, ma ancora non è finita perché per arrivare in hotel abbiamo bisogno di un taxi (noi abbiamo preso una luxury car che è più conveniente, 60$!) e di un’altra ora di viaggio. New York stiamo arrivando…

Già dal taxi cominciamo a vedere i mitici grattacieli, la skyline ma quando arriviamo a Times Square ci siamo sentiti come al centro del Mondo! L’hotel Paramount, prenotato dal loro sito, è proprio a 50metri da Times Square, la posizione non poteva essere migliore; la stanza era un po’ piccolina ma per il resto tutto ok. Stravolti dal lungo viaggio, non riusciamo a far altro che fare un piccolo giro di perlustrazione (wow, siamo riusciti anche a vedere la punta dell’Empire illuminata rosso-bianco-verde come la bandiera dell’Italia dato che oggi è il Columbus Day e c’è stata la festa degli italiani in America, uno spettacolo!) e andare a cena in un pub vicino all’hotel. Mi raccomando non vi dimenticate che il prezzo in America è inteso escluso le tasse (che a New York sono dell’ 8,75%) e le mance che di solito sono del 20% sul totale della spesa.

9/10/12

Inizia l’avventura! Ci incamminiamo verso il punto di ritrovo per il tour che avevamo prenotato sul sito newyorkwelcome.net per visitare i quartieri del Bronx, Queens e Brooklyn e chi ci incontriamo? I primi italiani che incontriamo sono due ragazzi di Bari che vengono sempre in vacanza nel mio paesino Porto Potenza Picena e non ci siamo mai visti prima. Solo a New York può succedere! Comunque il tour è stato interessante da alcuni punti di vista dato che questi quartieri non essendo molto turistici non sono facilmente visitabili da soli; in realtà non sono molto pericolosi come si pensa ancora in Italia (a parte la notte), ma sono molto dispersivi e non ci sono tante cose da visitare (lo stadio degli Yankees nel Bronx, il quartiere italiano, il quartiere degli ebrei ortodossi a Brooklyn, la vista di Manhattan da Brooklyn e poco altro). Più che altro ci sono i vari scenari che si alternano passando dai grattacieli di Manhattan ai ghetti della periferia (immaginate le tipiche scale antincendio o i campi da basket tra i palazzi o gli edifici pieni di murales), quindi con il tour siamo riusciti a girarceli in poche ore. La nota negativa è stata proprio l’organizzazione del tour: arrivo della guida con 1/2h-3/4h di ritardo, la guida sembrava molto svogliata, in più il giro è stato tutto sul pullman, ci hanno fatto scendere solo per il negozio dello Yankee Stadium mentre lo stadio non può essere visitato senza alcuni permessi speciali, per il market del quartiere italiano dove si vendono prodotti italiani dalla pasta Barilla al prosciutto cotto Rovagnati (ma cosa siamo venuti a fare!) e per fotografare la skyline da un molo di Brooklyn. A me sarebbe piaciuto fare una passeggiata per queste vie, come in un film di Spike Lee!

Finito il tour, iniziamo il giro di Manhattan a partire da Times Square con tutti i suoi cartelloni pubblicitari, i negozi scintillanti e la folla di persone che in ogni momento della giornata riempiono la piazza: Fantastico! Ancora a bocca aperta ci facciamo la Broadway Avenue (la via dei teatri) per arrivare alla Union Square (tranquilla piazza piena di scoiattoli), a Chelsea (quartiere giovane con il Chelsea Market e la High Line, un parco rialzato, molto particolare) fino al Greenwich Village (altro quartieri molto giovane dove si trova anche l’università ed il parco dove il pomeriggio si incontrano gli studenti per parlare, suonare, giocare…).

All’ora di cena ritorniamo verso Times Square e nella stazione della metro vediamo uno spettacolo di breakdance di alcuni ragazzi che si sono dovuti fermare per colpa di una signora alquanto alticcia che voleva ballare con loro in maniera oscena (si è perfino tirata giù i pantaloni) fino a che è dovuto intervenire un poliziotto: questa è New York! Ora è buio e se prima di Times Square avevo detto fantastico adesso devo dire strafantastico! Con le luci e le insegne tutte illuminate non sai più dove guardare, è uno spettacolo davvero che ti lascia senza parole…

Ancora abbagliati dal piacevole rumore di Times Square ritorniamo in camera con tanta voglia di assaggiare un altro pezzo di mela.

10/10/12

Secondo giorno molto uggioso (come il primo) ma non ci perdiamo d’animo e ci incamminiamo verso il Rockefeller Center, conosciuto soprattutto per la pista di pattinaggio su ghiaccio e l’albero di Natale enorme, passando per la 5th Avenue, la via caratteristica di New York dove potete trovare negozi fantastici, quasi dei musei, di grandi marchi a prezzi esagerati, ma molto belli da vedere.

Una visita al Radio City Music Hall, il grandissimo teatro in stile anni ’40, ancora funzionante per concerti ed eventi vari, un bel dolcetto da Magnolia Bakery, sublime! e quando inizia ad uscire il sole possiamo andare al Top of the Rock, l’osservatorio all’80esimo piano del GE building (prima non ci hanno fatto salire perché, a causa del brutto tempo, non c’era visibilità). Il biglietto ci hanno consigliato di comprarlo in internet (noi l’abbiamo preso sul sito www.cityexperts.com) per evitare di fare la fila, anche se in realtà la fila non c’era, ma almeno un pensiero in meno. Impressionante l’ascensore che ti fa salire in 15 secondi circa, con il soffitto in vetro dove ti sparaflashano tutte luci colorate. Ma ancora più impressionante è il panorama che si vede da quassù: sul lato sud, i grattacieli compreso l’Empire, il Chrysler Building, le due nuovi torri, fino a scorgere in fondo una statua della Libertà minuscola; sul lato nord, salta subito all’occhio la grandissima macchia verde immersa nella metropolitana, è il Central Park, in cui si possono distinguere i laghi maggiori. Inutile dire che è un vero e proprio Spettacolo! Consiglio: anche se è aperto fino a tarda notte, andateci di giorno che si riconosce bene Central Park mentre quando è buio rimane nell’ombra e si può perdere una bellissima esperienza.

Dopo un pranzo veloce (un hot dog preso in strada da un carrettino, molto buono), insieme ai nostri nuovi amici di Bari, affittiamo le biciclette per farci un bel giro a Central Park. Si può girare anche a piedi, dato che in realtà per le stradine interne non è possibile accedere in bici, ma considerate che è lungo 6km e largo 2km, quindi se volete farlo tutto o perlomeno le attrazioni principali, conviene prendere una bici. Altro consiglio: all’ingresso trovate tanti ragazzi che vi propongono le loro bici, non andate dal primo che incontrate e non accettate la loro prima offerta, contrattate fino ad arrivare ad un prezzo ragionevole, noi abbiamo pagato circa 20$ a testa per 4h, ma si può prendere anche a meno. Iniziamo il giro, in bici si può circolare solo sulle strade più esterne, ma con la cartina in mano, entriamo a piedi e ci fermiamo a vedere le attrazioni principali: la fontana Bethesda, il castello, i vari laghi, fino ad arrivare al lago maggiore, molto molto bello. Non è semplice da descrivere, ma immaginatevi di vedere un film, con le persone che corrono attorno al lago oppure vanno in bici o sui roller sulle strade asfaltate, mentre tutto attorno vedi grattacieli che ti sovrastano (dalla strada principale si vede benissimo il Guggheneim, la Flick Collection e il Met) e i rumori del traffico che sembrano lontanissimi. Si capisce perché lo chiamano il polmone di New York, magari avere un parco del genere anche nelle nostre città! Esperienza molto bella!

Una volta riuscito a trovare il punto dove dovevamo lasciare le bici (con il buio ci siamo persi nel parco…), stanchi ma contenti, ci prendiamo un panino veloce da Wendy’s (bleah!) e via in hotel.

11/10/12

Oggi ci rivolgiamo verso la zona sud di Manhattan, quindi prendiamo la metro per andare verso Wall Street, lo Stock Exchange (la borsa), la Financial Bank, la statua del bufalo, il World Trade Center, le nuovi torri, ecc. Volevamo anche prendere il traghetto per andare sull’isola della statua della Libertà ma, forse perché era il primo giorno di bel tempo dopo 4 giorni, forse perché siamo arrivati in tarda mattinata, c’era una fila pazzesca (circa 3-4h) che ci abbiamo rinunciato. Ci torneremo un altro giorno. Cmq il giro nella zona finanziaria è stato bello, ora quando vediamo il tg economico possiamo dire “noi ci siamo stati!”.

Il pomeriggio ci incontriamo con un nostro amico che abita da un anno a Brooklyn e decidiamo di andare a Little Italy (che in realtà sono solo due isolati) e Chinatown, che mi ha meravigliato perché è molto caotico, pieno di cinesi in giro, ma stranamente non è sporco né per strada né nei negozi, anzi ci sono dei negozietti tipici che vendono abbigliamento e scarpe originali a prezzi un po’ più bassi del normale. Esperienza unica è stata mangiare in un ristorante cinese: bell’ambiente, cucina ottima, diversa da quella che si trova in Italia molto unta e fritta, l’unica cosa uguale ai ristoranti cinesi in Italia sono i camerieri un po’ scontrosi. Finito il pranzo, un po’ di frutta cinese comprata in strada sulle bancarelle: fortuna che il nostro amico parla bene inglese, altrimenti avremmo perso una cosa molto particolare. Ci facciamo un giretto per i quartieri di Soho e Nolita, conosciuti per i bei negozi di abbigliamento giovanile di tutti i prezzi; sembra quasi di stare a Londra, i ragazzi che passeggiano vestono nei modi più disparati, con capelli colorati, creste: molto carino! Poi una birretta in un locale di Brooklyn per fare due chiacchiere in amicizia: alle 7 di pomeriggio già al pub c’erano parecchi ragazzi, musica rock alta, biliardi funzionanti, birre e cicchettini a gogo, che bello il quartiere giovane!

Verso le 21 ritorniamo a Manhattan con la metro scendendo nel mitico Grand Central Terminal, molto bello, e con un po’ di energia ancora in corpo (dopo 3 giorni di svariati km a piedi!) decidiamo di andare sull’Empire State Building che è aperto fino alle 2 di notte. Il biglietto l’avevamo comprato da casa su cityexperts.com (sito consigliato perché serio e in più propone diverse attrazioni a prezzi interessanti) sempre per evitare le code e quindi subito saliamo all’86esimo piano, ma finora tutto già visto, siamo già stati al Top of the Rock. E’ quando usciamo all’aperto sul terrazzo che comincia a mancarmi il fiato e mi viene da piangere per il magnifico spettacolo che mi si presenta davanti agli occhi! Di notte New York è veramente impressionante, molto più che di giorno: i grattacieli si riempiono di luci, le punte cambiano colore di continuo, in mezzo le vie tutte gialle luminose, anche i ponti si riconoscono ben illuminati, sembra un gigantesco albero di Natale, ma in realtà non ci sono abbastanza parole e descrizioni appropriate per spiegare cosa si vede da questo punto. Non esagero dicendo che è la cosa più bella che ho visto in tutto il viaggio! Bello, bello, bello, veramente bello!

Con questa visione negli occhi, è ora di andare a sognare davvero, allora tutti a nanna…

12/10/12

Sveglia prestissimo perché oggi si va a fare un escursione fuori porta, a Boston. L’avevamo prenotata da casa sempre sul sito cityexperts.com. Mi direte, come mai proprio Boston? Niente di particolare, solamente perché altrimenti non ci sarei più andata (a meno che non faccio un altro viaggio a New York, come probabile che sia), dato che non partirei dall’Italia apposta per vederla, cosi riusciamo a vedere tutte le grandi città dell’east coast. Il pulmino non è proprio il massimo ma in compenso la guida è giustissima: un ragazzo che spiega bene la storia e la geografia sia di New York che di Boston e non si nega a rispondere a qualsiasi nostra domanda. Prima tappa all’università di Harvard, che fa quasi città a parte per quanto è grande, poi il centro della città seguendo la Freedom Trail, una linea rossa sul terreno, con la visita delle principali attrazioni di Boston, poi il Quincy Market dove si trovano diversi ristorantini per fare pranzo e diversi negozietti molto carini, infine ci dirigiamo verso il molo per vedere il battello più antico d’America, ancora funzionante. A questo punto si ritorna a New York (ci vogliono quasi 4 ore!). Consigli: a Boston è molto più freddo di New York, quindi copritevi bene; se non siete interessati a visitarla, evitate quest’escursione dato che è stato tutto comunque interessante ma niente di eclatante, il viaggio è lungo e in mezza giornata non si riesce a visitare bene la città, quindi forse era meglio rimanere un giorno in più a New York. E’ stata comunque una bella esperienza.

Ritorniamo nella Grande Mela e ci immergiamo nelle luci della 5a strada e poi in hotel.

13/10/12

Oggi finalmente andremo a vedere la statua della Libertà. Prendiamo la metro e arriviamo fino a Battery Park, dove si trova il molo in cui attracca il traghetto per fare il giro delle isole; questa volta la fila è più accettabile, biglietto alla mano acquistato sempre su cityexperts.com, dopo un ora di attesa saliamo a bordo, prima fermata Liberty Island. Ci avevano raccontato che la statua non era niente di che: rispetto ai grattacieli di Manhattan è piccola. Invece è veramente bella, sarà che è il simbolo dell’America, sarà per la sua posizione (dall’isola c’è un fantastico panorama di Manhattan), sarà che ci è capitato un giorno sereno senza nuvole, beh le foto parlano da sole. Questa vecchia signora di 125 anni è ancora molto affascinante! Una passeggiata nel verde dell’isola e poi riprendiamo il traghetto per andare a Ellis Island, dove arrivavano gli immigrati che volevano entrare in America, per questo hanno stabilito un museo sull’immigrazione e un muro con i nomi di tutti gli immigrati (noi ci siamo divertiti a cercare i nostri cognomi, incredibile ci sono!).

Ritorniamo sulla terraferma e tappa obbligata la zona di Ground Zero, in realtà ancora è tutto un cantiere in costruzione, quindi la parte dove c’erano le torri gemelle è recintata, si può entrare solo richiedendo i biglietti gratuiti al centro visitatori e poi facendo la solita fila per il check in. Dove sorgevano le torri, hanno costruito due fontane a piscina grandi quanto il perimetro delle torri stesse, per farci rendere conto quanto erano grandi, in più c’è un museo sull’11 settembre molto molto commuovente, con foto vere, telefonate vere, ecc. Noi abbiamo deciso di non entrare, perché mi sembrava una cosa molto costruita, cioè il dolore di quei giorni reso all’ennesima potenza: ok abbiamo sofferto, stiamo ancora soffrendo per questa cosa, ma non c’è bisogno di tutto questo dato che ci hanno fatto già vedere di tutto nei tg, documentari e film vari… Però è una scelta mia personale. Quindi ci siamo limitati a fare il giro della recinzione e abbiamo visto il muro dedicato ai pompieri morti per l’11 settembre, la chiesa che ha aiutato i familiari in quell’episodio, naturalmente le nuove torri che si vedono anche da lontano e i vari oggetti che la gente ha lasciato in memoria.

Nel pomeriggio siamo ritornati nella zona a nord per visitare il MOMA, museo d’arte moderna; il biglietto l’abbiamo comprato in hotel sul solito sito dato che la mattina precedente c’era una fila pazzesca, mentre nel tardo pomeriggio non c’è quasi nessuno. Consigli: se non vi interessate d’arte, saltate tutti i musei o al massimo scegliete di farne solo uno, perché ci vogliono diverse ore e vale di più la pena vedere New York all’esterno che all’interno di un museo; informatevi su quali giorni si può entrare gratis, perché ogni museo ha un giorno a settimana gratuito per tutti. Noi abbiamo scelto il Moma per vedere la “Notte stellata” di Van Gogh, dato che abbiamo la riproduzione in camera e ora che possiamo vederla dal vero non potevamo perdercela. Le opere sono a nostro parere belle e la visita è stata interessante, ma non capiamo niente d’arte quindi abbiamo fatto un giro veloce fino alle 17, orario di chiusura, quando ci hanno quasi cacciato per uscire…

Tornati all’aperto, ci facciamo un giretto sulla 5a strada per i negozi un po’ più raggiungibili economicamente: Niketown, negozio ufficiale della Nike a 5 piani; Fao Schwarz, mitico negozio di giocattoli a 3 piani in cui si trova il Big Piano, il pianoforte luminoso a terra che si può suonare con i piedi, suonato da Tom Hanks sul film “Big” e l’orologio a forma di sole del film “Mamma ho perso l’aereo 2”; l’Apple Store sotterraneo, accessibile da un cubo gigante di vetro, impressionante i ragazzi che c’erano, non si riusciva ad entrare!

Arrivati fino a Central Park, ci facciamo una passeggiata per l’Upper East Side, dove in realtà si trovano solamente hotel di lusso a 5 stelle, condomini di classe e i musei Met, Guggheneim e Frick Collection, che sono belli visti anche solo da fuori.

Riprendiamo la metro per tornare in hotel, quasi sfiniti ma veramente felici di tutto quello che abbiamo visto oggi.

14/10/12

La mattina avevamo prenotato l’escursione per Harlem, sempre sul sito cityexperts.com, quindi con l’autobus attraversiamo l’Upper West Side, dove ci sono tantissimi palazzi signorili e la guida ci spiega che ci abitano dei personaggi famosi, da Julia Roberts a De Niro, da Al Pacino a Richard Gere, e tanti altri. Arriviamo fino ad Harlem e ci fermiamo nella via del teatro Apollo, il più vecchio di New York, dove vediamo le saracinesche dei negozi dipinte con dei fantastici murales: è bello lo scorcio della via tutta colorata. Poi ci fermiamo di nuovo sulla collinetta a vedere la casa più vecchia di New York e davanti la via attorniata da case tipo villette a schiera molto particolari perché in stile anni ’40. Riprendiamo l’autobus e attraversiamo le vie di Harlem (ci sembra di rivivere un film) fino ad arrivare al confine con il Bronx, dove si trova la piccola chiesa battista che ci ha ospitato per vedere la messa gospel. Niente di più spettacolare! Proprio come si vede nei film, gli uomini facevano il coro (in base al periodo si scambiano, a volte ci sono le donne, a volte gli uomini e a volte entrambi), le donne in platea vestite a festa con i cappellini e i bambini con giacche e cravatte. All’inizio è entrato il coro a suon di musica come se stessero entrando gli ospiti in uno show tv, canzoni su canzoni, ogni tanto il pastore incitava il pubblico con delle frasi (anche comiche) alle quali rispondevano tutti in coro “Amen”; ad un certo punto si sono girati tutti verso di noi in fondo alla chiesa e ci hanno cantato una canzone di ringraziamento per essere li con loro e alla fine della canzone, si sono alzati tutti e ci hanno stretto la mano uno per uno. Ti rendi conto che per loro la messa è una festa, lodare il Signore li rende felici e il fatto che tu sei andato a pregare con loro, li entusiasma ancora di più. Vogliono solo che rispetti le loro tradizioni, ti permettono di fare foto e filmati, di cantare con loro, ma nei momenti di preghiera esigono silenzio e rispetto, quindi finita la messa gospel ce ne siamo andati accompagnati dalla canzone “Happy Days” perché sarebbe iniziata la messa vera e propria alla quale può partecipare solo chi fa parte della comunità. Posso dire che, nonostante non capisca molto l’inglese, soprattutto se parlato velocemente e in dialetto, è stata un’esperienza fenomenale, consigliatissima! Consigliata anche la scelta dell’agenzia, perché ci hanno fatto fare un bel giro del quartiere, la guida era molto brava, preparata su tutto, gentile e disponibile ad ogni nostra richiesta e la chiesa non era l’anglicana scelta da tutti e quindi presa d’assalto da centinaia di visitatori che fanno la fila per entrare, ma era una chiesa piccolina in periferia che ci ha accolto calorosamente.

Rientrati a Manhattan, ci facciamo un giro sull’Upper per vedere il Museo di storia naturale e il Lincoln Center, molto carino, per poi scendere all’East Village, quartiere giovane e alternativo; qui non ci sono molte cose da vedere, più che altro ci sono locali da vivere: ci sono diversi pub con una sfilza di Harley parcheggiate davanti, tra cui anche l’Hells Angels Motorcycle (club newyorkese di motociclisti), c’è il negozio d’abbigliamento John Varvatos al posto del locale rock più famoso a New York, il CBGB, e c’è un bel parco che corre lungo l’East River.

All’ora del tramonto ci dirigiamo a Brooklyn, precisamente la zona di Dumbo, quasi sotto il ponte di Brooklyn, per poter assistere all’Incredibile visione dello skyline: seduti su un prato in riva al fiume, vediamo sullo sfondo il cielo rosso per il tramonto, l’orizzonte tagliato dal ponte, alla nostra destra sorgono i grattacieli della zona sud di Manhattan che cominciano ad illuminarsi, in basso il dolce rumore dell’acqua che si muove lenta, romanticissimo! Pian piano, più il sole scende, più si fa buio e più si accende la skyline fino a che nel buio si riescono a vedere solo mille luci gialle e rosse che si riflettono sullo specchio d’acqua. Mi raccomando, non vi perdete questo spettacolo, ne vale veramente la pena! All’ora di cena ci incontriamo con il nostro amico italiano che vive qui e ci facciamo una cenetta asio-americana, cioè una cucina moderna che mescola la tradizione dei piatti americani a quella dei piatti asiatici: tutto molto buono, ma anche molto costoso, in tre abbiamo pagato 200$! Bella esperienza comunque.

Dopo cena andiamo in un locale con musica dal vivo, fino alle 4 di mattina, quando un po’ brilli prendiamo la metro per ritornare in hotel. Che bellissima serata!

15/10/12

Ragazzi, purtroppo è già passata una settimana e dobbiamo lasciare New York, sniff sniff! Cche città fantastica, resterà per sempre nei nostri cuori e sono sicura di ritornarci per dare un altro morso alla Grande Mela. Ma non ci perdiamo d’animo: la nostra avventura continua… Con ancora un po’ di capogiro dovuto agli stravizi della sera prima, diamo un ultimo saluto a NY e con il taxi andiamo all’aeroporto JFK dove ci aspetta la macchina a noleggio, prenotata dal sito eNoleggioAuto.com. L’agenzia è la Dollar e ci aspettano due sorprese, una brutta e una bella: la brutta è che abbiamo dovuto pagare ancora, oltre quello che avevano già preso dalla prenotazione, per pieno di benzina, drop-off, telepass e tasse varie, quindi da una cosa al risparmio è diventata una vera e propria spesa; la bella sorpresa è stata la macchina, dato che abbiamo prenotato una piccolina Chevrolet Aveo, perché era la più economica, e ci siamo ritrovati una berlina spaziosa, la Mitsubishi Galant!

E vai, si parte per una nuovissima avventura: guidare per le strade d’America… Dopo aver sbagliato strada una volta, dopo aver visto davanti ai nostri occhi un incidente spettacolare stile RealTV, in 2-3 ore arriviamo in hotel a Philadelphia, il Rodeway Inn Center City prenotato dal sito booking.com. Abbiamo il tempo giusto per fare una piccola visita della città, che riprendiamo la macchina per andare al palazzetto Well’s Fargo dove ci aspetta una mitica partita dell’NBA, Philadelphia 76ers vs. Boston Celtics. Erano anni che sognavo di vederne una, ma la meraviglia è stata anche vedere il palazzetto: all’interno ti ci potevi perdere, c’erano una ventina di fast food, chi vendeva patatine, chi pollo arrosto, chi cotolette, chi alette di pollo, ecc, oltre che negozi di gadget, presentazioni di auto nuove ed altro. La partita in realtà era solo una pre-season, quindi un’amichevole, ma a me è piaciuta molto lo stesso; il biglietto l’abbiamo acquistato sul sito ufficiale nba.com, quindi entrati senza fila, ci facciamo un giro all’interno del palazzetto e poi ci godiamo lo spettacolo della partita che è come si vede in tv: musica a tutto volume, lo speaker che urla ad ogni canestro, negli intervalli fanno degli show d’intrattenimento con sbandieratori e ballerini oppure riprendono gli spettatori e li fanno vedere sul maxischermo a 4 facciate sopra il campo, quindi vedi le persone che fanno di tutto per farsi riprendere, e non per ultimo lanciano le magliette ricordo agli spettatori con delle fionde giganti. Per non dire che gli americani guardano la partita come se fosse un film (forse sono abituati) tutti con i vassoi pieni di roba da mangiare, alla faccia dei grassi! Esperienza indimenticabile, consigliatissima anche a chi non piace il basket.

Finita la partita, ritorniamo in hotel perché domani ci aspetta una bella passeggiata!

16/10/12

Inizia il tour di Philadelphia (a piedi!), quindi ci incamminiamo verso la città vecchia; la storia ve la risparmio ma a Philadelphia ce n’è molta dato che è stata la prima capitale americana ed è per questo che ci sono ancora molti monumenti in stile neoclassico, come l’Old City Hall, l’Indipendence Hall, la Congress Hall e davanti la Liberty Bell (la campana che ha segnato molti episodi importanti della storia americana), la prima banca, la casa di Betsy Ross (la signora che ha cucito per molti anni le prime bandiere americane), ecc. Camminando ritorniamo nella parte più nuova della città e quindi troviamo grattacieli, tra cui i due famosi di vetro, diversi negozi, diversi murales soprattutto sui muri dei parcheggi, fino ad arrivare alla piazza principale con la City Hall, la statua con la scritta “Love” e vicino un mercato al coperto, molto comodo per pranzi veloci. Dalla piazza, ci spostiamo verso nord ovest attraverso il vialone diventato famoso perché sui lampioni ci sono attaccate le bandiere di tutti gli stati del Mondo (tranne Cuba e Israele che sono nemici degli Usa); alla fine di questo lungo viale, si arriva al museo d’arte, con la sua scalinata resa celebre dal film “Rocky”, proprio per questo davanti il museo è posta una statua raffigurante Rocky stesso.

A fianco al museo c’è un romantico sentiero che costeggia il fiume e che arriva fino al quartiere con le Boats House, cioè le case costruite in riva al fiume; è fantastico vedere che allontanandosi di solamente un chilometro dalla città sembra di essere da tutt’altra parte, sembra quasi un paesaggio di una qualche valle del Trentino!

Ritorniamo nella zona più commerciale per un giretto tra i negozi di Philadelphia (non c’è niente a che vedere con quelli di New York!) e poi a cena di sushi vicino l’hotel. Dopo cena, tanto per cambiare, ci facciamo un’altra passeggiatina per il centro, che ha tutto un altro effetto con le luci che riflettono sul marmo bianco della City Hall, le punte illuminate dei due grattacieli più alti, le luminarie sulla via degli artisti: anche qui, la notte rende la città più affascinante.

Finito il tour ritorniamo in hotel, riflettendo sulla giornata appena trascorsa: New York è spettacolare, mentre Philadelphia è più piccola e molto meno appariscente, la differenza sta proprio nella modernità dell’una e nell’antichità dell’altra, quindi non si annullano tra di loro ma decisamente vale la pena di vederle entrambe. Sicuramente a NY ci starei anche un mese e di più, mentre a Philadelphia basta un giorno o poco più per vederla tutta.

17/10/12

Riprendiamo la macchina per lasciare Philadelphia e dirigerci verso sud; prima tappa, dopo un’oretta di viaggio, è Lancaster, un paesino di campagna noto per essere la città degli Amish (quella comunità religiosa stile Mormoni). Innanzitutto visitiamo una casa che era stata abitata da una famiglia Amish fino a qualche anno fa, la guida ci spiega quindi le loro abitudini: la mancanza di corrente nelle case, gli abiti molto sobri che mettono nelle varie occorrenze, i campi che circondano la casa con le coltivazioni a grano, tabacco, ecc e gli allevamenti di galline, capre, ecc. fino alla scuola ad una classe tipica Amish. Ma a noi non bastava: vogliamo vedere la vera comunità Amish! Perciò giriamo mezz’ora con la macchina per le colline di Lancaster in cerca delle loro case; praticamente sono dappertutto, non serve cercarle, si vedono carrozze che passano, uomini sull’aratro, ragazzi a scuola e donne che stendono i panni. Riusciamo anche a fare qualche foto di sgamo, dato che non vogliono essere fotografati.

Ripartiamo e dopo 2-3 ore arriviamo a Washington; il tempo di salire in camera, prenotata dal sito dell’hotel stesso, il District Hotel, e poi una bella passeggiata per darci un’idea di come è strutturata la città. Più meno è organizzata come New York, in piccolo, con le vie verticali, cioè le street di NY, che sono nominate con numeri crescenti da est a ovest e quelle orizzontali, cioè le avenue di NY, che sono nominate con lettere crescenti da sud a nord. Arriviamo fino alla Casa Bianca che, tutta illuminata, sembra una stella luminosa nel buio della notte, con l’elicottero che ogni 5 minuti gira sopra le nostre teste. Subito dietro ad essa comincia la National Mall, con l’obelisco, il memorial alla 2a guerra mondiale e la reflecting pool: di notte è tutto un gioco di luci ed ombre molto suggestivo. Davvero bello! Gira che ti gira si è fatto tardi e non abbiamo ancora fatto cena, allora ritorniamo verso l’hotel e ci imbattiamo in un supermarket aperto 24 ore al giorno in tipico stile americano, dove ci prendiamo un pezzo di pizza e ce lo mangiamo in camera: spesso in America è la soluzione migliore per mangiare decentemente e spendere adeguatamente!

18/10/12

Oggi ci facciamo un bel giro di Washington (naturalmente tutto a piedi!), iniziando dalla Casa Bianca dato che ormai sappiamo bene la strada, molto bella di giorno, soprattutto se c’è il sole che rispecchia sul bianco dell’edificio. Le giriamo attorno fino ad arrivare alla National Mall, con tutti i monumenti più famosi di Washington, ve li elenco senza dilungarmi troppo, perché tanto troverete delle spiegazioni in tutto il web: la Reflecting Pool (indimenticabile la scena di “Forrest Gump” che si butta nella piscina) e alla sua estremità il monumento a Lincoln, molto significativo per gli americani, ma anche per i turisti, imponente è il paesaggio che si vede in cima alle scale, imperdibile; il memorial alla guerra del Vietnam, conosciuto come il “Muro”; il memorial alla guerra di Corea, cioè statue di soldati che camminano guardandosi le spalle; ci dirigiamo verso sud, fino al lago per circumnavigarlo e in ordine troviamo: il monumento a Martin Luther King; quello a Roosevelt, cioè un insieme di muri in cui sono incise le sue frasi più famose; quello a Jefferson, il presidente più visitato dagli americani dopo quello Lincoln per richieste di ogni genere; finito il giro del lago, ci imbattiamo nel memorial alla 2a guerra mondiale, cioè una piazza con al centro un’enorme fontana circondata da pilastri ognuno rappresentante uno dei 50 stati americani; ci dirigiamo questa volta verso est e saliamo la collinetta per arrivare ai piedi del monumento a Washington, il famosissimo obelisco (si può entrare e salire, ma c’è solo una piccola quantità di biglietti al giorno disponibili, quindi per chi volesse è consigliabile andare la mattina presto e fare la fila); continuando per la Mall, si arriva fino allo Smithsonian, un insieme di edifici, tra cui un bellissimo castello a mattoni rossi, che contengono una decina di musei di ogni genere, tutti con ingresso gratuito, dato che sono finanziati dall’eredità di Smithson (noi non ne abbiamo visto neanche uno per mancanza di tempo, ma per chi si ferma qualche giorno di più mi è stato detto che ne vale la pena); camminando ancora per i prati della Mall, si arriva finalmente all’estremità est dove sorge il Capitol, il famosissimo Campidoglio che si vede nei tg, con l’altissima cupola sovrastata da una statua della libertà; entriamo e ci fanno fare un giro per la hall e la sala al primo piano, mentre per entrare nelle stanze della Camera e del Senato c’è bisogno di un permesso particolare che si può richiedere alle autorità; subito dietro si trova la biblioteca Library of Congress, edificio molto bello.

Io ve l’ho raccontato in mezza pagina ma non pensate che sta tutto vicino, anzi tutt’altro, infatti abbiamo fatto diversi chilometri per vederli tutti, ma la bellezza di Washington sta proprio in tutti questi monumenti, che sono veramente belli, quindi si cammina con piacere. Il problema è che tra l’uno e l’altro non c’è niente, ossia si cammina in mezzo ai prati della Mall e sembra che non si arrivi mai, mentre a New York c’è sempre qualcosa da vedere o da fare, a partire dai negozi, ai locali, per non dire la massa di gente che ti circonda, sicuramente pesa di meno camminare cosi tanto. Perciò, stanchi morti, ci facciamo un piccolo giro nella parte più moderna di Washington, dove si trovano negozi e ristoranti molto carini, facciamo cena (finalmente una bella bisteccona!) e poi dritti in camera.

19/10/12

Avremmo voluto fare un altro giretto per Washington, soprattutto la zona commerciale per fare una passeggiatina tranquilla e un po’ di shopping, ma dovevamo riprendere la macchina dal parcheggio per non pagare un’ulteriore giornata, dato che non è proprio economico. Allora lasciamo il centro città e ci spostiamo a nord per visitare un santuario molto imponente, la Basilica of the National Shrine of the Immaculate Conception, che dovrebbe essere la chiesa cattolica più grande d’occidente. Poi ritorniamo a sud della città per fare tappa al cimitero militare di Arlington; devo dire che è molto bello e molto toccante (ci sono oltre 250.000 tombe), ma soprattutto enorme, pensate che ci sono le vie con i nomi per potersi orientare, piazze commemorative, ecc. I punti fondamentali sono: le tombe di JF Kennedy, della moglie e i due figli messe una vicino l’altra e sovrastate da una fiaccola che non si spegne mai; lungo questa via, c’è la tomba del fratello Robert Kennedy; ci sono molti punti panoramici, molto suggestivi, soprattutto la parte più alta dove sorge il memorial a Robert Lee, da cui si gode di un panorama fantastico: si vedono le tombe bianche del cimitero allineate perfettamente tra di loro che fanno contrasto con il verde dei prati delle colline e più in fondo si vede tutta la Mall di Washington, dal Lincolm Memorial fino al Capitol; la tomba del milite ignoto, cioè un mausoleo bianco protetto da una guardia armata che ogni cinque minuti fa uno “spettacolino” in marcia. Riprendiamo la macchina per andare a vedere il monumento a Iwo Jima, quella statua famosa di soldati che stanno piantando una bandiera a terra (ricordate la copertina del film “Flags of our fathers”?), costruito in una piazza vicino al cimitero.

Ora è proprio il momento di andare all’aeroporto di Dulles, dato che ci vuole un’oretta per arrivare, dove lasceremo la macchina e prenderemo l’aereo che ci riporterà in Italia…

Questa volta è proprio finita questa fantastica avventura metropolitana! Resterà sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori, perché l’America è sempre l’America e soprattutto New York è sempre più che stupenda.

Tirando le somme, è stato un viaggio bellissimo, ma anche parecchio costoso, quindi valutate voi in base alle vostre esigenze. Buon viaggio a tutti!

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Panorama da Brooklyn

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Love a Philadelphia

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Reflecting Pool a Washington

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Il Capitol a Washington

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Central Park dal Top of the Rock

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Tranquillità a Central Park

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