La cascina, il Barbera e il Moscato

Viaggio nella tradizione vitivinicola di Nizza Monferrato
Scritto da: Francesca Bertha
la cascina, il barbera e il moscato
Partenza il: 28/05/2010
Ritorno il: 30/05/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
“Cuore di collina”: così viene definito Nizza Monferrato sul sito del comune, e basta percorrere una delle strade che portano qui per capire perché. Un paesaggio dalla bellezza calda e rassicurante: lasciate alle spalle le alte colline e i boschi del Monferrato ovadese, qui il viaggiatore trova un panorama più dolce, dipinto di tutte le possibili tonalità del verde. Prati fioriti, grossi alberi che guardano gli interminabili filari dei vigneti che si estendono per decine di chilometri. Il cuore di questo paesaggio mozzafiato è una città che nei lunghi secoli di storia si è sempre distinta per operosità, cultura e fantasia, nonostante fosse stata spesso nel mirino di feroci attacchi da parte del nemico che voleva impadronirsi delle ricchezze nicesi.

L’idea di passare un lungo weekend a Nizza Monferrato ci è venuta dopo aver visto su Internet alcune riproduzioni di vecchie etichette di vini, disegnate da un famoso pittore alessandrino, che fu legato a diverse località del Monferrato, Franco Sassi. L’artista, scomparso nel 1993, dedicò anche numerose opere, tra grafiche e acquerelli, a queste località dal fascino eterno: le case monferrine dei suoi dipinti, le sue cascine immerse nella nebbia e nei paesaggi dai colori a volte caldi, altre volte sfocati hanno valorizzato questa zona e continuano a incuriosire i turisti. Sassi fu grande amico di Arturo Bersano, fondatore di un importante azienda vinicola, nonché del Museo delle contadinerie e delle stampe sul vino Bersano. Ammirare i vecchi torchi, quarti di brenta, bicchieri e calici spessi per durare nel tempo, oltre a tutta una serie di attrezzi per lavorare la terra, è stata la prima tappa del nostro weekend di full immersion nel mondo dei vigneti e nelle atmosfere genuine della vita contadina. Una sezione del museo è interamente dedicata a una rara raccolta di stampe ed etichette degli ultimi quattro secoli, all’interno della quale ci sono anche numerose creazioni di Franco Sassi.

Dopo i ricordi del passato ci avviamo verso i piaceri del presente, raggiungendo la nostra dimora per questa vacanza: naturalmente non potevamo che scegliere un luogo che avesse la tradizione vitivinicola di Nizza Monferrato nel suo dna: l’Agriturismo Cascina Monsignorotti, nella regione San Nicolao, si trova su una delle più belle colline del territorio nicese ed è la naturale evoluzione del lavoro di ben quattro generazioni della famiglia Lacqua che qui producono vini di alto pregio, a tiratura limitata, mantenendo i metodi di vinificazione di una volta. Ogni stanza porta il nome di un vitigno coltivato nella cascina: noi occupiamo quelle del Barbera e del Moscato e già l’idea di dormire in una stanza che si chiama come un vino, ci fa dimenticare lo stress della città. Ma il bello deve ancora venire: l’indomani, durante una visita guidata nei vigneti, il signor Carlo, che porta avanti il notevole lavoro di questa cascina insieme a sua moglie, ci svela i segreti dell’arte di fare il vino, facendoci poi assaggiare alcuni dei migliori vini della sua cantina. “Produrre del buon vino richiede molta fatica, e la nostra famiglia non potrà portare avanti questo lavoro per le prossime generazioni, per questo, anche se in questa cascina c’è la nostra vita, abbiamo intenzione di vendere. Una famiglia con diversi figli giovani e la voglia di lavorare, è ciò che ci vuole, per andare avanti qui”, racconta il signor Carlo. Poche parole, che fanno capire davvero il valore, anche umano, che rende unica ogni bottiglia di vino prodotta qui, e che fanno anche riflettere sulla vita frenetica che tendiamo a condurre in città.

Il nostro soggiorno a Nizza Monferrato prosegue tra lunghe passeggiate nella natura, e piacevoli ore pomeridiane spese a chiacchierare a bordo della piscina dell’agriturismo. L’ultimo giorno, dopo aver consumato la nostra abbondante colazione che ci riporta alla più sana tradizione contadina, ovvero un cestino contenente pane, vino, salumi, formaggio e frutta di stagione, torniamo ancora a fare un giro in città, e ammiriamo Palazzo Crova, costruito presumibilmente sui resti di un castello, nonché “El Campanon”, ovvero la spettacolare torre campanaria del palazzo del Municipio. Torniamo in città arricchiti di un’esperienza che ricorderemo a lungo e che speriamo di ripetere presto. Intanto ci ricordiamo del bel viaggetto a Nizza Monferrato sorseggiando il buon vino che ci ha regalato il signor Carlo mentre ripensiamo alla tranquillità delle colline monferrine.

Francesca Bertha



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