Un Coast to Coast tutto italiano

Dalla necropoli etrusca di Tarquinia alle spiagge dorate di San Benedetto del Tronto, passando attraverso i gioielli monumentali di Spoleto e i salumi e formaggi di Norcia
Scritto da: FraRove
un coast to coast tutto italiano
Questo è stato l’itinerario dello stupore. Non ero mai stata in nessuno dei luoghi suggeriti dalla nostra guida “Bell’Italia su quattro ruote” e sono rimasta davvero impressionata dai tesori che ho riscoperto lungo il percorso.

Tarquinia, Spoleto e Norcia

Tarquinia, la prima tappa della nostra tre giorni di traversata, è stata la prima sorpresa. Tarquinia è infatti un gioiellino arroccato su un colle a pochi chilometri dal mare, vanta di un’importante storia etrusca ma al contempo ha un animo medioevale: è cinta da mura ben conservate e le sue torri svettano sopra i tetti delle case in pietra. Arriviamo al tramonto e ci sistemiamo in un affittacamere proprio in centro, molto pulito e comodo per l’esplorazione delle meraviglie di questa piccola cittadina (www.lecameredelre.it). Passeggiando in centro notiamo che, oltre le solite bancarelle allestite nella via principale, ci sono anche altre postazioni complete di tele, tavolacci e acquerelli, dove le persone possono pitturare dando sfogo alla loro creatività. Indovinate come si chiama questa manifestazione? “Pittori per Caso”! Divertiti fotografiamo alcuni di questi dipinti improvvisati che in realtà mi sembrano davvero belli, si vede che i tarquiniesi hanno un sangue artistico nelle vene!

La mattina successiva la dedichiamo a una visita più approfondita delle molte attrazioni che offre Tarquinia. Fotografiamo le viuzze dalle quali fanno capolino le torri medioevali, i resti del palazzo dei Priori, la chiesa di San Pancrazio e arriviamo al bellissimo Palazzo Vitelleschi, oggi sede del Museo nazionale tarquiniese. Entriamo per visitare i tesori etruschi ma in primis rimaniamo affascinati dalla bellezza del cortile interno e del suo porticato. Il museo offre una grande quantità di sarcofagi: intere genealogie, avvenimenti e volti di uomini e di bambini pietrificati nel tempo. Ai piani superiori un’assortita collezione di vasellame, attrezzi, armi e ornamenti ci parlano della vita, del lavoro, dei rituali e della tecnologia che usavano gli etruschi 2500 anni fa! Inoltre, grazie a odierne sofisticate tecnologie, sono state trasportate e riprodotte all’interno del museo alcune tombe, riuscendo così a salvare i preziosi affreschi dalla incuria del tempo. Star del museo è però forse il famoso altorilievo dei “cavalli alati”, oggi simbolo della città di Tarquinia. La visita prosegue nella necropoli, appena fuori le porte della città, e qui rimango senza parole. Non immaginavo che il sito fosse così ricco e ben conservato, ho rivissuto le stesse emozioni della valle dei Re a Luxor! Scendiamo e risaliamo nelle numerose camere scavate nella roccia, nelle quali è conservata una straordinaria serie di dipinti, un vero tesoro!

Lascio Tarquinia un po’ a malincuore ma il motore chiama, direzione Spoleto. Sostiamo per il pranzo a Viterbo, dove ammiriamo il Palazzo dei Papi, il Duomo, e gironzoliamo a piedi per il nucleo medioevale. Mi ricorda l’ambientazione del film “Non ci resta che piangere”, quasi mi sembrava di girare l’angolo e ritrovarmi a Frittole! Arriviamo in serata a Spoleto dove, per 84 euro per notte, prenotiamo una matrimoniale in un bel hotel 4 stelle (www.albornozpalace.com). Siamo in Umbria e il marito-mangione non fa altro che parlare di cibo, di salumi in primis. Dedichiamo quindi il nostro secondo giorno di tour, oltre ai piaceri della vista, anche a quelli del palato. Visitiamo Norcia, lasciandoci Spoleto per il pomeriggio.

Norcia è un altro gioiellino tutto italiano. Il piccolo borgo, completamente circondato da mura, è incastonato tra i Monti Sibillini.

Da vedere la piazza principale del paese, Piazza San Benedetto, dove si affacciano l’omonima basilica, la Castellina, il palazzo fortificato e il palazzo comunale. Al centro, a dominare la piazza, la statua del santo fondatore dell’ordine Benedettino. Le viuzze sono vivaci, piene di turisti che indugiano tra una norcineria e l’altra, le tipiche salumerie locali. Anche noi approfittiamo dell’occasione e acquistiamo salumi e formaggi per gustarli in un’area picnic pochi chilometri sopra Norcia, immersi nel verde. La nostra Sedici si arrampica su per i tornanti e scorgiamo un bel prato sulla vetta. Presto fatto, impostiamo la trazione 4X4 e ci inerpichiamo senza difficoltà, dopo i percorsi nel Sulcis, ormai siamo driver provetti anche off road!

Ben ritemprati e con la pancia piena torniamo sui nostri passi e dedichiamo il pomeriggio alla visita di Spoleto. Arriviamo in centro percorrendo il “Giro dei condotti”, la tradizionale e suggestiva passeggiata che attraversa il Ponte delle Torri sino alla rocca Albornoziana e poi giù, in paese. Il Duomo mi ha riservato un’altra bella sorpresa: al suo interno si possono vedere bellissimi affreschi del Pinturicchio e di Filippo Lippi. Concludiamo la giornata con una buona cena a base di stringozzi al tartufo nero e crescionda, il marito-buongustaio è entusiasta e vorrebbe rimanere almeno un mesetto a rimpinzarsi di leccornie umbre. È solo con la promessa di un pranzo a base di olive ascolane che riesco a trascinarlo in macchina.

Da ascoli a San Benedetto del Tronto

Terzo e ultimo giorno di tour, ci rimettiamo on the road in direzione del nostro traguardo, San Benedetto del Tronto, sostando per l’appunto ad Ascoli Piceno. Anche in questo caso, non immaginavo che Ascoli fosse così graziosa. Dalle vie e dagli eleganti palazzi spuntano le colline verdi che la circondano, dando un’impressione di una cittadina a misura d’uomo. Il colore bianco-panna e beige del travertino le conferisce un’aria regale. La Cattedrale di Sant’Emidio e il Palazzo dei Capitani del Popolo sono solo due dei monumenti da fotografare. Oltre le olive ascolane promesse, abbiamo gustato un aperitivo allo storico Caffè Meletti dove il marito-io-assaggio-tutto ha avuto il coraggio di sorseggiare la famosa “Anisetta con mosca” che è un liquore a base di anice servito con un chicco di caffè tostato… alle 11 del mattino!

Sono stata quindi io la driver dell’ultimo tragitto fino a San Benedetto. Il profumo dell’aria di mare ci ha investiti non appena scesi dalla Sedici, ecco ritrovata la mia adorata salsedine! Abbiamo quindi concluso il nostro quarto itinerario in sella a due biciclette, pedalando per la bella pista ciclabile che si snoda sul lungomare super affollato di turisti.

Ci ritroveremo in autunno, per un bel giro nelle campagne senesi, a presto!

Note e Consigli Utili

  • Vivamente consigliata la visita al museo etrusco di Tarquinia e l’estensione alla necropoli appena fuori le mura della città. Il ticket (che comprende l’estensione alla necropoli) costa 8 euro.
  • La zona umbra visitata offre in realtà svariate attività naturalistiche: rafting, equitazione e trekking.
  • L’occasione migliore per visitare Spoleto è forse a inizio luglio, quando va in scena il Festival dei Due Mondi, che con i suoi spettacoli di prosa, danza, concerti, mostre e film, rappresenta una manifestazione di livello internazionale.
  • “Per caso” a Spoleto abbiamo trovato una piccola trattoria storica, “Trattoria la Lanterna”, nella quale ci siamo trovati davvero molto bene e che interamente gestita al femminile, dalle cuoche alla titolare, alle cameriere. Ecco il link.
  • Non ho volutamente inserito il nome dell’hotel in cui abbiamo alloggiato a San Benedetto. Ho trovato la struttura assolutamente troppo cara e sbilanciata nel rapporto qualità/prezzo. Purtroppo però 140 euro a notte è lo standard, in agosto, per un 3 stelle scadente che però si trovi in centro. Personalmente non tonerei in questo mese.

Curiosità

  • La crescionda, antichissimo dolce tipico spoletino, si dice abbia origini addirittura medioevali. Oggi diffuso dessert al cioccolato e amaretti, un tempo veniva gustato in occasione del carnevale ed era preparato con pecorino, uova, brodo di gallina, pane grattugiato e buccia di limone.
  • Un salume tipico che si può trovare nelle norcinerie è la Mortadella di Campotosto, popolarmente denominata “Coglioni di mulo”, un salame con un’anima di lardo che viene prodotto in limitate quantità. La tradizione della mortadella di Campotosto è molto antica, si ritiene abbia più di 500 anni.
  • Sempre a Norcia, in piazza San. Benedetto, il Portico delle Misure è così chiamato in quanto nel tardo 1500 fu sede del mercato dei cereali e le misure di capacità in pietra, utili per il mercato, sono ancora ben visibili. Purtroppo devo anche scrivere che all’interno di questi antichissimi contenitori in pietra ho trovato parecchia spazzatura. Dovremmo forse prestare più attenzione ai tesori che abbiamo nel nostro paese e noi turisti, in primis, dovremmo comportarci sempre secondo le buone norme di turismo responsabile.


    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche