BoaVista, fantastica!

è stato tutto semplicemente fantastico! consigliato!
Scritto da: PAOLY
boavista, fantastica!
Partenza il: 25/08/2010
Ritorno il: 08/09/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Dopo mesi di trepidazione finalmente è arrivato il momento di partire e così il 25 agosto 2010 partiamo per Capo Verde, la nostra meta è l’isola di Boa Vista. Voliamo con volo Neos da Malpensa prenotato qualche mese prima della partenza visto il periodo di alta stagione. Arriviamo a destinazione alle 10:00 circa, ora locale (-3 ore di fuso orario rispetto all’Italia), all’aeroporto ci aspetta Piergiorgio Scaramelli, noto ultra-maratoneta che ha fatto di Boa Vista la sua casa, dove gestisce, con la sua compagna Giordana, il B&B Criola (che consigliamo vivamente sia per il prezzo sia per il calore con cui vi accolgono i proprietari!) e organizza ogni anno l’ultra-maratona dell’isola di 150 km no-stop. Dopo pochi minuti dall’aeroporto arriviamo al B&B che, come avevo avuto modo di vedere in foto, si affaccia sul mare di Sal Rei, la capitale dell’isola. Giusto il tempo di presentarci, avere qualche informazione sull’isola, mettere il costume e ci dirigiamo al mare che si rivela fin dal primo giorno uno splendore. I primi due giorni li abbiamo trascorsi sulle spiagge vicine al B&B a Sal Rei, uno dei due giorni, in particolare, siamo stati a Praia Diante dove abbiamo avuto modo di assistere ad alcune significative espressioni della vita locale, in particolare, verso pranzo tornano i pescatori con le barche piene di pesce appena pescato e poi abbiamo avuto modo di passare del tempo in compagnia dei bambini capoverdiani che si sono rivelati simpatici, educati e molto divertenti. Il terzo giorno abbiamo iniziato a spostarci da Sal Rei e la sera siamo andati ad Ervatao dove arrivano le tartarughe per la deposizione delle uova. Le tartarughe marine in questione sono le Caretta-Caretta, ne abbiamo viste numerose di cui una ha deposto le uova (ben 85!) davanti ai nostri occhi increduli. È stata un’esperienza molto emozionante! L’escursione è realizzata nell’ambito del progetto di Capo Verde condiviso con l’università delle Canarie (Proyecto Cabo Verde Natura 2000, web site www.tortugasmarinas.org ) volto a garantire che il maggior numero possibile di tartarughe neonate raggiunga il mare. In particolare, i biologi e i volontari raccolgono le uova deposte per riporle in un area protetta dove avverrà la schiusa controllata. Nei giorni successivi è stato un continuo susseguirsi di giri alla scoperta dell’isola in pick-up, quad o a piedi. Abbiamo noleggiato il pick-up 3/4 giorni e con Pier alla guida abbiamo visitato le spiagge più belle dell’isola (Santa Monica, Varandinha, Cabo Santa Maria – dove si trova il famoso relitto della nave “Cabo Santa Maria “ naufragata nel 1968, Praia de Espinguera, ecc…). Tutte magnifiche, il mare era caldo e, essendo oceano, in alcuni momenti creava delle onde che consentivano, facendo attenzione, di divertirsi molto. Per un mare più tranquillo, privo di onde, consiglio la spiaggia di Sal Rei dove l’acqua è altrettanto calda ma meno mossa grazie alla presenza dell’isolotto davanti alla baia. L’interno dell’isola è prevalentemente arido, composta da infinite pietraie, deserti, canyon e passaggi spesso difficili anche per un pick-up. Forti dell’esperienza e delle capacità di Pier abbiamo, però, visitato a fondo anche l’interno. In particolare, consiglio le gite a piedi all’Odjo d’Mar e la salita al Pico Estancia. Odjo d’Mar è una sorgente d’acqua dolce che emerge del sottosuolo. Si arriva unicamente a piedi passando per un canyon scavato nella roccia dove è possibile osservare alcune pozze d’acqua e vedere le libellule rosse e azzurre. Pico Estancia è, invece, il monte più alto dell’isola (quasi 400 metri) , la salita è abbastanza ripida e non esistono sentieri tracciati, il terreno è completamente pietroso, quindi bisogna prestare un po’ di attenzione. Arrivati in cima si gode di un panorama magnifico, si vede quasi tutta l’isola dall’alto. Arrivati su ci siamo permessi una merenda e poi siamo scesi per andare a fare il bagno ad Ervatao. Visto che Pier è un ultra-maratoneta che ha percorso i principali deserti del mondo, abbiamo approfittato della sua guida e dei suoi racconti per effettuare due escursioni a piedi di circa 16 e 36 km. La seconda in particolare è stata molto interessante, abbiamo attraversato canyon e sentieri a ridosso del mare ma in assoluto ciò che più mi ha colpito è stato attraversare il Deserto di Viana, bellissimo!!! Amo il deserto, mi piace vedere come il vento modella le dune di sabbia chiara e finissima e quindi, nonostante la fatica, sono stata davvero soddisfatta del percorso fatto. Un giorno, infine, abbiamo noleggiato un quad a Sal Rei e siamo arrivati fino a Morro d’Areja dove abbiamo trovato una spiaggia deserta, con un mare bellissimo e limpidissimo, lì abbiamo trascorso l’intera giornata. La sera abbiamo sempre cenato fuori nei ristorantini che si affacciano sulla piazza centrale di Sal Rei. Frequentavamo, in particolare, due localini, il primo è Naida , il secondo è il Blue Marlyn. La cucina di Naida è piuttosto semplice e spartana, c’era un piatto unico composto da riso, patatine fritte e poi, a scelta, un tipo di pesce che poteva essere tonno, pesce spada, cernia, ecc… Il Blue Marlyn offre, invece, una più ampia varietà di cibo, generalmente si può scegliere tra 3 antipasti (gamberi alla griglia, carpaccio di tonno o serra, tartare di tonno, a volte c’era il formaggio di capra alla griglia), i primi sono una scelta di pasta con sugo di tonno, o di granchio, o di aragosta, ecc… i secondi erano pesce alla griglia (tonno, serra, dorado), poi come dolce c’erano due budini, al latte o al cocco. Raramente, a seconda se la pesca giornaliera aveva successo, si poteva trovare anche il Marlyn. In questo ristorantino occorre prenotare e la cena è servita in due turni, o alle 19:30 o alle 21. La cucina di questo ristorante è organizzata da Santinha, una capoverdiana che ha sposato un italiano, Luca, ed è davvero favolosa. Il pesce servito è rigorosamente freschissimo e pescato in giornata … davvero fantastico! Consiglio di assaggiare il Chà, un vino bianco o rosso di 14° prodotto da un frate di Fossano sull’isola di Fogo! Infine, non può mai mancare un bicchierino di Groge, un distillato da 45°, tipico di Capo Verde! Ultimo dettaglio sul cibo: un piatto tipico di Capo Verde è la Cachupa, una zuppa di legumi, carne e/o pesce, verdure… siamo riusciti a mangiarla l’ultima sera al Migrante, una guest house di Sal Rei, vicino al centro del paese, a noi è piaciuta molto! Per concludere, dopo 15 giorni ci siamo sentiti pienamente soddisfatti della nostra vacanza che è stato un vero e proprio Viaggio, vissuto con intensità e decisamente utile a comprendere altre realtà e vite spesso diverse e lontane dalla nostra “normalità italiana”. La società è povera e lo stile di vita è sicuramente semplice, del resto siamo in Africa. Non bisogna dimenticarlo! Inoltre gli europei hanno collaborato all’impoverimento dell’isola rendendola oggetto di speculazione edilizia, spesso abbandonando le costruzioni a metà rovinando il paesaggio e lasciando i capoverdiani senza lavoro. È, però, un Africa che tutto sommato non soffre la fame, il mare è molto pescoso e quindi nella dieta capoverdiana il pesce è sempre garantito. Per quanto concerne la gente, il mio giudizio è più che positivo. I capoverdiani sono molto cordiali e gentili. Abbiamo sentito racconti di turisti derubati (cosa che se a Capo Verde crea allarme e insicurezza nei turisti, in Italia avviene regolarmente ma, spesso, nell’indifferenza più totale), noi, per sicurezza, come consigliatoci da Pier, giravamo senza documenti e con pochi soldi, nessuno gioiello di pregio, avevamo con noi solo la macchina fotografica digitale. Non abbiamo avuto alcun problema! Per concludere non posso esimermi dal ringraziare nuovamente Pier e Giordana: sicuramente il successo del viaggio è dettato dalla loro disponibilità nell’accompagnarci per l’isola a scoprire i posti meno turistici dove i villaggi e i tour operator non sono ancora (e speriamo mai) arrivati. Li consiglio a chiunque voglia vivere l’isola “fai-da-te”, lontano dal turismo di massa dei villaggi.


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