Amorgos di mare e di pietra

L'isola del grande blu, straordinariamente semplice, ospitale e tranquilla, con il vento che fa da colonna sonora e le chiese che segnano il territorio.
Scritto da: enzo46
amorgos di mare e di pietra
Partenza il: 12/07/2011
Ritorno il: 18/07/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
“Non è bello ciò che è bello, ma che bello, che bello, che bello ….” diceva Padre Antonino da Scasazza, tra quelli della notte. Ho preso la citazione per dire che i racconti di viaggio sono sempre soggettivi ed il “bello” varia da persona a persona. Quindi prima di descrivere la meta racconto che cercavamo mare, tranquillità, paesaggi naturali e non rovinati. Siamo campeggiatori e siamo andati ad Amorgòs con l’auto e la tenda. Chi va senza mezzi troverà comunque auto, moto ecc. a noleggio.

I campeggi nel 2011 erano solo 2, quello ad Agiali, il paesino a Nord, che abbiamo trovato abbastanza pieno, e quello a circa 2 Km da Katapola, molto grazioso, semplice, ben ombreggiato anche se con servizi un po’ vecchiotti ma comunque puliti. Come in molti campeggi delle isole greche si trovano gruppi di studenti che sono una simpatica compagnia. Ad Amorgos sono frequenti i francesi, grazie agli echi ancora vivi del film di Bresson “Le grand bleu” . Il campeggio comunale di Katapola era chiuso.

Gli alberghi non sono molti e concentrati ad Agiali, dove è anche collocato un tentativo di “ecomostro” turistico. Le camere in affitto molte ed all’arrivo dei traghetti un ordinato e rispettoso gruppo di offerenti si colloca nel marciaapiede che fronteggia il molo.

Amorgòs è un’isola piccola, da 2.000 abitanti che aumentano in estate anche perchè una parte notevole delle strutture turistiche sono gestite da stagionali che ad ottobre chiudono. La popolazione “stanziale” è piuttosto anziana, ancora molto legata all’agricoltura e alla pastorizia, molto dipendente dai contributi pubblici e molto amichevole e disponibile.

La grande bellezza di Amorgòs, che ti prende il cuore è legata alla semplicità, con le case bianche ed azzurre, le montagne, il vento, il blu. Cose elementari, primordiali, ma di un fascino non descrivibile. Manca (per fortuna) l’agitazione inconsulta dei turisti e si può stare tranquilli, talvolta anche troppo.

Per questo sono essenziali molti libri da portarsi dietro, perchè è bello leggere quando intorno hai Amorgòs.

Il porto principale, Kataapola, è alla fine di un golfo profondo. Tutte le mattine dal molo parte ogni ora un piccolo battello che porta ad alcune spiagge vicine ( 3 € a/r) di cui una con un piccolo bar ed un mare stupendo, ma stupendo davvero.

Altre spiaggie si trovano a Kalotaritissa, alla fine Sud-ovest dell’unica strada che percorre l’isola e da dove parte una barca per la disabitata isoletta di Gramvousa. Per una vertigine di isolamento.

Un’altra spiaggia isolata è Paradise bay, sempre sul lato Sud-Ovest, ma già il nome è il presupposto per una qualità minore del posto.

Sul lato Sud dell’isola si trova Muros, con un bel ristorantino e due spiaggette con ghiaia e scogli veramente straordinarie, anche se talvolta un po’ affollate.

Sul lato Nord -Est si trova la spiaggia di Agios Pavlos che è meno bella di quanto sembri facendo la strada principale, e da cui parte la solita barchetta per la deserta isoletta di Nikouria e poi c’è la grande spiaggia sabbiosa di Aegiali, affollata principalmente da greci. Per noi non è il massimo, anche se l’acqua è trasparentissima e sempre calma, molto adatta per i bambini.

L’altra spiaggia è quella di Agia Anna, nel contesto straordinario del santuario di Chozoviotissa. Alla spiaggia si arriva da un bivio a destra della strada che porta al parcheggio del santuario. Si tratta di strade asfaltate, anche se, alla greca, senza guard-rail su strapiombi da capogiro. Si arriva ad un bel parcheggio con bar da cui partono due sentieri che vanno ad altrettante calette, sul mare immenso e con l’acqua un po’ meno calda del solito. Di fronte c’è il Gran Blu ed aspetti di incontrare il delfino che ti meriti.

Il santuario è la cosa più straordinaria dell’isola, grande, bianco, aggrappato alla roccia. Si raggiunge a piedi dal parcheggio, attraverso un ampio sentiero su cui incombe la montagna oppure, per i più sportivi, anche a piedi dalla Chora (il capoluogo di Amorgòs).

Alcuni addetti laici vi offriranno il Lukùm (una gelatina in zucchero a velo) ed il raki, il liquore nazionale, oltre ad un bicchiere di acqua fresca e si visitano alcune stanze. Dalle piccole finestre si sbircia l’infinito con vista mare.

Il Capoluogo (Amorgòs o Chora) è bellissimo, con una rupe al centro che ospita l’immancabile chiesetta ed i vicoli in bianco e blu, con decine di cappelle e scorci di una dolcezza infinita. Alcuni bar, pochi negozi di chincaglieria turistica (per fortuna) ed alcuni buoni ristoranti. Ma il bello è andare a zonzo e fotografare il bianco ed il blu, i vecchi mulini a vento ed il rumore del silenzio.

Il rumore di Amorgòs è il vento. Forte, teso, profumato. E’ il methemi che soffia da Nord – Nord Ovest e sulle creste è davvero molto forte e talvolta pericoloso per i motociclisti, anche perchè le strade sono tutte con dirupo incorporato.

Per la ristorazione dobbiamo dire che in Grecia c’è una piattezza spaventosa, ad iniziare dal servizio, fatto da tovaglietta di carta (sempre eguale) tenuta dagli elastici, cestino del pane con tovaglioli di carta e posate ecc.

La lista ( katalogo) è sempre troppo lunga per far sperare che tutti i piatti siano freschi ed il vino della casa varia dall’imbevibile al mediocre. Meglio la birra, decisamente. Certamente alcune preparazioni sono spesso “industriali” come la mussaka o il pastisso.

Detto tutto questo però è bello mangiare ai ristorantini di Amargòs ( e greci in genere) perchè il servizio è gentile, i prezzi bassi e talvolta si incontrano piatti veramente interessanti. Quest’anno abbiamo scoperto il Dacos, con pane raffermo, verdure e un formaggio fresco dell’isola veramente buono. Per i prezzi tenete conto che in due non abbiamo mai speso più di 40 €. senza rinunciare a nulla. Ottimo anche il dessert fatto con il loro straordinario jougurt con miele.

Nelle Cicladi, soprattutto a Naxos, si incontra comunque la migliore cucina greca, che da il meglio di se con gli ovini (capretti ed agnelli) e con le cotture in forno in tegami di terracotta ed in preparazioni molto aromatizzate e con carni tenerissime. Su questi piatti potete andare tranquilli, anche se non sono propriamente piatti estivi.

Pesce poco, se si escludono le alici e le sarde od altre specie di passo. Spesso si tratta di pesce surgelato perchè il mare da ben poco, essendo stato desertificato con la pesca con l’eplosivo. Anche facendo snorkeling si vede il deserto, con però tantissimi ricci che i greci non mangiano ed invece qualche turista italiano si.

Sul molo del porto di Katapola si trovano i principali negozi, un paio di supermercati, molti ristorantini ed alcuni piccoli alberghi, ma tutta la vita, ad eccezione del momento dell’arrivo dei traghetti, si svolge con assoluta tranquillità e rilassatezza. Il vento evita che il caldo sia opprimente, la gente è sorridente ed il tempo scorre in attesa che gli Dei ritornino. Nell’attesa, alla sera, nel bar “gran Bleu” sulla parte oppostaa del golfo, proiettano il film di Bresson, sottotitolato, che racconta laa storia di uomini d’acqua.

Un’isola dove lasciare il cuore e mi rendo conto ora, alla fine del racconto, che non è facile descrivere l’incanto di Amorgòs perchè non è fatto di cose elencabili, di descrizioni o di notizie turistiche. E’ la straordinaria normalità di un posto non fatto per i turisti, ma una modesta isola in fondo alle cicladi, con le piccole case bianche, il vento che soffia, le strade impervie, un capretto sulla finesta di un casotto, un cortile bianco con una buganville in fiore, un fiore dipinto con la calce bianca sul selciato di un paesino. Insomma ci sono motivi per tutti, e tutti probabilmente diversi, per amare Amorgòs.



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