Dalle dolci colline friulane, uno dei vini migliori al mondo: il Collio
Ci sono dei posti di confine che hanno una storia speciale, fatta di bellezza, cultura, tradizioni, con un territorio che regala inimitabili eccellenze enogastronomiche: tutto questo è Gorizia, una piccola città al centro dell’Europa, il cui passato millenario si presenta in tutta la sua forte identità. Questo luogo è stato crocevia di diverse civiltà, che hanno contribuito a costruire un contesto culturale unico, a partire dalle lingue che si parlavano in questa città fino alla prima guerra mondiale. Sentir parlare l’italiano, il tedesco e lo sloveno era la normalità, perché qui le comunità erano molteplici: vi erano anche ebrei che hanno contribuito ad intrecciare tutte le identità, in una dimensione di grande contaminazione che ha favorito la nascita di tante sfaccettature, segno indelebile di una terra fatta di incontri prima che di scontri.
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Tra le maestose e antiche mura
Il Castello medievale domina la città dal colle e da lì si scorge anche la vicina Slovenia: questa fortificazione non è l’unica della zona, infatti se ne contano diverse e sono elementi suggestivi di questo territorio. Dal Castello Formentini a San Floriano del Collio, al castello di Spessa alle porte di Capriva del Friuli, al Castello di Trussio: questi luoghi sono location perfette per eventi e cerimonie, ma non solo, perché le cantine medievali del Castello di Spessa custodiscono pregiati vini in corso di affinamento.
Il cicloturismo per cogliere tutte le sfumature di questa terra
Collio è quest’area geografica collinare a cavallo tra la provincia di Gorizia e la Slovenia, tra il fiume Isonzo ed il suo affluente di destra: con i suoi 1500 ettari di vigna, si caratterizza con il suo universo di colori e sapori, in una delle più belle espressioni del lavoro e della dedizione dell’uomo.
Qui si viaggia a piedi o in bicicletta per godere al massimo di un territorio fortemente voluto come una dimensione magica. La mobilità sostenibile è molto di più di una offerta turistica: è un modo di proiettare il territorio verso obiettivi che muovono sinergicamente tutte le forze, per valorizzare la bellezza e mettere il visitatore in sincrono con i ritmi della natura. Viaggiare tra i filari delle vigne, anche a cavallo, diventa un’esperienza di totale immersione, circondati dal verde e dal suo silenzio.
Il terroir
Il susseguirsi dei piccoli borghi e dei vigneti, si snoda su questa area a forma di mezzaluna tra i 120 e i 250 m. s.l.m.: la “ponca” è la caratteristica marna arenaria, in un’alternanza di strati duri e più teneri, che definisce il suolo rendendolo ricco di sali e microelementi. Il clima è influenzato dal mare Adriatico, risultando mite e unico per la ventilazione: grazie alle Prealpi Giulie la zona è riparata dai freddi venti che arrivano dal settentrione, per un mix di caratteristiche che permettono una sana maturazione delle uve.
Le piccole vigne curate in tutti i dettagli, sono la sintesi di tutta la passione e l’amore per questa terra, in un trionfo di biodiversità: la qualità che viene fuori è sinonimo di un grande vino che fa del bianco la sua migliore espressione. L’area della DOC “Collio Goriziano“ o “Collio” tocca diverse località, seguendo la strada del vino che ci porta alla scoperta di questi luoghi di produzione: da Oslavia, a Capriva del Friuli, a Cormons e tutti gli altri comuni protagonisti di questo territorio.
Il Collio, vino bianco d’eccellenza
Nell’immaginario collettivo la parola Collio è sinonimo di ottimo vino bianco: la coltivazione della vite in queste zone è antica, risalente già all’epoca romana e nel 1600 il Ribolla e il Cividino compaiono come primi riferimenti ai vitigni. In un secondo momento arrivano il Refosco e il Corvino per i vini rossi, nel 1800 è la volta dei vitigni francesi, sempre con prevalenza di uve a bacca bianca piuttosto che a bacca nera. Con la fine della seconda guerra mondiale abbiamo la separazione del territorio: da una parte quello italiano e dall’altra quello sloveno, questo genera una frattura a livello storico e culturale, che porta a una diversa evoluzione delle aziende un tempo unite dalle stesse tradizioni.
Nella DOC si contano diciannove tipologie di vino, tredici sono bianchi, con una prevalenza di Pinot e Friulano con il suo caratteristico profumo, al gusto secco, caldo, con una spiccata sapidità. Altri vitigni per il bianco del Collio sono Chardonnay, Malvasia, Müller Thürgau, Picolit, Pinot Grigio, Ribolla Gialla, Riesling, Riesling italico, Sauvignon e Traminer Aromatico, un ottimo assortimento tra vitigni autoctoni e internazionali: questi vini bianchi risultano freschi e aromatici grazie ai sentori fruttati intensi, con una piacevole morbidezza.
I produttori trovano la loro espressione nel Collio Bianco dato dal blend che caratterizza ogni azienda, nell’esaltazione delle peculiarità del territorio: la selezione limita il Traminer aromatico e Müller Thürgau per un massimo del 15% del totale. Esperienza, innovazione e sperimentazione sono il vero fattore distintivo che delineano lo stile di ogni produttore, ognuno con il suo prezioso contributo alla crescente qualità di questo vino.
Eccellenze gastronomiche friulane
Il bianco si abbina perfettamente ad antipasti e insalate di pesce, benissimo anche con minestre e passati di verdura, ovviamente le carni bianche, ma ci sono due prodotti friulani di grandissimo pregio, che si sposano perfettamente con questo vino
Il Prosciutto di San Daniele DOP è un crudo stagionato, la cui denominazione è stata riconosciuta nel 1970, vera e propria eccellenza dovuta alle inimitabili caratteristiche della zona di produzione e alla maestria nella lavorazione. Le cosce dei maiali conservano lo ‘’zampino’’, vero e proprio segno distintivo sinonimo di integrità e qualità. Il Montasio DOP è un formaggio semiduro, dal sapore morbido e delicato, la cui lavorazione risale al periodo medievale del 1200: si presenta sul mercato con varie stagionature, per regalare il massimo del gusto. Viene impiegato nella realizzazione di uno dei piatti tipici, il frico, che oltre al formaggio prevede le patate: è una sorta di tortino con una deliziosa crosticina e un cuore morbido, un piatto povero della tradizione.