Un nuovo viaggio, non verso mete esotiche, ma dentro la scuola media italiana
Syusy: La scuola media è un momento di passaggio critico, il non facile ingresso nell’adolescenza. Per questo la suola riveste un ruolo cruciale. So che il vostro approccio è particolare, Patrizio ed io abbiamo incontrato i ragazzi di alcune vostre classi e li abbiamo trovati svegli e motivati. Ci spieghi come insegnate? Cesarina Dalmonte: La nostra è una scuola molto progettuale che mira a fornire ai ragazzi stimoli in tutti i campi. Grazie alla lungimiranza della vecchia preside, la professoressa Zoboli, ci siamo dotati fin da subito di laboratori accessoriati per ogni materia:artistico, linguistico, informatico, scientifico, teatrale, musicaei. Organizziamo scambi con scuole straniere, promuoviamo la partecipazione a concorsi di lettura, di scrittura creativa e giochi linguistici, a rassegne cinematografiche dedicate ai ragazzi che trasmettano film fuori dai soliti circuiti. Il tutto nel tempo normale, semplicemente mantenendo un equilibrio tra gli insegnamenti tradizionali e l’innovazione progettuale.
Syusy: Voi fate “Musica d’insieme”, con un approccio quasi anglosassone allo studio degli strumenti, come in conservatorio. La musica rappresenta perfettamente l’equilibrio tradizione innovazione, in fondo è un fatto matematico che parte dalla rigidità delle note per creare armonia… Cesarina: I ragazzi qui studiano uno strumento in modo serio, possono scegliere fra pianoforte, chitarra, violino e clarinetto. L’apprendimento non è un passatempo, ma viene intrapreso con grande impegno, fino a sviluppare alcune eccellenze. Ogni anno organizziamo saggi individuali e collettivi, alcuni dei nostri studenti hanno vinto anche premi. Però vorrei sottolineare che oltre alla tecnica e al puro e semplice strumento, la musica sviluppa la socializzazione: i ragazzi stanno insieme, collaborano, imparano a lavorare in gruppo e a condividere la soddisfazione dei risultati.
Syusy: Perché una scuola così? Cesarina: Cerchiamo di privilegiare l’aspetto educativo e culturale, per creare una mentalità di discussione alternativa a certa televisione che veicola modelli più forti dei nostri… I ragazzi devono prima di tutto imparare a comportarsi bene, a lavorare in gruppo e collaborare. Nell’appassionarli all’Italiano, ad esempio, scegliamo dalla nostra biblioteca testi che abbiano un’attinenza con l’attualità, per sviluppare un certo senso critico rispetto a quel che si legge. Anche se spesso, per provocarli, dico loro che per farmi ascoltare dovrei parlare dentro una TV!
Syusy: Qui ti volevo! La televisione. Ho l’impressione che si sviluppino forme nuove di bullismo, dove i bambini più scaltri nell’ambito scemo del seguire le mode che crea la televisione e del padroneggiare le tecnologie e gli oggetti, trascinano gli altri. Mi sembra si creino meccanismi di inclusione e esclusione al gruppo basati su valori negativi, o almeno molto superficiali. Cesarina: Nel nostro lavoro si nota a occhio nudo come le nuove tecnologie (penso a telefonini e I Pod) portino a una progressiva individualizzazione dei rapporti sociali. Senza voler per forza generalizzare, mi vengono in mente le gite di classe dove molti si atomizzano con le cuffiette e i videogiochi. Si è un po’ abbandonato il gioco, anche quello di strada, in compagnia… E la televisione collabora a diffondere l’idea che a fare successo non sono quelli che studiano. In fondo basta poco, dei genitori più presenti ad esempio. I ragazzi sono tradizionalisti e conservatori, nonostante tutto il genitore (e il professore) resta il modello adulto di riferimento e deve essere lì per ascoltare. Le tecnologie sono grandi opportunità, dipende tutto dall’utilizzo che se ne fa. Penso a un progetto portato avanti in Geografia, qualche anno fa: creare attraverso l’uso di internet un atlante dei paesi delle guerre dimenticate. Questo è un uso costruttivo!
Syusy: Giusto, so di un appuntamento a breve termine col vostro gruppo teatrale. Mi sembra proprio il caso di invitare tutti a partecipare, per diffondere il buon esempio di didattica della scuola. Olga, io e te ci conosciamo dai tempi del Gran Pavese Varietà, raccontaci del tuo lavoro qui alle Scuole Guido Reni Olga Durano: Grazie Syusy, la mia collaborazione è iniziata tempo fa, facevo parte del consiglio di istituto e mi ha colpito uno dei saggi: una bambina che sarebbe stata perfetta per cantare Over the rainbow! Mi sono proposta allora per dei laboratori teatrali pomeridiani, in sinergia coi docenti di musica, per arrivare a mettere in piedi dei musical. Finora abbiamo preparato il “Mago di Oz”, un Varietà e “L’America”, adattato da un testo di Baricco. Il nostro lavoro di laboratorio teatrale prevede delle basi propedeutiche di recitazione, come prove e esercizi di controllo del ritmo, improvvisazione su temi, il tutto attraverso dei giochi da fare in gruppo. Poi si collabora allo spettacolo finale, con risultati davvero eccellenti e una platea finora sempre gremita.
Quest’anno mettiamo in scena “Il Tempo”, ispirato al romanzo di Michael Ende, “Momo”. L’ho scelto per la difficoltà di far stare zitti e fermi i ragazzi a rispettare il tempo! Syusy: Diamo quindi le coordinate per vedere le vostre classi alle prese con “Il Tempo”: lo spettacolo sarà il 6 giugno alle 21.00, al Teatro Manzoni di Bologna. I biglietti si possono prenotare presso la scuola (cliccate sul sito internet per i contatti), oppure alla cassa del teatro in via de’ Monari. Il ricavato, una volta coperte le spese di allestimento e di affitto, sarà devoluto all’Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica.
La Redazione ringrazia per la disponibilità il Preside dell’Istituto Comprensivo Guido Reni – Luigi Zamboni,prof. Stefano Mari. I professori Fini (pianoforte), Ravaioli (clarino), Benfenati (chitarra), Bosi (violino), Fantini (biologia, coordinatrice dei laboratori scientifici), Dell’Anno (Lingua francese)