La curiosa storia di come un borgo abbandonato è divenuto il tempio del Rinascimento grazie… al papa
Esiste la città ideale? La risposta si e si chiama Pienza. Nel cuore della Val d’Orcia, tra vigneti, dolci colline, lunghi filari di cipressi e piccoli borghi, si trova la città di Pienza, nata dal sogno di un Papa e del suo architetto di fiducia. Ma come nasce il mito di Pienza città ideale?
Indice dei contenuti
Breve storia di un sogno
Siamo nel 1458 quando viene elevato al soglio pontificio con il nome di Pio II, Enea Silvio Piccolomini, nato 1409 nel piccolo borgo di Corsignano, vicino Siena. Durante in viaggio verso le terre della pianura Padana, il Papa fece una sosta al suo paese natale e rimase sorpreso dallo stato in cui lo trovò, quasi abbandonato a se stesso. Fu cosi che decise di ricostruire il borgo secondo gli stilemi delle moderne discipline legate all’Umanesimo, che volevano l’uomo al centro di tutto, con la ripresa dei canoni dell’antico, dove fede e ragione si conciliano. Razionalità e armonia sono le parole chiave che hanno portato alla trasformazione di questo piccolo borgo di campagna nella città ideale.
Per eseguire quest’opera quasi utopistica, Papa Pio II chiama uno dei massimi esponenti di questa corrente di pensiero, l’architetto Bernardo Rossellino, allievo di Leon Battista Alberti. Il faraonico progetto purtroppo non troverà mai compimento, perché la morte sorprese Enea Silvio il 14 agosto del 1464 e Bernardo Rossellino un mese dopo, il 23 settembre. Il progetto si interruppe, ma gran parte dei lavori erano quasi giunti al termine.
È cosi che ancora oggi possiamo deliziarci della perfezione geometrica di Piazza Pio II a Pienza, vero gioiello e summa del pensiero umanistico, tanto che nel 1996 la città di Pienza è stata inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco.
La perfezione (non) esiste: Piazza Pio II
Piazza Pio II è il cuore della città ideale di Pienza. Qui si affacciano gli edifici principali della nuova città, come il Duomo dedicata a Santa Maria Assunta, il Palazzo Vescovile, Palazzo Piccolomini, Palazzo Ammannati e il Pozzo dei Cani.
Concepita da Rossellino come il centro della vita culturale, sociale e religiosa di Pienza, Piazza Pio II ha una particolare forma a trapezio, sui cui lato trovano posto i principali edifici della città ideale. La pavimentazione in cotto toscano e pietra chiara locale disegna una griglia che accentua la prospettiva e amplia il piccolo spazio in cui la piazza si inserisce. Della vecchia piazza di Corsignano non rimase nulla: tutti gli edifici furono abbattuti e poi ricostruiti ex novo secondo le nuove regole della prospettiva. La piazza è diventata cosi un luogo armonioso, vitale, dove il rigore geometrico si unisce alla bellezza e alla pace del luogo.
Il Duomo di Santa Maria Assunta
Dove un tempo sorgeva l’antica Pieve di Santa Maria del piccolo borgo di Corsignano, oggi troviamo uno degli edifici simbolo dell’Umanesimo, il Duomo di Santa Maria Assunta.
La sua facciata in travertino segna il lato maggiore della piazza ed è forse la summa del pensiero di Pio II. Austera ma imponente all’esterno, elegante e luminosa all’interno. La luce è la vera protagonista di questo progetto, che disegna e modella le superficie, accarezzandole, tanto che il Papa Pio II nei suoi scritti amava definire il “suo” duomo “domus vitrea”. Le tre navate del duomo sono per volontà di Enea prive di affreschi ma sono ricche di pale di alcuni dei maggiori esponenti dell’arte senese del periodo: qui troviamo opere di Sano di Pietro, Giovanni di Paolo, Matteo di Giovanni e del Vecchietta.
Una particolarità che tutti noteranno visitando il Duomo è la pendenza del pavimento. La cosa non fu voluta ma si tratta di un “errore di progettazione”: il terreno su cui sorge il Duomo era già di suo scosceso e instabile, cosa che fu accentuata dall’imponente costruzione. Nel corso dei secoli sono stati fatti molti lavori di consolidamento e creata una serie di cunicoli, oggi detti labirinto del Duomo , che sono visitabili e che oggi ospitano una ricca collezione di codici miniati e i resti degli affreschi della vecchia pieve di Santa Maria.
Il Pozzo dei Cani
All’epoca della costruzione di Pienza la città non era dotata di un proprio acquedotto e i pozzi erano l’unica fonte di acqua per gli abitanti del borgo. Ai lati della piazza c’è questo pozzo dal nome particolare, di cui però non si sa l’origine. Quello dei cani è un elegante pozzo in travertino che si rifà a elementi delle architetture antiche, con due colonne corinzie e un architrave che riporta la scritta PIUS PP II – MCCCCLXII, ossia Papa Pio II , il suo committente e 1462, la data di costruzione.
Il Palazzo Vescovile
Sul lato sinistro della piazza c’è il Palazzo Vescovile, oggi sede del Museo Diocesano. Ha una sobria facciata in tufo, caratterizza dall’elegante portale in travertino e da una serie di finestre che donano leggerezza al tutto. Pio II donò il palazzo al suo collaboratore, il cardinale Rodrigo Borgia, che in seguito divenne il celebre Papa Alessandro VI Borgia. Il Museo Diocesano ospitato al suo interno, raccoglie cimeli, opere d‘arte e suppellettili provenienti dalle chiese di Pienza e dintorni.
Palazzo Comunale
Antica residenza dei Priori che governavano la città, oggi è la sede del comune e si trova proprio di fronte al Duomo, come a voler mettere in risalto i due poteri che governavano la città: il potere temporale, ossia quello degli uomini, e quello spirituale, cioè quello di Dio.
Purtroppo all’inizio del XX secolo il palazzo è stato fortemente restaurato, ma presenta ancora il suo bellissimo loggiato, la facciata in travertino e la torre in cotto.
Palazzo Piccolomini
È il palazzo più conosciuto e importante della città e anch’esso si affaccia su Piazza Pio II ed è uno dei primi esempi di palazzo rinascimentale. Fu edificato come residenza del Papa sul vecchio palazzo della famiglia Piccolomini, dove Enea nacque.
La facciata è in pietra viva lavorata a bugnato e si ispira chiaramente a Palazzo Rucellai di Firenze.
Ma la parte più bella e interessante di Palazzo Piccolomini si trova al suo interno. Una volta varcato il portone, sulla sinistra si accede ad una delle meraviglie del palazzo, il giardino pensile, summa dell’incontro tra architettura rinascimentale e natura.
Questo è tra i primissimi giardini pensili di epoca rinascimentale e il panorama che vi si gode è da togliere il fiato. Davanti ai nostri occhi si dispiega in tutta la sua semplice bellezza la Val d’Orcia, con le sue dolci colline caratterizzate dai filari di viti e di cipressi.
La bellissima loggia su tre ordini di arcate fa da contrappunto alla Val d’Orcia, mentre due alti muri proteggono il giardini sugli altri lati. Il giardino vero e proprio è caratterizzato da quattro aiuole con alberi da frutto e di alloro, delimitate da geometriche siepi in bosso, mentre un muro con un arco in pietra incornicia il panorama della Val d’Orcia, rendendo cosi questo giardino un luogo aulico e fuori dal tempo.
La Chiesa di San Francesco
Questa chiesa è uno dei pochi edifici della vecchia Corsignano non interessati dalle demolizioni volute dal Rossellino. La sobria faccia cela una chiesa a navata unica, con affreschi trecenteschi e alcune opere d’arte contemporanea.
Val d’Orcia, la terra della bellezza
Pienza non può essere la città ideale senza il panorama che la circonda. Siamo in Val d’Orcia, uno dei luoghi naturali più belli del mondo, che dal 2004 è Patrimonio Mondiale dell’Umanità secondo l’Unesco.
Il clima mite, le dolci colline costellate di filari di cipressi e di vigneti da cui si producono il celeberrimo Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano e l’Orcia DOC.
I comuni che fanno parte della Val d’Orcia, insieme a Pienza, sono San Quirico d’Orcia, Radicofani, Montalcino e Castiglione d’Orcia.
Il paesaggio che caratterizza questi borghi ha ispirato nel corso dei secoli molti artisti, che proprio per la loro bellezza, eleganza e la tranquillità, scelsero la Val d’Orcia per creare le loro opere.
Qui è tutta una goduria, anche il cibo!
Non si può parlare di Pienza senza citare il suo “cittadino” più illustre dopo Pio II, il Pecorino! Ebbene si, il Pecorino di Pienza è una di quelle prelibatezze di cui non potrete più fare a meno una volta assaggiato.
Prodotto dal latte di pecore di razza sarda che brucano le erbe della Val d’Orcia, questo formaggio è venduto con diversi gradi di stagionatura, che va dal morbido, al semi stagionato, fino ad arrivare allo stagionato in barriques. Anche Lorenzo il Magnifico era ghiotto di Pecorino di Pienza, tanto che si recava in città da Firenze solo per mangiarlo e recentemente anche il New York Times lo ha idolatrato con un lungo articolo.
Tanti tipi, gusto unico
Tra le varie tipologie di Pecorino di Pienza, sono due quelle che vanno per la maggiore. Il rosso stagionato, che è caratterizzato da una buccia color rosso, data dall’utilizzo di succo di pomodoro per proteggere il formaggio dagli agenti esterni e il nero stagionato, che ha una buccia nera.
La stagionatura avviene per minimo 90 giorni in barriques di legno di rovere, che conferiscono al formaggio quel caratteristico sentore di vinacce. Tra i più ricercati c’è il pecorino stagionato in grotte di tufo per almeno 4 mesi. Molte poi sono le varianti, come quelle a base di pepe o altre spezie, o quelli con noci, con tartufo o con il peperoncino. Alcuni poi sono insaporiti all’olio d’oliva o stagionati ricoperti con foglie di vite o quelli stagionati nel fieno.
Come arrivare a Pienza
Pienza si trova in provincia di Siena ed è facilmente raggiungibile in auto, grazie alla vicinanza con l’autostrada A1 (da nord uscita Valdichiana-Bettolle, da sud uscita Chiusi-Chianciano Terme). Dall’uscita dell’autostrada al centro di Pienza, sono circa 35 km. Se siete amanti della vita in camper, nei dintorni della città ci sono diverse aree camper attrezzate dove sostare.
Per chi preferisce il treno, le stazioni più vicine sono Siena e Chiusi, ma poi bisogna proseguire con i bus delle Autolinee Toscane. L’aeroporto più vicino è quello di Firenze, distante circa 200 km.