Il ritorno dal bosco di Valdastico

Il 23 e 24 ottobre partecipa alla grande rievocazione storica!
Turisti Per Caso.it, 21 Ott 2010
il ritorno dal bosco di valdastico
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Ritornano gli uomini e gli animali. Ritornano gerle, scalà, barele, barossi, slite, seghe e segoni. Ritornano strie, orchi, anguane e salbanei. Ritorna il bosco che ormai non c’è più. La Val d’Astico si trasforma mostrandosi in piazza com’era e come viveva, riscoprendo la sua memoria e le sue radici. Di nuovo a condividere insieme esperienze, vicissitudini, gioie e fatiche. Il ritorno dal bosco.

Alberto Toldo Sindaco di Valdastico

La valle dell’Astico si trova nell’estremo confine nord-occidentale del Veneto ed è sempre stata terra di duro lavoro: il lavoro nei boschi dell’Altipiano di Asiago, il terrazzamento delle pendici montuose, l’attività pastorale d’altura, la realizzazione di carbone da legna. Duro lavoro che nella prima metà del ‘900 coinvolgeva tutti gli abitanti: maschi e femmine, giovani ed anziani. L’attività si concentrava essenzialmente nel periodo da marzo a settembre e con l’arrivo dell’autunno la gente faceva ritorno in paese per riprendere le attività ordinarie della conduzione famigliare, della scuola, ma anche a volte l’amara decisione di partire emigrati per terre lontane. È questo che la rievocazione “Il ritorno dal Bosco” ripropone agli occhi e al cuore dei partecipanti nel weekend del 23 e 24 ottobre! Una manifestazione voluta dall’Amministrazione Comunale di Valdastico (Vicenza), realizzata in collaborazione con gli altri comuni della valle Pedemonte e Lastebasse, per coltivare la condivisione di una storia comune ricostruendo attentamente il periodo storico tra le due guerre.

Nel fine settimana, quindi, lungo le vie di San Pietro di Valdastico si possono rivedere all’opera tutti gli artigiani nelle loro ambientazioni originali: la casa, la stalla, la segheria, la casara, il caseificio, il rifugio dei carbonari in montagna, la carbonaia, la calcara, i recinti con gli animali da cortile, la cava di marmo e le fontane attrezzate per fare la “liscia” collettiva. Ogni ambientazione è animata da quadri viventi in costumi d’epoca, dove i figuranti ripropongono gesti, attività e comportamenti del tempo, ormai dimenticati dai più.

Il momento più importante è la sfilata rievocativa della domenica pomeriggio. A sfilare 12 quadri di figuranti: i bambini, i carbonari con i loro attrezzi e il prodotto del loro lavoro, il gruppo dei giovani (ragazzi e ragazze che aiutavano in montagna o nelle faccende domestiche) accompagnati da asini, capre e pecore, oche da cortile; le donne con il loro duro lavoro ma anche con i loro canti. Seguono gruppi più specifici legati al lavoro nel bosco: i carbonari, il gruppo con le tipiche slitte da “scalon”, i boscaioli con i cavalli da tiro, i somari, i carri e i carretti, il legname e le “fasine”, il “camparo” (la persona che i capi famiglia eleggevano e stipendiavano affinché sorvegliasse i prodotti dei campi), il gruppo di cacciatori e di sciatori sempre in costumi d’epoca. Segue il gruppo degli emigranti, a ricordo delle tantissime famiglie che prendevano la decisione di abbandonare tutto, avvolgere il poco che avevano in fagotti o valigie di cartone e partire dal paese… La sfilata si conclude con la transumanza di un gregge di pecore e da quella delle mucche che finito l’alpeggio scendono a valle accompagnate dei malgari e dalle loro famiglie. La sfilata viene inframmezzata dalle incursioni del “salbanello” un personaggio di fantasia che abita i boschi e fa i dispetti ai bambini e delle “anguane” che abitano le grotte delle montagne che sovrastano il paese. Tutta la sfilata, un percorso di 1,5 km, è accompagnata da una voce narrante che illustra i lavori, gli attrezzi, le incombenze dei vari personaggi…

Per info: www.ilritornodalbosco.it



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