Il capolavoro del Barocco a Roma, una chiesa del ‘600 talmente decorata che sembra di trovarsi in un cinema

Leonardo Anchesi, 27 Dic 2023
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No, ragazzi, non ho perso la trebisonda e sono ben conscio che il primo cinema della storia lo abbiano inventato i fratelli Lumière nella fervente Parigi della fine del XIX secolo. Tuttavia, nel corso della storia, gli artisti hanno da sempre inseguito l’obiettivo di tramutare in immagine il loro pensiero e le loro idee, facendo prendere forma a primitive forme cinematografiche. In questo senso, la pittura ha molti punti di contatto con il cinema: entrambe le arti (sì, il cinema lo si può considerare a pieno titolo un’arte), difatti, sfruttano le immagini per raccontare, sostanzialmente e banalmente, delle storie. I grandi cicli pittorici del passato altro non erano che il corrispondente delle nostrane rappresentazioni cinematografiche e, grazie a questi, gli spettatori potevano conoscere vicende storiche, vite di santi e di condottieri, oppure semplici narrazioni di vita quotidiana.

In alcuni casi, tuttavia, la pittura ha raggiunto livelli scenografici veramente paragonabili all’odierno cinema e un degli esempi più spettacolari è, senza timore di smentita, il Trionfo nel Nome di Gesù, immensa decorazione in affresco, con dettagli in stucco, realizzata da Giovan Battista Gaulli nella chiesa del Gesù, a Roma. Ma non voglio essere precipitoso: gustiamoci a poco a poco il racconto del primo cinema della storia.

La Compagnia del Gesù chiama, Jacopo Barozzi risponde

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La pianta della chiesa del Gesù rappresenta il capostipite di una longeva tipologia di impianto

Correva l’anno 1540 e papa Paolo III, al secolo Alessandro Farnese, aveva appena autorizzato la costituzione della Compagnia del Gesù, meglio nota al mondo come ordine dei gesuiti. Fondato dal prelato spagnolo Ignazio di Loyola, ben presto l’ordine divenne il baluardo della Chiesa Cattolica contro la Riforma protestante, con il compito di formare i fedeli ai principi religiosi da poco rinnovati dal Concilio di Trento. Il Generale, così viene tutt’oggi chiamata la più alta carica della Compagnia, aveva anche il desiderio di dotare l’ordine di un edificio sacro che fosse il riferimento per tutti gli appartenenti e i fedeli. Purtroppo, egli morì prima che questo progetto potesse trovare compimento e il compito passò nelle mani di Francesco Borgia, nuovo generale, il quale nel 1568 riuscì a far partire i lavori per la nuova chiesa che sarebbe dovuta nascere in piazza del Gesù, ovviamente a Roma, capitale della cristianità.

Chiesa del Gesù, Roma
La facciata è l’unico elemento dell’edificio che si discosta dal barocco

Il progetto originario dell’architetto fiorentino Nanni di Baccio Bigio, nel 1554 venne rivisto prima da Michelangelo e, successivamente, da Jacopo Barozzi, detto il Vignola, che assunse anche la direzione dei lavori e la mantenne sino alla sua morte, 1573. Questo edificio vanta il primato di essere la prima chiesa ad essere progettata per le esigenze eucaristiche tridentine; il risultato, difatti, fu un edificio a un’unica navata, così da non distogliere l’attenzione del fedele sull’altar maggiore, posto al fondo della chiesa  in prossimità dell’abside e dedicato alla celebrazione dell’eucarestia, e con un pulpito laterale per le omelie.

C’è il genio e poi c’è Giovan Battista Gaulli

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L’interno è un tripudio di barocco e stucchi dorati

Giacomo Della Porta, chiamato a sostituire il Vignola nel 1573, completò l’opera nel 1584. La facciata porta inequivocabilmente il suo nome: saldamente ancorato ai principi del tardo manierismo, l’architetto porlezzino rimodulò completamente quanto progettato da Barozzi. Facendo un bel passo indietro, eliminò gli elementi stilisticamente più aderenti al barocco, andando a rispolverare una facciata a piani sfalsati, tanto cara ai maestri del manierismo. Fin qui tutto piuttosto normale: una facciata imponente, bellissima anche se non particolarmente aggiornata, un edificio sacro di grande pregio e denso di significato religioso. Ma il vero spettacolo, quello che vi lascerà senza fiato e con il naso all’insù, è la decorazione pittorica al centro del soffitto dal pittore genovese Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccia.

Chiesa del Gesù, Roma
L’illusionismo prospettico è il protagonista di tutto l’impianto decorativo

Realizzata in tecnica ad affresco, mista a decorazioni in stucco, l’opera raffigura il Trionfo nel Nome di Gesù. La luce che pervade completamente il centro del soffitto è la vera protagonista del dipinto, che diventa un trionfo dell’illusionismo prospettico, ove le figure angeliche travalicano i confini del conosciuto e si immergono in una dimensione mistica, conducendo lo spettatore in un portale spazio-temporale sul Divino. Pensate ora: se noi, persone abituate a effetti speciali che possono ormai far diventare tutto reale, restiamo comunque ancora estasiati da questa celestiale visione, immaginate quanto potessero essere intense le emozioni delle genti del XVII secolo davanti a cotanto splendore e quanto dovevano sentirsi, come per incanto, vicini a Dio e alla sua Misericordia

Credit foto:
Pianta Chiesa del Gesù – Catalogo beni culturali



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