Chiese rupestri in Puglia: la storia scritta nella pietra tra Murge e gravine

Le chiese rupestri in Puglia conservano l'essenza di una profonda spiritualità. Tra grotte e ipogei scavati nelle gravine, immergetevi nella storia millenaria di questa terra.
Redazione TPC, 10 Mag 2022
chiese rupestri in puglia: la storia scritta nella pietra tra murge e gravine
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Credits foto apertura: ph. Carlos Solito

La storia della Puglia è incisa nelle pietre e scavata nelle rocce. Esiste un territorio in cui l’esplorazione del paesaggio e della cultura locale significa vivere un viaggio nel tempo alla scoperta di un’antichissima civiltà che si sviluppò tra le rocce. I paesaggi straordinari delle gravine, veri e propri canyon mediterranei, sprigionano una vitalità ancestrale e nascosta tra i dirupi e le architetture in pietra che costituiscono il tessuto geologico e culturale della Puglia. Soprattutto nella zona delle Murge potete addentrarvi nei rifugi segreti di eremiti, ammirare i resti di villaggi preistorici ed entrare nelle cripte. Ecco le chiese rupestri in Puglia, affrescate e scavate nella roccia, nelle quali immergervi.

Partendo da Gravina di Puglia, l’itinerario prosegue verso Altamura, nei pressi del quale sono state trovate orme di dinosauri e dell’uomo di Neanderthal. tappe successive sono Laterza e Ginosa fino a Castellaneta e Mottola. Il percorso prosegue a Massafra, dove la Gravina di San Marco è un brulicante sistema di grotte. Taranto poi vi accoglie nei cosiddetti “pittagi”, e tra un frantoio ipogei e l’altro si chiude il giro a Grottaglie. Se siete pronti a scoprire le chiese rupestri e le grotte che costellano questo itinerario, seguiteci!

Chiesa di San Michele a Gravina in Puglia

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Chiesa Rupestre di San Michele (ph. Roberto Rocca)

Al confine tra Puglia e Basilicata, Gravina in Puglia fa parte del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. L’apparenza del borgo antico nasconde un mondo sotterraneo fatto di cunicoli, franai e chiese rupestri. Da piazza Benedetto XIII partono delle scale che conducono negli strati inferiori tra case medievali e chiese scavate nella pietra. Un sistema di ipogei vive sotto i quartieri di Piaggio e Fondovico, nel tempo trasformato in un insieme di stalle e cantine. La Chiesa di San Michele è la più importante. Tornando in superficie, nel Museo Pomarici Santomasi potrete ammirare gli affreschi del Cripta rupestre di San Vito Vecchio

Grotta di Lamalunga ad Altamura

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Lamalunga, Altamura (ph. Vostok 100k)

Anche Altamura fa parte del Parco nazionale dell’Alta Murgia e nelle sue campagne si trova il celebre “Pulo“: una profondissima dolina carsica che raggiunge i cento metri. Intorno a questo vertiginoso capolavoro geologico sono stati ritrovati diversi reperti fossili, come ben 30.000 orme di dinosauri. Nelle cavità carsiche intorno ad Altamura sono conservate grotte e cunicoli, come la celebre Grotta di Lamalunga. All’interno di questa profonda apertura della terra è stato rinvenuto l’Uomo di Altamura, uno scheletro fossile di Homo di Neanderthal risalente al Paleolitico.

Chiesa rupestre “Cantina Spagnola” a Laterza

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Cantina Spagnola a Laterza (ph. Domenica Bellini)

Laterza sorge tra le gravine intorno al Golfo di Taranto, nel Parco naturale Regionale Terra delle Gravine. Il cosiddetto “Canyon d’Europa” si estende per 12 chilometri e in alcuni punti è lungo addirittura 500 metri. Proprio tra queste gravine si svela il volto antichissimo della città delle ceramiche. Infatti in questa zona di gole e cavità si trovano diverse chiese rupestri, tra testimonianze risalenti addirittura alla preistoria. La cosiddetta “Cantina Spagnola” è una chiesa rupestre che conserva un suggestivo ciclo pittorico e incredibili decorazioni scolpite. Questo luogo fu rifugio per i Marchesi di Laterza di fughe amorose e riunioni massoniche, tuttavia in origine era un luogo di culto estremamente spirituale. Tre vani chiusi da un’abside costituiscono la chiesa. 

Le chiese rupestri di Ginosa

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Ginosa (ph. Roberto Rocca)

Natura, arte e spiritualità si incontrano nelle gravine selvagge intorno a Ginosa, dove si trovano chiese rupestri che portano incise un’antichissima storia. Ben 3 chilometri è lunga la gravina che affaccia sullo Jonio al confine tra Puglia e Basilicata. L’origine della località risale al medievale insediamento rupestre scavato nelle grotte di tufo, ancora oggi visibilmente decorate, corrispondente al villaggio della Rivolta. Le case-grotta erano interamente scavate nella roccia e disposte su cinque piani sovrapposti. Il complesso rupestre di Ginosa è particolarmente suggestivo perché è un sistema urbanistico in rupe a tutti gli effetti, costituito da ipogei, strade, cisterne e scalinate. Il versante opposto era invece considerato sacro e per questo sorgevano qui gli insediamenti di Santa Sofia e Santa Barbara, dove ancora sono visibili tracce di affreschi e visitabili le chiese di San Bartolomeo, Mater Domini, San Marco, San Vito Vecchio, San Pietro, San Felice, San Giovanni da Matera e la cripta di Eliseo.

Chiesa di Santa Maria del Pesco a Castellaneta Marina

A circa 17 chilometri da Castellaneta, Castellaneta Marina è una località costiera tra le più accoglienti in provincia di Taranto. La macchia mediterranea del Bosco Pineto sfuma in fondali trasparenti e bassissimi e si ferma sul ciglio delle gravine della zona. Proprio a ridosso del burrone si trova la rupestre Chiesa di Santa Maria del Pesco che affaccia sull’incantevole panorama del canyon di Castellaneta. Questa chiesa è anche detta Santa Maria della Luce in virtù dell’omonimo affresco nella cripta e oggi costituisce la sagrestia della Chiesa della Vergine Assunta. La chiesa sorge proprio vicino ad un preesistente ipogeo.

Santa Margherita e San Nicola a Mottola

Dal Golfo di Taranto alle montagne della Sila, il panorama intorno a Mottola abbraccia un orizzonte infinito; così come senza fine sembrano le profonde gravine che circondano la città a gradoni. Tra i 5800 ettari di boschi intorno a Mottola, le Gravine di Petruscio e le Lame di Casalrotto, San Sabino, San Vito, Le Grotte custodiscono una preziosa popolazione di chiese rupestri. Santa Margherita e San Nicola sono i due esemplari più preziosi; in particolare quest’ultima conserva icone e affreschi talmente meravigliosi da essere valsi alla Chiesa di San Nicola l’appellativo di “Cappella Sistina della civiltà rupestre”. 

Chiesa a grotta di Sant’Antonio Abate e Chiesa Rupestre di Santa Marina a Massafra

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Chiesa Rupestre di Sant’Antonio Abate a Massafra (ph. Mirabilia Sistemi)

Sospesa sulle gravine delle Murge, Massafra nell’entroterra tarantino è chiamata “Tebaide d’Italia”. Gravine e lame di origine carsica attraversano la città, come la Gravina di San Marco che divide il paese in due parti collegate da ponti. La zona, segnata da profondi solchi nel suolo, sembra in questa maniera sprigionare energie ancestrali dalle rocce e dalle profondità della terra. Qui riti pagani e culti religiosi si sovrappongono da millenni fino a penetrare le gravine di Massafra. Gli affascinanti complessi rupestri che si concentrano nella Gravina di San Marco danno il loro meglio nella Chiesa Rupestre di Santa Marina e nella Chiesa a grotta di Sant’Antonio Abate. Inoltre, su Via Frappietri, si apre l’ingresso alla Cripta greco-ortodossa di San Leonardo. In quella che un tempo era una zona popolata solamente da uliveti, si trovano i resti di sulla che una volta era una chiesa interamente affrescata. Oggi è ancora possibile ammirare il Cristo in Trono, l’Iconostasi e alcune figure decorate in perfetto stile bizantino. 

Ipogeo De Beaumont Bonelli Bellacicco a Taranto

Cuore pulsante della Magna Grecia, Taranto racconta una storia che si è depositata nei millenni. Una stratificazioni che raggiunge il sottosuolo e nella quale è possibile immergersi per risalire all’essenza di questa terra nei secoli passati. Se in superficie il sole bacia i reperti delle epoche passate, nel sottosuolo l’Ipogeo De Beaumont Bonelli Bellacicco mostra ancora, incastonati, i segni del passaggio di Greci, Bizantini e medievali. La “città dei due mari” nasconde in realtà un altro mondo sotterraneo. Al di sotto del settecentesco Palazzo De Beaumont nel cuore di Taranto, l’omonimo ipogeo raggiunge i 12 metri nel sottosuolo. Le strutture architettoniche rendono chiaramente visibile l’alternarsi delle epoche e il passaggio dei popoli dalla preistoria all’età moderna. Cisterne e condotti costituiscono l’antico sistema di approvvigionamento idrico, le strutture murarie tardo-medievali e gli elementi architettonici di età bizantina. 

Chiesa rupestre di Santa Maria della Grotta a Grottaglie

Grottaglie, patria della ceramica pugliese, ha fatto dell’alchimia tra la terra e la vita degli uomini una formula magica di spiritualità e tradizioni. Il cuore della cittadina non si limita al borgo antico, ma scende nei meandri del sottosuolo sino agli ipogei e alle chiese rupestri. A pochi chilometri da Taranto, Grottaglie sorge sul ciglio del gradone murgiano verso il Mar Piccolo. Tra i canyon profondi che circondano la cittadina si aprono cunicoli, frantoi e grotte ricavate nella roccia, oggi adibite a botteghe ceramiche. L’attuale Via Crispi sorge nell’antica Gravina di San Giorgio, dove un tempo si raccoglievano le acque di scolo. All’inizio della via si apre un tappeto ipogeo Pinca e lì vicino alcune grotte che oggi rappresentano botteghe artigiane. La Chiesa rupestre di Santa Maria della Grotta si sviluppa intorno all’antica cripta dedicata alla Madonna della Grotta, che oggi sorge al di sotto della cinquecentesca Chiesa della Madonna del Carmine. Colonne scavate nella roccia separano i vani della chiesa rupestre, mentre accanto all’altare sono ben visibili gli affreschi raffiguranti Santa Caterina Martire e Santa Apollonia Martire.

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