Ogni anno in questa città della Spagna si tiene la battaglia dei pomodori: è un vero Carnevale estivo

A Buñol al suono di un presentat arm il dormiente si sveglia, i sorrisi si accendono e i pomodori volano. Non è solo loro questo destino: quello delle rosse e deliziose bacche – sì, tecnicamente sono bacche – con cui ci facciamo il sugo, almeno una volta l’anno, condivide lo stesso destino di quel frutto con cui facciamo le aranciate. La Battaglia delle Arance di Ivrea è una delle tradizioni carnevalesche più antiche e conosciute d’Italia che rivive a ogni febbraio, per un’antica ribellione medievale con battaglia a colpi di vitamina C. Questa tradizione è simbolo della lotta del popolo contro la tirannia, con squadroni di aranceri d’assalto che si affrontano.
Certo, c’è anche una versione un po’ meno nobile, vietata e poi consentita, nata un po’ per caso in una piccola città spagnola nella comunità valenciana. Anche qui la tradizione e la voglia di celebrare si traducono in una battaglia, ma i protagonisti sono i pomodori: ogni anno, a fine agosto, si svolge quella che si chiama la Tomatina.
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Origine e storia della Tomatina di Buñol
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La Tomatina è nata nel 1945 a Buñol quando un gruppo di baldi giovani creò una disputa durante una parata. Da che era una semplice scaramuccia è diventata una lotta a colpi di pomodori, coi “partecipanti” che usano i prodotti di un innocente mercato vicino a mo’ di armi improvvisate. Un aperitivo, una parata, un po’ di spazio fra la folla, qualcuno che cade: quel qualcuno si rialza e colpisce chiunque gli si para davanti, la folla si arrabbia e gli tira i pomodori finché non diventa una battaglia senza troppa logica e arriva la polizia.
E l’anno dopo lo stesso gruppo ha scatenato di nuovo la battaglia, portandosi i pomodori questa volta da casa, con questa battaglia che si è ripetuta negli anni successivi guadagnando sempre più popolarità. Durante il regime di Franco la Tomatina fu vietata negli anni ’50. Grazie alla pressione popolare tornò nel 1959 dopo che, due anni, per protesta si organizzò un funerale del pomodoro facendo sfilare una bara accompagnata musicalmente. E da lì è diventata un appuntamento fisso, crescendo in dimensioni e rilevanza finché non è diventata una festa capace di attirare gente da tutto il mondo e promossa dallo stesso Comune di Buñol.
La battaglia a colpi di pomodoro
Organizzare un evento di questa portata richiede una preparazione a fuoco lento. Buñol è una cittadina che conta poco più di 9.000 abitanti, ma nella settimana della festa che si svolge l’ultimo mercoledì di agosto fa il tutto esaurito. I partecipanti arrivano a superare le 20.000 anime e i biglietti si prendono come gli indicatori di direzione: a largo anticipo, per ragioni di sicurezza. Il costo non è eccessivo, dai 10 ai 30 euro a seconda dei servizi scelti (come le docce per il post-battaglia).
Il giorno dell’evento le strade sono colme di gente già dalle prime ore del mattino. La battaglia inizia alle 11, all’arrivo dei camion carichi di pomodori. Ogni veicolo scarica qualche tonnellata di pomodori maturi, pronti per il sug… per essere lanciati. Ci sono poche regole:
- i pomodori vanno schiacciati prima del lancio, per non ferire i partecipanti;
- non si può mirare al viso;
- si comincia ad un segnale acustico, si finisce con un altro segnale acustico;
- non si possono portare bottiglie o oggetti potenzialmente contundenti o taglienti, zaini inclusi.
Dopo un’ora di pura follia le strade di Buñol si tingono di un Profondo Rosso, coi partecipanti coperti dalla testa ai piedi di polpa di pomodoro. Il divertimento giustamente non si ferma dopo un’ora: docce e fontane si usano per pulirsi, con i festeggiamenti che continuano per il resto della giornata e della notte, sia a Buñol sia nella vicina Valencia dove molti partecipanti decidono di alloggiare.
E che impatto (economico). Come arrivare a Buñol
Il centro storico di Buñol
Non c’è dubbio che la Tomatina di Buñol sia un evento ludico, come non c’è dubbio che abbia un notevole impatto economico sulla regione. La piccola città beneficia enormemente dell’afflusso di turisti che partecipano alla battaglia, contribuendo all’economia locale soggiornando negli alberghi, cenando nei ristoranti e acquistando souvenir.
Per arrivare a Buñol non ci vuole nemmeno troppo, una 40 di minuti (e di km). Si può prendere il treno dalla stazione di Valencia (Estación del Norte) con la linea C3 di Renfe che porta a Buñol in un’ora. Invece andando con gli autobus si parte comunque da Valencia o altre città come Barcellona e Madrid. Molte compagnie offrono pacchetti con trasporto, accesso ed eventualmente l’alloggio. In macchina ci sono le indicazioni di Google Maps toccando qui, sempre un 40-45 minuti, ma in quel periodo il parcheggio sarà praticamente impossibile.