Bologna e Torino vantano il primato ma non sono le sole: la storia dei più famosi portici italiani

Leonardo Anchesi, 27 Gen 2024
bologna e torino vantano il primato ma non sono le sole: la storia dei più famosi portici italiani

Le sole Bologna e Torino possono vantare ben 80 km di portici che attraversano i loro centri storici: tuttavia, non sono le uniche città italiane a poter vantare la presenza di lunghe passeggiate coperte, perfette per trascorrere un po’ di tempo libero, al riparo da intemperie o dal sole cocente estivo. La storia di questo particolare elemento architettonico, che forse sarebbe più corretto definire un complesso di elementi, affonda le sue radici a cavallo fra l’alto e il basso medioevo, probabilmente con uno scopo diverso da quello odierno, come vedremo fra poco; in ogni caso, oggi rappresentano uno degli elementi più caratterizzanti di moltissime città del nostro Bel Paese, sparsi un po’ in lungo e in largo per lo stivale. Ma basta chiacchiere e andiamo a fare una passeggiata rilassante sotto i portici nostrani.

I portici di Bologna: patrimonio dell’UNESCO

portici_3
I portici di Bologna, Patrimonio UNESCO

Complessivamente, compresi quelli fuori porta, misurano ben 62 km, di cui 40 all’interno del centro storico: questi sono i numeri dei portici bolognesi, un vero vanto nazionale e, dal 2021, addirittura patrimonio dell’UNESCO. La loro nascita è legata a una iniziale necessità di aumentare il volume delle abitazioni dal primo piano a salire, invadendo una parte del suolo pubblico con le strutture di sostegno dei livelli rialzati. La prima testimonianza certa e documentata risale al 1041; da allora, in un continuo divenire e progredire, Bologna si è letteralmente riempita di portici, sino a quanto, vista l’enorme praticità di questo tipo di copertura, i bolognesi non iniziarono a costruirli appositamente. Addirittura, a partire dal 1288, una specifica norma comunale imponeva a tutti coloro che costruivano un’abitazione di realizzarla con un portico al pian terreno.

portici_4
Stili diversi si inseguono lungo tutta la città

Va da sé che, grazie a questo lungimirante provvedimento, la diffusione fu immensa e oggi possiamo ancora godere della enorme avvedutezza dei legislatori medievali. E meno male che qualcuno li definisce “i secoli bui”!

Ai Savoia i portici piacevano proprio parecchio

portici_1
I portici di Torino sono un vanto nazionale

Seppur si estendano per “soli” 18 km, i portici di Torino sono una vera e propria particolarità architettonica e urbanistica. Se, difatti, a Bologna l’estensione è maggiore, tuttavia essa è dovuta alla somma di più aree coperte, spesso scollegata fra loro. Nella capitale sabauda, di contro, su 18 km complessivi, ben 12 sono completamente collegati, permettendo di fare lunghissime passeggiate senza mai doversi esporre alle diverse condizioni atmosferiche. Merito di tutto ciò va ai Savoia, dinastia regnante sul Piemonte per diversi secoli e, come tutti ben sappiamo, successivamente anche sull’Italia unita.

portici_2
I portici spesso di sposano con le altri grandi opere torinesi

Loro vezzo, a partire dal XVII secolo, era quello infatti di fare lunghe camminate tra le strade delle loro città; per agevolare questa salutare pratica e poterla svolgere con comodità anche nelle giornate più uggiose (o più assolate) diedero ordine ai diversi architetti reali susseguitisi nel tempo di realizzare una serie di portici, con il preciso ordine che fossero tutti collegati fra loro. Sebbene tutto nacque da un capriccio nobiliare, di questa comodità ne giovarono (e tutt’ora ne giovano) tutti coloro che si trovano a passare per il centro storico torinese, vero e proprio emblema di eleganza architettonica grazie anche ai pregevoli portici che, seppur realizzati in diverse epoche e in altrettanti stili, si fondono armoniosamente in un unico pregevole spettacolo.

Tanti esempi meno noti: l’Italia è un paese sotto i portici

portici_5
I portici di Padova: tanto semplici quanto funzionali

Torino e Bologna rappresentano decisamente l’esempio più famoso di questo tipo di architettura, ma non sono le uniche città italiane a poter godere di questa comodità. A Cagliari potrete infatti trovare i portici di via Roma, ben visibili anche dal mare, e la passeggiata coperta del Bastione Saint Remy, oggi salone chiuso ma nato come portico per permettere ai nobili di passeggiare al coperto. Anche Padova vanta diversi km di passeggiate coperte da portici, caratterizzati da una grande varietà di stili diversi, sintomo inequivocabile di diverse epoche di realizzazione.

E per finire, ma solo per mancanza di spazio, anche Bolzano ha numerosi porticati, risalenti addirittura al XII secolo; tuttavia, la loro origine non è, in questo caso, da attribuire alla necessità di ristorare le passeggiate della nobiltà ma, in perfetto stile teutonico, per la praticità dei commercianti di poter esporre la propria mercanzia al di fuori dei negozi ma pur sempre al coperto. Non sbagliamo quindi a dire: paese che vai, portico che trovi.

Credit foto:
Torino – Wikipedia
Tutti i diritti riservati



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche