Un viaggio di inaspettato in Terra Santa

Un viaggio in Terra Santa tra colori, culture e religioni. Un viaggio di cui ti pentirai... di non aver fatto prima!
Scritto da: ShareTheWorld
un viaggio di inaspettato in terra santa
Partenza il: 29/06/2019
Ritorno il: 07/06/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Quante volte abbiamo sentito al telegiornale che nel territorio israeliano la situazione era molto tesa? Ora provate ad immaginare quando io e mio fratello abbiamo annunciato a nostra madre l’intenzione di voler fare un viaggio a Gerusalemme. Se non gli è preso un colpo è stato poco. Ma se io non ero molto attratta da questa Terra, e quindi avrei anche potuto cambiare meta, mio fratello proprio non ne voleva sapere. E così dopo una lunga ed estenuante trattativa la scelta del nuovo viaggio è ricaduta su…Israele. Con un “fate come volete” si è concluso il trattato di pace. Premetto che non avevo grandi aspettative, che non sapevo quasi nulla sulla città di Gerusalemme e che le poche immagini che avevo visto non mi avevano esaltata molto. Ma ci tenevo a fare un viaggio sola con mio fratello, e poi per poter dire che una cosa non ci piace la si deve prima vedere con i propri occhi. E allora prendiamoli ‘sti biglietti!

GIORNO 1

“Ho prenotato un volo ad un orario top. Sono troppo gasato, così recuperiamo un giorno” mi dice tutto entusiasta mio fratello. Sarà vero? Arriviamo in aeroporto verso le 7 di sera, non prima di aver dato il via al nostro viaggio con una litigata (speriamo non finisca a botte). Aspettiamo nella sala d’attesa vuota l’orario di apertura del nostro gate (collocato in una zona appartata). Una lunga fila ci attende per i controlli di sicurezza. Non il classico combo metal detector – scanner, ma un’infinita sfilza di domande, più o meno surreali e tutte rigorosamente in inglese. “Che legame c’è tra di voi? – seguito da un – da quanto tempo vi conoscete? (ecco, qui abbiamo avuto un attimo di panico, in che senso?) – continuando con un – ogni quanto vi vedete? Perché volete andare in Israele? Conoscete qualcuno del posto? Ed altre domande. Si passa poi al controllo di borse e valigie e dei vari oggetti presenti al loro interno. Insomma, armatevi di tanta pazienza! Finalmente è ora di salire a bordo, non vedo l’ora: ho bisogno di dormire! E così il volo mi rigenera un po’ ed io mi sento pronta a superare la dogana. Appena fuori dall’aeroporto troverete il bus che vi porterà comodamente nel cuore di Gerusalemme. Non vi so dare un tempistica esatta poiché anche qui sono caduta fra le braccia di Morfeo. Un brusco “svegliati, dobbiamo scendere” mi ha riportato alla realtà. Ma calcolate un’oretta circa. Una volta trovato il nostro hotel e fatto un rapido cambio d’abiti siamo pronti a gustarci questa città. Una piccola parentesi per quelle persone “ignoranti” come me: le donne possono vestirsi come vogliono, senza necessità di coprire capo, spalle o gambe. Ci addentriamo nella cittadella varcando la famosa “Porta di Jaffa” per dirigerci alla Torre di David dalla quale si apre dinnanzi a noi tutta la bellezza della Città Santa. Oltre ad ammirare ciò, non dimenticatevi di entrare in ogni porta che troverete poiché potrete scoprire la storia del Paese. Terminata la visita abbiamo iniziato a camminare come dei muli, euforici di essere all’inizio di una nuova avventura. E così tra una salita ed una discesa ci ritroviamo al Museo della città. Ecco, evitate di arrivarci a piedi dopo aver dormito sì e no 4 ore. Io non ho mai amato così tanto le panche come quel giorno. Ed è stato un vero peccato perché avrei voluto godermi di più la bellezza e la vastità di reperti storici ed artistici presenti al suo interno. “Che ne dici di tornare in hotel in pullman?”. Il tempo di aspettarlo ed il conducente ci dice che non aveva da cambiarci il denaro per la vendita dei biglietti, “per me potete rimanere sul pullman ma se arriva la polizia dovete iniziare a correre” – anche no dai. E così scendiamo, pronti ad incamminarci verso la parte opposta della città. Direi che il primo giorno può anche terminare qui perché proprio non reggo più. Datemi un letto!

GIORNO 2

La giornata comincia con un’ottima spremuta ed un dolce morbido, leggero ma soprattutto tipico: il Jerusalem Bagel. Decidiamo di immergerci nella parte vecchia della città e girovagare nella speranza di perderci tra i vicoletti e scoprire tesori nascosti. Decidiamo però che non ci basta avere un libro a farci da Cicerone e così contattiamo una guida privata disposta ad accompagnarci in questa avventura.

GIORNO 3

Ore 9.00. Porta di Jaffa. Un piccolo gruppetto di italiani è ferma a scambiare quattro chiacchiere. Fanno parte anche loro del nostro tour. Ci siamo tutti: si può iniziare. La guida ci accompagna attraverso il mercato (con la degustazione delle spezie), al Muro del Pianto, alla Spianata delle Moschee, lungo il percorso della Via Dolorosa, nei vari quartieri (cristiano, armeno, ebreo e musulmano), alla Chiesa del Redentore fino al Santo Sepolcro. Poco distante da quest’ultimo potrete trovare la Chiesa del Redentore dalla quale avrete una splendida vista della città. Cercate di non andarci all’orario di chiusura: il custode ci ha concesso di salire sulla torre, tra l’altro acquistando un solo biglietto in due, peccato aver dovuto fare 177 gradini di corsa! In ogni caso il fiatone ed il cuore a mille valgono la pena non appena ci sia affaccia dalle finestre. La giornata è risultata essere davvero interessante, soprattutto perché la guida ha raccontato inediti molto particolari ed unici. Inoltre mi ha aperto un mondo nuovo sia per quello che riguarda il mondo delle varie religioni. Per non parlare del fatto che questa vacanza ha totalmente stravolto le mie “conoscenze” riguardo la morte di Gesù e la sua sepoltura: ma voi lo sapevate che il Golgota, luogo della crocifissione nonché collina, è all’interno di una Chiesa?

GIORNO 4

Dopo l’ennesimo Jerusalem Bagel siamo pronti per incamminarci lungo le mura di recinzione. Abbiamo optato per l’orario di apertura in modo tale da evitare la calca. Ma non dimenticate comunque di munirvi di acqua, cappello e ventaglio perché già a quell’ora il calore si fa sentire. Le mura hanno varie uscite, in questo modo potrete visitare luoghi che magari non avreste visto. Noi infatti siamo capitati nel luogo in cui si stava svolgendo il mercato musulmano, molto caratteristico. Ci incamminiamo poi con la volontà di recarci alla Spianata delle Moschee per ammirare nuovamente la Cupola della Roccia: un vero peccato non potervi accedere (è permesso solo ai musulmani). Abbiamo ancora un po’ di tempo prima del nostro appuntamento e così ci sediamo all’ombra poco distanti dal Muro d’Occidente. È ora. Il tour nei suoi sotterranei sta per iniziare. Esso risulta essere veramente interessante poiché si può vedere un “aspetto inaspettato” e perché introdotto da un’interessantissima ricostruzione dalla sua nascita fino alla sua distruzione. L’unica pecca – se così si può dire – è che tale tour sia presente solo in lingua inglese e spagnolo, motivo per il quale siamo tornati a casa solo con una minima conoscenza in più rispetto a quello che avremmo appreso con un tour in lingua italiana. Nonostante tutto devo ammettere che ne è valsa la pena. Al termine del tour la giornata è ancora lunga, così ci incamminiamo verso il Monte degli Ulivi. Prima tappa: chiesa armena. Poco distante potrete visitare, da un lato della strada, il Giardino del Getsemani (luogo in cui Gesù si recò dopo l’ultima cena poco prima di essere tradito da Giuda) e, dall’altro lato, la Chiesa dell’Assunzione di Maria. Si tratta di una strada completamente in salita, quindi abbiate pietà di me ma io in quel bar lì vicino mi ci devo fermare per cibarmi. Dopo mezz’oretta siamo carichi per prendere le scale accanto a questo bar. Bimbi in mutandine e canotta giocano spensierati fuori dalle loro case e quando ti incontrano, anziché scappare, ti corrono incontro per abbracciarti. Una dolcezza infinita che riempie i cuori e che annullano ogni tua stanchezza. Terminate le scale, abbiamo ancora voglia di faticare e così prendiamo l’ennesima strada in salita per dirigerci preso la Chiesa dell’Ascensione. Non si tratta di una vera e proprio chiesa, quanto più di una cappella in cui vi è l’impronta di Gesù. Si sta iniziando a fare tardi, è ora di andare al Monte degli Ulivi per ammirare il tramonto. Ragazzi, non dimenticate assolutamente di portare con voi una felpa: nonostante fosse luglio abbiamo patito davvero tanto il freddo. Ma è forse uno dei ricordi più belli che ho di questo viaggio: mio fratello che cercava in tutti i modo di tenermi al caldo. Il suo modo speciale per farmi capire quanto mi volesse bene. Dopo un tramonto spettacolare e molto freddo…”taxi ci porti all’hotel!”. Ottima idea soprattutto perché ci ha dato delle buone dritte per l’escursione del giorno dopo.

GIORNO 5

A pochi passi dalla Porta di Damasco c’è la fermata dei pullman. Prendete la linea 231 e con soli 8 nis (circa 2€) in 30 minuti di viaggio sarete a Betlemme. Si tratta di una città nel territorio palestinese, molto più povero da quello israeliano, e questo lo noterete immediatamente. Abbiamo contrattato con un autista che per un centinaio di nis ci ha scarrozzati per la città: abbiamo iniziato con la visita al Muro, per poi arrivare all’Erodium dal quale potrete “rifarvi gli occhi”. Uno spettacolo di panorama fatto dal nulla, dal più totale silenzio e ricco di pace nonostante la storia dica tutt’altro. Abbiamo continuato il tour con la Grotta e la Cappella del Latte, la Chiesa dell’Annunciazione dei pastori per terminare con la Grotta della Natività. Una fila infinita vi condurrà al luogo esatto in cui è nato Gesù…non vi voglio rovinare la sorpresa ma preparatevi a cancellare ogni vostro ricordo d’infanzia. Riprendiamo il pullman per Gerusalemme, poco dopo la partenza siamo costretti a fermarci per il controllo da parte della polizia. Ricordate quindi di portare con voi il passaporto! Tornati in hotel ci diamo una veloce sciacquata e siamo già pronti per uscire. Questa sera dobbiamo assistere allo spettacolo “Luci e suoni” presso la Torre di David. Una sorta di cinema a cielo aperto immerso nella storia, nessun dialogo, nessuna parola: solo i suoni della vita quotidiana e le immagini della storia della città di Gerusalemme. Anche qui una bella felpina non ci sta male. Rincasiamo che sono circa le 11 di sera. Una tragedia. Già, perché alle 2 abbiamo la sveglia.

GIORNO 6

È notte fonda quando, ancora mezzi addormentati, ci incamminiamo lungo le vie di una deserta, seppur dall’aria innocua, Gerusalemme. Sono le 3 del mattino quando il tour ha inizio. Dopo una bella, profonda e troppo breve dormita in pullman, ci ritroviamo a Masada. Quando arriviamo è ancora buio pesto e noi siamo ancora addormentati, ma l’euforia ci porta a correre verso l’ingresso. Inizio a camminare spensierata fino a quando non capisco come stanno davvero le cose: devo arrivare in cima al monte. A piedi. Al buio. Di fretta prima che il sole sorga ed io mi perda lo spettacolo. Un’infinità di insulti hanno accompagnato ogni mio passo, e insieme ad essi, l’incoraggiamento che ci si dava uno con l’altro. Persone che nemmeno conosci ma che ti sostengono nella tua “impresa”. È da un po’ ormai che mi fratello mi ha seminata, ma ce la metto tutta e alla fine, esausta, arrivo in cima al monte. In tempo per ammirare l’alba. Il sole lentamente si fa spazio nel cielo baciando le acque del Mar Morto. Ormai il sole si è alzato così ci regaliamo un giro attraverso i resti storici, assistendo addirittura ad una sorta di matrimonio. “Che follia arrivare fin quassù per sposarsi” – ho pensato – “Però a pensarci bene non c’è luogo più adatto”. Infondo questo mi ha insegnato la mia piccola scalata: se hai qualcuno che crede in te, qualsiasi ostacolo può essere superato. Scendiamo con leggero anticipo rispetto agli altri del gruppo in modo tale da non dover correre per arrivare in tempo al pullman. Ma niente da fare, circa a metà strada dobbiamo tirare le briglie per dare la precedenza ai giovani soldati che stanno facendo addestramento. Non li dimenticherò mai: ragazzi e ragazze completamente equipaggiati, con in spalla barelle sopra le quali vi erano dei pesi, il sole che iniziava a battere e loro nonostante la stanchezza erano sempre pronti a sorridere e a ringraziare ogni qualvolta ti accostavi per farli passare. Riprendiamo il pullman per una breve sosta ad En Gedi, un parco ricco di fauna, acqua incontaminata a silenzio. Sono solo le 9 del mattino e a me pare di aver già vissuto un’intera giornata. Ci rimettiamo in viaggio verso il tanto atteso Mar Morto. Com’è? Vasto, salatissimo, caldo, male odorante ed unico. Se avete delle piccole ferite fate molta attenzione perché provoca un forte bruciore, inoltre ricordatevi di non immergervi con la testa così da evitare che l’acqua vi entri negli occhi. Non dimenticate di raccogliere quella che pare sabbia: avete dei fanghi naturali sogno ai vostri piedi. Un altro consiglio è quello di indossare un vecchio costume che avete intenzione di gettare. Ritorniamo a Gerusalemme per ora di pranzo, optiamo per una fresca e veloce macedonia al mercato e corriamo in hotel a toglierci questo orrendo odore di fanghi e ci gustiamo il nostro letto. Sono le ultime ore a Gerusalemme così ci aggiriamo per le vie senza una vera meta, solo con la voglia di regalare ai nostri occhi gli ultimi ricordi di una città ricca di storia.

GIORNO 7

È primo mattino quando chiudiamo dietro le nostre spalle la porta dell’hotel per l’ultima volta. Poco distante c’è la fermata del tram e così arriviamo alla stazione delle autolinee. Con circa 20 nis a testa ed un viaggio di circa un’ora arriviamo a Tel Aviv. Il capolinea, rispetto alla zona del lungomare, è abbastanza lontano e così ci affidiamo a un simpatico tassista. Sistemiamo velocemente tutti i documenti per il check-in e siamo pronti per precipitarci in spiaggia. Con 30 nis potrete noleggiare per un’intera giornata 2 lettini ed un ombrellone (evitate le sdraio che sono in realtà sedie di plastica). Una volta “acquistato” alla macchinetta automatica il vostro biglietto, sarete liberi di scegliere dove posizionarvi.

GIORNO 8

Le giornate passano tra un tuffo in mare, una scottatura alle gambe, un “furto” di ombra tra vicini di ombrellone e una fuga dalle meduse. Essendo che avevamo già macinato molto chilometri nei giorni precedenti, abbiamo deciso di poltrire al sole e di concederci come unica escursione un’uscita serale tra le vie di Jaffa. Facilmente raggiungibile dalla Miami d’Oriente con un’ora di passeggiata. O da pullman e taxi, a patto che non sia in corso lo shabbat (dal tramonto del venerdì sera a quello del giorno successivo). GIORNO 9 Sono le ultime ore e così ci assaporiamo ancora un po’ l’odore di salsedine e i bimbi che si allenano sulle tavole da surf. Alle 13 arriverà il nostro tassista e ci porterà in aeroporto. Anche questa volta la nostra avventura è giunta al termine. Sapevamo che dedicare solo 5 giorni a Gerusalemme non sarebbero bastati per scoprirla in ogni sua sfaccettatura, ma non immaginavamo di “perderci” così tante cose. Ecco perché, infondo, stiamo già pensando ad un nostro ritorno. Io che non ci volevo andare, io che ripartirei seduta stante.

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