Viaggio di nozze in Giappone
Volo Lufthansa per Tokyo da Bologna con scalo a Francoforte. Il ritorno invece lo faremo da Osaka sempre via Francoforte. Per questo il biglietto sarà un po’ più costoso del normale, circa Euro 1.100,00 a testa. Dall’Italia acquistiamo tramite agenzia viaggi anche il JR Pass che risulterà molto comodo (ed economico) per i nostri spostamenti in treno e gli hotel.
Arriviamo a Tokyo il 12 marzo alle 8,35 del mattino. Qui abbiamo il primo impatto con il Giappone. L’inglese è poco parlato e tutto sembra incomprensibile. Troviamo l’ufficio della JR (ferrovie giapponesi) dove ritiriamo il nostro Rail Pass valido per 15 giorni. Il Pass si rivelerà molto comodo nel caos delle stazioni giapponesi dove anche solo fare un semplice biglietto del treno sarebbe stata un’impresa! Nota positivissima sui treni. Sono molto frequenti e sempre pulitissimi grazie a delle squadre di inservienti che con stracci e aspirapolvere salgono ad ogni capolinea e tirano a lucido il treno prima che i passeggeri salgano. Le poltrone sono comode e sui treni a lunga percorrenza c’è posto per le valigie. Per non parlare della puntualità. Arrivano in stazione cinque minuti prima della partenza programmata e tutti in fila i passeggeri salgono e si sistemano in pochi minuti permettendo al treno di partire spaccando il secondo. Le stazioni ferroviarie sono molto ben attrezzate. La stazione centrale è il cuore della città e, spesso, fa parte di un vasto centro commerciale con un’ampia scelta di ristoranti, bar, fast food e altri servizi.
Con il servizio Limousine Bus dell’aeroporto Narita arriviamo all’albergo dove ci fermeremo per cinque notti: il Mitsui Garden Ginza. Stanze un po’ piccole, ma nuovo, pulito, efficiente e con una splendida vista su Tokyo. La fermata della metropolitana e del treno è a cinque minuti a piedi e si chiama Shimbashi. L’accesso alla stazione risulterà un po’ scomodo con le valigie perché spesso le scale mobili o l’ascensore non sono a portata di mano.
Tokyo primo giorno – 12/3/07 Dopo esserci sistemati velocemente in albergo, comincia il nostro tour de force in un paese dove tutto sembra stranissimo, ma pulito, ordinato, puntuale e disponibile nonostante le difficoltà di comprensione (quasi nessuno parla inglese). In Giappone non è sempre facile trovare un luogo. A parte le vie principali, pochissime strade hanno un nome. Spesso però abbiamo incontrato persone che vedendoci smarriti si sono fermati e si sono offerti di accompagnarci o a gesti ci hanno spiegato la strada.
Partiamo con una passeggiata nell’elegante quartiere Ginza, nei pressi dell’albergo, e ai giardini del Palazzo Imperiale. Intravediamo anche l’Imperatore che rientra a palazzo in macchina con la scorta. Naturalmente si può visitare solo parte del giardino, l’accesso al palazzo non è permesso.
Ceniamo al buffet dell’Hotel Imperial (decisamente troppo caro!).
Tokyo secondo giorno – Zona di Shinjuku – Tokyo Metropolitan Government Offices: colossale grattacielo con due terrazze panoramiche al 45° piano da cui si gode una vista magnifica fino al Monte Fuji se è una bella giornata. Merita una visita anche solo per la bella struttura architettonica delle sue torri gemelle.
– Shinjuku NS Building: l’interno è uno spazio vuoto con un atrio immenso illuminato dalla luce che entra dal soffitto in vetro. In alto è sospeso un ponte e nell’atrio si trova un enorme orologio a pendolo.
– Santuario Meiji-Jingu: tutto costruito in legno di cipresso con enormi torii d’ingresso immerso in un grande parco quasi deserto.
– Santuario Hanazono-jinja nella zona di Kabuki-cho: molto modesto, sicuramente è più suggestivo la sera quando è tutto illuminato – Quattro passi per Kabuki-cho: iniziamo dal gigantesco schermo dell’edificio Studio Alta e ci incamminiamo per Shinjuku-dori con i grandi magazzini Isetan e varie boutiques. Raggiungiamo poi il Golden Gai, un labirinto di vicoli pieno di locali dove si beve in piedi, e Kabuki-cho il famoso “quartiere dei piaceri” di Tokyo con sale massaggi, love hotels e spettacoli erotici. Ci facciamo poi attirare da un enorme negozio di macchine fotografiche – Yodobashi – dove finiamo la giornata.
Cena da Negishi, un piccolo locale in Ginza Sakura-dori che serve buoni piatti alla piastra di manzo o pollo a circa 1000 Yen. All’ingresso ci accolgono con parole incomprensibili (ancora niente inglese), ma sono molto cordiali. Ci conducono al tavolo e ci portano una salvietta calda, una tazza di tè verde caldo e il menu. A ciò segue sempre il momento più difficile: quello delle ordinazioni. Noi indicavamo al cameriere le riproduzioni in plastica delle vivande sempre esposte in vetrina o le foto del menu. Finiamo la serata ad Odaiba, nella zona della baia di Tokyo, che raggiungiamo con la linea Yurikamome dalla stazione di Shimbashi, per fare le foto al Ponte Rainbow.
Tokyo terzo giorno – Kamakura Prendiamo la Yokosuka line per Kamakura, una città piena di templi buddhisti e santuari sparsi lungo un itinerario a ferro di cavallo attorno alla stazione. Tutto si visita facilmente a piedi partendo dalla stazione di Kita-Kamakura e visitando i templi situati lungo il percorso ben indicati da cartelli anche in inglese. Noi ne abbiamo visitati solo alcuni: – Tempio di Engaku-ji – Tempio di Tokei-ji circondato da un bel parco alberato – Tempio Jochi-ji – Tempio Kencho-ji, il più importante dei cinque grandi templi zen della città con un giardino zen e un monastero.
– Tsurugaoka Hachiman-gu, il santuario principale di Kamakura – Daibutsu, il grande Buddha in bronzo alto 11 metri che è la vera attrattiva di Kamakura I templi sono più o meno tutti fatti allo stesso modo. Appena oltrepassato il torii (ingresso) c’è una tinozza d’acqua con una serie di mestoli dal manico lungo per il rituale di purificazione. Dopo si passa alla sala del culto che si trova difronte alla sala principale dov’è custodita l’immagine sacra. I fedeli mettono una moneta nella cassetta e suonano il gong tirando una grossa corda, pregano e poi battono due volte le mani. Accanto alla sala del culto sono sempre in vendita degli amuleti o dei foglietti di carta con frasi che predicono la sorte.
Stanchi dei templi facciamo un giro per i negozietti di Kamachi-dori, la via dello shopping dove compriamo i primi souvenir della vacanza.
Torniamo a Tokyo con il treno delle 17,25.
Tokyo quarto giorno Ci svegliamo presto (ore 6) per visitare il mercato del pesce, il Tsukiji Market. Il mercato all’ingrosso non è aperto al pubblico, ma si può girare liberamente per il mercato esterno che vende direttamente ai ristoratori, ai negozi al dettaglio e ai privati. È molto caratteristico, gigantesco e frenetico, attenzione a non farsi investire dai carrelli elettrici che transitano negli stretti corridoi. Molto caratteristico e divertente.
Torniamo in albergo per la colazione e decidiamo di prendere il vaporetto che collega Odaiba con Asakusa. La crociera non è molto panoramica, ma è comoda per raggiungere Asakusa la cui attrattiva principale è il tempio Senso-ji, molto imponente, ma pieno di gente e negozi, senza il fascino dei templi più raccolti di Kamakura. Oltrepassiamo le bancarelle e ci troviamo a Rokku, il vecchio quartiere del cinema di Asakusa, un po’ trasandato ormai. Raggiungiamo poi Kappabashi-dori dove ci sono tutti i negozi che riforniscono i ristoranti e vendono i cibi finti di plastica e le lanterne di carta rossa.
Cena al grill-bar Hachita sempre in Ginza Sakura-dori (spesa totale 2795 Yen) Tokyo quarto giorno – Zona di Shibuya: poco ricca di attrative, ma caratteristica per la sua vivacità e l’affollamento di ragazzi e negozi all’ultima moda – Zona dei “love hotel”, gli alberghi dell’amore: una collina piena di fantasiosi alberghi che sembrano castelli gotici e templi mediorientali dove le camere vengono vendute a ore. Dato che a Tokyo molti adulti vivono ancora con genitori o con gli suoceri, i love hotel sono luoghi di incontro per le coppie di ogni età.
– Tokyo Metropolitan Museum of Photography: interamente dedicato alla fotografia prevalentemente giapponese, ma anche con una notevole collezione internazionale – Omote-Sando: viale che va da Harajuku ad Aoyama dove si trovano tutte le più prestigiose firme dell’abbigliamento internazionale. Più interessanti sono i vicoli laterali caotici e divertenti dove si trovano negozi originali e piccoli caffè – Torniamo a cena da Negishi, è venerdì sera e tutti i locali sono pienissimi (satavolta spendiamo 2160 Yen) Takayama quinto giorno Shinkansen Hikari da Tokyo e Nagoya (2 ore) dove prendiamo l’espresso Hida per Takayama (altre 2 ore). Check-in all’hotel Best Western quasi difronte alla stazione con camere spaziose e confortevoli.
L’ufficio del turismo è difronte alla stazione ed è gestito da personale che parla inglese e distribuisce cartine e informazioni sulla zona.
– Hida Kokubun-ji: il più antico tempio di Takayama; nel cortile c’è una pagoda a tre piani e un albero di gingko incredibilmente contorto che sembra abbia 1200 anni – Sanmachi: cuore della città vecchia, possiede tre vie principali sulle quali si affacciano negozi tradizionali, ristoranti, musei e abitazioni private. Le distillerie di sakè si riconoscono dai cesti rotondi di rami di cedro appesi sopra le porte di ingresso.
– Cena da Masakatu a base di cotolette di maiale, riso e verdura (1800 Yen) Sesto giorno: Takayama – Miya-gawa Market: occupa la sponda orientale del fiume, bancarelle di ortaggi (sconosciuti…) dei contadini, articoli di artigianato, souvenirs, caffè caldo (fa molto freddo, ieri sera ha anche nevicato un po’) e sakè – Casa del mercante Kusakabe Mingeikan, museo d’arte popolare in una casa interamente in legno del periodo Edo – Takayama Yatai Kaikan, sala espositiva dei carri allegorici che espone a rotazione quattro dei 23 carri che vengono utilizzati durante il Takayama Matsuri. Lunghe le vie di Takayama si possono notare alcuni strani garage di forma alta e stretta con porte a più piani: sono i luoghi in cui sono custoditi i carri che non sono esposti nel museo. Visitiamo anche il santuario del Sakurayama Hachiman-gu che sorge nel luogo in cui si svolge il Matsuri.
– Takayama-Jinya: palazzo governativo di Takayama del 1800 – Hida-No-Sato: museo all’aperto con decine di case di tipo tradizionale smantellate dalla loro sede originaria in varie località della regione e ricostruite qui (molto suggestivo con la neve). Si raggiunge con l’autobus dalla stazione dei treni (10 minuti).
– Cena in un ristorante tipico (nome incomprensibile) a pochi passi dall’albergo a base di hoba-miso (pasta di miso dolce) in brodo e gamberoni fritti (3000 yen) Settimo giorno – Kyoto Espresso Hida per Nagoya (2 ore) e da qui Shinkansen Hikari per Kyoto (1 ora). Metropolitana per l’Hotel ANA nella zona sud-ovest di Kyoto. Dalle camere, spaziose e ben arredate, si vede il castello Nijo-jo. Servizio bus gratuito ogni 20 minuti per la stazione.
– Nijo-jo: residenza ufficiale degli shogun a cui si accede attraverso un imponente portale; complesso di cinque edifici ciascuno con numerose stanze i cui paraventi sono coperti di spettacolari dipinti – Cena a un ristorante cinese della stazione (2050 yen) Ottavo giorno – Kyoto – Sanjusangen-do: tempio che ospita 1001 statue di Kannon, la dea dalle mille braccia. L’immagine più grande di Kannon è fiancheggiata su entrambi i lati da 500 statue più piccole della stessa dea allineate su più file. È il primo tempio in cui non ci fanno fare foto così compriamo alcune cartoline per ricordo.
– Kiyomizu-Dera: antichissimo tempio in legno; la sala principale ha un grandissimo portico sostenuto da centinaia di colonne e presso una cascata, i visitatori bevono le acque cui vengono attribuite proprietà miracolose. Il ripido tratto che sale al tempio è fiancheggiato da negozi di artigianato tradizionale, suovenir e cibo. Il tempio è candidato a diventare una nuove delle sette meraviglie del mondo (www.New7wonders.Com).
– Chion-In: quartier generale dei buddhisti; il San-Mon, il portale d’ingresso, è il più grande in tutto il Giappone, ed è un’anticipazione dell’imponente struttura del tempio.
– Parco Maruyama-Koen per raggiungere il quartiere di Gion famoso per le geishe e i locali notturni:, Shinmonzen-dori dove ci sono vecchie case, gallerie d’arte e negozi d’antiquariato (prezzi elevati); Shirakawa Minamidori una delle vie più belle specialmente la sera. Riusciamo a incontrare anche alcune geishe che si recano agli appuntamenti.
– Cena al Ramen Koji al decimo piano della stazione di Kyoto (1450 Yen) dove l’ordine viene fatto con una macchinetta automatica prima di entrare nel ristorante.
Nono giorno – Nara Prima vera capitale del Giappone ad un’ora di treno da Kyoto. Otto siti di Nara sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità tra cui il Todai-ji il più grande edificio in legno del mondo con la vasta sala che ospita l’enorme statua di bronzo del Buddha. A breve distanza visitiamo il Nigatsu-do e il Kasuga Taisha la cui via di accesso è fiancheggiata da centinaia di lanterne.
Passando per il quartiere antico di Nara, Naramachi, torniamo in stazione per prendere il treno di ritorno per Kyoto.
Cena ad un ristorante (nome incomprensibile) del complesso The Cube della stazione di Kyoto (2500 Yen) a base di tempura e riso.
Decimo giorno – Kyoto Passeggiata del filosofo: il sentiero richiede circa mezzora di cammino cominciando dal tempio Eikan-do passando dal tempio Nanzen-ji circondato da grandi giardini e da altri templi minori e terminando al Ginkaku-ji. A quest’ultimo tempio si accede attraverso alte siepi per poi finire improvvisamente nei grandi giardini in cui si snodano delle passerelle e dove sono visibili coni di sabbia bianca molto curati che dovrebbero simboleggiare montagne e laghi. Un sentiero sale sul fianco della montagna attraverso gli alberi.
Cambiamo genere e ci rechiamo al Kyoto Handicraft Center per acquistare alcuni souvenir. E’ una grande cooperativa di artigiani a nord dell’ Heian-jingu.
Cena ad un ristorante del centro Isetan della stazione di Kyoto (2467 Yen).
Undicesimo giorno – Kyoto Autobus n. 12 per il tempio Kinkaku-ji: il celebre tempio d’oro costruito come villa dello shogun poi trasformato in tempio. Molto bello l’effetto del tempio d’oro che si specchia nel laghetto. Da qui riprendiamo l’autobus (n. 59) per il tempio Ryoan-ji. La maggiore attrazione è il giardino: una composizione di 15 rocce in un mare di sabbia circondata da un muro di argilla. Suggestivo anche lo stagno, specialmente al tramonto.
Torniamo verso il centro per visitare il Nishiki Market, il migliore mercato della città aperto tutti i giorni. La varietà dei cibi esposti è incredibile dalle teste di pesce, alla verdura, ai fiori.
Cena al ristorante cinese del centro Isetan della stazione di Kyoto (4546 Yen) Dodicesimo giorno – Osaka Prendiamo lo Shinkansen Hikari delle 10,21 per Osaka dove arriviamo dopo 15 minuti.
Check-in all’hotel Nikko Osaka a Shinsaibashi in ottima posizione e con buoni servizi.
Piove e ne approffitiamo per passeggiare per le immense gallerie di negozi di Shinsaibashi fino a Dotombori.
Cena al ristorante indiano Santana in Dotombori Chuo-ku (4400 Yen).
Tredicesimo giorno – Osaka Anche qui ad Osaka visitiamo il quartiere dell’elettronica (Den Den Town), la versione locale dell’Akihabara di Tokyo dove molti negozi sono Tax Free. Ci dirigiamo poi al Palazzetto dello Sport (Furitsu Taiiku-kan Gymnasium) dove sappiamo esserci la giornata conclusiva del torneo di Sumo di marzo. Fuori c’è tantissima gente e i biglietti sono esauriti da giorni. Per curiosità, aspettiamo almeno di vedere l’entrata dei lottatori più famosi (Asashoryu, Kaio, Hakuho, ecc). Stiamo per andarcene quando una giapponese e suo marito australiano (Yoko e Bruce) ci offrono di entrare con loro perché hanno quattro biglietti. Accettiamo di entrare con loro e ci accomodiamo in un palco da quattro (seduti per terra ovviamente) dove ci portano subito da bere e da mangiare a volontà. Gli incontri sono spettacolari e tutto il cerimoniale è molto affascinante e complesso. Il sumo è infatti pieno di simboli e ideali religiosi, è uno sport antico dalla rigida disciplina. I nostri due nuovi amici cercano però di spiegarci tutto e alla fine siamo molto contenti di avere avuto l’opportunità di assistere a questa finale. Contro ogni aspettativa il vincitore del torneo è Hakuho contro Asashoryu. Dopo l’incontro decidiamo di andare a fare un giro per Dotombori, il quartiere del divertimento notturno più vivace di Osaka. Tutto gravita attorno al Dotombori-gawa e alla Dotombori-arcade piena di ristoranti e locali appariscenti. Facciamo alcune foto dal Ebisu-bashi, un ponte che offre una veduta notturna alla Blade Runner. Verso Namba è pieno invece di gallerie con locali di strip-tease, cinema e sale pachinko.
Quattordicesimo giorno – Osaka Visitiamo il castello di Osaka (Osaka-jo) circondato da un immenso giardino molto piacevole in primavera durante la fioritura dei ciliegi. Dalla piattaforma panoramica del castello si aprono belle vedute di Osaka. Ci spostiamo poi nella zona di Kita dove si trova l’Umeda Sky Building, un complesso di torri gemelle molto futuristico. L’edificio dispone di due piattaforme panoramiche: una all’aperto in cima alle torri e una al coperto immediatamente sotto. Una scala mobile esterna racchiusa in una galleria di vetro permette di salire gli ultimi cinque piani. Sotto le torri si trova una ricostruzione di un’antica via commerciale con ristoranti e izakaya.
Zona di Tempozan: una zona urbana ubicata su di un’isola in mezzo ai trafficati porti mercantili della baia di Osaka. Qui si trova una ruota panoramica, una galleria di negozi e ristoranti e l’acquario di Osaka che ospita lo squalo balena.
Cena al ristorante Tonharu della stazione di Namba (1680 Yen).
Quindicesimo giorno – Hiroshima Prendiamo lo Sinkansen Hikary 457 delle 10,36 e alle 12,09 arriviamo a Hiroshima, città ricordata quasi esclusivamente come primo obiettivo della bomba atomica. Il simbolo della devastazione della bomba è la cupola chiamata A-Bomb Dome dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. L’edificio, prima dell’esplosione era l’Industrial Promotional Hall e oggi i suoi resti sono conservati a ricordo della tragedia. Da qui passiamo al Peace Memorial Park che comprende il Cenotafio (che riporta i nomi di tutte le vittime della bomba) e la Fiamma della Pace che sarà spenta solo quando non esisteranno più armi nucleari. Sempre nei pressi si trova il Children’s Peace Memorial dedicato a Sadako, una bimba morta di leucemia. Quando Sadako scoprì di essere malata decise di costruire 1000 gru di carta, simbolo di longevità e felicità. La bambina era convinta che costruendo le gru sarebbe riuscita a guarire. Quando però morì prima di riuscire a costruire tutte e 1000 le gru, i compagni di classe finirono la sua impresa. Ancora oggi molte persone costruiscono gru di carta che depongono intorno al monumento. Nelle vicinanze si trova anche il Korean A-Bomb Memorial in memoria dei coreani deportati in Giappone vittime della bomba atomica.
Visitiamo il Peace memorial Museum che racconta quello che accadde prima, durante e doppio lo scoppio della bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1945.
Il museo, il cenotafio e la fiamma perpetua sono stati disegnati dall’architetto Kenzo Tange.
Riprendiamo lo shinkansen Hikari 472 delle 17,46 e alle 19,28 siamo di ritorno a Osaka. Ceniamo al ristorante indiano Namaste nella zona di Shinsaibashi (6000 Yen).
Sedicesimo giorno – Rientro in Italia La nostra vacanza è finita. Alle 6 prendiamo la metropolitana per la stazione di Namba e di qui il Limousine Bus (circa 50 minuti) per l’aeroporto internazionale del Kansai per rientrare in Italia via Francoforte.