In Umbria, sulle tracce di San Francesco

E non solo!!
Scritto da: stezap78
in umbria, sulle tracce di san francesco
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Finalmente giungono le tanto desiderate ferie che ci vedranno per la prima volta nella regione verde per antonomasia, nonché cuore d’Italia: l’Umbria.

E subito dobbiamo fare i debiti scongiuri in quanto il meteo, su 5 giorni, ce ne dà praticamente 4 di maltempo.

Il nostro itinerario è costruito in base alle due strutture dove alloggeremo:

  • le prime due notti a Foligno, presso il centrale B&B “A casa di Silvia”;
  •  le altre due, fine settimana premio della raccolta punti di una nota catena di Ipermercati lombardo-piemontese, all’agriturismo “Villa Dama” di Gubbio.

1° giorno: Spello, Foligno, Montefalco e Bevagna

Partiamo in auto dalla provincia di Milano relativamente tardi, alle 8, ma fortunatamente il viaggio scorre tranquillo. Come avevo preventivato, poco dopo mezzodì siamo pranzare al sacco in uno spiazzo lungolago a Passignano, sul Trasimeno. Mentre in lontananza, si intravedono i primi nuvoloni minacciosi e si sente tuonare!

Ripartiamo ed incontrando pioggia in strada decidiamo, di chiamare il B&B per chiedere di posticipare il check-in ed approfittarne, visto che si è di passaggio, per effettuare subito la visita di Spello.

Spello

Spello è famosa per essere uno dei borghi più belli d’Italia ed in primavera si riempie di colori, grazie a piante e fiori, messi dai residenti che fanno a gara per vincere il titolo di balcone o vicolo più bello. Il tutto precede la festa religiosa di metà giugno delle Infiorate. Quando cioè composizioni floreali vengono messe lungo le strette vie principali per onorare il passaggio del corpo di Cristo, portato in processione dal vescovo.

Lasciamo l’auto subito fuori dalla Porta Consolare, e cominciamo la salita al Borgo. Il caratteristico Vicolo dei Baci dove è possibile farsi un selfie e taggarsi, come da invito, precede la visita della Chiesa di Santa Maria Maggiore.

Procediamo poi, con un occhio verso l’alto perché comincia a scurirsi minacciosamente e, puntualmente, quando siamo sul punto più alto, comincia a piovere. Ci fermiamo sotto un portico, soprattutto per salvare la reflex, prima di poter ripartire alla volta del B&B.

Foligno

Giungiamo a Foligno dopo aver tribolato abbastanza con il navigatore che ci fa incastrare nelle strettissime viuzze della Ztl (fortunatamente sempre disattivata) con incroci ad angolo retto da cui consiglio, visto che il centro è piccolo ed i parcheggi sono a pagamento dalle 9 alle 19 (mezz’ora giornaliera gratuita), di trovarne uno periferico gratuito e farsi una passeggiata.

Archiviato il check-in e dopo una pausa, un timido sole ci accompagna a Montefalco, il secondo borgo più bello d’Italia che abbiamo in programma.

Quassù bisogna stare attenti a non volar via… e soprattutto ci si deve coprire! Il borgo, partendo dalla Porta dello Stradone è visitabile in poco tempo. In breve si giunge alla piazza centrale del Comune, dove ristoranti con menù tipici offrono il pezzo forte: il rinomato vino Sagrantino appunto, di Montefalco.

Visto il clima, optiamo per un altro cambio di programma. Invece di cenare qui come preventivato, decidiamo di scendere a Bevagna, terzo borgo più bello d’Italia in programma, sperando che almeno non ci sia il vento fastidioso che c’è qui.

Arriviamo a destinazione circa alle 20.15 trovando parcheggio (gratuito il mercoledì) subito fuori dalle mura del borgo presso la Porta Cannara.

Di buon passo, ci dirigiamo verso il ristorante, consigliatoci da un amico, Ottavius Osteria d’Autore, che è a due passi dalla centrale e bellissima Piazza Silvestri, sulla quale si affacciano le chiese di San Silvestro e San Michele, oltre al Palazzo dei Consoli e la Fontana del 1896 in stile neo-medievale che abbiamo l’occasione di apprezzare soprattutto dopo, in notturna.

Il locale c’è stato consigliato da un amico che c’ha preso in pieno. Se si entra dall’entrata secondaria si può rimanere disorientati perché non c’è un’insegna visibile, scarsa illuminazione ed il portone, con vetro verde, non fa neanche vedere dentro. L’interno è invece raffinato, ricco di quadri e mobilia, nonché di accessori, ed in sottofondo c’è della musica, a volte jazz, mai fastidiosa. Veniamo accolti dalla sommelier, che ci sembra di deludere, perché per oggi ci accontentiamo di acqua nonostante il nostro tavolo dà proprio sulla cantina ben fornita. Dal menù di cucina umbra (con prezzi onesti) scegliamo il classico tagliere di formaggi e salumi locali e, come primo, pappardelle di canapa ai funghi e nocciole. Prima di riavviarci al B&B per il meritato riposo e con circa 30€ di conto chiudiamo la serata dolcemente con il mio dessert preferito: il tiramisù.

2° giorno: Trevi, Campello sul Clitunno e, causa maltempo, solo Foligno.

Dopo una fugace colazione partiamo alla volta di Trevi, a poco più di una decina di chilometri. Dobbiamo massimizzare il tutto in quanto il meteo dà pioggia già nel primo pomeriggio.

La campagna sottostante al Borgo antico, il quarto (ed ultimo) in programma tra i più belli d’Italia, è un susseguirsi di campi coltivati ad ulivo, che gli hanno fatto guadagnare il titolo di capitale dell’olio. La strada, in salita, tutta curve offre molti punti di sosta dove potersi fermare a contemplare il panorama e scattare le varie foto di rito.

Lasciamo l’auto appena dentro le mura romane e ci incamminiamo, in salita, verso la seconda cinta muraria, quella medievale, che permette di scorgere la caratteristica forma a chiocciola del borgo.

La piazza centrale, che non ha edifici religiosi (da qui piazza civile) ha la torre civica, o dell’orologio, proprio affianco al palazzo comunale. Camminiamo senza una meta precisa, e rapidamente visitiamo il Duomo, dove c’è un bel presepe permanente creato dai bambini del posto, oltre un crocefisso ed un organo molto antichi, ci perdiamo tra le vie ricche di case medievali ed alcuni punti panoramici, soprattutto esposti verso Sud ed in cui la vista, in condizioni di giornata serena, potrebbe spaziare a perdita d’occhio sull’intera vallata scorgendo anche Spoleto.

Campello sul Clitunno

Ritorniamo all’auto. Ora sarà la volta di Campello sul Clitunno, dove in 10 km visiteremo il Tempietto sul Clitunno e le Fonti del Clitunno.

Il Tempietto è una piccola chiesa, visitabile a pagamento (se dovete visitare anche Spoleto, consiglio l’acquisto della Spoleto Card di 9,50€ in cui è inserito, e di cui scriverò più avanti), costruita a forma di tempio, sita nella frazione di Passignano, che fa parte del sito seriale “Longobardi in Italia, i luoghi del potere” inserito dall’Unesco assieme ad altri 6 luoghi, a giugno 2011, tra i siti Patrimonio dell’Umanità.

Sempre a Passignano, segnalo con più tempo a disposizione, che meriterebbe la salita e visita al castello con le sue mura che si scorgono, imponenti, dall’Aurelia.

Noi invece percorriamo un paio di chilometri ed arriviamo all’ingresso delle Fonti del Clitunno (costo ingresso 3€). Qui visitiamo le sorgive, che una volta davano origine ad un fiume più grande ed al tempo dei romani perfino navigabile, poi “rimodellate” da un violento terremoto, che ora non son altro che un piccolo laghetto attorniato da un bel parco ed abitato da uccelli acquatici e pesci.

Qui, sono passati e vi hanno tratto ispirazione, poeti e letterati. Ricordo i più famosi: Plinio il Giovane, Virgilio, Byron ed il Carducci.

Neanche il tempo di finire la visita e mangiare dei panini che, in anticipo rispetto alle previsioni, inizia a diluviare. Salta così la visita di Spoleto. Mestamente ritorniamo a Foligno, dove se ne approfitterà per riposare ed approfittare di una schiarita serale per visitare velocemente il centro della città.

Da vedere si segnalano: Palazzo Trinci, sito nella centralissima Piazza della Repubblica dove in pochi metri sono siti, la Cattedrale di San Feliciano, purtroppo non visitabile in quanto ancora chiuso dai tempi del terremoto di Amatrice, il palazzo comunale, quello del podestà. Segnalo inoltre da visitare, vicine tra loro, la Chiesa di San Domenico e la Basilica di Santa Maria Infraportas.

3° giorno: Spoleto, passaggio a Colfiorito, Rasiglia e Gubbio.

Colazione, consegna delle chiavi e partenza. Dobbiamo recuperare Spoleto, che ieri non ci siamo arrischiati a raggiungere per la pioggia.

Per accelerare i tempi, lasciamo l’auto al parcheggio Posterna da cui parte il primo, di tre, sistemi di scale mobili ed ascensori sotterranei con “fermate” vicino ai luoghi più importanti che permette, da una parte di ingorgare le strade del centro medievale, e dall’altra di evitare molte scalinate da fare altresì in superficie.

Spoleto

Prima tappa: il Duomo di Santa Maria Assunta, uno già dei più riconoscibili d’Italia oltre che per la sua facciata gotica, perché si raggiunge dopo una bella scalinata in discesa; e reso ancor più famoso per esser stato la location delle ultime serie di Don Matteo, la celebre serie Tv targata Rai con protagonista Terence Hill.

Con grande sorpresa, praticamente non c’è nessuno! Possiamo quindi tranquillamente goderci la visita e perderci a fare foto.

A seguire, riutilizziamo il sistema di ascensori e ci concediamo la passeggiata nel verde sopra Spoleto su parte del “giro dei condotti”, le condutture degli acquedotti della città, che dalla Rocca Albornoziana permette di raggiungere il Ponte delle Torri. La fortezza (visitabile con la Spoleto Card acquistata ieri) è il secondo dei 6 luoghi Patrimonio dell’Umanità in quanto testimonianza, sia della forza del Principato di Spoleto in epoca medioevale, ma soprattutto della presenza al suo interno di una mostra che, attraverso reperti archeologici e ricchi pannelli illustrativi, spiega la grande eredità lasciata dai Longobardi.

Il Ponte, invece, in origine acquedotto romano scavalca la vallata sottostante, con un’altezza massima di 80 metri, e porterebbe all’Eremo di San Francesco d’Assisi ed il suo Bosco Sacro. Purtroppo però è chiuso per lavori di manutenzione, per tanto, mestamente ci riavviamo all’auto.

Rasiglia

Ritornando verso Foligno, la meta successiva prevista è Rasiglia, il piccolo borgo definito da molti la piccola Venezia umbra in quanto ricca di cascate e ruscelli, a metà strada dalla Piana di Colfiorito che, con più tempo, richiederebbe da sola mezza giornata per poter fare un’escursione nella sua Riserva naturale che più in là con il clima, offrirebbe fioriture pari quasi alla non vicinissima, e da qualche anno di moda, Piana di Castelluccio di Norcia.

Erroneamente prendo la superstrada che obbligatoriamente, in 18 chilometri praticamente interamente in gallerie in salita, ci porta a Colfiorito. Dai 23 gradi di Foligno, a 230 metri circa sul mare, passiamo ai 12 di Colfiorito, a quota 760. Piove e ci sono raffiche di vento quasi a pensare di essere in autunno anziché in primavera! Data l’ora è inutile pensar di andare a Rasiglia e rischiare di trovare un ristorante ancora aperto.

Senza troppe pretese entriamo alla Botteguccia del Campo 64.

Veniamo subito investiti dalla calorosa accoglienza dei camerieri che ci mandano al tavolo delle coppiette! Senza neanche portarci il menù e solo dopo averci chiesto se “andavamo” ad acqua o vino, iniziano a portare pietanze. Alla seconda blocchiamo la cameriera e solo allora si accorgono che non sappiamo come funziona. Semplicemente, si parte con una degustazione di 10 portate di antipasti della zona, piatti tutti preparati con prodotti locali in un tripudio di spezie, legumi e tartufo. Se poi si ha ancora fame si procederà con il primo ed eventualmente il secondo. Noi ci arrendiamo, calcolando che abbiamo già concordato la cena tipica nella seconda struttura, all’antipasto ed aggiungiamo il dolce per totali 50€…ma ampiamente soddisfatti e stra-pieni!

Ripartiamo sulla strada giusta per Rasiglia in quasi totale solitudine: ben poche sono le vetture che incontriamo ed anch’io ho l’opportunità, sebbene al volante, di guardarmi attorno e fermarmi per qualche foto costeggiando un laghetto della riserva naturale.

In breve giungiamo a Rasiglia, la piccola Venezia umbra. Il caratteristico borgo è ricco di ruscelli che formano cascatelle, visitabile al massimo in mezz’oretta, ma il tutto vale senza dubbio la visita.

Adesso ci aspetta il trasferimento più lungo di oltre 70 km: direzione Gubbio, dove poi dovremo fare il check-in per l’agriturismo.

Gubbio

Prima di ciò, però, approfittando di un apparente sole, ne approfittiamo per fare un giro nella cittadina, che la morosa aveva già visitato in passato. Il sole regge; in compenso c’è un fastidioso vento che, rispetto alle previsioni, è in anticipo di un giorno. Un po’ troppo rapidamente per i miei gusti visitiamo la famosa Fontana del Bargello (o dei Matti dove si consegue un’autentica patente di matto effettuando un rito!), il Palazzo dei Consoli e la Piazza Grande, entrando solo al Duomo, e trovando anche parecchi turisti e scolaresche.

Infine, ma non meno importante, scendendo a riprendere l’auto, sosta ai resti dell’anfiteatro romano per le foto di rito.

La giornata volge al termine, prima delle pratiche di routine del check-in e la cena, con gli ultimi 13 chilometri che ci portano all’agriturismo: dei quali la metà si percorrono su una strada sterrata, ma facilmente percorribile, che portano sulla collina di proprietà della vasta tenuta dove sono presenti diversi casali per gli ospiti, a poca distanza dalla struttura centrale dove ci si ritrova per i vari pranzi. Il tutto come una gita nella gita, in quanto ci si immerge  in boschi dove si immagina si possa facilmente anche fare incontri con la fauna tipica dell’Appennino!

4° giorno: Assisi

Effettuata un’abbondante e genuina colazione con prodotti direttamente provenienti dalla tenuta, partiamo alla volta di Assisi.

Il Tom Tom, di cui, come già scritto, ho capito che bisogna imparare spesso a diffidare, per evitare un cantiere sulla statale che avremmo dovuto percorrere, ci fa andare all’avventura su strade poco battute che in 50 chilometri si perdono tra varie colline. Comunque, dopo un’ora circa, e quasi a non crederci, seguendo quasi le orme di San Francesco, dopo aver riportato a casa un cane lupo trovato in mezzo alla strada e che un vecchietto ci ha detto di chi fosse, dopo un’oretta siamo al parcheggio Saba Matteotti dove lasciamo l’auto (pagando € 1,30 all’ora).

Scendendo viene da domandarsi però se si abbia sbagliato città! Dato che il forte vento sembra di essere a Trieste! Entrando subito nelle mura medievali capiamo ben presto che, neanche a farlo apposta, siamo finiti ad Assisi in una giornata particolare. Infatti siamo finiti nel bel mezzo dei preparativi del Calendimaggio: un’antica e molto sentita festa che si svolge ogni anno per celebrare l’arrivo della primavera e che vede sfidarsi tra tornei e cortei in costume le due fazioni in cui è divisa la città.

L’epicentro della manifestazione è la Piazza del Comune dove sono state montate delle vere e proprie tribune ed è tutto un brulicare di mezzi e gente. Sotto al Tempio di Minerva si stanno arrangiando gli strumenti musicali. Rapidamente così ci portiamo verso la Basilica di San Francesco, che visitiamo interamente, ci perdiamo nelle viuzze a guardare i vari negozi di souvenir ed infine, sfidando il vento, ci inerpichiamo fino alla Rocca Maggiore da dove si coglie uno stupendo panorama oltre che su tutta la città, nonostante le nuvole si riesce a scorgere in lontananza Spoleto!

Verso le 15 ripartiamo alla volta dell’agriturismo per effettuare, come consigliato dai proprietari una bella passeggiata nella tenuta dove abbiamo modo di visitare anche le stalle, e la fortuna di vedere in pochi metri 2 varietà diverse di orchidee italiane.

A conclusione dell’ultima giornata piena in Umbria, non volendo andare alla ricerca di un ristorante e visto che la sera prima abbiamo mangiato divinamente, rimaniamo in agriturismo per la cena, sempre a base di prodotti tipici umbri.

L’indomani sarà, infine, la volta del ritorno nel milanese che effettueremo tranquillamente seguendo l’itinerario del Tom Tom che ci suggerisce come strada più breve ed economica, di andare fino a Fano, dove approfittiamo per veder per la prima volta il mare. A mano a mano che ci portiamo verso Milano, il tempo, quasi a prendersi gioco di noi, migliora. Nei nostri ricordi resteranno però i colori, la pace inaspettata (salvo a Foligno, Gubbio ed Assisi) e la conferma della cucina umbra che è buonissima. Tutti elementi che invogliano senza dubbio a programmare un nuovo viaggio che spero avvenga presto.

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