Facilmente raggiungibile anche in treno, questa città tra le montagne è il posto giusto dove vivere l’autunno tra castelli e mele
Il Castello del Buonconsiglio, ma anche i luoghi simbolo della Grande Guerra. Un patrimonio di storia che risponde al nome di Trento, la controparte “italiana” del Trentino-Alto Adige, rispetto a quell’Alto Adige che mantiene una certa autonomia di lingua e di pensiero. E così, il capoluogo del Trentino diventa non solo una meta d’arte, ma il posto perfetto dove vivere l’autunno, grazie ai suoi verdissimi dintorni in cui scoprire uno dei prodotti d’eccellenza del territorio: le mele. Un viaggio che nutrirà gli occhi, l’anima e ovviamente lo stomaco. Partiamo?
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I luoghi imperdibili di Trento
Doss Trento
Il Doss Trento è un colle alto 309 metri, la sua altezza lo colloca tra i punti panoramici della città. Il Doss Trento costituiva parte dell’imponente difesa austro-ungarica che era la Fortezza di Trento, un campo trincerato a difesa del capoluogo.
Oggi è un parco d’interesse botanico, geologico e storico, accessibile solo a pedoni e biciclette. Al suo interno vi si trova il Museo Nazionale Storico degli Alpini, il Mausoleo di Cesare Battisti e i resti di una Basilica Paleocristiana.
Alla fine degli anni ’30 fu deciso di realizzare sul Doss Trento una acropoli alpina, il progetto prevedeva la costruzione di un complesso di opere ma ne furono realizzate solo una parte.
Tra il 1940 e il 1947 circa 300 soldati realizzarono quella che venne chiamata la “Strada degli Alpini“, che collegava Piazzale Divisioni Alpine con la cima del colle. La salita alla cima del Doss parte dal Piazzale Divisioni Alpine, spiazzo con una caratteristica parete raffigurata da 5 aquile in pietra che rappresentano le 5 divisioni alpine dell’epoca.
Alzando lo sguardo verso il colle, si nota scolpita sulla parete rocciosa la frase “Per gli Alpini non esiste l’impossibile“. L’opera realizzata interamente a mano presenta lettere alte 120 cm e profondità di circa 20 cm.
Percorrendo la strada immersa nel verde, che in passato veniva attraversata da mezzi bellici, ci si imbatte in una galleria dove all’interno è presente un altare dedicato a Santa Barbara. Si raggiunge poi la vecchia polveriera divenuta il Museo Nazionale Storico degli Alpini (1958), purtroppo chiuso per la pandemia Covid, dove all’esterno si possono ammirare diversi armamenti storici.
Poco più in alto, a dominare la vetta del Doss Trento, si trova il Mausoleo di Cesare Battisti (1935), monumento dalla forma circolare colonnata che circonda l’altare sul quale poggia la tomba marmorea commemorativa. Nell’ipogeo del monumento si trova l’arca con le spoglie del famoso irredentista trentino.
Non molto distante, un po’ nascosta dalle radure e dagli alberi, si trovano i resti di una chiesa Paleocristiana (V-VI sec.) scoperti nel 1900. Si pensa sia stata edificata sui resti di un antico insediamento fortificato. Dopo aver visitato il Doss Trento rientro nel centro storico, direzione Cattedrale.
Basilica Paleocristiana di San Vigilio
Situata sotto il Duomo di Trento, si trova la Basilica Paleocristiana San Vigilio (IV sec.), riscoperta tra il 1964 e il 1977. Venne costruita al di fuori dell’antica cinta muraria e venne utilizzata con lo scopo di basilica cimiteriale per la sepoltura dei Santi martiri Sisinio, Martirio e Alessandro, affiancate successivamente dalle spoglie di Vigilio.
L’accesso alla Basilica è situato all’interno della Cattedrale e si trova sul lato sinistro dell’altare principale. Lo spazio è molto ampio e raccoglie diverse tombe, tra queste l’Arca di San Vigilio (XI-XII sec.) monumento funebre che accolse le spoglie del Santo Patrono di Trento.
Castello di Avio
Per raggiungere il Castello di Avio ho preso il treno fino alla stazione di Avio-Vò in circa 30 minuti, da li poi ho proseguito con una camminata di altri circa 30 minuti. Questo percorso alternativo permette di avere la visuale frontale del castello arroccato e anche di poter attraversare le strade del borgo di Sabbionara. Il Castello di Avio (XI-XII sec.), tra i castelli più antichi del Trentino, è appartenuto alla famiglia nobile dei Castelbarco, che con il passare dei secoli ne fece una piccola corte feudale. I discendenti della famiglia Castelbarco, donarono il castello al FAI (Fondo Ambiente Italiano) nel 1977, che da allora lo gestisce e ne cura la manutenzione.
Impossibile non notarlo in tutta la sua maestosità, arroccato alle pendici della montagna, dalle quali domina la Vallagarina. Si tratta di un ampio complesso che comprende il mastio, 5 torri, il palazzo baronale e le tre cinte murarie duecentesche.
Il primo edificio che si visita è la Casa delle Guardie che raccoglie splendide pareti con ciclo di affreschi (XIV sec.) che rappresentano scene di guerra.
Il percorso procede poi verso il Palazzo Baronale e i resti della cappella, dove si possono vedere ciò che rimane di alcuni affreschi raffiguranti figure religiose e sacre.
Si giunge poi al fulcro del castello, il Mastio dalla particolare forma trapezoidale è l’edificio meglio conservato del complesso. Il suo interno è suddiviso in piani accessibili da scale, ogni piano ha ampie stanze affrescate.
Ma il fiore all’occhiello è senza dubbio è quella che viene chiamata “Camera dell’amore“, una stanza situata all’ultimo piano che presenta pareti affrescate con allegorie d’amore.
Finito il bel giro alla scoperta del Castello di Avio e i panorami che offre, rientro a Trento.
Cles e la Val di Non, la “terra delle mele”
Dalla stazione di Trento-Malè-Mezzana prendo il treno fino a Cles, capoluogo della Val di Non. È una cittadina molto graziosa, situata a pochi passi dal Lago di Santa Giustina, nella zona delle famose mele della Val di Non DOP. Il Lago di Santa Giustina è un bacino artificiale creatosi con la costruzione dell’omonima diga avvenuta tra il 1946 e il 1952.
Sulla piazza di Cles si affaccia l’antica Chiesa di Santa Maria Assunta (XI sec.) con una lunetta affrescata dall’Annunciazione sopra il portale maggiore. La struttura interna presenta navata unica ad arco, vi si trova al suo interno una fonte battesimale di fine ‘500.
Nel centro storico si raggiunge Palazzo Assessorile (circa XIV sec.), sulla cui facciata è rimasto l’affresco che rappresenta lo stemma della nobile Famiglia Cles. La sua architettura è un misto tra gotico e rinascimentale. Al suo interno viene raccontata la storia cittadina, tra gli elementi degni di nota, vi è la copia della Tabula Clesiana (46 d.C.), lastra bronzea incisa con l’editto in cui l’imperatore Claudio conferisce la cittadinanza romana agli abitanti delle Valli del Noce. Il reperto è stato rinvenuto casualmente nel 1869, l’originale è conservato al Castello del Buonconsiglio a Trento. Il Palazzo Assessorile è anche molto bello per le stanze affrescate che sono state maliziosamente restaurate, facendo affiorare splendide opere dell’epoca. Il secondo piano dell’edificio raccoglie pareti affrescate da motivi allegorici, la volta della piccola veranda è decorata a tema delle 4 stagioni. Al terzo piano si trovano invece affreschi con scene bibliche e motivi mitologici, di particolare interesse sono quelli che rappresentano scene di “Caccia con falcone” e la “Caccia al cinghiale”. Questo piano venne adibito a prigione tra fine XVI secolo e il 1970, su alcune pareti affrescate si possono notare ancora alcune incisioni fatte dei detenuti.
Non molto distante si raggiunge la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (XVII sec.) è incastonata tra altri edifici. Presenta un interno a navata unica, si trovano pregevoli opere lignee come l’altare e le due statue poste al suo fianco. Le pareti affrescate sono opere recenti realizzate nel dopoguerra, rappresentano scene della vita civile e religiosa della cittadina. Per godere un magnifico panorama della vallata e del Castello di Cles, si può comodamente raggiungere in pochi minuti a piedi la terrazza che si trova all’interno del Parco Doss di Pez.
Castel Valér e Castel Nanno
Dopo aver visitato Cles, riprendo il treno per scendere a Tassullo, dalla stazione mi dirigo a piedi verso il primo castello della zona che voglio vedere. Nel paese sorgono interessanti chiese, la Chiesa di San Vigilio e la Chiesa di Santa Lucia, entrambe del XV secolo ma purtroppo chiuse.
In circa 30 minuti di passeggiata raggiungo Castel Valér (XIII sec.), caratterizzato dall’imponente torre ottagonale alta circa 40 metri, la più alta dell’intera provincia. Le sue mura racchiudono una sorta di cittadella medievale composta dal Castel di sotto e Castel di sopra. Per accedere al castello è obbligatorio prenotare la visita guidata. Da Castel Valér mi dirigo verso Castel Nanno, attraversando il paese di Tassullo e magnifici meleti del Consorzio Melinda, dove gli agricoltori sono intenti alla raccolta del frutto.
L’elegante Castel Nanno (XVI sec.) ha la particolarità di avere una torretta centrale. Il castello è luogo di leggende, pare che nel 1600 vennero processate e successivamente giustiziate tre donne accusate di stregoneria. Purtroppo non ho potuto visitare i due castelli, ma sarà una scusa per poter ricapitare in queste zone e approfittare delle aperture.
Dopo aver fatto lunghe e chilometriche passeggiate, torno alla stazione di Tassullo per raggiungere poi Mondo Melinda, dove avrò l’opportunità di visitare lo stabilimento ed acquistare i prodotti.
Melinda, il mondo delle mele
Giunge il momento della parte che riguarda la storia industriale del territorio, il Consorzio Melinda è il maggior produttore di mele della Val di Non. La visita guidata allo stabilimento (su prenotazione) oltre a raccontare la storia dell’azienda, permette di vedere le fasi post-raccolta della frutta.
Nel corso della visita non è stato possibile effettuare l’intero tour dello stabilimento, ma è stato possibile raggiungere il tunnel vetrato dove arrivano e successivamente selezionate le mele in base a calibro, colorazione e altri fattori. Il trasporto delle mele viene effettuato tramite percorsi in acqua, in questo modo il frutto non viene deteriorato. Al termine della visita siamo stati omaggiati di un sacchetto contenente alcuni prodotti e una deliziosa mela.
MondoMelinda si trova a Segno di Predaia (TN), in via della Cooperazione 21. L’orario di apertura è dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00.