Trentino in autunno: un viaggio alla scoperta di Val Rendena, Valle dei Laghi e non solo

Pinzolo, Molveno, Andalo
Scritto da: BStefania
trentino in autunno: un viaggio alla scoperta di val rendena, valle dei laghi e non solo

Le vacanze di settembre, secondo le ultime ricerche, sono sempre più apprezzate dagli italiani. Una delle regioni perfette da visitare in questo mese è il Trentino, di cui Stefania ci parla in questo racconto di viaggio

Diario di viaggio

1° Giorno. 10 Settembre 2023: Montefiascone – Avio – Pinzolo

Stamattina stanchi dal “tour de force” di sabato anziché partire da Montefiascone alle ore 7.00 come programmato, siamo partiti alle ore 8.10 e… si ritorna in Trentino. Per fortuna sull’autostrada c’era traffico ma scorrevole e alle 13.00 siamo arrivati ad Al presso il Ristorante Al Ghiottone, diventato la nostra tappa in zona e sempre una delizia. Io, Stefania, ho preso della carne salada con rucola e grana e il beef karahi, del riso basmati con spezzatino di pollo piccante con salsa al curry e spezie indiane, mentre Fabrizio ha preso degli affettati/formaggi misti e una pizza con speck e brie. Spendendo 68,30eur…che dire, se siete in zona fermatevi.

Dopo pranzo, abbiamo fatto rifornimento ed essendo presto ci siamo fermati a Rovereto a visitare il sito della Campana dei Caduti, la Maria Dolens. Il costo del biglietto è di 5,00eur e il percorso parte dalle sale interne della fondazione dove sono allestite delle mostre, oggi Human Rights, per poi percorrere una rampa, l’Ascesa del Pellegrino che esce sulla Terrazza della Visione. Da qui si attraversa il Boschetto della Pace per poi percorrere il Viale delle Bandiere fino alla Campana dei Caduti che suona ogni mezzogiorno i 100 rintocchi. L’ultimo tratto è il Parco della Memoria dove grazie a dei pannelli è raccontata la storia della Maria Dolens. Accaldati, abbiamo fatto una sosta al centro commerciale per comprare delle scarpe da trekking e per una piccola pausa dissetante.

Da qui diretti a Pinzolo anche perché si stava facendo tardi. Siamo arrivati all’Hotel Cristina verso le 18.30. accoglienza strepitosa e gentilezza fantastica. Ci hanno consegnato le chiavi della nostra Junior Suite, la nr. 148. E’ composta da due camere, entrando c’è un soggiorno con divano letto ed armadio e il bagno principale con la doccia, unico neo il phon. L’altra stanza è la camera da letto con altro armadio e…prima volta che mi capita un mezzo bagno. Fantastico! Abbiamo fatto una doccia per rinfrescarci…a Rovereto erano 34°C e poi a cena. Abbiamo la mezza pensione con la possibilità di scegliere tra due antipasti, 4 primi e 4 secondi mentre al buffet hanno antipasti, verdure, frutta e dolci.

2° Giorno. 11 Settembre 2023: Pinzolo – Fai della Paganella – Andalo – Molveno – Pinzolo

Stamattina dopo una lauta colazione abbiamo raggiunto il piccolo borgo di Fai della Paganella per una passeggiata. Prima di arrivare ci siamo fermati a Paganella 2001 per una pausa cappuccino, poi siamo scesi in paese dove abbiamo visitato la chiesa parrocchiale di San Nicolò. Aseguire abbiamo raggiunto Andalo per fare una passeggiata intorno al suo lago,  lago di origine carsica che si riempie solo con le precipitazioni. Lasciata l’auto al parcheggio a pagamento di Andalolife, 5,70 euro per 3 ore ci siamo diretti al lago, il percorso è di circa 1600 metri.

Fatte le 13.00 ci siamo fermati a mangiare un’insalatona, un toast con un tagliere Trentino presso il Bar del Palacongressi, spendendo 65 euro, un po’ caro, ma siamo ad Andalo. Dopo pranzo ci siamo diretti al lago di Molveno, il più grande lago alpino sopra gli 800 m. Lasciata l’auto a uno dei parcheggi vicino il lago (4,30 euro per 2 ore) abbiamo fatto una piccola passeggiata fino alla terrazza sul lago. Da lì abbiamo raggiunto la segheria veneziana Taialacqua del 1500 che funziona ad acqua e costruita dal parroco Don Taialacqua. Egli desiderava migliorare le condizioni economiche della popolazione producendo semilavorati di legno per poi commercializzarli nella zona dell’alto lago di Garda. L’acqua è quella del rio Molini che muove una ruota dentata nella quale è incorporato un fuso in faggio di circa 10 cm che a sua volta aziona una biella atta a trasformare il movimento rotatorio di una lama che sega i tronchi in movimento verticale. E’ una delle poche superstiti e in ottimo stato di conservazione.

Ritornati a Pinzolo ci siamo diretti presso il Birrificio Val Rendena, pensando di poter assaggiare il loco le loro birre, purtroppo non fanno mescita e di conseguenza abbiamo comprato due bottiglie per assaporarle in camera, 5,20 euro in totale per la Brenta Brau Helles e Vienna. Le stesse birre che invece al Bar Egal abbiamo pagato 6,00eur.

Rientrati in hotel, doccia, relax e poi cena.

3° Giorno. 12 Settembre 2023: Pinzolo – Cascata Nardis – Parcheggio Bedole – Madonna di Campiglio – Pinzolo

Oggi intera giornata dedicata al Parco Naturale Adamello Brenta costeggiando il fiume Sarca e percorrendo la strada per la val Genova, la valle delle cascate. Sul sito del Parco avevo prenotato e pagato online il parcheggio per l’Alta Valle (7,50 euro). Prima di Ponte Maria ci hanno fatto incanalare in una corsia per il controllo del permesso e se non ce l’avevi lo si poteva acquistare in loco.

Prima tappa…un cappuccino al bar sotto le Cascate Nardis. La leggenda narra che sia alimentata dalle lacrime di dolore della principessa Presanella che non potendo coronare il suo amore per il giovane Vermiglio, trasformò entrambi in roccia per stare vicini per sempre senza mai toccarsi. Abbiamo dovuto attendere le ore 12.00 per poter accedere in alta valle, a seguito di una frana ci sono operai al lavoro e fanno entrare ad orari prestabiliti. Entrando ci siamo fermati al piccolo cimitero Austro – Ungarico di Ragada e alla chiesa della Madonna della Neve, lì finalmente ho trovato un asino.

Lasciata l’auto a Malga Bedole a piedi abbiamo raggiunto il rifugio Adamello Collini al Bedole a 1640mt per un pranzo in mezzo alla natura e per una passeggiata. Dal parcheggio abbiamo percorso ca 1km. Il rifugio è gestito da una guida alpina e abbiamo mangiato un tagliere di salumi/formaggi, fettuccine al ragù di cervo e uno strudel strepitoso pagando 79,80 euro. Poi abbiamo deciso di fare una passeggiata a Madonna di Campiglio, la perla delle Dolomiti di Brenta, adagiata a 1550 m s.l.m. Fu luogo di soggiorno della principessa Sissi e dell’imperatore Francesco Giuseppe.

Lasciata l’auto al parcheggio sotterraneo sotto Piazza Sissi (6 euro per 2 ore), abbiamo raggiunto la centralissima Piazza Righi, purtroppo molte strutture erano chiuse e trovare un bar aperto è stato come andare a caccia. Passeggiando alla ricerca di prendere qualcosa abbiamo visitato la Chiesa di Santa Maria Antica costruita su iniziativa dell’imprenditore Franz Joseph Österreicher. E’ una chiesetta in stile neogotico-tirolese che sostituiva l’antica chiesa priorale. La famiglia imperiale d’Austria finanziò alcune decorazioni interne, ancora oggi visibili insieme al sepolcro dell’imprenditore oltre all’antichissimo Crocifisso e all’altare a portelle tardogotico.

Percorrendo via Monte Spinale abbiamo trovato un’opera di Frà Silvio Bottes, un frate-scultore, il cui monumento si presenta come un’alta roccia granitica sulla quale è apposta una scultura in bronzo raffigurante una guida alpina nell’atto plastico di scalare in cordata. Dietro si trova il Grand Hotel Des Alpes, putroppo in abbandono, che desolazione e pensare che ospitò gli imperatori d’Austria Francesco Giuseppe e Sissi e che al suo interno si trova lo spettacolare Salone Hofer.

I ruderi del primo “ospitale” furono acquistati dall’imprenditore Giovanni Battista Righi, originario di Strembo, per trasformarlo nel 1872 in un moderno albergo, lo “Stabilimento Alpino”, dedicato al nascente turismo di montagna. Il Righi costruì anche la strada per collegare lo stabilimento di Campiglio con Pinzolo e la Val Rendena. Nel 1887, Franz Josef Österreicher trasformò lo Stabilimento di Righi nel suo nuovo Grand Hotel Des Alpes. Dopo una visita un po’ deludente… forse perché la stagione è ormai finita e vedere delle strutture importanti e ricche di storia abbandonate, abbiamo finalmente trovato un bar per una birra e uno spritz…al secondo giro la birra è diventata un bicchiere di vino perché l’avevano finita! Da qui ci siamo diretti in hotel per una doccia defaticante, relax e cena.

4° Giorno. 13 Settembre 2023: Pinzolo – Canale di Tenno – Fiavé – Pinzolo

Oggi abbiamo percorso più chilometri, abbiamo raggiunto Canale di Tenno. La prima sosta doveva essere Tenno per la visita del castello, purtroppo essendo proprietà privata si può visitare solo esternamente. Essendo ora della pausa caffè di siamo fermati al lago di Tenno. Lasciata l’auto al parcheggio a pagamento, 2,00eur all’ora, abbiamo preso un caffè al bar e poi siamo scesi per alcune foto al lago. Un lago alpino dal colore turchese.

Ripresa la macchina abbiamo raggiunbto Canale di Tenno. Lasciata l’auto al parcheggio a pagamento su strada delle Ville (3,40eur per 2 ore), abbiamo fatto una passeggiata nel caratteristico borgo medievale, uno dei Borghi più belli d’Italia. Le case in pietra, i ballatoi affacciati su viuzze silenziose, le volte a botte e i gerani che colorano finestre e poggioli hanno attratto sin dal secondo dopoguerra artisti da tutta Europa, ispirati dai suoi scorci e dal paesaggio circostante che consente di avere una meravigliosa visuale sul lago di Garda. Siamo entrati dentro una cantina dove è allestito il Museo degli Attrezzi Agricoli, l’ingresso è gratuito ma non si possono fare foto…che peccato…continuo a non capire il perché di questo divieto!!!

Al termine della visita ci siamo diretti verso Fiavé e lungo la strada finalmente ho trovato delle mucche. Prima di entrare nell’area archeologica ci siamo fermati a mangiare al Ristorante La Pineta. Qui abbiamo preso il solito tagliere Trentino e la polenta di Storo con lo spezzatino, buonissimo e abbiamo speso 73,50 euro.

Ora è tempo di visitare l’area archeologica delle Palafitte di Fiavé che dal 2011 è nella lista del Patrimonio UNESCO e conservato dalla torbiera di Fiavé. Lasciata l’auto al P2 gratuito e superata l’area archeologica Dos Gustinaci abbiamo raggiunto il centro visitatori. In questo luogo si conservano sommersi i resti della fitta “selva di pali” che millenni fa sorreggevano il villaggio su palafitte. Questo sito archeologico, patrimonio mondiale UNESCO, è considerato un punto di riferimento per lo studio delle comunità preistoriche anche grazie ai numerosi reperti rinvenuti in ottimo stato di conservazione. Il biglietto d’ingresso costa 7 euro ed è cumulativo con quello del Museo.

A due passi dal sito archeologico sono state ricostruite alcune delle abitazioni su palafitte che un tempo costituivano l’antico villaggio dell’età del Bronzo. Una passerella sospesa sull’acqua ci accompagna tra le capanne di legno, complete di strumenti di lavoro, utensili e dei rudimentali elementi di arredo, ricostruiti sulla base dei dati scientifici, documentati nelle ricerche condotte dagli archeologi dal 1969 agli anni Novanta. La passeggiata è arricchita da pannelli informativi che scandiscono la vita del villaggio e illustrano le occupazioni quotidiane ai tempi delle palafitte.

Dopodiché abbiamo raggiunto il piccolo centro di Fiavé per visitare un’antica casa rurale che ospita il museo delle Palafitte. L’esposizione comprende vasellame in ceramica, monili in bronzo, in ambra baltica e oro. Oltre a resti di alimenti del tempo e circa 300 oggetti in legno fra i meglio conservati al mondo come tazze, mestoli, falcetti, trapani, manici per ascia. Lungo la strada del rientro ci siamo fermati a Pelugo per visitare dall’esterno perché chiusa la piccola chiesa cimiteriale di Sant’Antonio Abate al cui interno sono custodite degli affreschi del Baschenis.

Rientrati a Pinzolo ed essendo presto, stavolta da sola sono andata a visitare la Chiesa cimiteriale dedicata a San Vigilio a 400mt dall’hotel. Questa chiesa è importante e da visitare perché sulla parete laterale lato paese si può ammirare l’affresco della “Danza Macabra” di Simone II Baschenis, che si ricollega al viaggio dello scorso anno in Val Brembana. L’affresco raffigura nobili e plebei uguali di fronte alla morte nell’atto di “danzare” con gli scheletri, ognuno trafitto da una freccia. L’opera è accompagnata da didascalie con testi dialettali e citazioni di carattere dotto in lingua latina, che rappresentano un monologo recitato solo dal morto.

5° Giorno. 14 Settembre 2023: Pinzolo – San Lorenzo in Banale – Dorsino – Stenico – Pinzolo

Dopo colazione abbiamo raggiunto San Lorenzo in Banale, uno dei Borghi più Belli d’Italia, nato dalla fusione di sette antichi feudi. Dal 2014 fa parte del comune di San Lorenzo Dorsino e passeggiando per il borgo è ancora possibile ammirare il cuore storico delle frazioni, ognuna con la propria chiesa, le proprie case rurali.

Lasciata l’auto di fronte la Chiesa di San Lorenzo siamo andati prima a prendere un caffè nel bar adiacente poi abbiamo fatto una passeggiata iniziando da Prato, qui la Casa del Parco “C’era una volta” posta nella cinquecentesca Casa Oséi che raccoglie tutta la storia contadina di queste terre è aperta a luglio e agosto. Più avanti c’è il quartiere Prusa, la villa più in basso, dove si cammina tra stretti vicoliper poi arrivare a Glolo. Sinceramente con un po’ di delusione abbiamo ripreso la macchina senza proseguire la visita e abbiamo raggiunto il centro abitato di Dorsino.

A nostro avviso molto più caratteristico. Il nome Dorsino è legato alla presenza dell’orso bruno del Brenta che da queste parti è il re. Qui abbiamo visitato la Chiesa di San Giorgio, l’edificio più antico del paese la cui volta centrale è affrescata da Cristoforo II Baschenis e guardandoci attorno come in un girotondo abbiamo ammirato le antiche case contadine che si riconoscono per l’architettura tipica, un’arcata d’ingresso, una struttura in pietra e in legno nei piani superiori, con balconi e depositi per l’essiccazione e la conservazione di foraggio e semenze, e non ultimo il caratteristico “pont de l’era”, la rampa carrabile che conduce all’aia rurale. Passeggiando per il borgo si incontrano anche delle panchine parlanti che raccontano storie e tradizioni del paese.

Ormai ora di pranzo ci siamo spostati a Stenico. Abbiamo lasciato l’auto al parcheggio del castello e a due passi dal parcheggio si trova l’Osteria, eccezionale, per la prima volta abbiamo mangiato un hamburger con carne di cervo e maiale…da provare se passate da queste parti. Con altre pietanze e bevande abbiamo speso 87,00eur. Con il pancione pieno è stato difficile percorrere il breve sentiero che sale al castello, ma ce l’abbiamo fatta. Il biglietto d’ingresso costa 7 euro e abbiamo preso anche l’audioguida al costo di 2,50. Il personale è cordiale e pronto per ogni tua esigenza. Il maniero è arroccato su un dosso roccioso da cui si domina la conca delle Giudicarie ed è un simbolo del potere dei principi vescovi di Trento in questa regione. Dal XIII secolo divenne residenza estiva e sede del capitano, il funzionario a cui era affidata l’amministrazione del territorio. Capitani e principi vescovi sono intervenuti nel corso dei secoli ampliando, modificando e abbellendo il castello.

Superata la cinta muraria esterna, si accede al Primo Cortile su cui si affacciano edifici di epoca diversa e qui inizia il percorso seguendo l’audioguida. La parte più antica che si affaccia sul cortile è il Palazzo di Nicolò, realizzato nel XII secolo da un discendente di Bozone, il primo signore ad aver ricevuto in feudo il castello dal principe vescovo di Trento nel 1163. Qui si trova la Cappella di San Martino dove dei restauri hanno portato alla luce uno straordinario ciclo pittorico. La cappella è un ambiente unico che risale all’epoca carolingia, sulla parete si succedono episodi della vita di Gesù come l’Annunciazione, la Natività e la Crocifissione. Sotto ci sono delle figure di santi, una di queste è Santa Margherita.

Oltrepassato il portale sormontato dalla loggia rinascimentale si accede al secondo cortile e da qui al Palazzo Nuovo, un austero edificio in pietra del XIII secolo ingentilito da eleganti bifore e trifore ad arco, risalente ai tempi del principe vescovo di Trento Federico Vanga. A pianterreno c’è la Sala del Giudizio destinata all’amministrazione della giustizia del territorio infatti una sopraelevazione della sala doveva ospitare i giudici. L’ambiente è illuminato unicamente da feritoie che denunciano l’originaria destinazione difensiva dell’edificio. A seguire si entra nel Palazzo Vecchio dove nell’ambiente del pianterreno è ospitata una collezione di manufatti in ferro battuto.

Si entra poi nella Casa Vecchia prima proprietà vescovile all’interno del castello voluto dal principe vescovo Georg von Liechtenstein alla fine del XIV secolo. A pianterreno sono visitabili le cantine, suggestivi ambienti voltati oggi destinati all’esposizione di una ricca collezione di chiavi e serrature. Addossato alla Casa Vecchia c’è il palazzo Hinderbach costruito nel 1477 dal principe vescovo di Trento Johannes Hinderbach, il cui stemma campeggia sopra l’ingresso. Un’elegante scala, in cui si alternano scalini in pietra rossa e bianca, conduce alla Sala dei Putti, all’antica cucina con la grande cappa arredata con mobili e utensili in rame e in legno, alla Stanza del Vescovo, un ambiente intimo dotato di un curioso “gabinetto a scomparsa”. Di fronte alla Sala dei Putti si innalza l’antica Torre della Fune, all’ingresso  è visibile la cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, che consentiva l’approvvigionamento idrico al castello mentre salendo le scale si vede una prigione dove sul pavimento c’è una botola che era l’unico ingresso per la cella sottostante dove i prigionieri erano condannati a morire di stenti. Al piano superiore si trova la Sala del Camin Nero, abbellita da un fregio rinascimentale con scene di battaglia che prende il nome dall’imponente camino in pietra nera di Ragoli e dalle finestre si ha una panoramica meravigliosa sulla conca delle Giudicarie. Scese nuovamente le scale altri due ambienti, tra i quali l’ampia e luminosa Sala del Consiglio, un ambiente di rappresentanza con un affresco del Quattrocento con le figure di Carlo Magno, del patrono di Trento san Vigilio e del principe vescovo Adelpreto, narra simbolicamente la storia del territorio concesso dall’Impero Germanico ai signori trentini,  conducono alla loggia cinquecentesca. Oltrepassata quest’ultima si entra nel Palazzo Vecchio dove nelle cui sale è allestita la mostra “Incontri in Giappone”.

Scendendo la scala esterna la visita è terminata. Ritornati a Pinzolo ci siamo concessi una birra al bar Egal e un po’ di relax prima di andare a cena.

6° Giorno. 15 Settembre 2023: Pinzolo –  Pergolese di Lasino – Castel Toblino – Santa Massenza – Padergnone – Pinzolo

Oggi mattina dedicata al vino Santo dalle uve Nosiola. Prima di partire avevo prenotato una visita in cantina con degustazione presso l’Azienda Agricola Fratelli Pisoni a Pergolese di Lasino. Il costo della visita guidata più la degustazione di 5 vini accompagnati da un tagliere di salumi e formaggi è stato di 40 euro.

Avevo visto questa azienda sul programma Melaverde ed è stata una piacevole scoperta. Il ragazzo che ci ha accolti e quello che ci ha guidato nella visita sono stati gentilissimi. Ci ha spiegato la storia della famiglia, la procedura dell’essiccazione del vino Santo grazie ai venti del Garda, la cantina dove i vari vini fermentano nelle botti di rovere, la coltura della vigna fatta esclusivamente a mano e per ultima ma più spettacolare la cantina srorica dove sono custoditi botti che non vengono più utilizzate ma soprattutto fatte a mano con intarsi. Favolosi! Qui sono contenute anche botti di vino Santo che andranno imbottigliati. Ad esempio oggi 2023 è in vendita il vino Santo colto nel 2007 e sono in preparazione quelle del 2008.

Durante la degustazione come vini bianchi abbiamo assaggiato il Folada e il Mesum un moscato secco macerato in anfora di terracotta, colto a mano come le altre uve ma pigiato con i piedi come nella vecchia tradizione e in un affresco nella Torre Aquila nel castello del Buonconsiglio; per i vini rossi il Sarica e il Reboro; per ultimo per accompagnare dei biscotti il vino Santo. Al termine abbiamo fatto un acquisto e abbiamo proseguito il nostro viaggio. Ci siamo fermati al lago di Toblino per una foto a Castel Toblino. Oggi è un ristorante e le visite possono essere effettuate ma solo in giorni prestabiliti, purtroppo durante il nostro periodo di ferie era il 10/09 alle ore 10.00, ahimé!!! Esternamente il sito è accessibile tramite un ponte levatoio in legno, che conduce al viale d’ingresso. Il parco e parte del castello sono costeggiati da una cinta muraria con merli a coda di rondine. Nota caratterizzante del complesso architettonico è l’imponente mastio a forma circolare alto 20 metri.

Poi ci siamo spostati al lago di Santa Massenza per una foto al lago e alla centrale elettrica. Dopodiché siamo andati nella vicina Padergnone a mangiare presso il ristorante Giardino delle Spezie, dove abbiamo preso due pizze spendendo 23 euro. Rientrati ci siamo riposati un po’ poi alle 15.00 ho preso la macchina per andare al Birrificio Val Rendena a fare scorta di birra artigianale, costerà di più ma è la migliore. Ritornata in hotel ho dedicato qualche ora a Pinzolo, andando alla ricerca oltre che ai monumenti principali, alle opere dell’artista locale Sergio Trenti che ha lasciato in alcune delle facciate le sue grandi ed ossute figure umane “senza faccia”.

Uscita dall’hotel e scendendo verso il centro, ho percorso via Sorano e poi via Caré Alto su casa Maturi si trova “il Spizuclun”. All’intersezione con via Genova al civico 60 si trova “la rugia”, impossibile non notarla prende tutta una parete. Poco dopo si accede a piazza San Gerolamo, qui attira l’attenzione la Cappella di San Girolamo dove all’interno è custodito un altare ligneo dorato raffigurante San Gerolamo nell’atto di scrivere la Bibbia e la Madonna Addolorata. La chiesetta venne regolarmente utilizzata per le funzioni fino al 1825, quando fu soppressa dal Vescovo di Trento perché ormai priva di persone che la custodissero e che qui officiassero le cerimonie religiose.

Continuando su via Genova per poi prendere via Miliani sono ritornata al bar Egal dove si trova “il Carrettiere”. Ritornando e proseguendo su via Genova fino alla fine del paese si trova il monumento al Moleta che dal 1969 dà letteralmente il benvenuto a chiunque arrivi dalla strada principale. Opera del francescano Fra’ Silvio Bottes rappresenta un arrotino nell’atto di affilare dei coltelli con la caratteristica mola a pedale. Risalendo corso Trento, sulla destra si trova il parco “Ciclamino” dove oltre al monumento dedicato a Nepomuceno Bolognini, un grande “rendenero” che tanto ha fatto per la cultura locale, al monumento ad Adamello Collini, una delle prime guide alpine che ha vissuto e contribuito alla nascita dell’alpinismo in valle. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, Adamello sfruttò la sua conoscenza delle montagne per aiutare decine di disertori tedeschi, fuggiaschi e prigionieri a salvarsi conducendoli dal suo rifugio fino al confine svizzero. Ma fu scoperto e deportato nel campo di concentramento nazista di Melk nell’Alta Austria, sede distaccata del più grande Lager di Mauthausen, dove morirà il 12 febbraio 1945, poche settimane prima della liberazione. Al monumento delle Guide Alpine, sulla parete della scuola materna c’è un altro affresco del Trenti.

Ritornando a percorrere corso Trento e lungo il marciapiede si può vedere la Passeggiata dell’Emigrante, un vero e proprio percorso formato da novantadue piastre di granito con i nomi delle principali città del mondo nelle quali gli emigranti rendenesi cercarono fortuna. Presa poi via F. Filzi, una traversa a sinistra, su Casa Manzoni si trova “la filatrice”. Ultima tappa prima di rientrare in hotel, la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo con il suo slanciato campanile.

7° Giorno. 16 Settembre 2023: Pinzolo – Nogaredo – Montefiascone

Dopo la prima colazione abbiamo caricato la macchina e pagato il conto. Lungo la strada ci siamo fermati a prendere dei pensierini, prima sosta presso il negozio di prodotti tipici Serca a Bocenago, poco fuori Pinzolo. Poi a Spiazzo presso la Bottega del Frà a prendere lo speck. Fatto rifornimento sia per noi che per la macchina ci siamo diretti a Nogaredo alla nostra ultima fermata in terra trentina, ci siamo fermati alla Distilleria Marzadro per fare scorta di grappa.

Dopo l’ultimo acquisto dritti a casa. Siamo arrivati a Montefiascone verso le 17.00 con 1639 km percorsi.

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