Narni in giornata: le meraviglie di una città da scoprire (anche) sottoterra

Scritto da: girovaga54
narni in giornata: le meraviglie di una città da scoprire (anche) sottoterra

Approfittando delle giornate ancora calde e soleggiate che questa stagione ci ha regalato, decidiamo di andare a visitare Narni, facilmente raggiungibile in treno da Roma in poco tempo. Partiamo così da Roma Tiburtina alle 09:40 con il Regionale Veloce 4152 e alle 10:25 siamo già alla stazione di Narni Scalo-Amelia. Il centro storico della cittadina è piuttosto lontano e impegnerebbe in una salita notevole di qualche chilometro, così aspettiamo il bus che collega le due parti della città, attendendo solo pochi minuti: il biglietto si acquista nel bar di fronte all’uscita della stazione dove è situata anche la palina della fermata e al costo di € 1,20 per gli over 65, in pochi minuti siamo in Piazza Garibaldi, cuore della cittadina.  Salendo lungo i tornanti, già ci rendiamo conto che Narni è veramente immersa nel verde, colline e boschi a perdita d’occhio: uno spettacolo!

La Cattedrale di Narni

Scendiamo a Piazza Garibaldi e subito ci troviamo ad ammirare l’abside della Cattedrale di San Giovenale e Cassio che sulla piazza prospetta. Poi sbuchiamo su Piazza Cavour dove si ammira il Palazzo del Vescovado, uno degli edifici più imponenti del centro storico di Narni. L’edificio venne costruito nel medioevo di fianco alla Cattedrale, poi fu ristrutturato nel Seicento per volere del vescovo Raimondo Castelli. L’architettura del Palazzo è molto semplice, seppur imponente.  Oggi il primo piano ospita il Centro Diocesano che conserva i fondi antichi di proprietà della Curia Vescovile e del Comune di Narni, oltre all’archivio storico della Diocesi di Terni, Narni e Amelia.  Fino al 2007 ha ospitato la pinacoteca comunale, ora trasferita a Palazzo Eroli.

Ed ora eccoci di fronte alla facciata della Cattedrale, costruita in stile romanico e consacrata nel 1145, abbellita nel XV secolo da un portico, realizzato dai Maestri Lombardi, che inquadra tre portali in marmo con architrave mentre sopra gli archi, nella parte esterna, corre una fascia con festoni, putti e stemmi. Poi entriamo nella cattedrale che è veramente uno scrigno pieno di opere d’arte, a cominciare dall’Altare Maggiore, la Confessione e la Cripta. L’insieme rimanda al modello di San Pietro a Roma realizzato dal Maderno per la confessione e da Bernini e Borromini per l’altare col ciborio a forma di baldacchino. La cripta ospita le spoglie del Patrono San Giovenale. A seguire visitiamo la Cappella della Beata Lucia, magnifica e dedicata inizialmente a Santa Caterina d’Alessandria: solo nel 1714 fu intitolala a Lucia, nobile narnese, terziaria domenicana, ospitandone le reliquie sotto l’altare. 

La realizzazione della cappella ha una storia del tutto particolare legata a stretto filo con il suo committente e al suo ruolo nella Curia romana. A fine del 1711 è documentato, infatti, l’acquisto da parte del cardinale Giuseppe Sacripante, dell’altare dedicato a Sant’Antonio Abate della Chiesa dei SS. Apostoli a Roma, realizzato nel 1656. Opera del grande architetto barocco Carlo Rainaldi,  l’altare venne trasportato da Roma  attraverso il Tevere e, dopo essere sbarcato al porto dell’olio di Otricoli, giunse a Narni per essere riutilizzato per la nuova cappella.

Da non perdere assolutamente, all’interno della cattedrale, il Sacello di San Giovenale e Cassio che viene considerato alla stregua di una piccola basilica all’interno della cattedrale stessa: bellissima la facciata con il mosaico del Cristo in trono attorniato da Santi, databile al XII secolo e suggestivo l’interno del sacello, che ospita un altare e la ”grotticella” con  il sarcofago in arenaria in cui fu composto il corpo di San Giovenale quando fu riportato a Narni dopo esserne stato trafugato.

Ma prima di uscire dalla Cattedrale, date ancora uno sguardo alla Cappella di San Giuseppe, all’abside con le sette cappelle, al Coro, al Fonte Battesimale e all’antica Cappella Rinascimentale del Santissimo Sacramento. Usciamo dalla chiesa e fatti pochi passi, imbocchiamo a sinistra Via del Campanile, una scalinata considerata uno degli angoli più caratteristici e fotografati di Narni: archi sovrapposti a finestre medievali e case che sembrano appoggiarsi l’una sull’altra e in cima la Torre campanaria, in stile romanico, che presenta, incastonate nelle spesse mura, alcune maioliche di epoca rinascimentale.

Passiamo davanti a Palazzo Eroli e poi troviamo la Chiesa di San Francesco che fu edificata dopo la morte del Santo, in segno di devozione e riconoscenza, a ricordo del suo soggiorno nell’Eremo di Sant’Urbano per diversi giorni, chiamato a Narni dal vescovo Ugolino nel 1213. Mi interessava visitare gli interni della chiesa che però troviamo ostinatamente chiusa.

Narni Sotterranea

Ed ora arriviamo al momento clou della nostra visita a Narni, il motivo per cui alla fine siamo venuti: la visita alla Narni sotterranea, stupefacente complesso di chiese e ambienti ipogei. La storia della sua scoperta, nel 1979, ha dell’incredibile: furono sei ragazzi del Gruppo Speleologico dell’UTEC di Narni che, intenti a provare delle nuove funi, scendendo dall’alto di quelli che oggi sono i Giardini di San Bernardo, si imbatterono in un piccolo passaggio attraverso un muro che portava a un ambiente affrescato. Era appena stata riscoperta quella che, di lì a poco, sarebbe stata ribattezzata Santa Maria della Rupe ma che in origine era una chiesa dedicata a San Michele, all’interno di un antico convento domenicano. Al complesso si accede solo con visita guidata su prenotazione ed a orari stabiliti: noi abbiamo avuto la fortuna di avere una guida preparatissima che ci ha fatto rivivere il percorso con aneddoti e curiosità, oltre ad illustrarci il valore artistico. 

È proprio dalla Chiesa di Santa Maria della Rupe, del XIII secolo, oggi completamente restaurata, che parte il suggestivo percorso di visita dove un video con ricostruzioni virtuali spiega le evoluzioni di questo luogo che oggi conserva i più antichi affreschi della città. Le notizie scritte attorno all’edificio si trovano in un manoscritto del XVIII secolo e in due atti notarili, grazie ai quali si può ricostruire che, nella metà del XIV secolo, veniva utilizzato come sala capitolare annessa al sovrastante convento. Nell’ultima fase della sua utilizzazione, sotto la dominazione francese, divenne addirittura una cantina.

Passiamo in un secondo ambiente, probabilmente parte di una domus romana, che conserva una cisterna e a cui si accede attraverso un varco nella muratura e dove è stata ricostruita in 3D una sezione dell’Acquedotto della Formina e viene spiegata in maniera molto comprensibile la tecnica usata dai Romani per la sua realizzazione. La visita si fa sempre più interessante: superato un lungo corridoio si giunge poi all’ambiente più suggestivo, quello della Stanza dei Tormenti – come viene chiamata nei documenti ritrovati negli Archivi Vaticani e al Trinity College – ricostruito con alcune macchine di tortura utilizzate dal tribunale dell’Inquisizione. Una piccola cella adiacente, unica nel suo genere, documenta con segni graffiti sulle pareti le sofferenze patite dagli inquisiti, uno dei quali, Giuseppe Andrea  Lombardini, volle lasciare ai posteri un messaggio attraverso un codice grafico fatto di simboli massonici, il cui mistero è stato decifrato infine grazie ad una serie di coincidenze e alla caparbietà di Roberto Nini, uno dei sei ragazzi scopritori.

L’itinerario si conclude con la visita alla ex chiesa di San Domenico, oggi Auditorium Bortolotti, dove scavi più recenti hanno riportato alla luce una cripta del XII secolo, dei mosaici di epoca bizantina e l’abside dell’antica chiesa di Santa Maria Maggiore, un tempo cattedrale di Narni. Che dire? Una visita da fare sicuramente, un concentrato di arte e storia.

Piazza dei Priori e i monumenti del centro storico di Narni

Si è fatta l’ora di pranzo e un certo languorino si fa sentire. Ci avviamo così verso Piazza dei Priori alla ricerca di un posticino dove mangiare qualcosa: ma arrivati in Via Mazzini, non possiamo non fermarci a visitare la Chiesa di Santa Maria Impensole, costruita tra il VII e il X secolo su un preesistente edificio romano di età tardo repubblicana (una antica tradizione dice che poggi sui resti di un tempio dedicato a Bacco): prese l’appellativo “in pensile”, ossia sospesa, perché realizzata sopra due grandi cisterne. Altro gioiello: splendido il portico, suggestiva la semplicità e l’austerità  della costruzione a croce latina a tre navate dell’interno.

Sbuchiamo infine su Piazza dei Priori, considerata una delle più belle piazze dell’Umbria, un tempo chiamata Platea Major: è qui che sorgeva il foro romano ed è qui che, in epoca medievale, sorsero i luoghi simbolo del governo della città e tutt’ora stupendi edifici da ammirare: il Palazzo dei Priori, con la loggia attribuita al Gattapone, al tempo sede delle magistrature cittadine; la Torre Civica con la loggia del banditore, un tempo utilizzata per la lettura dei bandi; il Palazzo Sacripante, edificio realizzato dall’unione di più case-torri; il Palazzo del Podestà, oggi sede del Comune; Palazzo Calderini degli inizi del Seicento, con ricercate decorazioni a graffito; la Fontana del XIV secolo, eretta nel 1303, a pianta poligonale; il Teatro Manini, inaugurato nel 1856 in sostituzione del teatro seicentesco di Palazzo, distrutto la notte del 2 maggio 1746 da un incendio. Una piazza piena di tesori antichi, ma anche di botteghe con prodotti tipici e qualche locale; noi oggi siamo però particolarmente fortunati: è in corso una sagra e la  piazza ospita gazebo e tavoli per mangiare,  si paga  in un piccolo chiosco e si fa la fila davanti allo stand della cucina per acquistare bruschette, arrosticini, salsicce, castagne.  Spendiamo poco e mangiamo di gusto accomodati ad un tavolone comune. Bella atmosfera.

Riprendiamo poi il nostro itinerario che ci porta in Via dell’Arco Romano, una delle più frequentate e fotografate vie di Narni. A dominare la scalinata che scende verso Piazza Garibaldi è quella che un tempo era chiamata Porta Superior: una costruzione di epoca medievale realizzata coi materiali della porta di epoca romana di cui conserva visibili le fondamenta e alcuni elementi dell’arco. Ritornati su Piazza Garibaldi, la attraversiamo e scopriamo che dall’altro lato della piazza, Narni continua: con bellissime vie acciottolate, costruzioni medievali, archi, angusti cortili, fino ad arrivare alla  Chiesa di Santa Margherita, edificata agli inizi del XVII secolo accanto a quello che fu il monastero delle monache benedettine, oggi soppresso, di architettura tardo cinquecentesca e l’interno barocco. Da apprezzare le pareti  decorate con affreschi degli Zuccari che hanno voluto rappresentare episodi della vita della Santa.  A noi è piaciuta molto anche per la sua posizione defilata e l’affaccio sulla bellissima valle.

Si è fatta l’ora di rientrare a Roma e dopo aver acquistato ovviamente alcuni prodotti tipici in una bottega situata nel Palazzo del Vescovado, ci mettiamo in attesa del bus che ci riporterà alla stazione: il treno Regionale Veloce 4155 delle 16:56 arriva in perfetto orario e alle 17:50 siamo a Roma Tiburtina. Una gita in Umbria facile ma di una estrema piacevolezza, sia per la comodità dei treni regionali che per la bellezza e particolarità di quanto abbiamo potuto ammirare in questa cittadina veramente notevole.

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exterior of narni cathedral in central square of the town, umbria, itay

narni



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