Abbazia di San Cassiano

Un regalo meraviglioso, una sorpresa inaspettata: la stupenda Abbazia aperta apposta per me
Scritto da: Shinya
abbazia di san cassiano
Partenza il: 15/09/2015
Ritorno il: 15/09/2015
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Ieri era il mio compleanno e come splendido regalo ho avuto la possibilità di visitare l’Abbazia Di San Cassiano, a Narni. E’ stata una visita strettamente privata, ottenuta grazie a (lo ammetto) delle conoscenze.

La nostra guida, il signor S. (a cui rinnovo i miei più sentiti ringraziamenti per la gentilezza e piacevole compagnia, nonché per le innumerevoli ed esaustive spiegazioni forniteci), ci ha aperto in esclusiva questo Monastero ormai disabitato (causa morte dell’unico Frate che vi era rimasto ad abitarvi, avvenuta nel 2011).

L’Abbazia, che si raggiunge inerpicandosi nel bosco su una strada bianca tenuta in buone condizioni ma non segnalata; è infatti sotto la parrocchia di Terni, nonostante si trovi a Narni, perché Don R. si è offerto di prendersi l’onere di tenere pulita e in ordine l’Abbazia. Lo fa avvalendosi dell’aiuto, appunto, del signor S., che settimanalmente raggiunge l’Abbazia e la tiene pulita ed in ordine, o la apre alle comunità religiose che vi sostano per dei brevi periodi (dispone infatti di alcune camere, anche se prive di riscaldamento, che vengono messe a disposizione di chi vuole soggiornare per ritiri religiosi o per chi intraprende il cammino della Via Franchigena et simila).

L’Abbazia è molto antica (circa del secolo X/XI), a croce latina, edificata su una precedente chiesa a croce greca ancora più antica (circa del VIII secolo) che si pensa sia stata edificata da comunità siriane (potete vedere le fondamenta dell’originaria croce greca entrando nella Chiesa e uscendo sulla porta laterale di destra). Si narra che il complesso in precedenza fosse molto più grande in quanto il pavimento sotto alle fondamenta della croce greca è vuoto, e inoltre le mura avanzavano nel bosco fino a dieci metri, e non attaccate all’Abside della Chiesa come è attualmente. Molte parti stesse della Chiesa sono vuote, lasciando degli spazi vuoti nel muro (visibili dall’interno); ma nessuno sa perché fu cambiata la struttura, non essendo stati rilasciati documenti di nessun tipo a riguardo. Si sa solo che successivamente venne abitata dai benedettini in epoca risalente a Sant’Orso, che la occupò fino ai primi anni dell’anno mille, anno in cui morì. Se raggiungete l’Altare troverete una porticina sulla destra: aprendola vedrete che oltre a moltissimi reperti conservati e utensili dell’epoca, c’è anche una teca di vetro con dentro ossa umane. Si dice appartengano, appunto, a Sant’Orso.

Ma la cosa davvero bella è, appunto, la Chiesa. In stile romanico, con un’imponente scalinata per accedervi, conserva sulla facciata tracce di colore di affreschi e al suo interno vi sono diversi esempi di capitelli e fregi, uno più bello dell’altro. L’interno è a tre navate ma rimane solo l’altare centrale e quello di destra; quello di sinistra è andato perduto. Però, sulla sinistra, nei pressi dell’altare, vi è una porta di vetro che conduce alla Torre. Non è accessibile ai visitatori, ma essendo stata una visita speciale, il signor S. ci ha condotti fin su in cima alla torre, dandoci la possibilità di ammirare non solo la bellezza architettonica delle finestre a doppio arco divise da capitelli, ma anche il paesaggio circostante che, nella mia amata Umbria, è sempre uno spettacolo! Un tempo vi erano due grandi campane, ma ormai lo spazio è vuoto. Stupenda la vista della città di Narni e la Rocca Albornoz, nonché il Ponte Di Augusto, che da lassù si può ammirare in tutta la sua bellezza.

Tutto intorno al complesso, se entrate un po’ nel bosco, troverete grotte e cunicoli in cui si dice i Frati andassero a dormire e pregare, senza agi e senza comodità. Noi siamo entrati in una delle grotte più in basso e oltre ad essere molto umida, ormai vi era solo un Pipistrello che ci ha guardati male perché lo disturbavamo con le torce (giustamente!). Un piccolo gioiello meraviglioso, passato in tanti mani e abbandonato per lunghi anni prima di venire di nuovo rimesso in sesto e lasciato di nuovo senza nessuno che se ne prende cura in modo adeguato. Sarebbe bello che fosse accessibile a tutti, sempre pulito e autosufficiente come un tempo (intorno all’Abbazia, prima che la natura prendesse il sopravvento, vi erano olivi per ettari interi di proprietà dell’Abbazia). Chissà, magari il FAI o il Touring Club Italiano prima o poi approderanno nel mio blog e si incuriosiranno, decidendo di andare a dare un’occhiata? Sarebbe fantastico, perché un posto del genere dovrebbe essere patrimonio di tutti e non di nessuno.

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