Eireann, la terra della Dea Ériu, ci ha sempre affascinato per la sua cultura, per la sua musica, per la sua birra, per i suoi paesaggi e per i suoi misteri. E’ stata quindi la meta del nostro secondo viaggio insieme. Questo diario non è stato scritto subito ma a 12 anni di distanza basandomi sulle descrizioni dei luoghi scritte all’epoca per accompagnare la visione delle diapo (che ora ho digitalizzato!) e su ricordi ormai lontani. Nel 1996 non disponevo di internet per scopi personali per cui il viaggio è stato organizzato richiedendo le brochures ai vari uffici del turismo irlandesi e leggendo le guide del Gabbiano, L’Airone viaggi e Meridiani. Abbiamo prenotato volo e automobile con l’offerta Fly and Drive di Aer Lingus. Anche i Bed and Breakfast sono stati prenotati dall’Italia, tramite agenzia, nelle località che avevo stabilito disegnando un itinerario sulla cartina stradale che ci ha portato a percorrere quasi 3500Km. Avendo pochi soldi a disposizione, abbiamo mangiato quasi sempre cose acquistate nei supermercati e ci siamo concessi una cena tipica irlandese soltanto una sera. In compenso abbiamo sempre fatto una buona Irish Breakfast e talvolta la sera abbiamo cenato solo con patatine e birra irlandese nei tipici pubs. L’unico cruccio è non aver avuto all’epoca una digitale o una videocamera: abbiamo infatti centellinato il numero di foto facendone circa 30-40 al giorno per un totale di 480. Ma la bellezza dei luoghi ne meritava ancora di più. Per poter assaporare tutta la magia di questa terra, il nostro itinerario ha toccato tutte e 4 le antiche province dell’Irlanda: Leinster – comprende le pittoresche montagne del Wicklow, gli acquitrini e le spiagge sabbiose della contea di Wexford, Kilkenny, residenza di campagna dei nobili Butler, le rigogliose praterie di Kildare e Meath, le piane di Louth, Offaly, Laois e Carlow, e le zone acquitrinose di Westmeath e Longford; Munster – le sei contee che costituiscono la provincia di Munster hanno dei paesaggi del tutto diversi tra loro. Si va dalla lussureggiante Tipperary alla pittoresca Waterford, dalla leggiadra bellezza del Cork e delle sue baie agli splendidi laghi del Kerry, dalla storica Limerick alle piane calcaree del Clare. Connaught – la provincia occidentale del Connaught è costituita dalla vivace città di Galway, con un circondario di acquitrini che prosegue nel Mayo. C’è la vallata di Roscommon e la scabra bellezza di Sligo, famosa per essere la terra di Yeats, insieme alla zona lacustre di Leitrim. Ulster – l’antica provincia dell’Ulster comprende la verdeggiante zona dei laghi del Fermanagh e del Cavan, il duro ambiente acquitrinoso del Donegal, l’antica città di Derry, Antrim, con la sua strana formazione geologica detta Giant’s Causeway, Belfast, capitale dell’Irlanda del Nord, le montagne del Mourne, nel Down, la città ecclesiastica di Armagh, le morbide ondulazioni delle colline del Tyrone e le collinette del Monaghan (Spesso l’Irlanda del Nord viene chiamata erroneamente Ulster. In realtà, quest’ultimo comprende sei contee dell’Irlanda del Nord e tre contee della Repubblica d’Irlanda). Non abbiamo toccato tutte le contee ma abbiamo cercato di vedere, oltre ai luoghi classici, i siti megalitici ed i luoghi che ricordavano i cicli epici della mitologia irlandese. Infatti negli anni precedenti avevo letto sia i racconti del Ciclo dell’Ulster, incentrati sulla figura dell’eroe Cúchulainn, che quelli del Ciclo dei Fianna, che ripercorrono le gesta di Fionn Mac Cumhaill. Purtroppo abbiamo dovuto sacrificare alcuni siti interessanti, come Belfast, Cork e la zona dei Rosses … perché 14 giorni sono veramente pochi per vedere tutta l’Irlanda!!! Sunday, 26th of May 1996 Partenza: Milano Arrivo: Dublin Alloggio: Mrs. E. Keane “Breifne”, 23 Bettyglen, Raheny, Dublin North 5, Co. Dublin, Leinster, Eire Km tappa: 13 Km totali: 13 Luoghi visti Dublin (Co. Dublin, Leinster, Eire) Partiamo da Milano Linate alle 8.55 e, dopo uno scalo a Bruxelles, arriviamo a Dublino alle 12.00. Andiamo subito a ritirare l’automobile. Ci danno un’auto più grande di quella prenotata: una Mazda 5 bianca. Come al solito Sergio guida ed io faccio il navigatore. Questa volta c’è la novità della guida a sinistra ma lui riesce ad abituarvisi da subito. Cartina alla mano, ci avventuriamo in cerca del nostro primo B&B, che è situato fuori Dublino, nel quartiere di Raheny. Riusciamo a trovare la casa dove ci accoglie una loquace padrona, Mrs Eileen, che subito ci inonda di domande. Questo è un B&B vecchia maniera dove la padrona di casa cerca di familiarizzare con gli ospiti e cerca di dare consigli per rendere la visita della città più agevole. Molti B&B incontrati successivamente invece ci sono sembrati dei mini-alberghi e quindi un po’ più impersonali. Dopo aver lasciato i bagagli in camera, salutiamo la signora e ci dirigiamo verso il centro di Dublino che è a circa 10Km di distanza. Decidiamo di non prendere l’automobile, per non avere problemi di parcheggio, ma di utilizzare la DART (Dublin Area Rapid Transit), una linea ferroviaria di superficie. Arriviamo così nel cuore di DUBLINO, che trae la sua denominazione in lingua inglese da uno dei due nomi irlandesi imposti a questa città: Dubh Linn (stagno nero) e Baile Àtha Cliath (città del guado dei graticci), che si riferiscono ad altrettanti insediamenti urbani sulla riva settentrionale e su quella meridionale del Liffey. Dublino ha origini antichissime, risalenti alla preistoria: qui esisteva un piccolo villaggio in prossimità di un guado sul Liffey, che permetteva di prendere la strada per Tara, antica capitale d’Irlanda. Situata in una vasta insenatura naturale che si stende da Howth a nord e Dalkey a sud, Dublino è infatti divisa in due dal fiume Liffey, che attraversa la città per gettarsi nella baia omonima. Un tale approdo riparato ha attratto i primi insediamenti 5000 anni fa, e intorno a Dublino e lungo la costa sono state trovate tracce di quell’antica cultura. Ma soltanto alla metà del IX secolo, quando i Vichinghi presero a veleggiare lungo la costa orientale, Dublino divenne una città importante. Dopo di loro arrivarono avventurieri anglo-normanni, inviati da Enrico II d’Inghilterra nel 1169, rispondendo a una richiesta di rinforzi fatta da Dermot MacMurrough, deposto re di Leinster. Iniziò così il lungo processo di colonizzazione. Gli Anglo-Normanni rimpiazzarono l’insediamento vichingo con una città medievale cinta da mura, e le strutture lignee delle cattedrali di Christ Church e di St Patrick furono ricostruite in pietra. Per evitare che gli Anglo-Normanni divenissero troppo indipendenti, Enrico II stabilì una corte a Dublino, e la città divenne il centro del suo potere in Irlanda. Nel Settecento la città era ormai in piena fioritura. Le proprietà degli Anglo-Normanni e dei successivi coloni inglesi, discendenti di quegli avventurieri che erano stati ricompensati dalla corona inglese con terre confiscate a capo-clan gaelici ribelli o a Anglo-Normanni infedeli, davano dei cospicui profitti. Ne seguì un periodo di relativa stabilità, e conseguentemente di prosperità. I segni del periodo di splendore georgiano sono chiaramente visibili in tutta Dublino. Alcuni dei più grandi architetti dell’epoca ridisegnarono la città, sovrapponendo alla confusione esistente un ordine formale, con ampie e sicure strade, graziose residenze cittadine e piazze dalle dimensioni generose. Abili scalpellini, stuccatori e artigiani vennero da tutta Europa per decorare quegli eleganti edifici. Dopo il 1800 l’Atto di Unione sciolse il parlamento irlandese e Dublino cadde in un periodo di depressione. Molti dei membri della classe dirigente anglo-irlandese si trasferirono a Londra, disinteressandosi delle loro proprietà. Le splendide case georgiane che si erano lasciati dietro decaddero in squallidi edifici divisi in appartamenti. Il vigore civico dell’epoca vittoriana creò alcuni nuovi edifici pubblici degni di nota, ma il recupero e il mantenimento delle opere architettoniche si deve principalmente alla filantropia di uomini d’affari come i Guinness. Le strade di Dublino pagarono il loro tributo alla lotta per l’indipendenza e alla Guerra Civile del 1922, e molti importanti edifici rimasero segnati dai combattimenti. Da allora l’abbandono e la mancanza di prospettive sono stati responsabili della perdita di molti begli edifici, come per esempio la splendida vista di Winetavern Street dalla cattedrale di Christ Church, oscurata dai massicci cilindri degli edifici del Civic Office, soprannominati “bunker”. Verso la fine degli anni ‘80, insieme a un periodo di crescita economica, comparve una nuova coscienza delle energie architettoniche della città, e da allora è stato fatto un grande sforzo per recuperare l’eredità georgiana di Dublino piuttosto che demolirla. Il fitto intrico di magazzini e stretti vicoli settecenteschi di Narrow Bar è diventato, ad esempio, un modello di recupero e moderna sperimentazione architettonica. La baia di Dublino che ha attratto successive ondate di invasori è ora difficile da individuare sotto lo sviluppo incontrollato della città e dei suoi sobborghi che accolgono una popolazione di oltre un milione di abitanti. L’area metropolitana di Dublino sta cambiando in fretta. L’odierna Dublino è una città piena di fascino con una vivace vita culturale, abbastanza piccola da risultare cordiale, ma con una prospettiva cosmopolita. Passeggiando lungo il Liffey vediamo la Custom House, un opera di James Gadon, unanimamente considerato il più bel edificio di Dublino. La facciata sul fiume è in forma di pronao dorico sormontato da una cupola slanciata che imposta su una base quadrata ed ai quattro lati dell’edificio stanno le insegne d’Irlanda; mentre la facciata nord si affaccia su quanto rimane della georgiana Gardiner Street. Le quattordici teste di divinità fluviali al di sopra di porte e finestre, rappresentanti i maggiori fiumi dell’Irlanda, e l’allegoria del Commercio sulla cupola sono dello scultore Edward Smyth. Il nucleo vitale di Dublino è la zona che si estende a nord e a sud del O’Connell Bridge, il celebre ponte sul Liffey, dalle dimensioni più estese in larghezza che in lunghezza. Attraversato il ponte ci dirigiamo verso nord dove si estende l’ampia O’Connell Street, l’arteria più animata di Dublino che porta il nome dell’eroe dell’indipendenza irlandese, Daniel O’Connell. Vediamo la famosa fontana con la personificazione femminile del fiume Liffey. A circa metà del suo corso si trova l’edificio neoclassico del General PostOffice, che fu teatro dell’insurrezione di Pasqua del 1916. Più avanti si trova la St. Mary Pro-Cathedral, la cattedrale dell’arcivescovo cattolico di Dublino. Tornando verso la riva meridionale incontriamo la statua di James Joyce. Dalla riva meridionale giungiamo in College Green, animato crocevia, dove si fronteggiano la Bank of Ireland, in origine sede del parlamento irlandese, ed il Trinity College, l’Università di Dublino. Fu fondata nel 1592 dalla regina Elisabetta I d’Inghilterra ma dell’originale struttura rimane ben poco. Dietro la facciata si aprono varie corti interne in acciottolato, collegate l’una all’altra, circondate da edifici per lo più risalenti al Settecento, con alcune aggiunte vittoriane e novecentesche. La prima e più grande di queste corti è la Front Square o Parliament Square, fiancheggiata da due ali di pensionati studenteschi. Oltre gli alloggi e leggermente arretrati rispetto alla Front Square, si trovano due porticati gemelli – quello della Exam Hall a destra e quello della Chapel a sinistra, con splendidi lavori in gesso di Michael Stapleton – entrambi disegnati in stile Neoclassico dall’architetto scozzese Sir William Chambers. Costruiti nel Settecento, furono l’ultima aggiunta georgiana all’università. Oltre la Chapel sorge la Dining Hall, progettata intorno al 1740 dall’architetto tedesco Richard Cassells, cui si deve gran parte della Dublino georgiana. Nel centro della Front Square, nel punto dove si ritiene sorgesse l’altare del Priorato di Ognissanti, si erge il campanile barocco di epoca vittoriana, donato nel 1853 dall’arcivescovo di Armagh. I Rubrics, gli alloggi degli studenti in mattoni rossi posti subito dietro il campanile, risalgono al 1701 e al regno della regina Anna, ma anche essi furono rimodernati in epoca vittoriana. A Richard Cassells si deve anche la Printing House, un tempio dorico in miniatura nonché gioiello architettonico, che sorge nella New Square, dietro i Rubrics. Terminato nel 1734, fu il suo primo lavoro a Dublino. Un altro edificio degno di nota nella stessa piazza è il Museo, disegnato nel 1852 in stile gotico veneziano da Sir Thomas Deane e Benjamin Woodward e che doveva influenzare il lavoro degli architetti per il resto del secolo. All’esterno si trovano splendide sculture in pietra raffiguranti animali, fiori e frutti, mentre il grandioso interno in marmo ospita lo scheletro del gigantesco alce irlandese. Deane e Woodward ampliarono inoltre la Trinity Library, progettata nel 1792 da Thomas Burgh. Affacciato sui campi di gioco, il nuovo Samuel Beckett Theatre Centre, un’alta struttura lignea su palafitte disegnata dagli architetti dublinesi de Blacam e Meagher nei primi anni ’90, ospita due teatri destinati agli studenti e ai lavori sperimentali. Il campus è popolato da molte interessanti sculture moderne e classiche: quelle all’esterno della parte anteriore del Trinity commemorano due famosi ex allievi, il filosofo e oratore Edmund Burke (1729-97) e Oliver Goldsmith (1728-74), autore di “Ella si umilia per conquistare” (She Stoops to Conquer) e “Il vicario di Wakefield” (The Vicar of Wakefield). Molti altri famosi personaggi anglo-irlandesi hanno studiato al Trinity, tra cui si ricordano lo scrittore satirico Jonathan Swift (1667-1745), il patriota Wolf Tone (1763-98), Oscar Wilde (1854-1900), J.M. Synge (1871-1909), il cui “Furfantello dell’Ovest” (Playboy of the Western World) causò delle sommosse alla prima rappresentazione avvenuta allo Abbey Theatre, e il Premio Nobel Samuel Beckett. La Old Library, progettata nel 1792 da Thomas Burgh, contiene la famosa Long Room che, lunga 64 metri e larga 12,2, è la più grande biblioteca d’Europa in un solo ambiente, dove si trovano circa 200000 volumi rari e di antica edizione. La perla di questa collezione è rappresentata da manoscritti benedettini dei monasteri irlandesi dell’alto medioevo come il Book of Durrow (sec.VII), il Book of Dimma (una Bibbia del sec.VIII), il Book of Armagh (testo dei vangeli del 807) e soprattutto il Book of Kells (un vangelo del sec.VIII), considerato il libro più prezioso del mondo. Proseguiamo la nostra passeggiata in Dame Street dove si trova il Dublin Castle, sede di rappresentanza del Presidente della Repubblica. Costruito all’inizio del sec. XIII, fu più volte rimaneggiato, tanto che la parte più antica è oggi la Record Tower del 1579. È un miscuglio di stili architettonici, parte moderni e parte medievali, ma la maggior parte degli edifici che lo compongono risale al XVIII secolo ed è raggruppata attorno allo Upper e al Lower Yard (cortile superiore e inferiore). Per oltre settecento anni non c’è stato in Irlanda un simbolo più grande del potere inglese de “Il castello”, e praticamente ogni ribellione contro gli inglesi mirò a distruggerlo. Nessuna vi riuscì. Costruito nel 1204 in posizione rialzata sulla sponda meridionale del Liffey, il castello era originariamente delimitato su tre lati dal fiume Poddle. Proprio al di sotto delle mura del castello, il Poddle si gettava in uno stagno, lo Stagno Nero, o “Dubh Linn”. Resti del forte vichingo, risalenti circa al IX secolo, rinvenuti durante gli scavi del 1990, indicano che il luogo ha sempre avuto un’importanza strategica e si pensa che qui sorgesse un precedente “rath” gaelico, un ridotto fortificato. In origine una tozza torre era posta a guardia di ogni angolo delle mura di cinta attorno a un quadrilatero corrispondente grosso modo all’attuale Upper Yard, mentre la saracinesca era al centro del North Gate, l’entrata nord. Nel 1242 fu costruita una cappella, con vetrate a mosaico. Dove ora si trova la St Patrick’s Hall, dal 1320 fu costruito e ricostruito uno spazioso salone. Il castello originale deve avere ispirato rispetto, non solo perché vi si decapitavano regolarmente i ribelli, le cui teste venivano poste quale ornamento sulle mura, ma anche perché aveva il rarissimo lusso di ricevere acqua in tubazioni. Nel 1684 i quartieri residenziali del castello vennero devastati da un incendio. Furono ricostruiti ponendo grande attenzione alle funzioni amministrative del castello: furono aggiunte nuove sale di ricevimento, furono inclusi degli uffici, e gli Upper e Lower Yard presero la loro forma attuale. Ma il castello fungeva ancora da centro militare e prigione della città. La ricostruzione continuò per tutto il XVIII secolo, mentre il ruolo del castello cambiava. Come residenza del viceré, il rappresentante del potere britannico in Irlanda, divenne l’epicentro del bel mondo anglo-irlandese, ospitando balli e ricevimenti e accogliendo dignitari in visita. Nel 1814 fu progettata da Francis Johnston, in stile Neogotico, la Cappella Reale, chiamata ora Church of the Most Holy Trinity, adiacente alla Record Tower. Al suo interno, tra elaborate volte a vela e stucchi opera di Michael Stapleton, si trovano gli stemmi araldici di tutti i viceré sin dal XII secolo. All’esterno, Edward Smyth, famoso per i suoi lavori alla Custom House e alle Four Courts, scolpì cento teste di pietra raffiguranti personaggi mitologici e storici. La cappella fu immediatamente proclamata “il più bell’esempio di architettura neogotica in Europa”. Nel corso dell’insurrezione del 1916 il castello fu nuovamente attaccato, ancora una volta senza successo. Davanti al castello c’è la City Hall, una volta sede della Royal Exchange, la Borsa, costruita nel luogo del vecchio Damer Gate, l’entrata orientale dell’antica cerchia di mura cittadine. Costruita nel 1769 dalla Corporazione dei Commercianti di Dublino, passò durante la rivolta del 1798 alle forze governative per essere usata come sede degli interrogatori e camera di tortura. Oggi ospita gli uffici del consiglio comunale di Dublino. Andiamo a visitare la Christ Church, antica cattedrale protestante, che sorge entro le primitive mura medievali della città e fu fondata da Sitric Silkebeard, re dei Danesi nel sec. XI ed in seguito distrutta e ricostruita dai Normanni nel 1172. La struttura innalzata da Silkenbeard era in legno, ma negli anni dal 1173 al 1240 gli Anglo-Normanni ricostruirono la chiesa in pietra. I settant’anni occorsi per questi lavori fanno sì che questo edificio contenga elementi architettonici di due periodi diversi: alcune parti, come la navata, furono costruite in Gotico, mentre altre, fra cui il coro e i transetti, furono costruite in stile Romanico. Una piccola testa oblunga sopra il portale romanico del transetto meridionale potrebbe raffigurare il re Enrico II o Dermot MacMurrough, il re di Leinster responsabile di aver invitato in Irlanda Strongbow, conte di Penbroke, e la sua armata di Anglo-Normanni, dando così inizio al lungo processo di colonizzazione. Nel XIX secolo la cattedrale era ridotta quasi a un rudere. Nel 1871 il distillatore di whiskey Henry Roe ne finanziò il restauro integrale. La cosa ebbe esiti non del tutto felici: la maggior parte della costruzione originale andò perduta e il coro trecentesco fu demolito e rifatto in un stile simil-romanico. A parte la cripta medievale, la più antica costruzione di Dublino, dove alcuni dei capitelli in pietra splendidamente scolpiti si sono conservati, i transetti e la parte settentrionale della navata, poco rimane della struttura del XIII secolo. La cripta è piena di macabre reliquie: nella St Laud Chapel, in uno scrigno metallico a forma di cuore, si trova il cuore di San Lorenzo O’Toole, arcivescovo di Dublino al tempo dell’invasione di Strongbow. Si pensa che anche lo stesso Strongbow sia sepolto qui, ma è probabile che la sua tomba sia stata distrutta dal crollo del tetto e rimpiazzata con l’effigie di un altro cavaliere. La leggenda vuole che la più piccola delle due effigi nella cripta contenga il corpo di suo figlio, che fu tagliato in due per codardia in battaglia, ma è più probabile che contenga gli intestini di Strongbow. I raccapriccianti resti mummificati di un gatto e di un topo, rimasti intrappolati dietro una canna d’organo, sono messi in mostra in una teca di vetro. Si crede che vi sia un’antica galleria che porta dalla cripta, passando sotto il Liffey, alle attuali Four Courts. Secondo la leggenda, un soldato che nel Medio Evo assisteva a un funerale solenne nella Christ Church, preso dalla noia si addentrò nella galleria. Il sacrestano, ignaro, chiuse il soldato nella galleria e molti mesi dopo fu rinvenuto il suo corpo completamente rosicchiato, con la spada in mano. Attorno ad esso giacevano le carogne di oltre duecento ratti che il soldato aveva ucciso! Visitiamo la St. Patrick’s Cathedral, cattedrale protestante fondata da S. Patrizio, che è un edificio in forme gotiche iniziato nel 1190 dai Normanni e sorge sul più antico sito cristiano di Dublino. Ha avuto una storia sofferta non dissimile da quella della vicina Christ Church Cathedral: ricostruita in pietra nel 1190 in stile “antico inglese”, nel corso dei secoli cadde anch’essa in rovina. E come l’altra fu completamente restaurata nel 1864 con i fondi elargiti da un altro commerciante di alcolici, Sir Benjamin Lee Guinness, la cui statua si trova a destra dell’entrata. A differenza della Christ Church, tuttavia, St Patrick’s Cathedral sorse all’esterno delle mura medievali, nella zona nota come “the Liberties”, ossia “i Privilegi”, e divenne perciò la cattedrale del popolo piuttosto che il luogo dove venivano tenute cerimonie di stato. Probabilmente la figura più nota associata a St Patrick’s è Jonathan Swift, autore dei Viaggi di Gulliver e di molte altre storie satiriche e decano della cattedrale dal 1713 al 1745. Di enorme generosità, Swift dava in beneficenza ogni anno metà delle sue entrate, e alla sua morte furono così tanti i cittadini che pretesero una ciocca dei suoi capelli come ricordo che egli fu seppellito calvo. È sepolto nella cattedrale. Lungo la High Street incontriamo la chiesa ottocentesca di St. Audoen, costruita nel 1190 sui resti di un sito paleocristiano dedicato a San Colombano e dedicata al santo normanno Ouen di Rouen, St Audoen, in High Street, è la più antica chiesa parrocchiale medievale rimasta a Dublino. L’unica testimonianza delle sue origini paleocristiane è una lapide tombale all’interno del portico, nota come “pietra della fortuna”, che si dice porti fortuna a chiunque la tocchi. Il portone occidentale è ancora quello della chiesa originale, mentre la torre campanaria contiene tre campane del 1423, ritenute le più antiche d’Irlanda. Queste campane venivano suonate durante le tempeste per ricordare ai dublinesi di pregare per chi si trovava in mare. Nel giardino è visibile una sezione restaurata delle antiche mura cittadine, con una gradinata che scende al St Audoen Arch, il solo ingresso alla città vecchia ancora in piedi. Ci spingiamo fino a St. James’ Gate dove sorge la Guinness’s Brewery, fabbrica produttrice della più famosa stout nel mondo. La Guinness è la bevanda nazionale dell’Irlanda e la fabbrica di birra impiantata nel 1759 da Arthur Guinness riempie ogni giorno oltre sette milioni di bicchieri. I Guinness, una famiglia di filantropi, hanno restaurato la cattedrale di St Patrick, donato alla cittadinanza lo spazio verde di St Stephen Green, risanato quartieri fatiscenti rimpiazzandoli con i palazzi della Fondazione Iveagh, piscine e ostelli in Patrick Street. Oggi è domenica e non è possibile visitare la fabbrica per cui ci accontentiamo dell’esterno. Tornando sul lungofiume settentrionale ammiriamo le Four Courts, un altro elegante edificio neoclassico realizzato da James Gandon, sede dell’Alta corte di Giustizia d’Irlanda. Riprendiamo la DART e torniamo al nostro Bed and Breakfast. Domani comincia il vero viaggio! Monday, 27th of May 1996 Partenza: Dublin Arrivo: Kilkenny Alloggio: Mrs. M&E Wogan “Tyr Na Nog”, Greenshill, Kilkenny, Co. Kilkenny, Leinster, Eire Km tappa: 224 Km totali: 237 Posti visitati Enniskerry (Co. Wicklow, Leinster, Eire) Glendalough (Co. Wicklow, Leinster, Eire) Avoca (Co. Wicklow, Leinster, Eire) Ferns (Co. Wexford, Leinster, Eire) Inistioge (Co. Kilkenny, Leinster, Eire) Thomastown (Co. Kilkenny, Leinster, Eire) Kilkenny (Co. Kilkenny, Leinster, Eire) Scendiamo a fare colazione. Qui la colazione viene servita su un grande tavolo per far familiarizzare gli ospiti tra loro. Carichiamo i bagagli in macchina e … via: oggi comincia il nostro viaggio “on the road” nell’isola di smeraldo. Come colonna sonora del nostro viaggio abbiamo portato dall’Italia varie cassette di musica celtica (the Chieftains, Alan Stivell, Christy Moore, Clannad, Altan, Loreena McKennitt, Enya) e di altri artisti irlandesi come gli U2, i Cranberries, i Pogues, Sinead O’Connor. Ovviamente la prima canzone che ascoltiamo è “Il Cielo d’Irlanda” cantata da Fiorella Mannoia. Attraversiamo Dublino e ci dirigiamo verso sud nella CONTEA DI WICKLOW, dove l’impronta della dominazione britannica è visibile nelle belle residenze di campagna e nei giardini all’italiana: Russborough e Powerscourt Gardens (i 20 ettari di giardino più famosi d’Irlanda). Queste eleganti magioni sono circondate da una Wicklow più selvaggia e bellissima in cui ci addentriamo pian piano. Infatti la contea occupa una fascia di territorio prevalentemente montuoso; il paesaggio offre continuamente alla vista vastissime brughiere, brulle montagne e laghetti sperduti qua e là nelle campagne. In queste remote valli, come Glenmalure e Glen of Imaal, trovavano una volta rifugio i ribelli irlandesi, ben sapendo che le montagne del Wicklow avrebbero steso un velo sulla loro presenza. Queste sono infatti le zone riprese nel film Michael Collins. Questo paesaggio è stato anche lo sfondo del film Excalibur di John Boorman. Arriviamo ad ENNISKERRY (Ath na Sceire) di fronte al magnifico scenario del Great Sugar Loaf. Percorrendo un breve sentiero riusciamo ad ammirare la bellissima cascata Powerscourt Waterfall. E’ la cascata più alta d’Irlanda con un salto di 121m (398ft.), che si tuffa nel fiume Dargle. Ad ovest di Enniskerry risaliamo la vallata di Glencree fino a spingersi verso sud nel cuore dei Monti Wicklow. Superati i laghi Bray e il Sally Gap, un quadrivio desolato dove i dublinesi si rifornivano di torba, attraversiamo una zona vasta e deserta fatta di pascoli e conifere, per giungere d’improvviso sul balcone della cascata Glenmacnass, che origina dal piccolo lago Lough Tay. Oltre le rocce, levigate dallo spettacolare precipizio, si spalanca una grande vallata che porta a GLENDALOUGH. Fondato da St. Kevin tra l’Upper (B18) ed il Lower Lake in questa bellissima valle boscosa, il sito monastico di Glendalough (Gleann Dà Loch, “valle dei due laghi”) irraggia da 14 secoli la sua luce spirituale. Al complesso monastico, che prosperò fino al XIV secolo, si accede attraverso il Gateway (sec. X-XIII) per incontrare le rovine dell’ampia Cattedrale (sec.IX-X) e la bellissima Round Tower (sec. IX-X), torre rotonda a copertura conica (tipica costruzione difensiva dei monasteri medioevali irlandesi). Vicino si trovano la St. Kevin Cross (B21), croce celtica del XII secolo dedicata al fondatore, la Priest’s House e la St. Kevin Kitchen (B22-B23), chiesetta del X-XIII secolo con un caratteristico tetto su cui imposta una piccola torre rotonda. L’appellativo “kitchen” deriverebbe proprio dalla torre, simile al fumaiolo di una cucina. Nei pressi della cattedrale si trovano anche la Chiesa di St. Mary (sec. X) e altre rovine di due chiese. Dalla valle di Glendalough arriviamo alla Vale of Clara e da qui alla Vale of Avoca sulla quale si aprono bellissimi paesaggi. Ad AVOCA (Abhainn Abhóca) osserviamo la confluenza dei fiumi Avonmore (Abhainn Mhór) e Avonbeg (Abhainn Bheag) nel luogo chiamato The meeting of the waters, celebrato da Thomas Moore. Arriviamo a FERNS, che si trova nella contea di Wexford, ed è l’antica capitale della provincia di Leinster. Qui troviamo, con un po’ di difficoltà, le rovine della St Mary’s Augustinian Abbey del 1160. Cerchiamo anche il castello duecentesco che era la roccaforte principale del re di Leinster, Dermot MacMurough. Lui invitò i Normanni in Irlanda per consolidare il suo potere e garantirsi le forze necessarie per sconfiggere il re di Connaught, Tiernan O’Rourke, che aveva attaccato il castello dopo che MacMurough aveva abusato di sua moglie. L’edificio fu poi saccheggiato dagli uomini di Cromwell nel 1649. In origine il castello aveva pianta quadrata, con grandi torri angolari. Oggi sopravvive soltanto metà del castello: l’interno conserva un camino originale che sembra sospeso nel vuoto visto che il pavimento è ormai sventrato. Ci fermiamo ad INISTIOGE (Inis Tíog) nella bella piazza circondata da tigli dove si scorge il tumulo di una fortificazione normanna su una roccia che domina il villaggio e il fiume Nore. Oltrepassando Inistioge, arriviamo nei pressi di THOMASTOWN (Baile Mhic Andáin) dove sono le rovine della Jerpoint Abbey, una delle più belle abbazie cistercensi d’Irlanda: una parte della navata è romanica e risale all’epoca della fondazione (XII sec) mentre il resto è in forme gotiche. Particolare è il loggiato del chiostro con insolite figure umane inserite nelle colonne binate; all’interno della chiesa si trovano diverse tombe medioevali, una delle quali è effigiata con un suonatore d’arpa. Arriviamo alla nostra meta, KILKENNY, dove cerchiamo subito il nostro B&B. Dopo aver conosciuto la famiglia ci dirigiamo verso il centro della cittadina. Sovrastata da una collina e adagiata lungo le rive del Nore, Kilkenny (Cill Chainnigh) è il capoluogo della contea omonima e, senza dubbio, la “Capitale Medioevale” d’Irlanda. Il suo castello, alto sul fiume nel centro della città, è il gioiello della città e risale agli inizi del secolo XIII; nel 1391 fu acquistato dalla famiglia Butler che lo cedette allo stato nel 1967. Dopo aver passeggiato nel parco del castello ci spostiamo in Parliament Street dove c’è la Rothe House, vecchia casa mercantile elisabettiana costruita nel 1594 ed oggi sede del Kilkenny Museum. Proseguiamo per la neogotica cattedrale cattolica di St. Mary del 1857. In fondo alla strada troviamo la Cattedrale di St. Canice, edificio di impianto gotico, fondata nel XIII secolo. Attorno alla cattedrale sorgono il cimitero, una torre rotonda ed il palazzo vescovile del XVII secolo. Salendo sulla bella torre cilindrica si può ammirare il panorama della città. Ci dirigiamo poi in Blackmill Street dove si trova la duecentesca Black Abbey, che prende il nome dall’abito scuro dei monaci. Con l’arrivo di Cromwell fu quasi totalmente distrutta per cui la maggior parte dell’edificio che oggi si può vedere risale al XVIII e XIX secolo. Torniamo in Parliament Street e passiamo la serata al John Cleere’s Pub dove ceniamo con patatine e Kilkenny. Tuesday, 28th of May 1996 Partenza: Kilkenny Arrivo: Bantry Alloggio: Mrs. E. Kearns “Island view”, Cahir, Bantry, Co. Cork, Munster, Eire Km tappa: 353 Km totali: 590 Posti visitati Cahir (Co. Tipperary, Munster, Eire) Cashel (Co. Tipperary, Munster, Eire) Blarney (Co. Cork, Munster, Eire) Kinsale (Co. Cork, Munster, Eire) Rosscarbery (Co. Cork, Munster, Eire) Bantry (Co. Cork, Munster, Eire) Mizen Head (Co. Cork, Munster, Eire) Appena svegli facciamo un’abbondante colazione. Questo B&B è molto efficiente e ben organizzato come un mini-albergo. Oggi la nostra prima tappa è CAHIR (An Chatair), un piccolo centro sul fiume Suir noto per il suo castello normanno, appartenuto alla famiglia Butler, uno dei pochi intatti dell’Irlanda. Costruito nel 1142 su un’isola del fiume e dotato di un’intricatissima maglia difensiva con una doppia cerchia muraria, il castello dovette essere ritenuto inespugnabile almeno fino al 1599, quando fu conquistato dall’artiglieria del Conte di Essex. Il castello è stato anche la location di film come Excalibur, Barry Lindon e Braveheart. Visitiamo il castello che contiene anche una mostra sulle armi. Ci dirigiamo verso CASHEL (Caiseal) dove si trova uno dei luoghi più celebri d’Irlanda: la St. Patrick Rock, un complesso edificato a partire dal XII secolo in una delle principali sedi di residenza dei re di Munster. Dall’alto di un verde poggio, che domina tutta la pianura, le rovine del complesso costituiscono un vero e proprio concentrato di architettura medioevale irlandese. Al centro della rocca sorge la Cattedrale del XIII secolo, edificata in forme gotiche con pianta a croce; di fronte si trova il Vicar’s Choral Hall (la sala dei coristi, sec. XV), con cripta a volta nella quale è stato allestito un museo con la St. Patrick’s Cross (sec. Xii). Adiacente alla cattedrale, sul lato occidentale è il Bishop’s Castle (castello dei vescovi, sec. XV); sul fianco meridionale si appoggia la splendida King Cormac’s Chapel, autentico capolavoro del romanico irlandese, costruita nel 1127-34 dal re-vescovo Cormac McCarthy, che presenta una possente torre quadrata, due portali scolpiti ed una serie di arcatelle cieche, ed un interno riccamente decorato. Vi si trovano infine una notevole torre rotonda del sec. XI ed una croce del sec. XII, alla base della quale si troverebbe, secondo la tradizione, la prima pietra di fondazione del complesso. Continuiamo il nostro viaggio e facciamo una breve sosta a BLARNEY per vedere dall’esterno il castello. Il castello di Blarney è famoso per una sua pietra che, secondo la leggenda, donerebbe l’eloquenza a chi la bacia. Ci dirigiamo verso la costa sud, che purtroppo ci accoglie con un bel manto di nebbia, e ci fermiamo a KINSALE (Cionn tSàilé), un borgo di origine bretone, cinto da mura in ardesia e con un bel porto alla foce del fiume Brandon. Sulla scogliera, la Hold Head of Kinsale, si trova il Charles Fort, notevole fortilizio a pianta stellare, che domina l’estuario del fiume, con 2 bastioni verso il mare e 3 verso l’entroterra. Lungo la costa, nei pressi dell’estuario del fiume Argideen, visitiamo le rovine della Timoleague Abbey, un’abbazia francescana fondata nel 1312 da Donal Glas MacCarthy. Abbandonata nel 1642, in seguito ad un incendio provocato da un’armata inglese di Cromwell, ne rimangono i resti del chiostro, della corte esterna, del lebbrosario e un vasto cimitero. Facciamo una sosta anche a ROSSCARBERY. Nelle sue vicinanze si trova il Dromberg Stone Circle, uno dei più grandiosi dei Cromlechs irlandesi costruito nel 150 a.c. Dromberg significa “the small ridge” (piccola catena) ma questo sito è localmente conosciuto come “Altare Druidico”. Oggi rimangono 13 degli originali 17 menhirs di pietra levigata che costituiscono un cerchio di 9.5m di diametro. Al centro del cromlech convergono i raggi del sole al tramonto nel solstizio d’inverno. Nella parte centrale è stata trovata un’urna con un corpo cremato. La nebbia che ci avvolge rende l’atmosfera ancora più suggestiva facendoci tornare indietro di secoli con la fantasia. Nell’area occidentale si trova un monolite orizzontale con incisa l’impronta di un piede umano. Vicino al cerchio c’è un antico ricovero di cacciatori costituito da una capanna e un pozzo per la cottura (1.5×1.1m) usato fino al V sec. A.c. In questa cucina preistorica venivano gettate pietre incandescenti per far bollire l’acqua contenuta dove veniva immersa la carne da cucinare. Studi recenti hanno confermato che utilizzando questo metodo è possibile far bollire più di 70 galloni di acqua per almeno 3 ore! Pian piano inizia una lieve pioggerella che ci rispedisce in auto. Arriviamo a BANTRY dove ci sistemiamo nel B&B di oggi. Ripartiamo in auto proseguendo lungo la frastagliata costa meridionale dove raggiungiamo il villaggio di SKULL (An Scoil) sulla Roaringwater Bay. Entriamo così in una delle regioni più belle d’Irlanda, caratterizzata dalle cinque penisole che in rapida successione si protendono sul mare aperto, originando una moltitudine di piccoli fiordi, baie ed insenature punteggiate da una miriade di isolotti. A pochi chilometri da Skull si trova il promontorio di MIZEN HEAD, estrema punta meridionale d’Irlanda da cui si potrebbe ammirare l’Oceano. Però la nebbia che ci circonda è così fitta che non si riesce a vedere niente. Le alte scogliere che si innalzano a picco sopra il mare rendono queste acque pericolose per la navigazione, e numerosi sono stati i naufragi nella baia di Dunlough, a nord. Da un’isola collegata a Capo Mizen tramite un ponte sospeso, un faro stende sul mare il suo fascio luminoso per mettere sull’avviso i naviganti. Tutto intorno è un paesaggio selvaggio e desolato, ricco di siti sepolcrali preistorici, rudimentali fortificazioni e castelli medievali. Proprio sul Capo Mizen si trovano i resti del Castello dei Tre Capi, uno dei dodici castelli costruiti lungo la penisola dal clan O’Mahoney nel Quattrocento. Seguendo la costa settentrionale della penisola torniamo a Bantry (Beanntraì) immersi nella nebbia. Wednesday, 29th of May 1996 Partenza: Bantry Arrivo: Killarney Alloggio: Mrs. N. O’Neil “Alderhaven”, Ballycasheen road, Killarney, Co. Kerry, Munster, Eire Km tappa: 440 Km totali: 1030 Posti visitati Kenmare (Co. Kerry, Munster, Eire) Ring of Kerry (Co. Kerry, Munster, Eire) Killarney (Co. Kerry, Munster, Eire) Dingle Peninsula (Co. Kerry, Munster, Eire) Oggi, dopo un’altra mitica colazione, ci accingiamo a percorrere il celebre RING OF KERRY. E’ una delle strade panoramiche più famose d’Irlanda che costeggia la Penisola di Iveragh. Ad ogni tornante si scorge un nuovo panorama: passi di montagna, scarpate mozzafiato, graziosi villaggi, laghetti. Peccato che anche oggi il cielo sia un po’ coperto perché questi paesaggi devono essere meravigliosi con il sole. A Kenmare (Neidìn) si trova il Druid’s Circle. Conosciuto anche come “The Shruberries” è un cerchio ovale (17.4×15.8m), forse il più grande nell’Irlanda del sud, caratterizzato da 15 grosse pietre di diversa forma, di cui 13 dritte e due adagiate. Al centro si trova una tomba sepolcrale sormontata da un gigantesco masso (2×1,8m e spesso 80 cm) di circa 7 tonnellate. Da qui proseguiamo nel giro della penisola di Iveragh. Nei pressi di Sneem si incontrano le suggestive rovine di Staigue Fort, uno dei forti più grandi e meglio conservati in Irlanda. Si trova adagiato su una collinetta circondata da un anfiteatro di colline irregolari, aperto verso il mare. Il muro, alto 5.5m e spesso 4m, delimita un’area circolare di 27.4m di diametro. Si accede all’interno attraverso un passaggio di 1.8m di altezza coperto da enormi architravi. L’accesso ai bastioni è permesso da una serie di scalini posizionati a dare una forma di X. Da qui si ha una bella vista sull’oceano. Si pensa che il forte sia stato costruito nel periodo celtico, probabilmente nel I sec. D.c.: si può osservare anche la grande abilità dei costruttori che non hanno utilizzato la calce. Dopo un tratto all’interno, il Ring of Kerry torna sull’Oceano a Caherdaniel (Cathair Dònnal) e corre alto sul mare costeggiando lunghi tratti di spiaggia, scogliere ed alture paludose (D15/D27). In lontananza si scorgono le Isole Skellig e la Horse Island. Attraversando il ponte di Portmagee raggiungiamo la vasta isola pianeggiante Valentia Island che è il punto di partenza per raggiungere le Isole Skellig: la maggiore, Skellig Michael (Sceilg Mhichìl), conserva i resti di un monastero medioevale databile tra li IX e il XII secolo mentre la minore ospita una delle maggiori colonie di pulcinella di mare che si conosca. Andiamo a prendere informazioni sulla traversata che faremo l’indomani per raggiungere queste isole. Oltrepassato Portmagee, incontriamo il villaggio di Cahersiveen dove nacque Daniel O’Connell. Risalendo la penisola ci si affaccia sulla Dingle Bay e, giunti a Killorglin, deviamo verso KILLARNEY (Cill Airne) alla ricerca del nostro B&B. Non è molto facile la ricerca per cui chiediamo qualche informazione per la strada … ma alla fine ce la facciamo. Il nostro B&B è immerso nel verde e nel cortile posteriore è possibile scorgere conigli selvatici che corrono nell’erba. Ci rimettiamo in marcia per visitare la più settentrionale delle penisole della conte del Kerry, la PENISOLA DEL DINGLE. E’ caratterizzata da ciclopiche scogliere, solitari paesaggi montani e vaste distese di spiagge sabbiose, considerate tra le più belle d’Irlanda. Il primo importante centro che si incontra è Dingle (An Dingean), famoso centro di pesca affacciato su una piccola baia circondata da una serie di alture, tra cui il monte Eagle con tre massi verticali con scritte ogham. Percorrendo lo Slea Head Drive, raggiungiamo Slea Head (Ceann Slèibhe), estremità occidentale della penisola, da cui si scorgono al largo della costa le rocciose Blasket Islands, affioramenti magici e selvaggi. Il monumento più importante della zona è il Gallarus Oratory, insolita costruzione paleocristiana del VII-VIII secolo a pianta rettangolare costruita con pietre a secco in forma di chiglia rovesciata. Da Dingle prendiamo la strada panoramica che passa per il Connor Pass Summit, presso il monte Slievanea (618m). E’ una strada stretta che si inerpica a discreta altitudine in mezzo a scogliere a picco e piccoli laghi e che ci porta al valico montano più alto d’Irlanda da cui si gode una vista splendida sulla Brandon Bay con i Seven Hogs e le isole Magharee. Torniamo così a Killarney e la sera andiamo al Buckley’s Pub a berci una bella birra ed ascoltare musica dal vivo. Thursday, 30th of May 1996 Partenza: Killarney Arrivo: Killarney Alloggio: Mrs. N. O’Neil “Alderhaven”, Ballycasheen road, Killarney, Co. Kerry, Munster, Eire Km tappa: 169 Km totali: 1199 Posti visitati Portmagee (Co. Kerry, Munster, Eire) Killarney (Co. Kerry, Munster, Eire) Stamani ci aspetta una brutta sorpresa: la nebbia avvolge il nostro B&B! Ci dirigiamo lo stesso verso Valentia Island ma la nebbia non ci permette di arrivare alle Isole Skellig: oggi i battelli non partono! Torniamo a malincuore a KILLARNEY sempre immersi nella nebbia e ci rilassiamo un po’ nel nostro B&B. Nel pomeriggio giriamo per Killarney. La maggiore attrazione di Killarney sono i suoi tre laghi: Leane lake (o Lough Leane), Muckross lake e Upper lake. Ad ovest si elelvano le maggiori vette d’Irlanda, comprese nella catena dei Macgillycuddy’s Reeks, tra cui il Carrantuohill, il tetto dell’isola. Questa zona fa parte del Kilarney National Park e vi si trova la Muckross Abbey, abbazia francescana del 1448 (che è momentaneamente chiusa), e il Ross Castle, casa torre trecentesca cinta da mura e protesa sul Lough Leane. La sera torniamo al nostro pub. Friday, 31th of May 1996 Partenza: Killarney Arrivo: Galway Alloggio: Mrs. T. Mc Donagh “Ard Mhuire”, Knocknacarra road, Upper Salthill, Galway, Co. Galway, Connaught, Eire Km tappa: 410 Km totali: 1609 Posti visitati Limerick (Co. Limerick, Munster, Eire) Bunratty (Co. Clare, Munster, Eire) Craggaunowen project (Co. Clare, Munster, Eire) Spanish point (Co. Clare, Munster, Eire) Cliff of Moher (Co. Clare, Munster, Eire) Kilfenora (Co. Clare, Munster, Eire) the Burren (Co. Clare, Munster, Eire) Galway (Co. Galway, Connaught, Eire) Oggi ci rimettiamo in marcia e raggiungiamo LIMERICK, la città dei Cranberries. Fondata dai Danesi, Limerick (Luimneach) è oggi un ottimo porto sullo Shannon. Il King’s John Castle, possente edificio duecentesco in forme normanne, e la St. Mary Cathedral sono i più noti monumenti. Non lontano dalla città si trova il BUNRATTY Castle, il più bell’esempio di castello medioevale irlandese. Costruito nel 1460 dal clan MacNamara, il castello di Bunratty sorge su quella che era una volta un’isola sulla riva nord dello Shannon. Come per molte costruzioni fortificate in Irlanda, Vichinghi e Normanni avevano in precedenza costruito sul luogo delle strutture difensive: il fossato vichingo è ancora visibile, mentre i Normanni costruirono il primo castello sull’isola. Recentemente restaurata, la possente fortezza rettangolare ospita una collezione di mobili, arazzi e dipinti che vanno dal Trecento al Seicento. Il castello è ora usato per banchetti in stile medievale ed è circondato dal Bunratty Folk Park, una ricostruzione di un villaggio del XIX secolo. Facciamo un piccola deviazione per tuffarci nella preistoria di quest’isola andando a visitare il CRAGGAUNOWEN PROJECT. Qui si è voluto rievocare l’ambiente nel quale vivevano gli antichi abitanti dell’Irlanda attraverso il restauro e la ricostruzione di abitazioni, insediamenti agricoli ed altri elementi caratteristici della vita quotidiana dall’età preistorica sino ai primi secoli dell’era cristiana. Il percorso comincia visitando la mostra ospitata nel Castello. Costruito verso il 1550 da John Sioda McNamara, è un esempio tipico di casa-torre e costituiva la residenza dei nobili dell’epoca. Il percorso continua lungo il bosco circostante dove è possibile visitare vari siti: – Il Crannog (F7/F10) è un genere di palafitta lacustre realizzato in Irlanda durante l’età del ferro e i primi tempi dell’era cristiana. Era un’isola artificiale sopra la quale si costruivano case, si teneva il bestiame e si viveva con relativa sicurezza. Il nome Crannog derivava dal termine irlandese crann, che significa albero, e si riferiva al principale materiale da costruzione utilizzato per la palizzata che circonda il sito e per le costruzioni. L’isola veniva costruita a circa 100m dalla riva di un lago poco profondo posizionando strati di legname e pietre. Inizialmente l’accesso al Crannog avveniva mediante imbarcazioni ma con il tempo furono utilizzati dei ponti. – Il Togher o sentiero in legno è stato portato qui da un giacimento di torba; in alcuni luoghi nell’età del ferro il terreno accidentato e paludoso induceva a costruire dei sentieri in legno di betulla o altano per congiungere i luoghi più importanti. – Il Fullacht Fiadh era l’area di cottura dei cacciatori dall’età del bronzo al periodo elisabettiano; le pietre scaldate su di un fuoco venivano usate per far bollire l’acqua in un tino di legno in cui veniva messa a cuocere la selvaggina. – Nel bosco ci sono tracce di menhirs e dolmens. – I Fortini Circolari, di cui ne esistono 40000 esemplari in tutta l’Irlanda, erano gli insediamenti agricoli dell’inizio dell’era cristiana. Protetti da cumuli di terra o da muri di pietra o legno, gli abitanti svolgevano le loro attività giornaliere. – La Brendan è l’imbarcazione costruita da Tim Severin nel 1976 basandosi sul manoscritto del VI sec. Che racconta come S. Brendano avrebbe attraversato l’Atlantico e scoperto la terra promessa d’oltreoceano. Partito con un equipaggio di 5 uomini nel maggio del 1976 da Brandon Creek arrivò a Newfoundland nel giugno del 1977. – Nel bosco si osservano piante ed erbe tipiche irlandesi ed animali selvaggi come i cinghiali. Ci dirigiamo verso Miltown Malbay dove si torna in prossimità della costa. A SPANISH POINT (Rinn na Spáinneach) ammiriamo l’oceano che si infrange sulla Mal Bay. La località deve il suo nome al naufragio dell’Invincibile Armada nel 1558. Continuiamo il nostro viaggio lungo la costa e nel verde dei prati fra Lahinch e l’Atlantico si spalanca all’improvviso il baratro delle CLIFF OF MOHER (Aillte an Mhothair, che significa “scogliere della rovina”): si tratta di otto chilometri di pareti rocciose, cromaticamente variegate per l’alternarsi a strati di scisti e arenarie, a strapiombo sull’Atlantico. Il punto più alto delle scogliere raggiunge i 214 metri d’altezza mentre la propaggine più meridionale, Hag’s Head scende a 120 metri. Il taglio netto del terreno mostra una panoramica della formazione geologia durata milioni di anni. Un buon punto di osservazione sulle scogliere è la O’Brien’s Tower, la torre che fu costruita come casa da thè nel 1835 sulla scogliera più alta. Ci incamminiamo lungo il sentiero che costeggia la sommità delle scogliere, ricoperta da un soffice manto erboso, spesso costellato di piccoli fiori gialli e rosati. Il vento è micidiale che si riesce a stento a stare in piedi ma il posto è imperdibile. Ammiriamo il Breanan Mór, il piccolo sperone roccioso a punta isolato dal resto della scogliera, probabilmente derivato dal risultato di un crollo della parete della scogliera in tempi lontani. Situato proprio davanti alla falesia sulla quale è stata costruita la O’Brien’s Tower, è alto circa 70 metri. Circa 29 specie di uccelli popolano: tra questi spiccano le celebri pulcinelle di mare, varie razze di gabbiano, fregata, cormorano e anche falchi. Torniamo verso l’interno entrando nella regione del BURREN (Boireann, terra di roccia), un tavolato calcareo di 260Kmq, battuto dal vento, formatosi sotto il mare (350 milioni di anni fa), portato in superficie da movimenti tettonici e fratturato dai ghiacciai a dare il puzzle roccioso che lo caratterizza. È un paesaggio straordinario, brullo e arido nei mesi invernali, ma che sotto il sole estivo diviene di una lucentezza accecante. Vi cresce una stentata vegetazione con alcune specie di tipo alpino e artico, ed è ricco di corsi d’acqua sotterranei. Infatti l’acqua piovana filtra attraverso la roccia porosa scavando grotte e gallerie sotterranee, mentre dopo gli acquazzoni compaiono dei laghi temporanei detti turloughs, che scompaiono non appena assorbiti dalla falda acquifera. La superficie del tavoliere calcareo è stata erosa in solchi e cavità assumendo una morfologia detta a clint (gli affioramenti rocciosi) e grikes (i solchi che li dividono). Al riparo di queste fenditure, alimentati dai corsi d’acqua sotterranei, germogliano fiori rari in abbondanza, tra i quali genziane e orchidee, che generalmente si trovano nelle regioni mediterranee, alpine e artiche. Ci fermiamo nel cimitero di KILFENORA dove si trovano tre croci in pietra del XII sec.: la più bella è la Doorty Cross. Subito dopo si trova il Leamaneh Castle, che mescola due stili architettonici: al torrione a feritoie del XV secolo, fu aggiunta, nel XVll secolo una residenza-fortificata ornata di grandi finestre. Questa terra è disseminata di reperti preistorici e la piu bella testimonianza è costituita dal dolmen di Poulnabrone, risalente al 2500 a.c.. Il nome Poulnabrone significa “The hole of the sorrows” (la buca dei dolori). Una pietra … è adagiata su due lastre di 1.8m per creare la camera di un cairn di circa 9m. Quando fu scoperto, il dolmen conteneva le ossa di 25 persone, oltre a gioielli e ceramiche. Questa regione carsica possiede un notevole fascino e la leggenda vuole che i dolmen antichissimi che costellano questa regione rappresentino i giacigli costruiti dai due mitici amanti celti del ciclo dei Fianna, Diarmuid e Grainne. Ripieghiamo nuovamente verso la costa in direzione di Galway. Incontriamo il Dunguaire Castle, una casa-torre fortificata del XVI sec. Eretta su un promontorio roccioso nella baia di Galway. Il castello deve il suo nome a Guaire Aidhneach, re del Connaught del VII secolo, che qui aveva la sua reggia. L’ospitalità di Guaire era proverbiale: un bardo racconta come 350 ospiti con 350 servitori e i loro cani furono ospitati per sedici mesi. Oggi la tradizione continua con la Shannon Development Company, che organizza banchetti medievali nella torre restaurata. Arriviamo così a GALWAY che si affacia su un’insenatura della grande baia in corrispondenza della foce del fiume Corrib. È la capitale del Gaeltacht, ossia la regione dove si parla gaelico, ma è anche una prospera città industriale, un nodo commerciale e un importantissimo centro per le arti: la produzione di film e allestimenti teatrali brilla per quantità e qualità, cosa questa che richiama nella zona molti artisti. Negli ultimi anni si è avuta un’espansione rapida e incontrollata, e la popolazione, grazie al richiamo esercitato da migliori prospettive di lavoro, è aumentata vertiginosamente, rendendo Galway la città con il più alto tasso di crescita d’Europa. È anche famosa come città alternativa dell’Irlanda, e le sue vie sono piene di musicisti di strada, mangiatori di fuoco, venditori di gioielli e bancarelle di artigiani. La città accoglie un gran numero di giovani che vengono per studiare nella locale università, e in estate, con il Galway Arts Festival e le Corse, si anima particolarmente. Raggiungiamo il nostro B&B e facciamo un giro nella città. La posizione di Galway, alla foce del fiume omonimo e punto di attraversamento del Corrib, la via d’acqua che unisce al mare il Corrib Lough, ne ha fatto un importante centro di commerci sin dai suoi primordi. Nel XIII secolo la famiglia anglo-normanna dei de Burgo si impossessò della città che divenne una potente colonia normanna dominata da quattordici famiglie, ed è per questo che venne poi chiamata la “Città delle tribù”. Nel Quattrocento e nel Seicento, mentre gran parte dell’Irlanda era in costante ribellione contro la corona inglese, Galway le rimase fedele. La sua lealtà alla corona fu tuttavia la sua rovina quando Cromwell prese il potere e nel 1652 le sue armate assediarono la città per novanta giorni. L’Irlanda occidentale fu inoltre colpita in maniera particolarmente dura dalla carestia del 1840, e Galway ha iniziato a riprendersi dalla depressione economica e dallo spopolamento solo in questo secolo. Nelle vicinanze del porto, il cinquecentesco Arco spagnolo è stato oggetto di molte storie fantasiose, ma è probabile che servisse a proteggere lo scarico dai galeoni dei loro preziosi carichi di rum e vino. Attaccati all’arco ci sono segmenti delle originali mura medievali della città. Attraverso l’Arco spagnolo si imbocca una strada lungo la foce del fiume. Qui amano venire a nutrirsi i cigni e vi si incontrano spesso i Galway Hooker, le tradizionali barche da pesca della zona, con le loro caratteristiche vele color ruggine, mentre quello che era una volta il quartiere dei pescatori, il Claddagh, è in gran parte scomparso sotto moderni appartamenti e case popolari degli anni ’30. Una volta questa zona aveva il suo proprio re, un abbigliamento caratteristico e vi si parlava gaelico. Tutto quello che rimane è il nome e il famoso anello di Claddagh, la vera nuziale usata dalla gente della zona il cui uso documentato risale al 1784. Caratteristico è il Salmon Weir Bridge sotto cui passano i salmoni. Saturday, 1st of June 1996 Partenza: Galway Arrivo: Galway Alloggio: Mrs. T. Mc Donagh “Ard Muir”, Knocknacarra road, Upper Salthill, Galway, Co. Galway, Connaught, Eire Km tappa: 58 Km totali: 1667 Posti visitati Inishmore (Co. Galway, Connaught, Eire) Galway (Co. Galway, Connaught, Eire) Le ISOLE ARAN costituiscono un arcipelago, che crea una sorta di barriera protettiva all’imbocco della baia di Galway, composto da tre isole: Inishmore (Inis Mòr o Arainn), la più vasta, Inishmann (Inis Meàin) e Inisherr (Inis Oirthir). Queste isole sono sempre state una roccaforte della lingua irlandese, ancora parlata come linguaggio corrente, e sono quindi un’importantissima oasi Gaeltacht. Ci imbarchiamo da Rossveal per INISHMORE. L’isola è una lunga lastra calcarea, simile alla formazione del Burren nel Clare, in leggero pendio sul lato sud-ovest, dove raggiunge i 90m. La maggior parte dei villaggi è raggruppata sul lato opposto dell’isola. Celebri delle tre isole sono gli Aran sweaters, maglioni di lana grezza con cuciture che variano a seconda delle famiglie del posto. Arrivati sull’isola decidiamo di non prendere il pulmino che si offre di accompagnarci nei luoghi più famosi ma di passeggiare per scoprire meglio la bellezza di Inishmore. In effetti non siamo riusciti a visitare ogni angolo remoto dell’isola ed abbiamo perso qualche rovina, ma abbiamo veramente assaporato la calma ed il silenzio del luogo. Il paesaggio delle Aran è solitario ma di grande fascino: rocce calcaree, masse petrose che evocano immaginarie architetture, scogliere a picco sull’Atlantico e una vegetazione pressochè priva di alberi ma stranamente ricca di fiori che spuntano qua e là tra i sassi. Percorriamo la strada situata sul lato nord dove il paesaggio degrada dolcemente verso il mare. L’isola è un autentico labirinto di muretti a secco che si snodano per tutto il territorio. Tra la brulla vegetazione si trovano le rovine della Tempeall Chiaràin, chiesetta di epoca medioevale di forma rettangolare. A Inishmore si trovano numerosi reperti archeologici tra cui numerosi forti circolari preistorici. Su una collinetta a sinistra vediamo il Dún Eochla, forte di forma circolare dell’età del ferro, che in questa posizione permetteva una visione pressoché completa su tutta l’isola. E’ costituito da 2 serie di mura di cui la più interna misura circa 5 metri in altezza e 3, 5 metri in profondità. Oltrepassato il porto naturale di Cill Mhuirbhigh, arriviamo al Dun Aengus o Aonghas, uno dei più straordinari monumenti dell’Europa preistorica. Si tratta di un fortilizio semicircolare posto sul bordo di una scogliera alta 60m sull’Atlantico che domina il porto naturale. Il semicerchio si compone di 3 anelli concentrici di mura difensive e quelle più interne raggiungono in alcuni punti i 4 metri d’altezza. Un aspetto interessante di questo forte è il massiccio “cavallo di Frisia” (un sistema difensivo basato sull’utilizzo di lastre di pietra o legno che piantate nel terreno rendevano difficile l’accesso, soprattutto ai cavalli) in pietra che si estende tutto attorno alla terza linea di mura. In alcuni punti è piuttosto ben conservato. Il forte fu chiamato come Aonghas, Capo dei Tuatha Dé Danann della mitologia celtica. Aengus, figlio del Dio Dagda e della Dea Boann (personificazione del fiume Boyne), era Re dei Fir Bolg, una tribù celtica che si era stabilita sulle Aran ed aveva costruito questi forti per proteggersi dagli abitanti del “continente”. Nella parte a sud la costa è costituita da alte scogliere erose dalla forza del mare e dei venti. Tipici sono i Puffing Holes, delle aperture nella scogliera, collegate all’oceano attraverso delle grotte da cui passa l’acqua. Nelle giornate di mare grosso, da questi “buchi” fuoriescono spruzzi d’acqua con rumori profondi che hanno alimentato le leggende locali. Torniamo indietro camminando, con uno sguardo sull’oceano, attraverso le stradine immerse nel verde, delimitate dai muretti a secco. I terreni sono oggi coltivabili o adibiti a prato grazie al lavoro fatto nei secoli dagli abitanti delle isole, che rimossero parti pietrose dell’isola a mano o coltivarono le fessure delle rocce calcaree, fertilizzando il terreno con alghe marine e altri tipi di particolare flora oceanica. Tuttavia poiché la terra di queste isole non è mai stata molto fertile, per secoli gli abitanti hanno vissuto di pesca servendosi di particolari barche, i curragh, dall’ossatura in legno rivestita in pelle catramata. Sebbene siano affidabili durante la navigazione con maltempo, queste imbarcazioni sono poco resistenti agli urti e talmente leggere che i pescatori delle Aran non possono indossarvi scarpe, ma solo particolari calzature fatte con materiale di capra, chiamate pampooties. Tornando nella parte nord dell’isola si trovano le rovine del seicentesco Arkin Castle, costruito nell’epoca di Cromwell con le pietre del monastero di S. Eanna o Enda che aveva portato il cristianesimo sull’isola nel 490. Si dice che Enda arrivò ad Arainn dal Connemara su di una barca di pietra, fatto che scatenò le ire di un capo pagano di nome Corbam. Con l’arrivo di S. Eanna, Arainn divenne un centro di energia spirituale che favorirà il rinnovamento dell’Europa nei secoli; per questo ha meritato il titolo di Ara na Naomh (Ara dei Santi). A malincuore riprendiamo il traghetto e torniamo a Galway. Sunday, 2nd of June 1996 Partenza: Galway Arrivo: Galway Alloggio: Mrs. T. Mc Donagh “Ard Muir”, Knocknacarra road, Upper Salthill, Galway, Co. Galway, Connaught, Eire Km tappa: 324 Km totali: 1991 Posti visitati Athlone (Co. Westmeath, Leinster, Eire) Clonmacnoise (Co. Offaly, Leinster, Eire) Clonfert (Co. Offaly, Leinster, Eire) Birr (Co. Offaly, Leinster, Eire) Killaloe (Co. Clare, Munster, Eire) Lough Dergh (Co. Clare, Munster, Eire) Ennis (Co. Clare, Munster, Eire) Oggi ci addentriamo nell’interno e più precisamente nella REGIONE dello SHANNON. Nel corso dei secoli la parte centrale dell’Irlanda ha sempre rivestito un ruolo particolare poiché qui si sono incontrate le diverse culture dell’isola. La regione è caratterizzata dalla presenza dello Shannon, il “grande padre” dell’isola, uno dei fiumi più belli e più puliti d’Europa; esso scorre lento, toccando tranquille cittadine, talvolta perdendosi in meandri costellati di isolotti o allargandosi fino a formare i due grandi laghi, Lough Ree e Lough Dergh. Arriviamo ad ATHLONE, situata proprio nel punto in cui il fiume Shannon esce dal Lough Ree. Essendo punto d’incrocio strategico, la città fu sede di frequenti battaglie. Il vescovo John de Grey costruì un castello nel 1210 per difendere il ponte nel Connaught. Da qui raggiungiamo CLONMACNOISE, uno dei luoghi sacri più famosi d’Irlanda, nonché importantissimo polo culturale del medioevo. Clonmacnois (Cluain Mhic Nòis, prato dei figli di Nos) si presenta come un grande recinto di pietre posto sulle rive dello Shannon. Qui St. Ciaràn nel 545 edificò la prima chiesa, a cui seguirono altre 11 (oggi ne restano soltanto 6). Ad ovest del cimitero si trovano i ruderi di un potente castello del XIII sec. Costruito per difendere lo Shannon. Il monastero divenne ben presto una notevole scuola monastica con una ricca biblioteca dove si custodivano splendide miniature. All’entrata si trova una notevole collezione di lapidi incise (VIII-XII sec.), la più bella che si possa trovare in Irlanda. Famose sono le 3 croci celtiche: • la Croce della Scrittura o di King Flann è alta 4m con un anello circolare attorno alla testa. I pannelli che la compongono presentano delle raffigurazioni incise come il Giudizio finale e la Crocifissione. • la Croce meridionale è alta quasi 4m e su di essa è scolpita una crocifissione. • la Croce settentrionale è un fusto su cui sono raffigurati 2 leoni ed il dio celtico Cernunnos. Il Tempietto di Doolin e il Tempietto di Hurpan sono due chiese congiunte di cui la prima è più antica (forse risale a prima del XII sec.). Il Tempietto Meaghlin o Tempietto Ri è famoso per le stupende finestre orientali a due aperture in stile “occidentale di transizione”. Il Tempietto Kieran è una chiesa minuscola che prende il nome da S. Ciaran perché si dice sia stato interrato nell’angolo nord-est. A ovest di questa sono visibili le fondamenta del Tempietto Kelly. La Cattedrale è la più grande chiesa del complesso e potrebbe incorporare alcune delle chiese di pietra costruite agli inizi del X sec; il portale settentrionale è intagliato piuttosto elaboratamente ed è decorato con le figure di S. Domenico, S. Patrizio e S. Francesco. Il Tempietto Finghin o Chiesa di MacCarthy, con vicino una piccola torre rotonda, è situato sulle rive dello Shannon e presenta uno stupendo arco romanico del coro. Il Tempietto Connor ha ancora il tetto. La Torre O’Rourke è una torre rotonda caratteristica dei primi insediamenti monastici irlandesi. Percorriamo un breve sentiero per raggiungere la Chiesa delle Monache, l’unica costruzione che si trova al di fuori del cimitero. L’arco del coro costituisce un ottimo esempio di stile romanico irlandese maturo. Stando alle supposizioni, il suo camposanto contiene le spoglie di sette re di Tara, oltre quelle dell’ultimo Gran Re Rory O’Connor e di molti dei più grandi antichi eroi dell’Irlanda (rimangono ancora molte lapidi tombali paleocristiane). L’importanza e la ricchezza del monastero attrassero la malaugurata attenzione dei corsari vichinghi: tra l’841 e il 1204 fu dato alle fiamme ben ventisei volte. Infine, nel 1552, la guarnigione inglese di stanza a Athlone saccheggiò il monastero e Clonmacnois non risorse mai più. Ci fermiamo a CLONFERT (Cluain Ferta, bosco dei miracoli), un minuscolo paesino dove sorgeva il più importante dei monasteri fondati da S. Brandano. Oggi ne rimane la cattedrale di modeste dimensioni ma con un bellissimo portale romanico del 1200 a sei ordini di arcate sovrastato da un timpano diviso in tante maglie triangolari in cui sono collocati bassorilievi raffiguranti teste umane. Infatti le chiese irlandesi, sebbene fossero di piccole dimensioni, erano rinomate per le elaborate sculture sui portali e sugli archi del presbiterio caratterizzate da motivi tradizionali, come quelli a intreccio o a soggetto animale. Giungiamo poi a BIRR, famosa per il suo castello del secolo XVII con bellissimi giardini; il parco contiene ciò che resta di un gigantesco telescopio costruito nel 1845, il più grande del mondo per tre quarti di secolo. Facciamo tappa a KILLALOE. Nel cimitero si trova il St. Flannan’s Oratory, una cappella del XII sec. Con un tradizionale tetto di pietra. L’edificio più affascinante è la St. Flannan’s Cathedral, cattedrale protestante del 1182, che custodisce al suo interno la Thorgrim’s Stone, una pietra di granito recante iscrizioni sia in alfabeto runico (alfabeto vichingo) che ogham (irlandese primitivo); il messaggio invoca una benedizione per Thogrim che lo incise. Inoltre vi si trova un’antica croce. Killaloe è un bel paesino sullo Shannon da cui si può ammirare il Lough Dergh, il maggiore dei laghi dello Shannon. Passiamo da Ennis, dove nella campagna si trovano i resti della Quin Abbey, un’abbazia francescana del 1433. Torniamo a Galway dove passiamo una serata in un pub ad ascoltare musica dal vivo. Monday, 3rd of June 1996 Partenza: Galway Arrivo: Sligo Alloggio: Mrs. O. Quigley “Benwiskin Lodge”, Shannon eighter/off Donegal road, Sligo, Co. Sligo, Connaught, Eire Km tappa: 360 Km totali: 2351 Posti visitati Maamcross (Co. Galway, Connaught, Eire) Clifden (Co. Galway, Connaught, Eire) Killary Harbour (Co. Galway, Connaught, Eire) Croagh Patrick (Co. Mayo, Connaught, Eire) Westport (Co. Mayo, Connaught, Eire) Achill Island (Co. Mayo, Connaught, Eire) Sligo (Co. Sligo, Connaught, Eire) Oggi andiamo alla scoperta delle regioni del nord-ovest dell’isola iniziando dalla REGIONE del CONNEMARA e del MAYO. Il Connemara (Conamara) è una regione selvaggia ed aspra situata nella contea di Galway: il paesaggio interno è costituito principalmente da torbiere ed è costellato di grandi e piccoli laghi e bianche case, spesso con tetti di paglia, battute dal vento mentre la costa è caratterizzata da penisole, insenature ed isolette sparse. Il nome Connemara deriva da Conmhaicne Mara, una tribù che viveva in queste zone in tempi antichi e derivava dalla più vasta tribù dei Conmhaicne (da Con Mhac, personaggio mitologico), situati in varie parti del Connacht. Il suffisso “mara” venne aggiunto a questo clan per il fatto che vivano nella zona costiera della regione (“Conmhaicne del mare”). Costeggiamo il Lough Corrib, grande lago punteggiato di isole, che divide la contea di Galway in due parti, una settentrionale e una meridionale. Sul Lough Corrib vi sono 365 isole, una delle quali, Inchagoill, contiene il monumento cristiano più antico dopo le catacombe di Roma. All’interno la terra è fertile e intensamente coltivata, mentre a ovest, sulla costa, si incontra l’incontaminato paesaggio del Connemara, la cui bellezza selvaggia sembra non dare spazio a null’altro che roccia e acqua. Gran parte del territorio del Connemara è protetto in un parco nazionale e vi si ammirano, praticamente incontaminati, chilometri di acquitrini dai morbidi toni bruni, interrotti da laghetti, dai quali spuntano i monti Maamturk e i Twelve Bens (le Dodici Cimei). Desta alquanto sorpresa che il capoluogo del Connemara sia il paesino di Clifden (An Clochain, “piccola cella monastica”). Alle spalle di Clifden si ergono i Twelve Bens, mentre davanti al paese il fiume Owenglin si getta in mare con un ampio estuario. La Sky Road permette di fare il giro della piccola penisola di Clifden: la costa è di una bellezza incomparabile, verdissimi pascoli si spingono fino agli scogli che si protendono sull’Oceano. Oltre Clifden la strada prosegue al margine della costa, poi ritorna all’interno incontrando laghetti e spoglie colline, e costeggiando la costa del Kylemore Lough, tra i monti Maamturk. A Leenane lasciamo il Connemara per entrare nel Mayo. Il Mayo (Maigh Eo) presenta un numero elevato di laghi e si stende da Lough Mask e Lough Corrib a sud alla punta nord-occidentale di Belmullet e dall’isola di Achill a ovest alle Ox Mountains di Sligo e Roscommon a est. Il villaggio di Leenane è situato in fondo alla stretta insenatura del Killary Harbour (Caolsháile Ruadh), l’unico fiordo irlandese, lungo 10 miglia, dominato dai monti Mweelrea, la cui vetta più alta è il monte Connacht. La profondità al centro del fiordo raggiunge i 45 metri. Attraversiamo il fiume Erriff con le Aasleagh falls e costeggiamo il Doo Lough. Lungo la strada incontriamo il Croagh Patrick, la montagna sacra d’Irlanda. E’ il luogo dove S. Patrizio si ritiro’ in preghiera nel 441 per 40 giorni e libero’ l’Irlanda dai serpenti e dagli animali pericolosi scagliando un campana su una pendice del monte. Arriviamo ben presto alla Clew Bay (Cuan Mó), un’insenatura ampia circa 16Km e cosparsa da una miriade di isole (drumlin), formatesi durante il passaggio fra l’era glaciale al periodo geologico successivo. Facciamo una sosta a a Westport, cittadina georgiana. Da qui si raggiungiamo Achill Island (Acaill; Oileán Acla), l’isola più grande a largo della costa irlandese collegata alla terra ferma da un ponte. Achill Island è caratterizzata da montagne, alte scogliere e spiagge lunghissime. Achill Head è la punta più occidentale di tutta l’Irlanda, oltre che dell’isola stessa. Magnifica è l’Atlantic Drive, la strada panoramica che percorre la costa verso il mare aperto. I due centri maggiori sono Achill Sound e Keel, famosa per la sua spiaggia, presso la quale le rocce della vicina scogliera assumono conformazioni del tutto insolite, le Cathedral Rocks. Oggi la nostra tappa finale è SLIGO dove ci attende un nuovo B&B. E’ una città di mare con un ottimo porto di pesca situata in fondo alla baia omonima. Sligo (Sligeac, “posto pieno di conchiglie) deve il suo nome al fiume che scorre all’interno della cittadina prima di gettarsi nell’oceano, oggi conosciuto come Garavogue, il quale era ricchissimo di conchiglie di molluschi marini portati dalle correnti oceaniche nell’estuario della foce. Il nome fu esteso alla cittadina dopo che durante la costruzione di numerosi edifici furono trovati ingenti quantità di conchiglie anche sulla terraferma. Famose sono le rovine della Sligo Abbey (nome ufficiale Convent of the Holy Cross), fondata nel 1252 dai domenicani; nella chiesa a navata unica si trovano lastre tombali scolpite dei secoli XVI e XVII. Dopo aver trovato il nostro B&B, ci dirigiamo nella vicina Strandhill per visitare la zona di Carrowmore e subito la famosa Knocknarea Mountain si staglia davanti a noi. Knocknarea (Cnoc na Ríabh, ‘Montagna della Luna’) è una collina calcarea di 327m, dalla forma piuttosto originale e arrotondata (tanto da sembrare un monolite come Uluru in Australia) che domina il paesaggio occidentale della contea di Sligo. Sebbene sia niente più che una modesta collina in altezza, la sua vicinanza al mare la fa ergere e spiccare notevolmente, tanto che gli abitanti la chiamano the mountain. Knocknarea ospita molti reperti archeologici, soprattutto, preistorici. Il cairn a camera, chiamato ‘Miosgán Medbh’ (“Pezzo di burro di Medb”), svetta dalla cima di Knocknarea. Medb (o Maeve) era la regina guerriera del Connacht nella mitologia celtica. La leggenda narra che la donna sia stata seppellita in piedi ed adornata delle vestigia regali da battaglia, diretta verso nord in contrapposizione ai suoi nemici dell’Ulster. In realtà il cairn è più vecchio della regina (teoricamente dell’Età del Ferro) dato che risale al Neolitico. I famosi monumenti megalitici di Carrowmore sono situati in prossimità delle pendici della collina. E’ il maggiore cimitero megalitico d’Irlanda dove le tombe sono sparse nei campi per 3.8 Km2. Purtroppo quando arriviamo il sito è chiuso e ci accontentiamo di vedere qualcosa dall’esterno della recinzione. Sligo si caratterizza anche per una particolare catena montuosa di montagne piatte, le Dartry Mountains, al confine con Leitrim e Donegal, tra le quali spicca il celebre monte Benbulben (Benn Gulbain) che domina la campagna attorno a Sligo. Questa montagna, anomala per la morfologia della zona, si erge per 610 m. E’ caratterizzato da pendici calcaree molto ripide che a metà percorso verso la vetta diventano pressoché perpendicolari al terreno e con moltissime nervature. La sommita è piatta e abbastanza ampia e ricoperta di un soffice mento erboso. Qui, secondo i racconti del ciclo di Finn Mac Cumhaile (Ciclo Fenico), il bel Diarmuid, che era fuggito con Gráinne, incontrò la sua fine. Per sedici anni la coppia era stata inseguita per tutta l’Irlanda dall’anziano e vendicativo Finn Mac Cumhaile, capo di un gruppo di guerrieri chiamato Fianna nonché l’uomo che avrebbe dovuto sposare Gráinne. Mentre cacciava sul Benbulben, Finn indusse con l’inganno Diarmuid a combattere contro un cinghiale incantato. Diarmuid fu ferito mortalmente e Finn, che aveva i poteri magici per guarirlo, si rifiutò di farlo. Anzi, gli tagliò la testa e la inviò a Gráinne, che al vederla morì. La giovane fu portata alle grotte di Gleniff e sepolta accanto a Diarmuid. “Sotto la testa nuda di Ben Bulben” si trova Drumcliff, dove è sepolto William Butler Yeats. Sebbene fosse cresciuto principalmente a Dublino e Londra, egli trascorse lunghi periodi nel suo amato Sligo, “terra del desiderio del cuore”, essendo sua madre originaria di queste parti. Girovagava per la campagna, ascoltando le storie di pescatori e contadini, e facendo visite a Lissadell, l’elegante casa georgiana della bella Constance Gore-Booth, poi contessa Markievicz, la rivoluzionaria irlandese e prima donna deputato a Westminster. La poesia di Yeats è costellata di riferimenti a questi paesaggi, e le sue opere teatrali “At the Hawk’s Well” e “On Beltra Strand”, dove si mette in scena il mito di Cúchulainn, sono ambientate qui. Stanotte anche noi dormiremo sotto questa particolare collina. Tuesday, 4th of June 1996 Partenza: Sligo Arrivo: Limavady Alloggio: Mrs. M. Mc Daid “Rash Hall Cottage”, Broghler road, Limavaddy, Co. Derry, Ulster, North Ireland Km tappa: 418 Km totali: 2769 Posti visitati Crevykeel (Co. Sligo, Connaught, Eire) Donegal (Co. Donegal, Ulster, Eire) Killibegs (Co. Donegal, Ulster, Eire) Slieve Leagues (Co. Donegal, Ulster, Eire) Fanad Peninsula (Co. Donegal, Ulster, Eire) Speenoge (Co. Donegal, Ulster, Eire) Limavady (Co. Derry, Ulster, North Ireland) Derry (Co. Derry, Ulster, North Ireland) Usciti da Sligo e salutato il Ben Bulben, ci fermiamo a CREEVYKEEL. Vi si trova uno dei migliori esempi irlandesi di tomba megalitica del tipo court-cairn (III millennio a.c.). Si tratta di un ampio recinto ovale (17x10m) di pietre dove venivano eseguiti riti funebri prima che il defunto venisse sepolto nella tomba, situata sul retro del recinto. Questa tomba era originariamente lunga 61m. Arriviamo a Donegal (Dùn na nGall, Forte degli stranieri), un antica città affacciata su un’insenatura della Donegal Bay, la più ampia baia di Irlanda. Era un insediamento vichingo da cui derica il nome. La città vanta come massimo monumento il Castello (1500). La contea è principalmente formata da altopiani e zone collinari, spesso composte da distese molto ampie di drumlin, interrotti talvolta da massicci montuosi irregolari e isolati di discreta consistenza. La zona costiera del Donegal è molto estesa e, soprattutto, molto frastagliata. Fortissima è anche la tradizione musicale nella regione: il fiddle (violino celtico) del Donegal si distingue nell’ambito della musica folk irlandese per una sonorità particolare. Sono nati in Donegal Enya e i Clannad. Ci spingiamo in un’altra zona incontaminata: la penisola, che delimita a nord la Donegal Bay, costituisce il Ghaeltacht del Donegal meridionale. Questa zona venera San Columba di Iona (Saint Columcille). Da Donegal seguiamo la Scenic road che costeggia la baia e, passando da Killibegs, arriviamo a Muckros head , un promontorio che si protende nel mare ed i cui pascoli, limitati da pietre, scendono dolcemente verso la costa. Continuando verso ovest per una stradina scoscesa e tortuosa, saliamo rapidamente e ci fermiamo per ammirare la spettacolare vista panoramica sulla Teelin Bay. Questo lembo di terra è famoso per le sue scogliere. Quelle di Carrick (An Charrig), le Slieve Leagues (Sliabh Liag, montagna dei lastroni), si ergono fino a 600m sull’Atlantico e sono le più alte d’Europa. In realtà ultimamente molti asseriscono che sia superata dalla connazionale Croaghaun, su Achill Island. Qui il vento è sovrano: la scogliera policromatica oggi ha un vistoso cappello di nuvole che non ne fa apprezzare appieno i colori. Alcune rocce fuoriescono dall’oceano davanti alla scogliera tra cui il “Giant’s chair and table”, un masso due speroni che rievocano una sedia con un tavolo. Percorriamo un buon numero di chilometri per arrivare a Letterkenny. A malincuore abbiamo dovuto eliminare dal nostro viaggio la zona dei Rosses, altro Gaeltacht, perché il tempo è “tiranno”. Da Letterkenny (Leitir Ceanainn) si dipartono diverse strade per esplorare la selvaggia penisola di Fanad, divisa dalla più vasta e parallela Inishowen dal Lough Swilly e da Melmore Head dalla Baia di Mulroy. Prendiamo la strada costeggia il Lough Swilly (che non è un lago ma una baia) tra spiagge, falesie, laghi e villaggi dove si lavorava il lino. Sulle rive del Lough Swilly vi sono le graziose Rathmelton (Ràth Mealtain), con i suoi magazzini sul porto, e Rathmullan (Ràth Maolain), cittadina d’importanza storica (L14/L17). La punta estrema è Fanad Head, dove si trova il caratteristico faro. Da qui torniamo indietro per le strade interne passando da Millford. Arriviamo a Speenoge dove si trova il Grianàn of Aileach, straordinaria fortezza circolare con un diametro di 23 metri, cinta di mura larghe 4 metri con 2 camminamenti interni a quote diverse che permettono di salire in cima all’edificio. Dall’alto del Grianàn of Aileach si gode uno sconfinato panorama sul Donegal: Lough Foyle, Lough Swilly, and Londonderry. Viene fatto risalire alla prima età cristiana e la sua funzione era probabilmente quella di tempio druidico del sole: Grianàn significa palazzo del sole. Dal V al XII d.c. Servì come sede del regno di Aileach che era costituito dalla contea di Donegal e da gran parte delle contee di Derry, Tyrone e Armagh. Il forte venne distrutto da Murtogh O’Brien, re del Munster nel 1101. Fu ricostruito nel 1870 da Bernard di Derry ma gli archeologi sono un po’ dubbiosi della fedeltà del restauro. Entriamo nell’Irlanda del Nord passando la frontiera dove c’è un posto di blocco formato da truppe inglesi in assetto da combattimento. Raggiungiamo Limavady dove si trova il nostro B&B. Andiamo alla scoperta di DERRY. Il nome della città (Derry/Londonderry) è soggetto ad una disputa tra i nazionalisti (principalmente cattolici) e gli unionisti (in larga maggioranza protestanti). La città è situata su una collina che domina il fiume Foyle. Compresa entro possenti mura seicentesche, la città vecchia di Derry si inerpica in maniera pittoresca per Shipquay Street fino a The Diamond, la piazza del mercato, che la domina. Derry trae le sue origini da un’abbazia fondata nel 546 da S. Colombano: il nome Derry infatti deriva probabilmente dal gaelico Dhoire Cholmcille (querceto di Colombano). L’insediamento controllava un punto strategico alla foce del Foyle e fu ripetutamente attaccato dai Vichinghi e, più tardi, dagli Anglo-Normanni. Questa era la terra dei potenti capo-clan O’Neill e O’Donnell, ma le continue ribellioni contro il dominio inglese condussero nel 1607 alla confisca delle loro terre e alla loro fuga sul continente. Si aprì così la via per la colonizzazione su larga scala dell’Ulster da parte di immigranti inglesi e scozzesi fedeli alla corona, e alle divisioni politiche che ancor oggi esistono. Nel 1613 Derry fu attribuita all’amministrazione municipale di Londra e ribattezzata Londonderry. Nel 1688-89 avvenne l’assedio di Derry, durante il quale le armate di Guglielmo d’Orange si opposero vittoriosamente per quindici settimane a quelle del re cattolico Giacomo II. Nei secoli seguenti si ebbe l’espansione delle filature di lino e crebbe l’importanza di Derry come porto. Nel centro storico sono visibili tratti delle mura costruite nel 1600-1618, inframmezzate da bastioni, dai quali si gode una stupenda vista sul fiume Foyle, sulle sue sponde, la sua fonte e i suoi acquitrini, e dalle 4 porte principali. Le mura sono equipaggiate con metri e metri di filo spinato che testimoniano lo stato di tensione ancora presente. Entro le mura la città conserva l’urbanistica medievale: una piazza quadrata, The Diamond, si apre nel cuore del vecchio centro e quattro strade che conducono alle quattro porte. In Bishop Street vi è la cattedrale protestante di St. Columb, costruita in forme gotiche nel 1628-33. Durante l’assedio di Derry, questa cattedrale protestante funse da postazione di tiro e torre di guardia. Le condizioni della resa vi furono catapultate mediante una palla di cannone, ora conservata nel portico. Nella sala capitolare c’è un piccolo museo. Purtroppo la chiesa a quest’ora è chiusa. Camminando per le vie del centro notiamo che non c’è praticamente nessuno. C’è un’aria di coprifuoco nonostante siano solo le 19.00. Vediamo solo poche persone che entrano frettolosamente nella parte posteriore della chiesa dove presumibilmente si trova la sacrestia. Noi siamo gli unici turisti in giro. Insieme a Belfast, Derry è stata il tragico teatro dei sanguinosi scontri tra cattolici e protestanti che si sono protratti dal 1968. Il 5 ottobre, durante la marcia per l’uguaglianza dei diritti tra le due comunità, i manifestanti cattolici furono caricati e manganellati dalla polizia, un evento che è ritenuto la scintilla che dette inizio a una lunga serie di “Disordini” (o Troubles), come ufficialmente vengono definiti. Questa spirale di violenza continuò tra il 1969 ed il 1972 ed arrivò al culmine con l’arrivo dei soldati britannici sul suolo irlandese. Il 30 gennaio 1972 Derry fu il teatro della tristemente famosa “Bloody Sunday”, la domenica di sangue in cui i paracadutisti inglesi aprirono il fuoco sulla folla durante una manifestazione per i diritti civili uccidendo 14 persone nel quartiere cattolico di Bogside. Nel 1983 gli U2 dedicarono la celebre Sunday Bloody Sunday proprio al ricordo di questa tragedia. Il Bloody Sunday fu un punto di non ritorno per la storia dell’Irlanda del Nord: in molti da allora si arruolarono nelle file dell’IRA. Uscendo dalla città entriamo nel quartiere di Bogside dove traspare un’atmosfera di latente emergenza. Ci accolgono subito scritte come You are now entering free Derry (State entrando nella Derry libera), Bogside is at war since 1969 (Bogside è in guerra dal 1969 ad oggi) e magnifici murales che testimoniano la lotta contro i soldati britannici ed onorano la memoria dei civili uccisi durante gli scontri. Sinceramente qui non ci sentiamo molto sicuri per scendere e fare foto a questi murales: un bel gruppo di ragazzi ci punta con aria minacciosa. Nel 1996 erano infatti altri tempi: a febbraio l’IRA aveva fatto esplodere un camion-bomba a Londra ed il 15 giugno (una settimana dopo la nostra partenza) farà esplodere una bomba a Manchester durante i campionati europei. Entriamo in un pub fuori Derry ma l’atmosfera è decisamente molto meno gioiosa di quella assaporata nell’Eire. Wednesday, 5th of June 1996 Partenza: Limavady Arrivo: Cushendall Alloggio: Mrs. O. Mc Auley “Cullentra House”, 16 Cloghs road/off Gaults road, Cushendall, Co. Antrim, Ulster, North Ireland Km tappa: 261 Km totali: 3030 Posti visitati Malin Head (Co. Donegal, Ulster, Eire) Inishowen Head (Co. Donegal, Ulster, Eire) Portrush (Co. Antrim, Ulster, North Ireland) Giant’s Causeway (Co. Antrim, Ulster, North Ireland) Rope Bridge (Co. Antrim, Ulster, North Ireland) Glen of Antrim (Co. Antrim, Ulster, North Ireland) Carnlough (Co. Antrim, Ulster, North Ireland) Cushendall (Co. Antrim, Ulster, North Ireland) I proprietari del B&B ci dicono che non sono molti gli italiani che visitano l’Irlanda del Nord e si meravigliano un po’ del fatto che mangiamo una Irish Breakfast. Continua la nostra scoperta dell’Ulster visitando la INISHOWEN PENINSULA, la terra più settentrionale dell’Irlanda (884,33 km²) che appartiene quasi interamente alla contea del Donegal. Ben prima della creazione della contea del Donegal, l’area veniva chiamata Inis Eoghain (l’isola di Eoghan) da Eoghan, figlio di Niall dei Nove Ostaggi (Niall Naoigeallach, un Re Supremo d’Irlanda), ed in seguito Tyrone (Tír Eoghain). Inis Eoghain è anche l’antico territorio del clan dei Mac Lochlainn (discendente dalla tribù di Eoghan), che divenne talmente potente da indurre un sovrano del Munster ad assediare il forte di Aileach, distruggerlo e spargere le pietre di cui era composto affinché non venisse mai più ricostruito. Separando le insenature del Lough Foyle e del Lough Swilly, questo territorio racchiude uno dei paesaggi più belli del paese. Percorriamo la Inis Eoghain 100, una strada panoramica che copre 100 miglia d’itinerario lungo il perimetro dell’ampia penisola collinare caratterizzata da spiagge dorate di dimensioni estese. Arriviamo a Malin Head (Cionn Mhàlanna), che è il punto più a nord del paese dove le scogliere raggiungono i 60m di altezza; dai ruderi di una torre di vedetta si hanno vedute spettacolari. Qui il vento è micidiale e si fatica a stare in piedi. Tornando a Moville facciamo una deviazione che ci porta ad Inishowen Head. Ripassiamo da Derry e ci fermiamo a PORTRUSH, cittadina posta su un promontorio che domina la costa caratterizzata da bianche scogliere e dalla White Sand Beach. Nelle vicinanze si trovano le magnifiche rovine del Dunluce Castle, in suggestiva posizione sulle rocce della scogliera. Questa fortezza costruita su una grotta nel XVI sec. Resistette a diversi assedi ma nel 1639 un banchetto fu interrotto dal crollo in mare di parte del castello, che trascinò con sé servitori e vivande. La parete della scogliera al di sotto del castello è forata da enormi caverne e l’urlo delle onde che sbattono contro la roccia durante le tempeste può spiegare la leggenda dello “spettro che spazza il pavimento della torre”. Giungiamo in uno dei posti più famosi dell’Ulster: THE GIANT’S CAUSEWAY o Selciato del Gigante (dal 1986 inserita nei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO). Si tratta di uno straordinario tratto di costa composto da 40.000 blocchi prismatici esagonali di basalto. Formatesi in seguito ad un’eruzione vulcanica circa 60 milioni di anni fa, vennero in superficie in seguito a fortissimi sconvolgimenti tellurici. Le forme esagonali sono proprio il frutto della lava che si contrasse nella fase di raffreddamento a contatto con acqua ed aria. Tuttavia alcune formazioni hanno quattro, cinque, sette o otto lati. Le più alte raggiungono i 13 metri d’altezza con un diametro di 46 centimetri, ma alcune, essendo situate su delle scogliere, si innalzano anche per 28 metri sul livello del mare. Le formazioni visibili ad occhio nudo sulla costa sono solo una parte del complesso, che prosegue anche nel fondale marino adiacente. Percorrendo i vari sentieri vediamo le formazioni basaltiche che vanno sotto il nome di “The Amphitheatre” tra cui si riconosce the “Chimney Stack” e “l’Arpa del Gigante”. Ci fermiamo a “The Organ” (dove le colonne sono alte 13m), “the Giant’s Gate”, “l’Alveare” ed i “Gradini di Sheperd”. Secondo la leggenda più famosa il gigante Fionn mac Cumhail (Finn McCool) avrebbe costruito un selciato per camminare fino alla Scozia per combattere un altro gigante, Benandonner. Quando Benandonner venne per cercare Fionn, la moglie Oonagh cucì degli enormi vestiti da neonato con cui Fionn si vestì e si nascose sotto le coperte. La moglie convinse il rivale che quello fosse il figlio di Fionn. Quando Benandonner vide la mole del bambino, pensò che il padre dovesse essere terribilmente gigantesco, e scappò a casa terrorizzato distruggendo il selciato per evitare di essere inseguito. Secondo un’altra leggenda il selciato fu costruito dal gigante Fionn, che si era innamorato di una fanciulla delle Ebridi. Per raggiungerla facilmente senza bagnarsi i piedi costruì questa strada rialzata per guadare il mare fino in Scozia. Continuiamo lungo la costa e ci fermiamo in un parcheggio “a pagamento” nella località Carrick-a-rede per raggiungere il ROPE BRIDGE, un ponte di corda che collega la terraferma all’isola di Sheep. Carrick-a-rede, che significa appunto “Roccia sulla strada” e quest’isolotto si trova proprio sulla rotta del salmone atlantico nel suo viaggio di ritorno verso i fiumi in cui si disperderà. Sul lato sud-ovest dell’isola c’è un vivaio di salmoni, ed è lì da almeno 350 anni. In origine, il ponte sospeso scavalcava la fenditura tra l’isola e la costa dell’Antrim da aprile a settembre, per dar modo ai pescatori di accedere all’isola durante la stagione dei salmoni. Una stampa del 1790 mostra già l’esistenza di un ponte di corda. Ma oggi sembra più popolare tra i turisti, che si divertono a ondeggiare a picco sul mare lungo i 25 m dell’instabile ponte. Lungo la Antrim Coast Road ammiriamo il paesaggio delle GLENS OF ANTRIM. Sono una serie di 9 piccole vallate lunghe e strette, Glens (da nord a sud: Glentaisie, Glenshesk, Glendun, Glencorp, Glenaan, Glenballyeamon, Glenariff, Glencloy, Glenarm), dove il paesaggio è di particolare dolcezza. Queste valli, tutte orientate verso il mare, rivestono particolare interesse da un punto di vista geologico oltrechè per la presenza delle numerosissime cascatelle di Glenariff, nell’entroterra di Cushendall, la capitale delle Glens. A Glenaan, sulle pendici del monte Tievebulliagh, dove sono state rinvenute selci scheggiate usate come asce nell’Età della Pietra, c’è la tomba di Ossian, il figlio del guerriero Fionn Mac Cumhaill e massimo poeta celtico. Questa è la zona dove sono ambientate molte leggende legate al “piccolo popolo”. Arriviamo al nostro B&B situato a Cushendall dove l’ambiente ricorda molto le atmosfere inglesi. Passando per strade di campagna dove sono visibili manifesti che richiamano le vicende collegate ai Troubles, arriviamo al villaggio di CARNLOUGH. Posto al fondo del Glencloy, il paese di Carnlough dipendeva una volta per il suo sostentamento dall’esportazione del calcare estratto dalle colline alle sue spalle. Buona parte del villaggio sembra in effetti costruito con questa pietra di un bianco luminoso, perfino il porto ha una torre dell’orologio e un tribunale di calcare. Oggi il porto di pietra, completamente rinnovato, è una delle mete preferite della nautica da diporto, dove pescatori per diletto e di mestiere scaricano aragoste e granchi. La sera, visto che abbiamo ancora un po’ di soldini, ci concediamo una cena tipica irlandese con tanto di Irish Stew all’Harry’s Pub. Thursday, 6th of June 1996 Partenza: Cushendall Arrivo: Dublin Alloggio: Mrs. E. Keane “Breifne”, 23 Bettyglen, Raheny, Dublin North 5, Co. Dublin, Leinster, Eire Km tappa: 283 Km totali: 3313 Posti visitati Antrim (Co. Antrim, Ulster, North Ireland) Carlingford (Co. Louth, Leinster, Eire) Dundalk (Co. Louth, Leinster, Eire) Monasterboice (Co. Louth, Leinster, Eire) Drogheda (Co. Meath, Leinster, Eire) Dublin (Co. Dublin, Leinster, Eire) Oggi torniamo verso Dublino, la nostra vacanza è ormai agli sgoccioli. Stamani provo anch’io a cimentarmi con la guida a sinistra! Ci fermiamo ad ANTRIM, che si trova nelle vicinanze del Lough Neagh, il più grande lago dell’arcipelago britannico. Secondo una poetica leggenda il lago nasconde una città che fu interamente sommersa dalle acque delle sue fontane e che talvolta sarebbe visibile sotto l’acqua limpida. Dato che la sua forma è simile a quella dell’isola di Man, secondo un’altra leggenda, il gigante Finn Mac Cool, essendo arrabbiato, scavò qui un’enorme zolla di terra e la scagliò nel mare d’Irlanda. Arriviamo a CARLINGFORD, situato ai piedi dello Slieve Foye, nella penisola di Cooley. Questa terra leggendaria è descritta nel famosissimo racconto Tain Bo Cuailgne (la razzia del toro di Cuailgne), che fa parte del Ciclo dell’Ulster, una delle più famose saghe celtiche legata alla figura dell’eroe CuChulain. Questi si oppose solitario agli eserciti invasori della regina Maeve o Medb, che volevano rubare il toro marrone (Donn Cuailnge) di Conchobar, re dell’Ulster. In questa maniera la regina voleva pareggiare i conti con il marito Aillil, re del Connaught, possessore del toro bianco (Finnbhennach). La saga viene fatta risalire all’inizio del I sec. D.C., ma molti studiosi ritengono che l’opera descriva la vita irlandese di molti secoli prima l’avvento di Cristo. Le rovine più antiche di questo vecchio insediamento sono quelle del King John’s Castle del XII sec., costruito sulle rive del Carlingford Lough. Nei pressi di DUNDALK (Dùn Dealgan) ci fermiamo e fortunatamente riusciamo a trovare (dentro il campo da golf dell’hotel di Ballymascanlon) il superbo Proleek Dolmen, un ammasso neolitico che sfida la gravità. E’ conosciuta come Giant’s Load perché si pensava che fosse stata portata qui dal gigante scozzese Parrah Boug McShagean, che dovrebbe sepolto nelle vicinanze Questo dolmen è una camera che guarda a nord-ovest. La gigantesca pietra che ne forma il soffitto misura 3.8×3.2m e pesa circa 35 tonnellate. E’ supportata da 3 pietre portanti, e le due frontali sono alte 2.3m. La legenda dice che se si getta una pietra sulla parte superiore della gigantesca pietra e rimane là, ci si sposa entro l’anno. Vicino al dolmen si trova una tomba a corridoio Arriviamo al famoso sito di MONASTERBOICE. Qui sorgeva un monastero, in gaelico Mainistir Bhuithe, fondato da St. Bhuithe all’inizio del secolo VI del quale rimangono le rovine della chiesa ed una bella torre rotonda del sec. Ix. Il vanto del luogo sono le 3 croci celtiche del sec. IX, decorate con scene bibliche del Vecchio e del Nuovo Testamento: West Cross, North Cross e Muiredach’s Cross (la più famosa). Nelle vicinanze si trovano le rovine della Mellifont Abbey (dal latino, “sorgente di miele”), la più importante abbazia cistercense irlandese, fondata da St. Malachy of Armagh nel 1142 con l’aiuto di un re locale e di S. Bernard de Clairvaux, e chiamata in gaelico An Mhainistir Mhòr. Del complesso monastico rimangono la sala del capitolo (sec. XIV) e il lavabo, costruzione a due piani di forma ottagonale. Al colmo del suo splendore, come Casa Madre dell’Ordine, Mellifont aveva autorità su qualcosa come trentotto monasteri in Irlanda. Il monastero fu soppresso in seguito allo scioglimento delle abbazie ordinato da re Enrico VIII nel 1539. Le rovine mostrano il rango e la grandiosità della costruzione originale. Ci avviciniamo nei pressi di DROGHEDA ad un’altra meta importante per noi appassionati di archeologia e di mistero. I Vichinghi costruirono un insediamento su ciascuna riva del Boyne, e il ponte che le unì dette il nome alla città, “Ponte del Guado” o Drogheda (Droichead Átha). Nel Trecento Drogheda era giunta a rivaleggiare con Dublino, ospitando anche delle sedute del Parlamento. Oggi, della città medievale rimangono alcune tracce nelle opere di difesa. Drogheda si trova al centro di una zona di notevole rilevanza archeologica intorno alle rive del fiume Boyne, detta Brugh na Bòinne (palazzo del Boyne). Infatti dal 1993 tutti i monumenti della Valle del Boyne sono stati decretati dall’UNESCO World Heritage Site. Tre sono i luoghi di particolare interesse: Dowth, Knowth e Newgrange. Dowth – questo sito del 3000 a.c. È ancora sepolto sotto le pale degli archeologi Knowth – è uno dei maggiori siti con tombe a corridoio sovrastate da estese colline artificiali. Il cairn principale consiste di una gigantesca calotta erbosa cinta alla base da una circonferenza di grandi lastre scolpite e attorniata da 17 tumuli satelliti. Il tumulo principale ha una circonferenza ovale (80x95m) ed un’altezza che va da 12 a 15m. Le lastre o kerbstones (“pietre di bordo”), che lo circondano, arrivano a pesare anche 4 tonnellate e sono finemente decorate con disegni geometrici ed astratti. All’interno ci sono 2 camere funerarie: una orientata ad est probabilmente verso l’alba dell’equinozio di primavera ed una ad ovest verso il tramonto dell’equinozio d’autunno. Newgrange – è il più importante sito archeologico d’Irlanda. E’ costituito da un grandissimo tumulo o cairn (13m di altezza; 104m di diametro) risalente al neolitico (3200 a.c.). Quindi è più antico di 600 anni delle piramidi egiziane di Giza e di 1.000 anni del sito di Stonehenge. Alla base del tumulo si trova un circolo di 97 grandi kerbstones orizzontali infisse nel terreno che variano da 1.7 a 4.5m. Questi megaliti, di forma piatta ed estremamente regolare, presentano splendide incisioni: cerchi, spirali, archi, figure serpentiformi, puntiformi, zigzag, losanghe, figure radiali o a stella e linee parallele. La più famosa è la Threshold Stone, che si trova all’ingresso con la triplice spirale simile a quella trovata nell’isola di Gavrinis in Bretagna. Questi simboli somigliano al triskell o triskellion, famoso simbolo celtico (sopravvissuto anche dopo la cristianizzazione nella Trinità), che aveva vari significati: le 3 età dell’uomo (infanzia, maturità, vecchiaia), le 3 nature della divinità (umana, animale, vegetale), i 3 aspetti della dea (madre, figlia, sorella). Alcuni studiosi pensano che questa grande lastra posta all’ingrasso del tumulo, costituisse la chiusura con la quale i costruttori del sito sigillarono la tomba una volta ultimata. Oggi il cairn è circondato da un anello di 12 menhir. Ma si pensa che in passato il numero di menhirs fosse maggiore in modo da coprire l’intera circonferenza attorno al tumulo. La visita all’area è permessa esclusivamente con una guida e non si possono fare foto all’interno. Il vano di ingresso immette nel corridoio (lungo 19m), rinforzato da blocchi di pietra, che conduce alla camera sepolcrale affiancata da 3 celle minori. Spirali e motivi geometrici dal significato sconosciuto decorano le pietre del passaggio, della camera sepolcrale e delle celle. Il soffitto della camera sepolcrale, alto 6m e realizzato con lastre di pietra sovrapposte e perfettamente incastrate è in perfetto stato di conservazione: composto da 17 lastre posizionate in modo mirabile tanto che, al momento della scoperta del Cairn, questo fu trovato perfettamente intatto e, nei secoli, non solo non aveva ceduto al peso della terra sovrastante ma non aveva lasciato passare nemmeno una goccia d’acqua. Oggi è esattamente quello di un tempo, non ha subito alcuna opera di riparazione e restauro. La tomba è orientata in modo che un raggio di sole penetri dal varco creato tra le pietre all’ingresso, attraversi il corridoio di accesso all’alba del solstizio d’inverno e pervada la cella di un suggestivo chiarore per 17 minuti. Oggi i raggi del sole non colpiscono più il fondo della cella ma una parete più avanzata a causa della variata inclinazione dell’asse terrestre. Durante la nostra visita l’effetto dei raggi solari durante il solstizio viene simulato con l’ausilio di un sistema di illuminazione artificiale. Il nome Newgrange è relativamente moderno. Nel 1142 questo sito venne annesso come podere alla abbazia di Mellifont. Questi poderi erano chiamati “granges” per cui da allora questa zona è conosciuta come “New Grange”. Tuttavia questa zona è stata menzionata più volte nei miti celtici. Si narra che i Tuatha Dé Danann abbiano scelto la zona di Newgrange come posto di sepoltura per un loro capo Dagda Mór, che risiedeva nel Brúg na Bóinne, e dei suoi tre figli. Si racconta anche nel ciclo dell’Ulster che questo sia stato il posto in cui fu concepito l’eroe Cúchulainn, nato dall’unione tra Dechtine e Lugh, dio solare e luminoso che visitò la donna in sogno. Torniamo a Dublino nel nostro primo B&B. La sera andiamo al O’Brien’s Pub e ceniamo con patatine e birra. Friday, 7th of June 1996 Partenza: Dublin Arrivo: Dublin Alloggio: Mrs. E. Keane “Breifne”, 23 Bettyglen, Raheny, Dublin North 5, Co. Dublin, Leinster, Eire Km tappa: 129 Km totali: 3442 Posti visitati Trim (Co. Meath, Leinster, Eire) Hill Of Tara (Co. Meath, Leinster, Eire) Dublin (Co. Dublin, Leinster, Eire)
Oggi è il nostro ultimo giorno e la mattina ci tuffiamo per l’ultima volta nell’antica Irlanda. Arriviamo a TRIM, nota per le suggestive rovine del Castello di re Giovanni. Il primo castello che sorse su questo luogo fu un terrapieno fortificato eretto da Hugh de Lacy nel 1173 dopo che Enrico II gli affidò il feudo della contea di Meath. Ma un anno dopo fu attaccato e distrutto da Roderick O’Connor, re di Connacht. Alla fine del XII secolo fu iniziata la nuova costruzione per quello che divenne il più bello e il più grande castello anglo-normanno d’Irlanda. Il muro di recinzione è lungo 450 metri che racchiude 4000 metri quadri, dieci torri a forma di D, varie piccole aperture per consentire sortite a sorpresa e, soprattutto, una massiccia fortezza quadrata alta ventidue metri con mura spesse più di tre. All’esterno il muro di recinzione copre tre lati mentre il quarto si ritenne sufficientemente difeso dal fiume, grazie alla sua profondità. Pare che anche qui siano state girate scene di Bravehearth. Alla periferia della città si trova un altro affascinante complesso di rovine: la Cattedrale romanico-gotica di St. Peter e St. Paul (sec. Xiii). Ci spostiamo sulla HILL OF TARA, la leggendaria capitale dell’antica Irlanda. Pochi luoghi in Irlanda sono legati alla storia e alla leggenda come la Collina Reale di Tara (Termair). Qui risiedeva nel III sec. D.c. Il potere centrale dell’antico ordinamento etnico-politico dell’isola, articolato nelle Tùath (le varie tribù). Il luogo è legato da sempre alla figura dei druidi e dei Gran Re Cormac e Laoghaire, qui sepolto in piedi con l’armatura. Si presuppone infatti che il Palazzo Reale risalisse al III secolo d. C., durante il regno di Cormac Mac Art, quando cinque strade convergevano da ogni punto della nazione fin qui. Comunque questo era un luogo di riti più che di residenza del Re: su questa collina colui che sarebbe divenuto futuro re doveva dare prova di essere stato scelto dagli dei e il Gran Re riuniva la sua corte per compiere i rituali del potere sovrano. Secondo la leggenda, fu sull’adiacente collina di Slane che nel V secolo San Patrizio scelse di sfidare il potere pagano di Tara e il suo Gran Re Laoghaire. Laoghaire si convertì al dio di San Patrizio ed ebbe così inizio la cristianizzazione dell’Irlanda. Attualmente non esistono più rovine ma i tracciati sui quali erano distribuite le costruzioni. La visita va vissuta più per il significato magico del luogo che per la presenza di ruderi da ammirare. Infatti i particolari “disegni” nell’erba si apprezzano bene dalle vedute aeree. Vista dal basso, la serie di colline può essere deludente: sono poco più di monticelli erbosi dove le pecore pascolano liberamente. Cominciamo la nostra visita da sud avvicinandoci al Mound of the Hostages (Dumha na nGiall), il più antico dei tumuli, che risale al 2500 a.C. Gli ostaggi che vi venivano rinchiusi erano personaggi influenti delle terre sottomesse dai re irlandesi e trasformati in prigionieri. Tuttavia questo monumento risale all’Età del Ferro, e all’epoca veniva utilizzato come sepolcro. Vediamo la famosa “Pietra del Destino” (Lia Fail), il nome di un megalite infisso nella Collina dell’Inaugurazione (an Forrad). La Pietra serviva nella cerimonia di incoronazione dei Gran Re d’Irlanda: il legittimo Gran Re che l’avesse calpestata l’avrebbe fatta gridare di gioia. Immediatamente a sud si incontra il Ràth na Riogh (Recinto Reale) circondato da un argine e un fossato, all’interno del quale si trovano due terrapieni, il Forradh (Seggio Reale) e il Teach Cormaic (Casa di Cormac) Entrambi sono tipiche fortezze ad anello, con un’area centrale rialzata per una casa rettangolare. Saliamo sulle collinette del tracciato che offrono un’impressionante veduta verso est fino alla costa, verso nord fino alle montagne di Mourne e a sud fino a Wexford. Vediamo verso nord altri tracciati che corrispondono alla Banquet Hall, o Teach Miodhchuarta, la sala dei banchetti, lunga circa 230 metri e larga 27, che conteneva più di 700 posti. A nord ovest della sala c’è un complesso di terrapieni più piccoli, il primo dei quali si chiama Rath Gràinne. (la Fortezza di Gràinne). E’ qui che iniziò la saga dell’inseguimento di Diarmuid e Gràinne, la figlia di Re Cormac, che fuggì con Diarmuid, uno dei giovani guerrieri di Finn Mac Cool, l’anziano comandante dell’esercito di Tara al quale il Re aveva promesso in sposa la figlia. Essendo questa zona poco frequentata dai turisti si apprezza il silenzio del luogo e la possibilità di immaginare la collina come era al tempo dei Gran Re. Tuttavia l’importanza religiosa e magica di Tara risale in realtà a molto prima del regno dei Celti. E noi fans di Martin Mystére lo sappiamo bene! Secondo la mitologia celtica i Túatha Dé Dánann (Tribù della dea di Danu), semi-dei esperti nelle arti magiche e druidiche, vennero in Irlanda dal Nord su “nubi oscure” e portarono 4 potenti doni: la pietra del destino (Lía Fáil ), che emetteva un grido se veniva calpestata da un legittimo Re Supremo d’Irlanda; la lancia di vittoria (Sleá Bua) o di Lugh, che non falliva mai il bersaglio; la spada di luce (Claím Solais ) o di Nuadu, che non fece mai perdere un combattimento a chi la impugnava; il calderone di Daghda Mòr (Coire an Dagdae), capace di sfamare un numero illimitato di persone senza svuotarsi mai. Erano oggetti con poteri soprannaturali che avrebbero costituito da quel momento la dote dei Re d’Irlanda. Iniziò così un’era di grande prosperità e benessere, e Tara divenne un esempio di regno illuminato per tutto il resto del mondo. Dopo la sconfitta dei Thuatha Dè Danann ad opera dei Gaelim, gli dei vinti si rifugiarono nel Sidh sottoterra, in un luogo che è un immagine speculare del mondo. Nel loro regno sotterraneo, i Thuatha Dé continuano a controllare il soprannaturale per mezzo della magia. Nell’universo narrativo di Martin Mystére i Túatha Dé Dánann se ne andarono improvvisamente così come erano “atterrati”. Quando il mondo piombò nella barbarie, fu necessario proteggere i 4 doni e tutto questo racconto si tramutò in un mito. La pietra fu nascosta in Scozia ed oggi è conosciuta come Pietra di Scone (la pietra d’incoronazione dei re inglesi, che per un periodo si è trovata nella cattedrale di Westminster, a Londra). La lancia è stata identificata con la lancia di Longino che ferì Gesu’ Cristo. Si dice anche che la stessa lancia sarebbe appartenuta ad Hitler e che ora sia conservata al Museo di Monaco. La spada è stata identificata con Excalibur, la spada di Re Artu’. Il calderone divenne il Graal di cui è stato narrato di tutto e di più … Dopo aver rivissuto tutte queste leggende torniamo al nostro B&B e nel pomeriggio ci rechiamo a Dublino con la DART. Mangiamo un panino nel parco del Trinity College e visitiamo un’altra zona della città in cerca di qualche ricordino da portare in Italia, tra cui varie lattine di birra irlandese! Di lato al Trinity College inizia il centro della Dublino fra secondo e terzo millennio: Grafton Street, una via di negozi dove la qualità va di pari passo con l’eleganza e la vivacità. Vediamo la statua dedicata a Molly Malone, protagonista di una nota canzone irlandese. Da una strada situata fra il Trinity College e il Castello prende il nome il quartiere Temple Bar, sinonimo della ripresa culturale e dell’animazione giovanile dell’Irlanda anni novanta. Una volta piena di atelier di artisti squattrinati, negozi di abiti di seconda mano, laboratori di tipografi e pub di quart’ordine, Temple Bar è ora il vanto di Dublino, con costosi appartamenti, gallerie d’arte, ristoranti, locali notturni. Ma la cosa migliore sono i suoi pubs (O11/O20). Il pub è il cuore della vita sociale irlandese e i migliori si conquistano una clientela fedele proprio per la loro fama nel servire una “buona pinta”, un’arte vera e propria dalla quale si giudica un barman esperto: ci vuole tempo e pazienza, e alla fine il risultato deve avere un gusto morbido come il velluto. Vediamo una caratteristica vetrina su cui sono ritratti famosi scrittori irlandesi scrittori, quattro dei quali, William Butler Yeats, George Bernard Shaw, Samuel Beckett e Seamus Heaney, hanno ricevuto il Premio Nobel per la letteratura, e qui sono documentate le loro opere, insieme a quelle di molti altri famosi scrittori. Come ultima sera ceniamo a The Old Stand Pub con patatine e … Guinnes per Sergio, Kilkenny per me. Diamo un ultimo saluto alla Custom House illuminata che si specchia nel Liffey e, con la DART torniamo al B&B. Saturday, 8th of June 1996 Partenza: Dublin Arrivo: Milano Km tappa: 13 Km totali: 3455 Dopo l’ultima “Irish Breakfast” ed un saluto a Mrs. Eileen, ci dirigiamo all’aereoporto, lasciamo la nostra compagna di viaggio e ci imbarchiamo per l’Italia. Il nostro aereo parte alle 13.00 e, dopo il solito scalo a Bruxelles, atterra a Milano Linate alle 18.00.