Da maggio a settembre i Caraibi o l’oceano Indiano si chiamano mare Italia per cui con mia moglie il 12 giugno sono partito per Favignana, ottima meta consigliabile a tutti. Per essere utile ad altri viaggiatori cerco di fornire alcune notizie secondo lo schema: quando andare, come arrivare, dove dormire, dove e cosa noleggiare, dove mangiare, cosa fare… – giugno/inizio luglio e fine agosto/settembre sono i periodi migliori, da evitare l’alta stagione dove tutto si congestiona (isola piccola) e diventa invivibile. Tempo minimo 7 giorni. – Favignana si raggiunge con nave o aliscafo da Trapani o da Marsala. All’aeroporto di Trapani fa base la Ryanair con parecchi voli dal centro nord Italia. In rete su – aeroporto Trapani- si trovano tutte le compagnie aeree che vi volano. – A Favignana ci sono pochi alberghi e tanti villaggi, camere, app.ti e residence. Questi ultimi secondo me sono un’ottima soluzione, tutto facilmente trovabile in rete. – Il mezzo migliore e più piacevole è la bicicletta, buono anche lo scooter. All’auto si deve ricorrere solo se le prime due soluzioni non sono praticabili. Nell’isola ci sono anche bus di linea per le principali spiagge ma le corse sono poco frequenti. – Tanti e buoni i ristoranti soprattutto nel centro del paese ma anche panetterie (fan di tutto), rosticcerie. – Da fare ovviamente mare, sole, spiaggia ma anche bici, trekking, gite in barca, immersioni, mangiate di pesce fresco, veramente fresco. Il clima a metà giugno era fresco (vento sia da nord che da sud), ma anche umido, alla sera in camera 25 gradi. L’ aria condizionata è necessaria quando arriva il caldo dall’Africa ed in estate capita diverse volte. Il sole scottava parecchio, meglio stare all’ombra nelle ore centrali e sempre creme di protezione. Il giro in barca, sia a F. Che a Marettimo è bene farlo appena il tempo (dicasi vento) è buono; le previsioni sono abbastanza precise. Non si deve indugiare od aspettare. Se le condizioni non sono buone o si fa un brutto giro o non si fa addirittura. Opportune sono le scarpette da scoglio, un cappellino, pantaloni da ciclista, una felpa di cotone per la sera. Poche le zanzare, in certe zone diverse meduse, in certe altre quasi nulla ma dipende anche da vento e correnti. Abbiamo comprato on line i biglietti Ryanair Bologna –Trapani 3 settimane prima della partenza a 220 e. Finiti per 2 persone a/r con un bagaglio imbarcato (max 15 kg) e 2 bagagli a mano (max 10 + 10 kg) partiti il venerdì e tornati la domenica della settimana successiva. Come si sa prima uno prenota meno spende e per certe date possono esserci tariffe incredibili. E’ noto che la Ryanair funziona bene, è efficiente ed ottimi sono stati i nostri voli. Poco efficiente l’aeroporto di Bologna (come altre volte) 25 minuti di coda alle 5,30 del mattino (partivano solo 4-5 aerei) per il controllo passaporti e bagagli a mano. Atterrati all’aerop. Birgi di Trapani per raggiungere l’imbarco aliscafi ( per porto Trapani circa 30 km) ci sono diverse soluzioni che partono a poche decine di metri da uscita arrivi: pulman e pulmini navetta (8/9 e. Per tratta), taxi (30 e.), bus di linea AST (2,20 e.). Ottima soluzione bus AST (Azienda Siciliana Trasporti, biglietti a bordo) 25 metri a sinistra da uscita arrivi. C’è un palo con tabella orari, ogni 35/45 minuti circa. Tempo tratta circa 40 minuti. Se chiedete, tutti vi mandano dai navetta o taxi. Se siete in 4 o più ed avete fretta il taxi parte subito e dividerete 30 e. (eventualm. Da concordare prima il prezzo) per le persone che siete. Noi all’arrivo abbiamo preso il taxi con altra coppia trovata sul piazzale e al ritorno un veloce e puntuale bus AST. Gli aliscafi (Ustica o Siremar) sono frequenti (20/25 minuti di tempo per tratta e costo esagerato di 10,40 e. Per tratta di soli 12 km, a persona, residenti 2,80 e.). Consiglio di non fare mai a/r perché non c’è risparmio e soprattutto perché si prende il primo che parte. La Siremar per 2 volte non è partita per la tratta prevista (anche per Marettimo). Si arriva al porto e magari il primo che parte è un aliscafo in ritardo…… o la nave (un’ora per tratta) più piacevole. Sbarcati a F., l’acqua anche dentro al porto è stupenda, con l’obbligatorio trolley abbiamo raggiunto il Residence Favignana, nuovo, a 300 m. Da piazza Madrice, la principale, quella della chiesa con la cupola maiolicata, percorrendo 3 vie del centro tutte perfettamente lastricate di sasso. Ci sistemiamo in ampi bilocali, come detto di recentissima costruzione, con anche angolo cottura, patio all’esterno (terrazzo se al primo piano). Costo per una settimana per 2 pers. Totali e. 410 comprese pulizie finali e biancheria. Personale gentilissimo. Qui noleggiamo buone bici da città con cambio, 4-5 e. Al giorno per bici. Questo è il mezzo migliore per muoversi a F., serve un minimo di allenamento. L’unico tragitto un po’ lungo ed impegnativo è per la zona nord/ovest ( Punta Faraglione, Cala Pozzo, Cala Rotonda) per la quale si può noleggiare uno scooter (un 50 cc va benissimo). Già vicino al porto si trovano molti noleggiatori di bici e scooter. Prezzi indicativi: bici da 3-5 e. Al g., scooter 50 cc 15 e. Al g., scooter 100-125 cc 20/25 e. Al g. Tutto si può contrattare. Ho noleggiato anche da Rita, Piazza Europa 12, di fronte statua di Florio, persone serie e buoni mezzi. Nelle strade di F. Ci sono parecchie indicazioni è bene però, cartina alla mano, studiarsi prima il percorso, rimanendo almeno i primi giorni sulle strade asfaltate centrali, evitando di fare percorsi più lunghi su strade sterrate secondarie. Le mete da non perdere sono, in senso orario: Cala Rossa e le vicine cave, Bue Marino, Cala Azzurra, Lido Burrone, Cala Rotonda, Cala Pozzo/Calazza, Punta Faraglione con le grotteUccerie, Monte S.Caterina con castello e la graziosa spiaggia cittadina/portuale di Praia. In una settimana si riesce a vedere bene tutta la costa di F. Cala Rossa: costa rocciosa alta, lavorata dai cavatori (tagliavano blocchi di cm 25x25x50 di tufo/calcare per uso edile con mannaia) in certi punti sembra una falesia, fondale sabbioso, anche zone con ombra, colori stupendi dati dai fondali, trasparente, azzurro, turchese, blu. Colori che cambiano anche a seconda della posizione del sole. Nella parte destra, a est, gli scavi dei cavatori hanno creato delle piccole piscine. Nelle cave dei terreni interni, profonde circa 4-7 metri dal livello stradale, sono stati creati i cosiddetti giardini ipogei (limoni, fichi ecc.) ed anche alcune piccole abitazioni. Bue Marino: cala rocciosa alta, lavorata dai cavatori, zone di ombra e bellissime pareti di tufo che qui sono color giallo ocra, fondale sabbioso e roccioso. Sembra che qui vivesse fino a 40-50 anni fa la foca monaca. Cala Azzurra: costa alta rocciosa, tranne pochi metri sabbiosi, fondale sabbioso. Lido Burrone: costa bassa, rocce ai lati, spiaggia e fondale sabbioso, paradiso per i bimbi, spiaggia attrezzata. Non dico altro sulla limpidezza dell’acqua, sui colori del mare, penso solo a chi in questo periodo vola in altri continenti per cercare queste bellezze. Cala Rotonda: costa alta ma anche sabbiosa, fondale sabbioso e roccioso. Cala Pozzo/Calazza: costa bassa sabbiosa, fondale roccioso e sabbioso. Punta Faraglione: costa alta, fondale roccioso. Monte S. Caterina: meglio dire collina di 310 m. Di altezza. Fino ai prima 80 m.si arriva in bici/ scooter poi un largo sentiero lastricato sale fino al castello da cui si dominano tutta l’isola, le spiagge, i fondali. Panorama stupendo, da non perdere (si vedono bene Trapani, Erice, Marettimo, Levanzo, ecc.). Si sale in 30 minuti circa e non è molto impegnativo, se necessaria qualche pausa. Praia: spiaggia cittadina ci si va a pomeriggio/sera quando rimangono una o due ore. Con vento da nord il mare porta rami, bottiglie plastica, ecc. Brutti da vedersi che però tutti i giorni vengono raccolti. A poche centinaia di metri i bar del centro pronti per un aperitivo. In caso di vento forte da nord si preferiscono le spiagge a sud e viceversa. Il centro storico. Per me molto molto carino, con due ampie piazze frequentatissime, ovunque ristoranti, bar, pasticcerie. Oltre cento anni fa a F., con la fabbrica Florio della tonnara, abitavano 7.000 persone, oggi la metà. Molte case sono state ben ristrutturate, come le piazze, le principali strade, il Palazzo Florio, la tonnara. Si capisce che già nell’ottocento era una cittadina importante, con una propria eleganza. F. Mantiene ancora oggi una sua anima che la distingue. I fornai fanno ancora il pane (non vendono quello fatto da altri industrialmente), esistono ancora i pescatori che tutti i giorni tornano con ottimo pesce (non più tonno), i cuochi dei ristoranti fanno cucina autentica. Il turismo ha cambiato tanto ma per ora senza stravolgere. I favignanesi sono persone cordiali e gentili ed a loro in estate si aggiungono persone di Trapani che svolgono diverse attività. Da vedere la bottega del pescivendolo in via Roma dove c’è sempre un povero tonno rosso di 150/200 kg appeso e fatto a pezzetti. Dal colore della sua carne si capisce perché è il tonno rosso e se si ha modo di cucinare sulla griglia o piastra consiglio di comprarne un pezzo, basta un pezzo. I tonni non sono tutti uguali, non sono tutti freschi allo stesso modo e le parti del tonno sono qualitativamente diverse; vista l’occasione di avere un tonno fresco consiglio di comprare le parti migliori, tarantello o ventresca. F. È sinonimo di tonno, tonnara, mattanza tanto è vero che pochi la ricordano per le sue belle spiagge e baie, il centro storico. Ma a riguardo del tonno le cose sono cambiate anche negli ultimi anni e riporto le notizie raccontatemi da alcuni pescatori. Come funziona la tonnara: a maggio/giugno di ogni anno i tonni vanno a depositare le uova proprio nelle acque di F. Più calde, più salate e profonde circa 20 m. I pescatori della tonnara con un lungo lavoro stendevano una rete lunga circa 5 km a nord-est del porto con la sola funzione di sbarramento per indirizzare i tonni verso altre reti/trappole. A seconda del numero dei tonni intrappolati i pescatori procedevano alla famosa mattanza (anche molte volte alla settimana) comandata dal rais, arpionando i pesci nell’ultima rete tirata a fior d’acqua. Nell’ottocento e nei primi decenni del novecento venivano pescate decine di migliaia di tonni, poi sempre meno. I pescatori dicono che fino a 15 anni fa c’erano ancora pesche remunerative, poi più. L’uomo per tante e diverse cause ha distrutto un patrimonio. Quindi le mattanze, per mantenere una tradizione e per un qualche richiamo turistico, sono continuate grazie a contributi (regionali o altro). Quest’anno che noi siamo a F., oltre alla distruzione dei tonni c’è anche la “distruzione” dei contributi e così della tonnara e non si fa nulla. Dicono che i tonni che sono in pescheria o nei ristoranti vengono da Marsala o da qualche altra località vicina. Giro in barca Nelle isole con costa alta è quasi d’obbligo compiere il periplo in barca, in quanto si vede un’altra isola, ciò che dalla terra non si vede, inoltre è sempre piacevole fare bagni dalla barca. Nel caso di F. Il giro non è molto importante (costo 35 e. Con piccolo pranzo a bordo) proprio perché non si vede tanto di più. Si può però fare ancora meglio, pesca turismo. La definizione non mi piace molto, direi – andare a pescare coi pescatori – . Al porto ci sono solo due barche che praticano questo tipo di pesca. Scegliamo Rosario (340 3084102 – costo 50 e.) , favignanese puro, amante del proprio mestiere e della propria isola. A differenza di tanti altri veramente obiettivo e imparziale se gli si chiede un consiglio, dove cenare od altro. Il suo motopeschereccio ospita 6/8 persone, si parte dal porto alle 9-9,30. Volendo alle 4 del mattino si può andare con lui a gettare gli 800 m. Di rete, la pesca è assolutamente autentica. Arrivati alla boa, dopo vari armeggiamenti si tira le rete, Rosario è solo ed ha un verricello che lo aiuta nel lavoro, chi vuol dare una mano si può fare avanti. Ogni volta che c’è un pesce ne indica il nome e le caratteristiche, mette a parte la rete col pesce che dovrà essere tolto dalle maglie. Scorfani, altri piccoli scorfani, Rosario dice che è il loro giorno, poi triglie di scoglio, qualche pesce azzurro, grosse seppie, una murena, una tracina (pesce ragno con spine molto velenose) messa subito a parte, altri pesci. Una decina di kg, il pranzo è sicuro. Un bagno a Cala Rossa, detto da tutti in giugno l’acqua è ancora fredda, poi al Bue Marino e Cala Azzurra. Soffia vento ci rifugiamo dentro all’ormeggio della tonnara, ci si arriva solo in barca, acqua stupenda, posto emozionante a pensare quello che è passato da qui in oltre 100 anni. A questo ormeggio arrivavano i tonni arpionati nella mattanza, portati a terra, agganciati per scolarne il sangue e poi macellati, cotti ed inscatolati. Rosario oltre che abile pescatore è un autentico cuoco, prepara pesce crudo, fritto, verdure, con orgoglio offre anche pesce sottolio da lui preparato. Da buoni ravennati abbiamo già mangiato il pesce appena preso nei nostri capanni da pesca ed anche qui è un mangiare sopraffino (pescato cotto e mangiato nell’arco di un’ora). Gustare del pesce appena pescato, che non ha visto né frigorifero né ghiaccio capita poche volte nella vita. Ci dirigiamo verso ovest per fare il giro completo, provo a pescare alla traina e non prendo niente. Rosario racconta tante cose della sua isola e lo si ascolta molto volentieri. Alle 17 attracchiamo al porto. E’ stato un giro originale e molto piacevole. Un secondo giro in barca è a Marettimo. La barca che parte da F. È grande e non può entrare nelle grotte. E’ consigliato da diversi raggiungere Marettimo( entro le 11 del mattino) con l’aliscafo poi in porto prendere con altri una delle tante barche piccole ( 6-9 posti, costo 15 e. A pers.) dei pescatori. Il periplo completo della costa si fa in circa 3 ore, si entra in varie grotte, Marettimo è tutta montuosa (ottima per il trekking). In una grotta c’è una sorgente di acqua dolce, in un’altra nidifica l’uccello della tempesta, altre hanno forme particolari, sovrastate da pinnacoli di roccia. Ovviamente bagni, nuotate con maschera sperando in poche meduse. Anche il paese, abitato da circa 300 persone, è carino. Più vicina a F. È l’isola di Levanzo, piccola ma tutti dicono che merita una visita. Noi purtroppo non ne abbiamo avuto il tempo. Altro grande piacere di F. È mangiare nei numerosi ristoranti nelle due piazze principali e nelle vie del centro storico, dove in genere la qualità è garantita da tutti. Tanti tipi di pesce fresco e non allevato, piatti tipici favignanesi e siciliani. Il tonno rosso è da provare una volta o due proprio perché si è qui, poi lasciamo che continui a riprodursi, tanti altri pesci e pietanze soddisferanno il vostro palato. Già dal primo pomeriggio, quando si è ancora in spiaggia, si pensa e si desidera la cena , per provare un nuovo ristorante o quello consigliato da un altro viaggiatore. Se poi si vuole prendere un aperitivo o uno stuzzichino, scambiare opinioni ed informazioni coi locali o turisti non mancano i bar coi tavoli all’aperto nelle vie del centro. Debbo dire che F. È molto più bella e piacevole di quanto pensassimo, e per essere apprezzata merita almeno una settimana di tempo. Non è molto conosciuta come meta turistica perché soffre la concorrenza di altre località turistiche vicine (zona ovest della Sicilia) o di altre isole della Sicilia raggiungibili direttamente in aereo, ma sono sicuro che se saprà mantenersi integra, questo è ciò che mi auguro, otterrà notevoli successi.
Se avete ancora due giorni di ferie, prima di riprendere l’aereo, fermatevi a Trapani. Ottime soluzioni di pernottamento vicino all’attracco degli aliscafi, cioè nel centro storico della città e da dove partono i bus per l’aeroporto, tutto molto comodo. A Trapani da visitare le vie del centro storico con palazzi e chiese. Prendendo la cabinovia si raggiunge la collina di Erice (meglio dire montagna, con altro tipo di clima rispetto a Trapani) con presenza di insediamenti fin dalla preistoria e di un ricco passato medievale.