Greccio: il primo presepe
Greccio si trova nel Lazio, in provincia di Rieti. Il toponimo deriva, presumibilmente, da “Grecia” poiché fondata da una colonia greca. Al X sec. risalgono le prime notizie; in epoca medievale la cittadina divenne un castello fortificato circondato da mura e da torri (oggi ne rimangono solo tre). Nel XIII sec. venne distrutta da Federico II. L’ultima distruzione avvenne per mano dell’esercito napoleonico nel 1799.
A Greccio si possono visitare:
1. Chiesa di S. Michele Arcangelo – venne ricavata all’interno dell’antico castello.
2. Chiesa di S. Maria del Giglio
3. Museo Internazionale del Presepio – raccoglie presepi provenienti da molti paesi del mondo e costruiti con svariati materiali.
4. Cappellina – una piccola cappella dedicata a San Francesco al cui interno si trova il sasso sul quale il Santo saliva per predicare. Secondo la tradizione, da qui fu lanciato il tizzone che indicò il luogo per la costruzione del Santuario.
A circa 2 Km dal borgo, arroccato sulla montagna e circondato dal bosco, sorge il Santuario del Presepe dove San Francesco, nella notte di Natale 1223, rappresentò la nascita di Gesù con personaggi viventi all’interno di una grotta dando vita al primo Presepe della storia cristiana. La grotta, denominata Grotta del Primo Presepe, si trova nella piccola Chiesa di San Luca in cui si può ancora osservare il masso che servì da mangiatoia (oggi trasformato in altare).
Seguendo il percorso, visitiamo l’intero complesso:
1. il refettorio
2. il dormitorio vicino a cui si trova ancora oggi la roccia sulla quale dormiva il Santo
3. il dormitorio di San Bonaventura (XIII sec.). Qui dormì anche San Bernardino da Siena.
4. Chiesa di San Francesco – la prima ad essere a lui dedicata dopo la canonizzazione avvenuta nel 1228.
5. la Chiesa di San Francesco e della Vergine Immacolata (XX sec.) all’interno della quale si trovano due presepi, uno in terracotta ed uno ligneo. Sul ballatoio si trova una mostra permanente di presepi.
Visitare questo luogo nel periodo natalizio mi ha aiutato a vivere, in un modo meno commerciale e superficiale, il Natale e a “rivivere” quella Notte del 1223.