Asturie orientali

Un giro tra mare, montagna, gastronomia e feste locali...
Scritto da: Michele Abagnale
asturie orientali
Partenza il: 13/08/2010
Ritorno il: 18/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Premetto che il viaggio é stato fatto da Madrid, in auto ci vogliono circa 5 ore e mezza per andare a Cangas de Onís (A6 per Guadarrama fino a Astorga, da lí per la A66 passando per León e il passo di Huernas, che é spesso complicato per la nebbia, anche d’estate..per cui occhio..) Lí ci siamo alloggiati in parte da amici in parte nell’Hotel El Capitán, a 2 km da Cangas in direzione Arriondas, hotel basico peró carino, situato al lato del fiume e con vista alle colline, economico e con buon servizio, facile da trovare perché sulla statale. Il primo giorno (venerdí) lo abbiamo trascorso in parte in viaggio e, una volta arrivati, visitando Cangas de Onís, dove c’é il famoso ponte romano con appesa la croce con lo stemma del Principato delle Asturie (le lettere alfa e omega d’oro appese alla croce). Il monumento é di assoluta rilevanza storica per comprendere il ruolo del Principato nella riconquista della Spagna da parte dei re delle Asturie e di León, contro gli arabi invasori. Cangas ha anche un’interessante chiesa romanica vicino al ponte, un’altra chiesa moderna e una bellissima piazza del mercato che la domenica si anima molto e si possono comprare prodotti tipici a ottimo prezzo (fave e fagioloni, insaccati, sidro, ottimi formaggi).Vicino al mercato c’e lo storico cinema Colón, uno dei primi della Spagna, che putroppo é chiuso (per visite private, contattare con la famiglia Fernández Villa che vive nell’edificio a fianco). Il sabato lo abbiamo dedicato all’ascesa ai laghi di Covadonga, che sta a mezz’ora in auto da Cangas. Bisogna arrivare prima delle 9.00 perché dopo chiudono la strada e si é obbligati a salire in autobus. L’ascesa da Covadonga ai laghi dura un’altra mezz’ora e si arriva a un parcheggio da cui parte un sentiero per il due laghi. C’é un punto di informazione, si puó visitare un mini-museo e un’entrata a una ex-miniera. Per i laghi si puó fare un percorso di 4 ore per vederli entrambi da tutte le angolazioni, o un percorso piú breve di un’oretta, in entrambi i casi conviene salire al punto di osservazione che sta nel mezzo per vedere il bellissimo paesaggio di questi 2 laghi montani. La discesa in auto dev’essere fatta con cautela perché il dislivello é di 1000 metri e i freni possono essere messi sotto sfrozo. A Covadogna si puó visitare l’imponente basilica e il misterioso santuario della vergine, ricavato da una caverna naturale (si dice che fu il punto piú a nord occupato dagli arabi, da lí cominció la riconquista spagnola). Cena a Cangas, nel ristorante El Llagar, che possiede una bellissima bottega di sidro e in cui si possono provare ottimi piatti tipici e dolci asturiani, nonché naturalmente il sidro, ossia il buonissimo vino di mele asturiano. Questo vino si vende normalmente in bottiglie, e si serve “escanziando”, ossia sollevando la bottiglia e facendo cadere il flusso di vino sul bicchiere messo di taglio, per produrre una schiumetta e bere il sidro quando é fresco e torbido. DI solito si versano solo 2 dita e ci si fa versare dal cameriere, si puó chiederlo quando si vuole senza problemi, non si lascia solitamente il sidro a riscaldare nel bicchiere ma si beve subito, visto che comunque é di bassa gradazione. Per facilitare le cose al turista, a volte danno una macchinetta in cui si infila la bottiglia e premendo un tasto.. il sidro é servito! La domenica siamo andati in canoa lungo le acque del fiume Sella; le escursioni in canoa, organizzate o no, partono quasi sempre da Arriondas, che sta a pochi km da Cangas. Ci sono molte agenzie che a prezzi modici affittano le canoe per un percorso di 15 km (dalle 2 alle 3 ore) e poi vengono a riprendere gli escursionisti a valle. Lungo il cammino ci si puó fermare vicino a un ponte, c’é un chiringuito con bagni, oppure nelle molte anse e praterie e spiaggette del fiume. A luglio-agosto c’é meno acqua e meno corrente, per cui puó essere piú faticoso fare il percorso, ad aprile-maggio c’é piú corrente ma cmq non arriva quasi mai a formare rapide, é un corso molto tranquillo e la discesa la puó fare chiunque abbia un minimo di forma fisica. Ai primi d’agosto c’é la famosa festa della discesa del Sella, da Arriondas a Ribadesella, superaffollata di locali e turisti.. La sera siamo andati a Ribadesella, alla foce del fiume, un paese carino con porto antico di pescatori e porto moderno sull’oceano, in cui abbiamo fatto un’ottima mangiata di frutti di mare a buon prezzo. Il lunedí siamo tornati in montagna, verso i Picchi d’Europa, una catena montagnosa molto conosciuta in Spagna e visitata da chi ama fare trekking. Arrivati a Cabrales, abbiamo lasciato l’auto e siamo saliti in autobus fino alla cittadina di Poncebos, un pueblo di poche case arrocato nella gola del fiume Cares, da cui parte il famoso sentiero del Cares che porta nella provincia di León attraverso le montagne. Noi invece abbiamo fatto l’ascesa al pueblo di Bulnes, un villaggio di montagna che fino al 2006 era isolato e comunicato col mondo solo attraverso un sentiero di pastori che si inerpica nelle montagne. Nel 2006 é stata aperta una funicolare che fa in 10 minuti l’ascesa che si fa normalmente in 1 ora e mezza. L’ascesa é spettacolare, ma richiede scarpe di montagna e bastoni, e massima attenzione perché il sentiero é stretto e puó dare un pó di vertigini, malgrado sia ben indicato. Prima di arrivare a Bulnes, si puó visitare il Barrio de Arriba, un “quartiere” di 4 case ancora piú isolato, da cui si vede bene la gola in cui é installato il pueblo di Bulnes. Il villaggio di Bulnes é un pó piú grande, con una zona piú turistica (quella verso il fiume, e verso il sentiero che porta alla funicolare) e una piú nascosta, in quella meno turistica abbiamo mangiato a buon prezzo un’ottima fabada asturiana (un piatto di zuppa di fagioloni bianchi con insaccati e carne e sanguinaccio, specialitá locale). Da lí si puó andare a piedi (10 min) al punto d’osservazione del Picco Urbiellu, detto anche Naranjo del Bulnes per i riflessi arancioni che assume al tramonto.. ma noi non l’abbiamo visto, perché malgrado in agosto la giornata era nuvolosa e il picco si nascondeva ai nostri occhi. Da Bulnes si puó salire in circa 3 ore a un rifugio usato dagli scalatori per salire a Urbiellu. Noi invece, siamo scesi nel funicolare, che é caro (15 euro) ma evita una discesa per il sentiero dei pastori, che sicuramente é piú faticoso e insidioso che in salita.. Il martedí siamo andati a visitare la costa. Prima tappa: Lastres. Questa cittadina é diventata ultimamente famosa per un telefilm della TV pubblica spagnola, ma meritava sicuramene di saltare agli onori della cronaca per l’ottima posizione e per la gastronomia prelibata. A Lastres abbiamo visitato il bel centro storico, con il barrio dell’orologio e la nascosta cappella della vergine de pescatori. Il centro storico é un dedalo di scale e stradine che ricorda a tratti le cinque terre o la costiera amalfitana. Molto carina anche la spiaggia, che a fianco ha un piccolo porto turistico, che peró non ne ha inquinato le acque cristalline. Nel centro della cittá vecchia abbiamo mangiato nel ristorante Bitácora, che possiede una bellissima terrazza sul mare, un esempio di vecchia strumentazione di bordo dei pescherecci e offre una varietá di piatti locali di pesce, tra cui la fabada (zuppa di fagioloni) con vongole oppure con andaricas, che sono una specie di granchi giganti dell’oceano…cmq tutto buonissimo. Il pomeriggio-sera lo abbiamo trascorso a Gijón, che é una delle cittá piú grandi delle Asturie. Molto bello il lungomare della spiagga di San Lorenzo, che verso le otto di sera viene totalmente mangiato dal mare in alta marea, che sbatte sulle murate del lungomare. Belle le terme romane, vicino alla chiesa di San Pedro, e carina la zona de la Plaza Mayor e del quartiere di Santa Catalina, un promontorio che termina con un parco che una volta era un bastione militare della prima guerra mondiale, adesso converito a uso civile e sede del famoso Elogio del Horizonte, una scultura moderna che rappresenta il simbolo della cittá. La veduta della cittá e della costa da qui é spettacolare. Gijón probabilmente offre il meglio di sé cuando cala la notte, l’ambiete dei bar e dei locali notturni é veramente impressionante, e si puó partecipare alla “fiesta” fino a notte fonda.

Il mercoledí siamo tornati verso il mare, questa volta per fare il bagno. Nell’imbarazzo della scelta, siamo andati alla spiaggia di Barru, vicino Llanes. Da Cangas si puó andare per la strada principale fino a Ribadesella e da lí in autostrada verso Santander, uscendo dopo Llanes. La zona di Barru é alquanto selvaggia, per quanto disponga di un hotel e di un ristorante vicino alla spiaggia, e di un parcheggio e di un minimo di servizi. Ma al momento di scendere in spiaggia, ci si accorge che al di lá dello spiaggione piú grande, dietro alcune rocce che sbucano dalla sabbia si nasconde una caletta piú piccola e riservata, che solo si puó godere appieno nelle ore di bassa marea, nel pomeriggio il mare sale fino chiudere alcuni accessi alla caletta (si puó cmq tornare alla strada da un sentiero che porta verso l’interno). Il mare non é esageratamente freddo né mosso, il che é un lusso considerando che stiamo parlando dell’oceano atlantico.. le rocce che chiudono la cala rendono il bagno possibile, arriviamo a nuoto a un isolotto appena fuori ma bisonga stare attenti a causa delle forti correnti appena fuori la cala. Del resto, per vedere pesci e vegetazione con una maschera, non c’é bisogno di spostarsi molto dalla riva, l’acqua é veramente pulita. Dopo il mare degustiamo un mix di insaccati e formaggi tipici della zona: cecina (una bresaola piú secca), morcilla (il sanguinaccio), il gamonéu (formaggio di pecora un pó secco), il cabrales (tipo il gorgonzola, ma con meno “muffa” e piú sapore), e soprattutto un assortimento di dolci locali, tutti a base dell’ottimo latte della zona, per esempio l’ arroz con leche (risolatte) e il flan de queso (un budino fatto con latte cagliato). La sera siamo andati a vivere una festa tipica locale (“el prau”, ossia il prato), nei campi di un paesino lí vicino. Tra un concerto di agro-rock (i Berrones, un gruppo locale) e musica da ballare e tanto alcol, si festeggia con la gente di paese, sempre pronta a tirare fino all’alba. Si torna a casa con un ottimo, efficiente e economico servizio di taxi che evita problemi di guida insicura..

Il giorno dopo, con tanta voglia di restare e vedere altre bellezze delle Asturie, ripartiamo per Madrid, aspettando giá di poter ritornare…



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