ALLE RADICI DELLA FEDE SULLE ORME DI GESU’

Un viaggio molto particolare alla ricerca dell'animo umano
Scritto da: pompy
alle radici della fede sulle orme di gesu'
Partenza il: 18/08/2011
Ritorno il: 25/08/2011
Viaggiatori: 4 & OLTRE
Spesa: 2000 €
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Le sensazioni provate in questo cammino di vita sono state molto forti. Ripercorrere le tappe della vita di Gesù è una cosa molto particolare.Ma andiamo con ordine. Si parte da Verona, aeroporto Valerio Catullo, con volo Neos, buona compagnia che in 3 ore e 30 minuti circa ci farà atterrare all’aeroporto di Tel Aviv.

Gli amici che ho portato con me in questo viaggio sono Giuliana, Giuseppe e Antonio.Molti altri amici li ho conosciuti in questi luoghi mistici e la nostra amicizia è divenuta indissolubile dopo questa esperienza.

Arriviamo a Tel Aviv. La nostra guida italiana è un sacerdote, don Guido. Ha 80 anna ma un cuore puro e semplice come quello di un bambino e una voglia di vivere che a volte si fatica a trovare in persone più giovani. Oltre a lui, la nostra guida cristiano israeliana,che ci porterà a ripercorrere questi luoghi santi, si chiama Afif, e dietro suggerimento di don Guido, possiamo ricordare il nome pensando che Afif è il contrario di “fifa”.

Il nostro autista del pullman si chiama Ahmed ed è mussulmano. Un vero mago nel portare la corriera anche per strade impervie.

Dall’ aeroporto di Tel Aviv, in pullman ci dirigiamo verso Nazareth,dove alloggeremo per le prime 3 notti ma la nostra prima tappa è Haifa, affacciata sul mare, dove sul Monte Carmelo si trova la Basilica della Beata Vergine, luogo in cui il profeta Elia ebbe una visione della Madonna che divenne la stella maris del popolo.

Dopo un’ora e mezza di viaggio circa si arriva a Nazareth presso l’hotel dove alloggeremo.

Il nostro primo itinerario nazzareno è la Basilica dell’Annunciazione, dove Maria ricevette dall’arcangelo Gabriele la notizia che avrebbe dato alla luce un figlio per mezzo dello Spirito Santo.

La basilica è composta da due chiese sovrapposte e in una di queste celebreremo la santa messa. Il luogo è molto mistico ed è incentrato attorno alla grotta dell’annunciazione.La cupola sembra un fiore rovesciato e si erge fino a 40 metri d’altezza.

Ci portiamo ora al sito archeologico dove sorgono i resti dell’antico villaggio di Nazareth per poi proseguire verso il ristorante dove ci prenderemo una pausa, prima di recarci al monte Tabor, luogo in cui avvenne la trasfigurazione di Gesù. La basilica della Trasfigurazione, dell’architetto Barluzzi, fu edificata nel 1924. Questo monte splendido si erge sulla fertilissima pianura di Esdrelon che divide la Samaria dalla Galilea.

Nostra prossima meta è Cana di Galilea, dove Gesù, su suggerimento di Maria, trasformò l’acqua in vino, dando luogo al suo primo miracolo. In questo luogo fu costruita la chiesa francesana delle nozze di Cana, dove gli sposi possono rinnovare le loro promesse matrimoniali.

Ci rechiamo ora al monte del Precipizio luogo in cui gli anziani e i capi dei sacerdoti del tempo, volevano gettare Gesù, ma Lui, passando in mezzo a loro, se ne andò. Il panorama da quassù è incredibile e si apre a 360 gradi. Il verde della pianura da una parte, col monte Tabor in lontananza e la vista di Nazareth dall’altra che non ha più niente a che fare col piccolissimo villaggio in cui visse Gesù. Ci mettiamo in preghiera, nella dorata luce del tramonto, cercando di gettare da questo monte tutte le cattiverie e i sentimenti negativi dell’animo umano, cercando di innalzarlo alle emozioni più sublimi.

Il monte delle Beatitudini è alto circa 150 metri e si trova sopra il Lago di Tiberiade e ricorda il “discorso della montagna”. Celebreremo qui la messa quotidiana, circondati dal silenzio e dal canto degli uccellini. Anche questa basilica fu costruita dall’architetto Barluzzi. La sua forma è ottagonale e all’interno, su ogni lato è descritta una beatitudine. Il sereno quasi costante del cielo, la tranquillità dei luoghi dove Gesù ha parlato e operato, il silenzio che tutto avvolge, invitano alla riflessione e alla contemplazione.

Il nostro viaggio prosegue con Tabgha dove Gesù veniva spesso per ritirarsi e pregare e qui compì il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. La chiesa, detta chiesa del Primato di Pietro, è posizionata proprio sulle rive del lago di Tiberiade ed è un’emozione intensissima poter toccare l’acqua che ha visto e toccato nostro Signore, perchè in più di 2000 anni, l’uomo può aver distrutto, costruito, modificato, ma le acque del lago di Tiberiade sono le stesse che hanno visto e sono state toccate da Gesù.

Altra meta del nostro pellegrinaggio è Cafarnao. ivi si trova la casa di Simon Pietro che divenne la casa per gli adepti cristiani. Da qui ci dirigiamo verso la barca che ci permetterà di attraversare il lago di Tiberiade. Man mano che i giorni si susseguono, i nostri cuori si avvicinano sempre di più, ci rendiamo conto di trovarci qui per gli stessi motivi, uno in particolare, e si comincia a vedere nell’altro il proprio fratello da amare…chissà se diverremo pescatori di anime…terra e mare, due elementi che l’uomo e il tempo non hanno potuto intaccare in questo luogo santo…pian piano i motori della barca si spengono…chiudiamo gli occhi e ci facciamo cullare dalla brezza dell’aria e dalle onde del lago…ascoltiamo la voce di Dio attraverso il riverbero dell’acqua…poi preghiamo il Padre Nostro, che qui sentiamo ovunque, non solo nei cieli e il suo nome è davvero santificato in questo momento..e in mezzo a questa pace sullo sfondo si intravedono le alture dell’altipiano del Golan da dove i militari tengono sotto controllo Damasco…guerra e misticismo ..due aspetti incomprensibili di una stessa terra.

E continuiamo il nostro peregrinare verso la valle del Giordano e verso il deserto..la nostra anima non sa ancora quello che ci attende..Dovremo attraversare una frontiera per recarci al sito del Giordano dove fu battezzato Gesù..tutto intorno è una zona militare chiamata “terra di nessuno”, una zona contesa in cui si respira l’odio tra i popoli..ai nostri occhi si presentano campi minati. Il sito è stato riaperto da appena due mesi e anche questa per me è una grazia di Dio che mi ha permesso di poter visitare anche questo luogo…militari ragazzini, avranno più o meno 18 anni, imbracciano il mitra e non conosceranno mai la pace, la serenità, l ‘amore…i loro cuori sono impregnati di odio fin dalla nascita…non capiranno mai che tutto questo per cui combattono, alla fine dei tempi, rimarrà qui e che non vale la pena di ammazzarsi per un pezzo di terra.

Costeggiamo ora il Mar Morto, la depressione più profonda della Terra per dirigerci verso Masada. Da entrambe le parti il deserto di Giuda ci accompagna. Masada, antica fortezza inespugnabile, nota per l’assedio romano durante la guerra giudaica e nota per la sua tragica conclusione..i romani riuscirono a costruire una rampa di accesso e quando gli assediati se ne accorsero misero in atto un’azione rimasta unica nella storia: i soldati romani una volta entrati, trovarono un’ecatombe orribile: il suicidio della comunità ebraica zelota, commesso pur di non perdere la propria dignità cadendo nelle loro mani. Ci sentiamo pellegrini all’inizio dei tempi…rovine che parlano di orgoglio, di dignità, di tristezza…Israele terra dalle mille contraddizioni, mi rimarrai sempre nel cuore.

Arriviamo al sito archeologico di Qunram, località abitata nell’antichità,da una comunità essena, vicino alle rovine di Gerico. Qui sono stati scoperti i manoscritti del Mar Morto, racchiusi in anfore per preservarli dalla furia distruttrice dei romani.

E quindi un bel bagno nelle acque viscide e salatissime del Mar Morto…il suo fondo limaccioso ci fa scivolare ma a causa della quantità di sale è impossibile sprofondare….e dopo il bagno arriviamo a Gerico, la città abitata più bassa, a 240 m s.l.m. E’ la città più antica del mondo dopo Damasco.

E arriviamo finalmente al deserto di Giuda dove celebreremo la santa messa. Decido di mettermi in meditazione lontano dagli altri..Ci troviamo in uno dei luoghi più brulli del pianeta e le temperature possono raggiungere oltre i 40 gradi. Ci troviamo tra Giordania Israele e Cisgiordania. E’ il luogo dove Gesù trascorre 40 giorni in ritiro spirituale. Sembra di essere su un altro pianeta, fuori dal mondo che conosciamo..Ascolto la voce del deserto, sottile, appena udibile…è il vento che smuove ogni granello di sabbia e crea una sorta di musica, di fruscio…è così che parla il deserto e la sua voce sembra la voce di Dio che ti accarezza dolcemente…un pellegrino ancora sconosciuto si siede vicino a me, non ho voglia di parlare e ho paura che interrompa i miei pensieri…ma lui rispetta il mio silenzio, il perdersi del mio sguardo nell ‘infinito dove vedo e cerco Dio, meta a cui aspiro da sempre…non c’è bisogno di parlare con questo mio fratello..so che stiamo condividendo la stessa emozione…e il deserto non diviene più complice della solitudine umana, anzi avvicina i cuori se questi si somigliano, se si è alla ricerca della stessa cosa, se si ha un animo puro e nobile…è come una comunione di anime, tutto il resto non conta….e nel deserto , il chiasso dei beduini che vendono oggetti per poter ricavare qualcosa per cui vivere, durante la celebrazione della messa, lascia il posto ad un silenzio in cui è la sola natura a parlare,….con dignità attendono che la nostra messa giunga al termine, attendono affinchè arrivi il momento per riprendere la loro attività..il sole comincia a calare e all’imbrunire io comincio a vedere la luce e quando il sole scompare è l’ora di proseguire verso Gerusalemme…e l’amicizia tra me e il pellegrino fino ad ora sconosciuto, Simone, diviene una vera benedizione di Dio. Il sole non illumina più le dune, Gerusalemme è vicina e ci appare in tutta la sua bellezza e cantando una canzone per questa città la giornata giunge al termine.

Gerusalemme, città in cui si percepisce la mano di Dio.Per chi è pronto ad abbandonarsi alla Sua volontà, il disegno appare chiaro e per la prima volta in vita tua percepisci di essere uno strumento della divina volontà. E allo stesso tempo percepisci una sublimazione di tutti i sentimenti umani e ti rendi conto che le tue emozioni provengono direttamente da Dio e la paura di non saperle gestire è la paura più grande…essere qui ti fa sentire di essere soltanto un minuscolo punto dell’universo e che la vita di tutti noi è gestita dalla mano amorevole di Dio.

Alla spianata del tempio, al muro del pianto, donne divise dagli uomini…ferree regole di vita incomprensibili per noi…qui alla spianata si prega sotto gli alberi, in mezzo alla gente, senza distrazioni. Ad un tratto, imponente con la sua cupola dorata, ci appare la moschea di Omar, l’edificio islamico più antico del mondo ancor oggi esistente. I colori sembrano un ricamo intrecciato, impossibile commentare tanta bellezza. E continuando a camminare ci si accorge che Gerusalemme è completamente presidiata dai militari, ragazzini che imbracciano il mitra anche in questa città santa, città di Dio, città contesa…sembra di essere all’inizio del mondo, la città di David. Le sue mura imponenti.

Celebriamo la messa a Betlemme presso la grotta della Natività. Pranzeremo poi in un ristorante sotto una tenda beduina e mangeremo benissimo, ogni tipo di salsina con cui riempire il pane caldo, per poi proseguire verso la chiesa della Natività. Si entra poche persone per volta, scendiamo verso la cripta dove si trova la stella sul punto in cui è nato Gesù e ogni momento diventa un miscuglio di emozioni che si fatica sempre più a soffocare…Israele, ogni azione che compi, qui diventa sacra, ogni cuore che incontri diviene parte di te…e tutto questo grazie all’incontro con Lui, l’alfa e l’omega, l’inizio e la fine.

Ci rechiamo poi a far visita al Baby Hospital, l’ospedale pediatrico palestinese, voluto da padre Ernst Schnydrig. I bambini qui ricoverati sono piccolissimi, o sono nati prematuri a causa del muro costruito tra Israele e Palestina, a causa dell’enorme stress psico-fisico in cui vivono le loro madri. L’ospedale è stato inaugurato nel 1978, ci lavorano molte suore benedettine, tra cui suor Gemma, da circa 25 anni. Ogni venerdi pomeriggio le suore peregrinano davanti al muro recitando il rosario, per invocare la Madonna a porre fine alla guerra tra queste due nazioni. Per tornare a Geruslemme dobbiamo passare il posto di blocco sito sul famigerato muro, costruito per dividere l’umanità…murales con disegni e frasi terrificanti a testimonianza della paura e dell’odio che vige tra questi due popoli.

Rientriamo verso il tramomto e dopo cena ci inoltriamo nel suk, il tradizionale mercato arabo..i colori, le urla, gli odori, la musica, la confusione…tutto si riversa in queste coloratissime e luminose stradine dopo la fine del ramadan..E’ tutto così meravigliosamente affascinante che ogni stanchezza passa in secondo piano, non sento più le poche ore di sonno passate in questi giorni, l’entusiasmo ci prende tutti quanti e le amicizie, anche quelle del deserto divengono più profonde. Arriviamo al muro del pianto..tutto è così suggestivo e meraviglioso..entro dalla parte delle donne e vado a toccare questo muro..è strano vedere come pregano gli ebrei…tutti in fila davanti al muro sembra accennino ininterrottamente un “si” con la testa…la maggior parte è vestita con camicie bianche, pantaloni, cappotti e cappelli neri. Conducono una vita modesta, etica, spirituale; una parte di loro porta la barba e le peòt, lunghe basette arricciate, simbolo delle relazioni con le sfere superiori celesti e quelle inferiori umane, canali attraverso i quali Dio fa giungere da un lato il rigore e dall’altro la benevolenza; evitano l’obiettivo della mia Canon ma ogni tanto qualcuno di loro, molto gentilmente , accetta di farsi fotografare con la sottoscritta….e Gerusalemme di notte è affascinante , è unica, sembra di essere in una favola, in un presepe.

Un altro giorno è trascorso, il nostro rientro si avvicina , giorno dopo giorno, e la mattina seguente ci rechiamo al Getsemani e alla Basilica dell’Agonia. Si entra nell’Orto degli Ulivi..ulivi secolari che hanno avuto la fortuna di conoscere Gesù e di essere toccati da Lui…toccare il loro tronco è come accarezzare Gesù e ringraziarlo di essere lì, lo si sente presente. Entriamo nella grotta del Getsemani e qualcosa si muove dentro l’anima…sento l’agonia di Gesù e il cuore si riempie di tristezza…nella grotta una funzione ortodossa…la loro preghiera sembra una litania, un lamento incessante. Usciamo e ci inginocchiamo davanti alla pietra dove Gesù pregava il Padre affinchè allontanasse il calice della sua agonia. E da qui possiamo notare il cimitero ebraico..al posto dei fiori sulle lapidi si trovano i sassi, tradizione ebraica di moltissimi secoli fa. Si continua la nostra visita con la chiesetta dell’Ascensione, che ricorda appunto il momento in cui Gesù salì al cielo, per poi passare alla basilica del Pater Noster nel cui cortile interno si trova la preghiera del Padre Nostro scritta in tutte le lingue del mondo… e scendendo dalla collina del Getsemani , guardando il panorama si vede la città dominata dalla cupola dorata della moschea di Omar simbolo conosciuto in ogni parte del mondo.

Ci portiamo ora verso la collina del Gallicantu, luogo che ci ricorda il rinnegamento di Pietro nel cortile del Sommo Sacerdote, la notte in cui Gesù fu arrestato. Ad ogni passo la vita di Gesù è sempre più appesa ad un filo. Eccoci ora alla prigione nel Sinedrio..sul muro i buchi dove Gesù fu legato e qui vicina, la scalinata di pietre di epoca romana attraverso la quale Gesù passò la notte del giovedì santo,scendendo dal Getsemani. L’emozione è forte e ad ogni passo aumenta…e in silenzio percepisco il dolore di un uomo giusto. Dirigiamoci ora verso il Cenacolo dove si svolse l’ultima cena, per proseguire poi per il Santo Sepolcro. Camminare per Gerusalemme è di un fascino estremo…in varie parti, sulle sue mura si trovano le Mezuzah, contenitori che racchiudono le pergamene in cui sono stilati i passi della Torah…continuiamo a camminare. Aspettavo da giorni questo momento. Quale onore poter andare davanti a Gesù, quale onore poter toccare la pietra del suo sepolcro e per farlo dobbiamo attraversare i portici, così suggestivi, di questa città meravigliosa la cui bellezza è indescrivibile.

Eccoci al Santo Sepolcro.In fila attendiamo di poter toccare la tomba di Gesù. Esser qui è come arrivare ad una meta che attendi per tutta la vita..l’emozione è fortissima e un nodo mi sale alla gola, miliardi di emozioni lottano dentro di me e non riesco a trattenere le lacrime che scendono sulle mie guance, senza quasi che io me ne accorga…i miei amici mi guardano e comprendono quello che sto provando perchè la stessa cosa la stanno provando anche loro, nonostante le lacrime non scendano ancora dai loro occhi. Miliardi di pensieri mi si presentano davanti… vorrei pregare per tutti in questo luogo sacro, per l’umanità intera, per la mia famiglia e per tutti coloro il cui mio cuore può abbracciare. Tocca a noi entrare…passiamo la grotta degli Angeli e ci troviamo davanti a Lui, davanti all’Onnipotente che tutto può…scoppio in lacrime e tutti noi cadiamo in ginocchio davanti a Gesù e tocchiamo il sepolcro, lo accarezziamo e finalmente anche dagli occhi dei miei amici scendono le lacrime…e non vorremmo più uscire, provo una sensazione d’amore così grande come mai prima d’ora..e lo tocchiamo, con la mano, col cuore, lo sentiamo dentro di noi, Lui c’è ed io sono così felice di averlo conosciuto. Usciamo e ci abbracciamo e ci lasciamo andare ad un pianto liberatorio che lava via tutti i mali dalla nostra anima…sentire Dio, la sua manifestazione, la sua dolcezza, la sua bontà…ci abbracciamo e l’abbraccio non diventa più un abbraccio tra due persone, diviene una cosa universale, come se si riuscisse ad avere tra le braccia il mondo intero, l’amore puro,l’amore universale e ringrazio Dio per questo dono immenso.

Torniamo alla luce del sole con gli occhi bagnati ma felici, consapevoli d’aver provato qualcosa che non capita a tutti, qualcosa che mi fa sentire un’eletta, scelta da Dio per custodire questo tesoro….e il cielo s’incendia a Gerusalemme, la natura esplode come esplode la mia gioia nel cuore.

Un altro giorno è passato, la fine del nostro cammino si avvicina…siamo tutti un po’ smarriti, qualcosa di troppo grande ci ha toccato e avremo bisogno di tempo per rielaborarlo, ma sappiamo che questa esperienza non farà altro che legarci una volta rientrati…viene da pensare che la nostra vita è un lampo e che ci dobbiamo amare finchè siamo qui, superando le barriere che ci dividono…abbiamo un esempio molto forte di come dovremmo essere..questo esempio l’abbiamo toccato con mano ora, non è più solo nella nostra fantasia. Molte volte la via per raggiungere il bene potrà essere dolorosa e incompresa, perchè viviamo in un mondo dove le emozioni pure non hanno più posto, ma io non ci sto, dopo questa esperienza, a continuare a vivere nell’indifferenza …ho capito l’importanza dell’umiltà, la capacità di chiedere aiuto, dobbiamo imparare a non vergognarci di dire “ti voglio bene”, dobbiamo imparare ad essere trasparenti e il mondo sarà migliore. Non dovremo pensare che dietro ad ogni gesto o ad ogni parola ci sia qualcosa di sbagliato o un secondo fine..dobbiamo evitare che questo mondo diventi sempre più freddo, dobbiamo evitare la morte dei sentimenti…usiamo la nostra anima se davvero ce l’abbiamo, senza paura, senza pensare che colui che ci è davanti possa essere un nostro nemico…egli ha le nostre stesse paure…cerchiamo queste persone che possono capire, condividere questi nostri sentimenti, non scoraggiamoci, non torniamo nella freddezza; queste persone esistono e io ne ho la prova, io qui le ho trovate. Qui ognuno di noi è arrivato col suo bagaglio di aspettative e anche se diverse, il fatto di essere qui in questi luoghi ,è un punto che ci accomuna. La vita è una ricerca continua, tra tanta indifferenza troveremo qualcuno pronto ad accoglierci a braccia aperte, qualcuno in sintonia con noi…a volte basta un gesto, una parola buona, non ci vuole molto a stabilire un contatto vero se si lasciano cadere le barriere e questo contatto riempie il cuore di gioia… E quando la nostra vita sarà un calvario,sappiamo che qualcuno insieme con l’Onnipotente sarà sempre pronto ad ascoltarci, perchè l’Onnipotente è dentro di noi, ci abita e quando si vive un’esperienza come questa, ce ne rendiamo ancora più conto..E non ha importanza chi siamo stati prima di questo viaggio all’interno del nostro cuore, ora non saremo più gli stessi, come Maria Maddalena non fu più la stessa dopo l’incontro con Gesù..ora questo capitolo della nostra vita è terminato ma possiamo cominciare a costruire un nuovo mondo d’amore dopo quello che abbiamo vissuto, per ritrovarci un giorno tutti insieme, senza più distinzione di razza, di lingua, di religione. Un giorno forse ci potremo capire con un sorriso e saranno i nostri corpi e i nostri visi a parlare perchè i nostri corpi e il nostro cuore sono più saggi delle nostre menti e ripensando a questi momenti, avremo la forza per proseguire nelle difficoltà del nostro cammino, affinchè saremo trasfigurati dalle emozioni che abbiamo vissuto e anche se lontani saremo vicini come anime in comunione.

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