Una macchia bianca nell’azzurro del Gargano: è lui il borgo giusto per iniziare al meglio ogni giornata
Le colline si fanno i tuffi nell’Adriatico, natura e storia fanno una buona salsa, ed è il borgo migliore per iniziare al meglio le proprie giornate: perdonate l’ultima frase, ma oggi parliamo di uno splendore tutto bianco e tutto lucente di nome Mattinata. Oggi siamo in Puglia, provincia di Foggia. Regala calma, molta calma, e tanta bellezza sin da prima mattina: questa macchietta bianca la si conosce come la Farfalla del Gargano per come è stato fatto il borgo (a forma di ali di farfalla). Famosa per la costa spettacolare, o meglio le coste spettacolari, un gioiellino con le spiagge di ciottoli bianchissimi che brillano sotto al sole e l’immediata spiaggia di Mattinatella a tre passi dal centro abitato.
La bellezza del paesaggio costiero fa valere il viaggio, che qui tra falesie e faraglioni candidi, baie nascoste… e in effetti, grotte ancora inesplorate (non consigliamo di farlo) sembra disegnata. I Mattinatesi (così si chiamano gli abitanti di Mattinata) sono molto fieri della loro terra e c’è un buon equilibrio fra relax, panorami e un (bel) po’ di storia. D’altronde ha ricevuto più vele da Legambiente e la Bandiera Blu: andiamo, signore e signori?
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Anzitutto, da quando comincia?
Mattinata, Gargano, Puglia
La storia di Mattinata ha radici mucho remote, tant’è che il territorio è abitato già in epoca preistorica: sulle coste del Gargano gli antichi Dauni hanno lasciato tracce del loro passaggio ancora molto visibili alla Necropoli di Monte Saraceno, il luogo migliore della zona per chi ama un po’ di archeologia. Ma non solo, parliamoci chiaro: la Necropoli sorge su un promontorio a qualche km dal centro città ed è un museo a cielo aperto stupendo. In sé risale dal nono all’ottavo secolo a.C. e ha sulle 500 tombe scavate nella roccia, molte delle quali a forma di forno. Ci si va pure per il panorama sull’Adriatico, ma andiamo avanti.
Matinum. Periodo romano, costruzione di ville rustiche e infrastrutture agricole iper favorite dall’ottima fertilità del terreno e la vicinanza alla costa: Matinum oggi in parte è sepolta sotto gli uliveti secolari della contrada di Agnuli. Con la fine dell’Impero Romano il Gargano diventa una terra ben contesa poiché di passaggio: Bizantini, Longobardi e Saraceni.
Nello specifico i Longobardi erano legati al santuario di Monte Sant’Angelo trasformando la zona con la Via Sacra Langobardorum, pellegrinaggi a gogo.
Il borgo di Mattinata per com’è oggi però è medievale, visto che la posizione costiera lo rendeva vulnerabile, ergo da qualche insediamento sparso si sono spostati sulle alture. Ufficialmente l’abitato è solo a fine Settecento. Tra le radici storiche ci sono da nominare i ruderi dell’Abbazia della Santissima Trinità di Monte Sacro, risalente all’XI secolo, sulla cima più alta del Gargano orientale. Comunque, come ci si può immaginare, a Mattinata ci si va per le spiagge e per la Necropoli: ma cosa vedere, in effetti, a Mattinata?
Mattinata: cosa vedere (e dove farsi accecare dal bianco)
Baia delle Zagare con i due faraglioni, Gargano, Puglia.
Mattinata, in mezzo al Gargano, è da godersi principalmente per le sue spiagge. Le strade acciottolate del borgo sono una cosa, ma le spiagge acciottolate di Mattinata sono un’altra: la prima della lista è senza ombra di dubbio la Baia delle Zagare, una delle spiagge più belle e fotografate di tutta la Puglia. Questa nello specifico è ben incorniciata dalle falesie bianche a strapiombo sul mare e famoserrima per due grossi faraglioni che ne escono dalle acque cristalline. La spiaggia la si raggiunge per sentieri panoramici o per via mare: perdetevi nell’immagine, fate vobis.
Rovine di Monte Saraceno, Mattinata. Jules Verne Times Two / www.julesvernex2.com, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Da vedere è la Necropoli di Monte Saraceno, ma ne abbiamo parlato prima, sul promontorio che si domina la costa adriatica. Se per questo prima abbiamo nominato l’Abbazia della Santissima Trinità di Monte Sacro, quella che sta sulla vetta più alta del Gargano orientale, l’ex monastero benedettino dell’undicesimo secolo. Le perle di Mattinata le trovi in altre spiagge, come la spiaggia di Vignanotica che invece la si riconosce per come sono messe le falesie bianche (ed il mare leggermente migliore). Qui si esplorano in barca le grotte marine con le escursioni, ma non da meno è la Baia di Mattinatella (quella più vicina alla città) che la si conosce come Spiaggia dei Gabbiani, un po’ appartata ma limpida. Qui si va di kayak e di pedalò per godersi qualche caletta nascosta e le scogliere tutto attorno. È quella della copertina.
Spiaggia di Vignarotica, Gargano. Luca Lorenzelli / Shutterstock.com
Detto questo, altro punto da vedere è la spiaggia di Punta Rossa, in territorio di Monte Sant’Angelo a qualche km da Mattinata. Spiaggia di ghiaia bianca e fine con l’acqua dalle tonalità turchesi con scogliere alte e rossastre, da cui viene il nome Punta Rossa. Nulla che ci si possa perdere. Parlando d’altro oltre alle spiagge in sé c’è da dire che le coste di Mattinata nascondono le grotte marine. Accessibili solo via mare, da esplorare in barca: segnatevi Grotta Campana e Grotta delle Rondini che spesso e volentieri fa da casa agli uccelli migratori.
Spiaggia di Punta Rossa. Mattinata, Gargano, Puglia
Fuori dalle spiagge però c’è da vedere il centro storico in cui, tra le case in pietra, ci sono ancora quelle antiche (le pagghiére nominate prima). Paradisiaci sono invece i percorsi escursionistici vari che puoi farti tra uliveti secolari, macchia mediterranea e boschi: in primavera diventano un giardino naturale perché ci sono più di 60 specie di orchidee selvatiche, molte delle quali rarissime ed alcune che sono specificatamente autoctone. Mattinata, per questo motivo, la si considera pure capitale delle orchidee spontanee in Italia, cosa che richiama dal globo vari appassionati di botanica e di fotografia. Insomma, tenente la memoria (o il rullino) pronto!
Crediti copertina: spiaggia di Mattinatella. Jean-François Capdet, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons