Terra dalle mille sfaccettature, tra mare, montagna e città d’arte: è la regione piacevole da visitare in qualsiasi stagione dell’anno

Scritto da: girovaga54
terra dalle mille sfaccettature, tra mare, montagna e città d'arte: è la regione piacevole da visitare in qualsiasi stagione dell'anno
Partenza il: 01/07/2019
Ritorno il: 03/07/2019
Viaggiatori: 2
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Una breve ma intensa puntata in una regione bellissima, dove non c’è che l’imbarazzo della scelta: monti, mare, città d’arte, piccoli ma pregevoli borghi. Siamo stati tante volte in Abruzzo, scoprendo ogni volta qualcosa di interessante e, con rammarico, ogni volta commentiamo che non è affatto valorizzata come meriterebbe.

Diario di viaggio in Abruzzo

Giorno 1 – Castelli e Penne

penne

A causa di seri problemi di salute dei miei anziani genitori, quest’anno siamo costretti ad annullare due viaggi già programmati. Ora, per sfuggire all’afa della città, approfittando di un cofanetto regalo, ci concediamo una breve pausa nel vicino Abruzzo, una regione bellissima e a volte sottovalutata.

Partiamo in auto da Roma intorno alle 09:15 e presto ci ritroviamo, superata l’Aquila, al cospetto del Gran Sasso che mi dà sempre la sensazione di un gigante possente, isolato e maestoso, sensazione amplificata anche dal fatto che intorno regna un gran silenzio. La nostra prima meta è Castelli, annoverato tra i borghi più belli d’Italia, proprio alle pendici del Gran Sasso. Il paese, interamente medievale, è veramente piccolo (conta poco più di 1000 abitanti), ma delizioso sia per la sua caratteristica architettura, che per gli scorci che offre tutto intorno. Castelli è famoso per la produzione della ceramica: il corso principale del borgo presenta un ininterrotto susseguirsi di botteghe artigianali, ognuna con la sua peculiarità. Purtroppo, ovunque si notano ancora le ferite del terremoto del 2009, con edifici pericolanti e porte e finestre sbarrate per impedirne l’accesso.

Ci avviamo verso Penne, dove, nella frazione di Roccafinadamo si trova l’agriturismo La Vecchia Fontana, isolato in mezzo ad una vallata. Si tratta di un vecchio casale restaurato con gusto e gestito da Anna, una signora sessantenne con una carica vitale eccezionale, tanto da essere stata premiata anni fa tra le dieci donne imprenditrici abruzzesi più attive. Il posto è senz’altro adatto al riposo più assoluto ed ospita anche una minifattoria didattica che organizza corsi per i bambini della scuola primaria, oltre a corsi per la realizzazione del pane e della pasta.

Unico neo della zona: le strade in condizioni disastrose, ma che dico, pericolose, con buche enormi, interruzioni improvvise che il navigatore non può conoscere e che non vengono segnalate in tempo. Affidatevi comunque ai consigli di Anna e di suo figlio che sapranno darvi le indicazioni giuste quando dite loro quale è la vostra meta della giornata. La camera è ampia e confortevole e il bagno pulito e di recente manutenzione.

Sistemiamo i bagagli e riprendiamo l’auto per raggiungere, dopo quindici chilometri, Penne per mangiare qualcosa. Il deserto totale: il paese sembra disabitato, tutto chiuso e non circola nessuno. Ci accontentiamo di un gelato seduti su una panchina sotto i portici che offrono almeno una buona ventilazione, considerato il caldo. Potremmo aspettare che il paese si rianimi dopo la siesta pomeridiana ma non essendo noi abituati alle lunghe soste inattive, decidiamo di visitare l’Oasi Naturale di Penne, con il bel lago, a pochi chilometri dal paese. Seguendo i consigli di un cortese operatore del parco, percorriamo i sentieri attrezzati intorno al lago dove nidificano varie specie di uccelli, come meglio specificato dai cartelli esplicativi. Sono presenti anche vari laboratori didattici a tema (Casa delle Farfalle e altro). Ritorniamo a Penne che nel frattempo ha riaperto tutte le attività, e scopriamo un bellissimo borgo medievale, vivace e curato, un centro storico ricco di chiese e stradine acciottolate in salita che culminano nella piazza del Duomo, purtroppo chiuso. Un posto sicuramente da non perdere.

È ormai ora di tornare in agriturismo dove ci aspettano per la prima cena in Abruzzo. Siamo gli unici ospiti, ci godiamo una ottima cena e la compagnia dei gestori, molto disponibili a fare quattro chiacchiere.

Giorno 2 – Pescara e Teramo

pescara

Stamattina visiteremo Pescara, capoluogo dell’Abruzzo, raggiungibile in circa mezz’ora. Sistemiamo l’auto in un grande parcheggio proprio di fronte alla stazione, e in breve siamo sul corso Vittorio Emanuele, ricco di negozi di ottima qualità. Pescara sarà per noi una sorpresa: la città è moderna, ma il suo superstite nucleo antico è delizioso. Ed è qui, in Corso Manthoné 116, che si trova la Casa Natale di Gabriele D’Annunzio dove è allestito, in nove sale, un museo con oggetti e mobili appartenuti alla famiglia. Si visitano la sua camera da letto, quella dei genitori e della zia a cui era molto legato. Il biglietto di ingresso è di € 4,00 a persona e la visita è preceduta da un breve filmato sulla personalità dello scrittore.

Visitiamo la Cattedrale di San Cetteo, notando la pulizia e l’ordine che regnano nelle vie della città. Raggiungiamo infine il lungomare veramente ben attrezzato, con spiagge ampie e gazebo e ombrelloni ben distanziati tra loro. In Largo Mediterraneo possiamo ammirare la famosa scultura di Pietro Cascella, conosciuta come la Fontana Nave, che rappresenta appunto una nave, una galea, a rievocare la tradizione marinaresca della città e i patimenti dei prigionieri della fortezza borbonica costretti a fare i rematori.

Ci fermiamo a pranzo in un ristorante sul mare “Sole e Luna”, in lungomare Matteotti 112, consigliato.

Fa molto caldo, riprendiamo l’auto e percorrendo la costa abruzzese ci dirigiamo a Teramo, impiegando circa un’ora. Qui la sorpresa è ancora maggiore: una città che avevo sempre sottovalutato, ma che mi piace tantissimo. Piccola, con un centro storico suggestivo oltre che pulitissimo, viuzze, chiese e la splendida cattedrale intitolata a Santa Maria Assunta, di fondazione romanica e poi gotica. Gironzoliamo un po’, notando anche qui i segni del terremoto e poi troviamo la cioccolateria Centini, in via Vittorio Veneto 28, di cui avevamo letto la particolarità: il creativo capofamiglia, anni fa, ha sperimentato vari tipi di cacao inventando il Tatù, una variante di panpepato da godere sia sotto forma di biscotti secchi che immersi nel mosto. Una vera eccellenza nella pasticceria.

Rientriamo in agriturismo con difficoltà perché troviamo molte strade interrotte e alcune così malmesse da doverle percorrere a passo d’uomo. Ci consoliamo con una deliziosa cena.

Giorno 3 – Sulmona

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Il nostro soggiorno nell’agriturismo è già finito, ma abbiamo tutta la giornata davanti per vedere ancora altre meraviglie dell’Abruzzo.

Ci dirigiamo verso Sulmona attraverso bellissimi panorami: vorremmo visitare l’Eremo di Celestino V sul Monte Morrone, ma fa molto caldo e la salita risulta veramente faticosa (in realtà è accessibile a tutti, seppure ripida e tortuosa in un sentiero sconnesso), ma ci scoraggiano la temperatura elevata e il cartello che avverte che l’eremo è chiuso, si può vederne solo l’esterno.

Visitiamo invece, adagiato ai piedi del Morrone, lo splendido complesso dell’Abbazia di Santo Spirito, nota anche come Badia Morronese. Fu proprio Pietro Angelerio, monaco benedettino, eremita e fondatore dell’ordine dei Celestini, poi papa Celestino V, ad iniziarne la costruzione ampliando la chiesetta di Santa Maria già esistente, a cui si aggiunsero nel tempo il Refettorio splendidamente decorato da pitture murali monocrome, la Sala Capitolare, la chiesa settecentesca e una serie di ambienti di grande importanza storica e di fascino. Ammiro, oltre alle opere d’arte, la suggestiva posizione: da alcuni angoli del vasto cortile antistante la facciata della chiesa, sembra che la stessa sia appoggiata ai monti che si ergono alle sue spalle. Il biglietto di ingresso è di € 4,00 a persona, assolutamente ben spesi.

A cinque chilometri di distanza siamo già a Sulmona dove si parcheggia facilmente in un parcheggio sotterraneo, che sbuca direttamente in Piazza Garibaldi, fulcro della vita cittadina. Siamo nella Valle Peligna, nel cuore del Parco Nazionale della Majella e lo scenario tutto intorno è impagabile. La Piazza Garibaldi è molto particolare, conserva, oltre a palazzetti d’epoca, i resti dell’acquedotto medievale. Poiché è ora di pranzo, preferiamo rimandare la visita della cittadina a più tardi e mangiamo molto bene al “Vecchio Muro”, in Via Manlio D’Eramo 20/B, che ci era stato consigliato da una nostra amica originaria del posto.

Rifocillati, percorriamo Corso Ovidio, ricco di bei palazzi nobiliari, fino a raggiungere il complesso monumentale dell’Annunziata e il Duomo di San Panfilo che chiude il percorso di un bel giardino molto curato. Dappertutto, le colorate botteghe che propongono i famosi confetti ed altre specialità artigianali. Entro in un negozio Pelino, nome conosciutissimo nel mondo, e anch’io faccio acquisti golosi.

È proprio ora di tornare a casa: a malincuore lasciamo questa bella zona dell’Abruzzo, passando per strette vallate e ammirando paesi piccolissimi arroccati sulle cime dei monti, poi imbocchiamo l’autostrada contenti di aver visitato un altro pezzetto di questa splendida regione.

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