Vienna, fra stili barocchi e audaci pitture

Centocinquanta anni fa nacque nel Baumgarten, quartiere di Vienna, uno dei massimi esponenti dell’Art Nouveau che questa Terra abbia mai avuto l’onore di cullarsi in grembo: Gustav Klimt
Scritto da: Buk
vienna, fra stili barocchi e audaci pitture
Partenza il: 01/11/2012
Ritorno il: 04/11/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Centocinquanta anni dopo egli viene acclamato, scrutato e idolatrato in molteplici città europee, ma Vienna l’ha visto crescere, lo ha istruito, lo ha esposto per la prima volta e fargli onore nella città che tanto ha amato e tanto ha odiato è il minimo che uno possa fare.

Ha inizio così la mia idea di andare a trovare Klimt.

Partenza da Bologna all’alba dell’1 Novembre, 7 ore di macchina attraverso una fitta nebbia prima, una fitta pioggia dopo e qualche accenno di neve.

Arrivo un po’ ammaccato in uno dei quartieri meno frequentati dal turista medio, Ottakring, lunghi viali alberati, casermoni tetri, poca gente in giro, ma essendo Vienna la capitale più sicura del mondo, andiamo sicuri all’Hotel Hadrigan che con gran fortuna abbiamo prenotato all’irrisorio costo di 20€ a persona a notte, un grande affarone considerando che al di là della zona non proprio turistica, è un Hotel famigliare nella norma e per la macchina non ci sono stati problemi dato il Park&Ride Ottakring al costo di 3 € al giorno (Vienna è famosa per i parcheggi carissimi, quello dell’hotel costava 15 € al giorno e i vigili non fanno sconti a nessuno).

Dopo aver tentennato alla ricerca della metro (500 m dall’Hotel), grazie alle indicazioni di due giovani austriaci ci imbrachiamo nell’”avventura” viennese esplorando a caso la città in questo primo tardo pomeriggio. Così scendiamo a Stephansplatz, breve giro della piazza e riprendiamo la metro per l’Oberes Belvedere per poi perderci e raggiungerlo verso sera dopo una bella camminata di due km.

Nulla al caso. Vienna è deserta, è fredda, è gotica e per chi è particolarmente suscettibile potrebbe dare sensazioni spiacevoli, ma noi ci facciamo cullare e decidiamo di perderci di nuovo. Camminando raggiungiamo la Karlskirche, imponente chiesa situata nella splendida Karlpaltz che illuminata dalle luci notturne prende tutto un altro sapore (la rivisiteremo di giorno, ma ha altri effetti) per poi raggiungere la Piazza Schwarzenberg e la fontana di Hochstrahlbrunner che nasconde il monumento che commemora la liberazione della città da parte dell’’Armata Rossa.

Il secondo giorno lo dedichiamo al centro cittadino

Ritorniamo a Stephansplatz per visitare la cattedrale in ogni suo aspetto, ma sorte ha voluto che in quel periodo le catacombe da me tanto ammirate fossero chiuse. Cosicché optiamo per la visita alla Torre Meridionale, la Steffl alta 137 metri e percorribile per 343 gradini a chiocciola che hanno messo a dura prova sia le mie gambe sia la mia testa, anche perché la scala a chiocciola è molto stretta e non la consiglio a chi soffre di claustrofobia. Resta il fatto che una volta arrivati in cima il panorama è veramente spettacolare, Vienna in tutta la sua maestosità.

Superata l’ardua discesa facciamo capolino presso Graben, la piazza che per secoli è stata il fulcro dell’attività commerciale viennese e ora è una lussuosa esposizione di marchi famosi da Cartier a Armani e via discorrendo, ma ciò che mi interessa non sono gli agi, ma la Pestsaule, la Colonna della Peste dorata in stile barocco che si erge nel centro della Piazza e che commemora appunto la fine della peste del 1679.

Nel Graben vi consiglio di guardare in alto, specialmente ai lati degli edifici che fanno angolo con altre vie. Essi sono “abbelliti” da delle fantastiche sculture, talmente belle che sembrano quasi donne impietrite e poste li secoli fa.

Da Graben rivolgendo lo sguardo verso Stephansplatz potete scegliere se recarvi alla vostra destra, dove a mezzogiorno in punto il carillon viennese, l’Ankeruhr, scocca le sue ore deliziando tutti i passanti con melodie classiche oppure recarvi a sinistra verso l’Hofburg, la residenza cittadina degli Asburgo.

Qui visitiamo dapprima le Scuderie dei Lipizzani, i cavalli della Scuola d’Equitazione Spagnola, dopodiché ci dirigiamo alla Biblioteca Nazionale, saltando ahimè gli appartamenti cittadini di Sissi, in quanto la fila era enorme e avremmo comunque dedicato mezza giornata allo Schloss Schonbrunn residenza periferica degli Asburgo.

La Biblioteca Nazionale appare come immortalata nella sua antichità. Camere segrete, mappamondi e libri antichi, il tutto sotto lo sguardo di uno splendido affresco dipinto nella volta principale.

Pausa pranzo veloce a base di wurstel, e ci dirigiamo attraversando Heldenplatz verso il Parlamento che appare mastodontico anche grazie alla totale monocromaticità delle sue pareti, un bianco assoluto.

Due rampe, una a destra e una sinistra con sculture di poeti e massimi esponenti greci portano sotto colonne altre forse più di 4 metri da cui si può ammirare in toto la statua di Pallade Atena.

Volgiamo lo sguardo verso l’Oberes Belvedere, dove finalmente la sottoscritta può fare omaggio al suo Klimt e stare ore a fissare il Bacio che, mi piace pensare, sia stato posto sotto un gioco di luci particolari (luci che andavano a risaltare l’opera facendo in modo che quasi risultasse in 3D) proprio per rendere omaggio all’artista. Il complesso dell’Oberes aldilà della collezione di Klimt risulta anch’egli “asburgico” con questi giardini immensi e fontane gigantesche.

Gironzolando per Vienna si è fatta sera e decidiamo di cenare presso uno dei locali più antichi della città, il Griechenbeisl, dove di austriaci ormai se ne vede soltanto l’ombra, ma in compenso ti catapulta nella totale storia viennese dato che esso ha sfamato numerosi artisti e compositori. Il menù è tipicamente austriaco, noi ci siamo deliziati con stinco e zuppa di patate, ma i prezzi sono cari.

terzo giorno

Partiamo per il Danubio. O meglio, prima di arrivare sul “Bel Danubio Blu” che di blu proprio non ha nulla, passiamo la mattinata al Prater, o meglio, mi fanno camminare per 3 ore in mezzo al Prater il polmone verde di Vienna (il parco vero e proprio e non il parco divertimenti che a Novembre risulta chiuso).

Relax totale, silenzio disumano, verde in ogni dove, gran freddo e… gran sportivi di ogni categoria, corridori, ciclisti, pattinatori e addirittura gente con le racchette da sci.

Raggiungiamo lo Stadio (forse vero motivo percui il mio compare mi ha portato fin lì, tifoso che dopo aver avuto la possibilità di visitare lo Stadio berlinese pensa che ogni grande città ti permetta di entrare quando voi allo Stadio). Raggiunta la metro passiamo un’altra ora a gironzolare per le sponde del Danubio, che sono sicuramente più animate in estate, nel periodo in cui siamo andati noi era tutto chiuso, per poi dirigerci verso il Naschmarkt, il mercato più antico di Vienna dove avete la possibilità di acquistare prodotti tipici.

Anche se siamo a Vienna non ci facciamo mancare il “the delle 5” e optiamo per la famosa pasticceria Diglas, che ci rimpinza con torte al cioccolato e cappuccino. Anche questa pasticceria, segnata nelle guide turistiche è famosa per aver ospitato l’elite austriaca, e tutt’oggi anziane signore in ghingheri si siedono sulle poltrone in velluto rosso a chiacchierare e a mangiare Sacher.

Quarto giorno

La mattina dell’ultimo giorno ci alziamo di buon grado per affrontare l’ultima tappa del tour viennese, lo Schloss Schonbrunn.

Consiglio, essendo una o meglio forse la meta principale di ogni turista che capita a Vienna, di visitare questa residenza la mattina presto meglio se di domenica, ciò che abbiamo fatto noi appunto, avendo così la possibilità di gustarvi a pieno ogni singola camera della residenza senza che nessuno vi disturbi.

L’idea è stata ottima, difatti il Castello era pressoché deserto e abbiamo avuto tutta la calma per ascoltare l’audio guida (consigliata) e capire ciò che gli imperatori facevano durante la loro permanenza. Uscendo dal castello non potete non notare la Gloriette, mastodontico edificio sito sulla collina antistante che un tempo era adibito a sala da pranzo e ora ahimè è diventato bar.

Per chi capita a Vienna durante i mesi più caldi consiglio di visitare anche le fontane del castello che purtroppo mi son persa dato il meteo poco clemente.

Termina qui la mia visita viennese, fatta di contrasti rococò e audaci pitture.

Guarda la gallery
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Karlskirche

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L'interno della Biblioteca Nazionale

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Oberes Belvedere

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Il più antico ristorante viennese, il Griechenbeisl

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Panorama dal Castello, la Gloriette

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Hofburg

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La pasticceria Diglas



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