Vienna e Laxenburg: gioielli imperiali

Partenza dall'aeroporto di Bologna con la Ryanair… direzione Bratislava! È proprio dalla capitale slovacca che parte il nostro viaggio verso Vienna...
Scritto da: Oppipoika
vienna e laxenburg: gioielli imperiali
Partenza il: 21/08/2010
Ritorno il: 25/08/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
Partenza dall’aeroporto di Bologna con la Ryanair…direzione Bratislava! È proprio dalla capitale slovacca che parte il nostro viaggio verso Vienna. Durante il volo (grazie ad un cielo limpidissimo) possiamo ammirare Venezia dall’alto. Arrivati in aeroporto prendiamo un autobus della Slovakia Lines diretto all’autostazione viennese che si trova a Südtirolerplatz; il viaggio non è lungo e in men che non si dica ci ritroviamo in Austria; appena scesi dal nostro mezzo di trasporto ci imbattiamo quasi subito con la metropolitana della capitale; il primo approccio non è proprio chiarissimo a colpirci è soprattutto la mancanza di apparecchiature per il controllo dei biglietti all’ingresso e all’uscita della metro; per lo sviluppato senso civico austriaco sicuramente questo è una buona modalità di gestione, se lo facessero in Italia sicuramente la compagnia che gestisce la metro fallirebbe in poche settimane. Con la metro ci dirigiamo verso il nostro Cordial Theater Hotel, albergo che si trova nella Josefstädter Straße, l’hotel è un 4 stelle davvero molto buono a due passi dal centro, il luogo di interesse più vicino è il Rathaus (il municipio); infatti dopo aver posato i bagagli, è proprio li che ci dirigiamo: ci ritroviamo sul retro dell’edificio e rimaniamo colpiti dalla bellezza del palazzo (pensando che fosse la facciata davanti), girando intorno ci rendiamo conto dell’imponenza del Rathaus; infatti è uno degli esempi di architettura neogotica più noti nella Mitteleuropa; oggi è sede del Landtag dello Stato federato di Vienna. Durante la nostra visita il parco del municipio ospitava il festival “AIDS and Special” con una rassegna di film sul tema dell’AIDS, accompagnati da musica e gastronomia. Successivamente ci dirigiamo verso la Votivkirche, attraversando il Sigmund Freud Park, anche questa struttura è in stile neogotico, ed è uno dei luoghi di culto più importanti della città; purtroppo alcuni lavori in corso non ci permettono di ammirare completamente la chiesa. Ci incamminiamo verso il Parlament; durante il percorso troviamo l’edificio che ospita la Universität Wien (anche in piena estate è un luogo molto trafficato) e l’Hofburgtheater; di fronte a quest’ultimo si trova il Parlamento austriaco (Parlament); questo palazzo è in stile neoclassico, infatti, le colonne da tempio greco di ordine corinzio danno un aspetto maestoso all’edificio, davanti si trova la statua di Atena. L’immagine che si erge davanti ai nostri occhi è eclettica; il Parlament completa l’insieme dei neostili presenti in questa zona di Vienna. Visto il parlamento andiamo in direzione Hofburg, dal suo giardino possiamo vedere i due musei gemelli (Naturhistorisches Museum e Kunsthistorisches Museum, è troppo tardi per poterli visitare), proseguiamo fino a trovarci davanti a questo imponente reggia, la quale è stata il centro del potere austriaco per secoli (oggi ospita la Biblioteca Nazionale e svariati musei); gli appartamenti sono quelli dell’Imperatore Francesco Giuseppe e di Elisabetta di Baviera (Sissi). Attraversando da fuori questo palazzo ci si rende conto della sua imponenza; passando da dentro ci troviamo nella Michaelerplatz dove si trova anche la Scuola Spagnola di Equitazione. La prossima fermata è la Minoritenkirche (Chiesa dei Minoritani – chiamata anche Italienische National Kirche Maria Schnee); la chiesa è costruita in stile gotico francese; questa chiesa è stata chiamata “degli Italiani” quando Giuseppe II d’Asburgo la donò alla comunità italiana; al suo interno si trova una copia dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci commissionata da Napoleone Bonaparte; oggi in questa chiesa si celebrano ogni domenica messe in italiano. Percorrendo la Kohlmark e la Graben, ci rendiamo conto di esserci addentrati nella parte centrale del centro della città, nonché Shopping Street di Vienna; dove durante tutte le parti della giornata la gente (turisti e non) passano il tempo andando per negozi e ristoranti, qui si possono notare tantissimi artisti di strada dal talento eccezionale. Alla fine della Graben si erge il grandissimo Stephansdom (Duomo di Santo Stefano), chiamato “Steffl” dai viennesi; anche lo stile di questa chiesa è gotico; è ora di tornare in albergo; ormai è già tardi, torniamo in hotel, non prima però di fermarci a cenare con una tipica Wiener Schnitzel adagiata in un letto di riso, in un posticino vicino all’albergo. Il mattino dopo ci dirigiamo nuovamente verso il centro (Kohlmarkt 14) per fare colazione in una delle pasticcerie storiche della città, il suo nome è Demel e fu fondata nel 1786, all’interno si può mangiare molti dolci viennesi (Sachertorte, Esterhazytorte) e dolci di altre nazionalità come l’ungherese Dobostorta. Dopo questa buonissima colazione andiamo a visitare la Kapuzinerkirche (Chiesa dei Cappuccini) che si trova nella piazza Neuer Markt, vicino al palazzo imperiale del Hofburg, al suo interno si trova la Kapuzinergruf (Cripta dei Cappuccini); è stata dal 1633 il principale luogo di sepoltura degli Asburgo. La cripta imperiale si trova sotto la chiesa; al suo interno, tra le centinaia di tombe, troviamo quella di Sissi, di suo marito e suo figlio. Sulla Kärntner Straße ci imbattiamo nella Malteserkirche (Chiesa dei Maltesi); facilmente riconoscibile dal simbolo della croce maltese; proseguendo per quella strada e trovandoci nel retro del Hofburg andiamo a visitare i musei gemelli: Naturhistorisches Museum (Museo di Storia Naturale) e il Kunsthistorisches Museum (Museo di Storia dell’Arte); questi due musei condividono l’aspetto esteriore e si fronteggiano sulla Maria-Theresienplatz (una piazza con bellissimi giardini). Entrambi gli edifici sono stati costruiti tra il 1872 e il 1891; all’interno del Naturhistoriches Museum è presente la famosa Venere di Willendorf, una statuetta paleolitica di 11cm di altezza, raffigurante una donna; per motivi di tempo entriamo solo nel Kunsthistoriches Museum; questo museo ospita la “Saliera” di Benvenuto Cellini, la quale è stata rubata l’11 maggio 2003 poi recuperata nel 2006 (questo è stato il più grande furto della storia austriaca); all’interno troviamo molti quadri di Caravaggio, Mantegna, Valesquez, Pintoretto e la famosissima “Torre di Babele” di Pieter Brueghel, e un minuscolo quadretto dedicato a Vlad Tepes; ma è l’esposizione di arte egizia ad attirare la mia attenzione, con sarcofagi, mummie (umane e non), decorazioni di templi e statue; la dea Maat e la dea Sekhmet sono tra le protagoniste indiscusse di questa sezione; straordinaria la rappresentazione del dio Min (Dio della Fertilità rappresentato spesso con un pene in erezione). Il Museo anche se fosse vuoto, sarebbe già di per se una delle opere d’arte più belle della città; infatti la sua struttura centrale che unisce barocco-gotico-classico è davvero un esempio di straordinario di come vari tipi di stili possono vivere insieme. Dopo la visita del Kunsthistorisches Museum la prossima tappa è la Mechitaristenkirche (Chiesa dei monaci mechitaristi); si trova sulla Neustiftgasse riconoscibile dalle bandiere armene poste ai lati e dalle scritte in alfabeto mesropiano dell’anno di costruzione, nel 1773 una parte dei padri mechitaristi presenti a San Lazzaro (Venezia) si rifugiarono a Vienna, nel 1810 l’imperatore Francesco I rende i mechitaristi una presenza ufficiale della città; il monastero mechitarista di Vienna (così come quello di Venezia), diventa un centro di riferimento per la cultura armena, al suo interno troviamo raccolte numismatiche, ceramiche, argenterie e una ricchissima biblioteca di 170000 rarissimi volumi armeni. Dal 1889 il monastero di Vienna è sede di una distilleria nota per la produzione del liquore d’erbe chiamato “Mekhitharine”; purtroppo nel momento in cui abbiamo visitato la chiesa era in ristrutturazione. Delusi da questo mancato incontro con i Mechitaristi, decidiamo di andarci a rilassare al Prater, questo è il parco pubblico tra i più grandi di Vienna, al suo interno troviamo la famosa Riesenrad (la ruota panoramica simbolo della città), il parco ospita anche una “micronazione” chiamata Kugelmugel, questa micronazione consiste in una costruzione sferica realizzata dall’artista austriaco Edwin Lipburger, il quale, con chiari intenti pubblicitari ha dichiarato l’opera una nazione indipendente nel 1984. Riposati i piedi prendiamo la metropolitana in direzione Karlskirche (Chiesa di San Carlo), la chiesa è davvero straordinaria, lo stile barocco le conferisce eleganza e imponenza allo stesso tempo, le due colonne completamente scolpite poste ai lati della chiesa le donano la sua particolarità e la rendono unica al mondo; lo specchio d’acqua posto davanti alla chiesa, non fa che aumentare la sua spettacolarità; il riflesso della chiesa sull’acqua ci da la possibilità di sbizzarrirci con le foto. A poche fermate di metro possiamo ammirare la Hundertwasserhaus, questo complesso di case si trova nel quartiere Landstraße e prende il nome dall’architetto che l’ha costruita: Friedensreich Hundertwasser. Questa zona di Vienna ricorda da vicino le strutture del modernismo catalano presenti a Barcellona, infatti la Hundertwasserhaus è costruita secondo lo stesso stile; l’artista ha voluto infondere allegria ai 50 appartamenti delle persone meno abbienti della città, le facciate sono dipinte con colori vivaci e con ceramiche lucide e colorate. Tornando indietro ci imbattiamo (senza volerlo) nella casa dove è vissuto lo scrittore Robert Musil. La seconda giornata è stata intensa, decidiamo di andare a cenare vicino allo Stephansdom, in un chiosco di Würstel. Per il terzo giorno scegliamo di andare a visitare due posti davvero straordinari: Schönbrunn e il Belvedere. Arrivati a Schönbrunn non si può non notare la sua imponenza e la sua regalità, questa reggia è stata sede della casa imperiale d’Asburgo dal 1730 al 1918; una volta si trovava in campagna, ma ormai è stata inglobata dalla città. Dal 1996 il palazzo e il giardino sono Patrimoni dell’Umanità (Unesco). Il castello di Schönbrunn conta 1.441 stanze di diversa grandezza; molte di queste sono destinate ad usi governativi, ma 190 sono aperte oggi al pubblico in forma di museo, però quando siamo andati noi solo 40 stanze (il primo piano) era visitabile, le stanze mostrano i luoghi di riposo e svago dell’imperatrice Sissi. Il parco (in stile francese) è grandissimo e ospita la Gloriette, la fontana del nettuno, quattro diversi labirinti (ne abbiamo visitato solo uno, fatto davvero benissimo dato che ci siamo persi). Nel parco sono presenti anche lo zoo e la serra delle palme che noi non abbiamo visitato perché non erano incluse nel biglietto di ingresso. Nel pomeriggio visitiamo un’altra bellezza di Vienna, il Belvedere; questo castello è stato costruito per il principe Eugenio di Savoia (ecco spiegato il nome italiano); il castello è diviso in due parti il Belvedere Superiore (Oberes Belvedere) e il Belvedere Inferiore (Unteres Belvedere); tra le due strutture si estende un parco con giardini e fontane; oggi il Belvedere ospita un museo d’arte, tra le opere più importanti figurano quelle di Gustav Klimt. Il quarto giorno, dopo un’abbondante colazione a base di Cheesecake e Frappuccino (da Starbucks nel cuore di Vienna), lo dedichiamo alla visita di Laxenburg, un villaggio nella Niederösterreich (a pochi chilometri da Vienna), questo paesino all’apparenza perfetto e tranquillo ospita altri palazzi imperiali asburgici, i castelli di Laxenburg sono formati da due edifici: il palazzo Blauer Hof (dove Sissi nacquero i figli di Sissi) e il Franzensburg (situato dentro il parco di Laxenburg, dove passò il viaggio di nozze), il Franzensburg si trova un’isola artificiale in mezzo al lago del castello; sicuramente il Franzensburg è una delle residenze asburgiche tra le più piccole e allo stesso tempo le più belle, per raggiungere il Franzensburg bisogna attraversare un grande parco, in questo parco ci siamo imbattuti in un bellissimo cerbiatto. Così finisce anche la nostra quarta e ultima giornata a Vienna, infatti il giorno dopo, un traghetto della DDSG ci aspetta alla Schwedenplatz per imbarcarci e fare ritorno a Bratislava, in Slovacchia, attraversando il tratto del Danubio che collega Vienna alla capitale slovacca (vedendo sui lati del fiume natura incontaminata e graziose case per la pesca). Li dedichiamo la giornata alla visita della città (ma questa è un’altra storia), il giorno dopo ci sarebbe stata la nostra partenza; certo ci si può fare un’idea della bellezza di Vienna in quattro giorni, ma questo è stato solo un assaggio, infatti, il nostro intento è di ritornarci e di approfondire l’incontro con questa straordinaria città imperiale.


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