Andar per “ombre” a Venezia

Andar per bacari o per ombre è un vero e proprio tour che di tappa in tappa tocca i migliori bacari cittadini, è una forma di nomadismo quotidiano ancora molto diffusa tra i veneziani stessi
Scritto da: Jhon Snow
andar per ombre a venezia
Partenza il: 02/06/2013
Ritorno il: 03/06/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Era tanto tempo che se ne parlava finchè il week end del due giugno prenotiamo una stanza su booking.com alla locanda Ca’ Zose nel sestriere di Dorsoduro al 193/b (nb: Venezia non si divide in quartieri ma in Sestrieri) ci armiamo dei nostri smartphone con gps… e siamo pronti a vivere un’esperienza interessante da fare almeno una volta a Venezia: è il giro dei bacari, il Bacaro è il luogo dove si mangiano i “ciccheti” (da ciccus, piccola quantità, cioè assaggi di cibo delizioso e tipicamente veneziano, e bac, da Bacco, quando è logico e naturale accompagnare il cibo con una sana “ombra”, vino tipico della zona). Andar per bacari o per ombre è un vero e proprio tour che di tappa in tappa tocca i migliori bacari cittadini, è una forma di nomadismo quotidiano ancora molto diffusa tra i veneziani stessi.

Il primo consiglio è dopo un tour del genere dormire in loco (oltre alla nostra locanda si possono usare i moderni siti come booking o trivago etc.etc. Per trovare un alloggio, si trovano stanze a prezzi interessanti).

Il secondo è quello di andare e tornare in treno… e di non farlo di domenica perchè molti bacari la domenica pomeriggio sono chiusi. Se invece arrivate in auto parcheggiate nei parcheggi in via Delle Raffinerie a Marghera al costo di 4,5€ x 24h più 2,60€ a persona per l’autobus andata e ritorno per Piazzale Roma (rispetto ai 21€ del Tronchetto la differenza sta solo nel parcheggiare prima del ponte e poi arrivare in autobus). Il nostro tour parte in ogni caso da piazzale Roma.

C’è da fare una premessa. In molti di questi bacari è meglio andare fuori orario pranzo/cena per due semplici motivi: 1) non vi fanno sedere perché per loro è antieconomico visto il poco spazio e i pochi tavoli (mediamente l’ombra costa 1/1,50€ e il cicchetto da 0,90 a 1,80€) e poi perché vi trovate nel caos del servizio ai tavoli è c’è poca cura da parte del gestore.

La prima tappa è d’obbligo farla da Lele. Arrivati a piazzale Roma si attraversa il ponte che porta nei giardini Papadopulo situati davanti allo stesso hotel, attraversato il ponte si gira a destra e ci si ritrova in Campo Tolentino (a Venezia le piazze si chiamano campi perché una volta erano dei veri e propri orti per le culture), in un angolo trovate il Bacareto di Lele. Piccolo, angusto ma è il regno del panetto con soppressa veneta, salame e senape o manzo e cipolle: una vera delizia… giro di ombre o spritz! Oltre la bontà dei panetti è molto economico (noi non abbiamo trovato i cicchetti classici con il baccalà mantecato): 6 cicchetti, 5 ombre e una bottiglia d’acqua 9.90€!

Continuando sulle fondamenta Tolentino ad un certo punto si trova il ponte di fronte Santa Lucia, bisogna attraversarlo per tornare verso la stazione e girare a sinistra: da qui seguendo la “Strada Nova” verso il ghetto, consigliamo di far tappa alla Cantina Vecia Carbonera nei pressi del ponte di S.Antonio sulle fondamenta Cannaregio vicino al ponte dei Tre archi, se si ha fame fermarsi da Marisa (attraversare il ponte e sulla sponda opposta del canale) per mangiare piatti tipici della tradizione. Sempre in zona sempre a Cannaregio ma verso il “mare” per interderci c’è l’Anice Stellato sulle fondamenta Sensa.

Ma noi non abbiamo abbandonato la retta via dei bacari e nel mezzo del cammin abbiamo ritrovato dopo la chiesa di S.Fosca al campo della Maddalena, una delle poche chiese dedicate alla Maddalena, il bacaro Ai Promessi Sposi: molto carino 2 cicchetti e un ombreta a 3,5€. Continuando sulla stessa strada c’è La cantina….sinceramente è vero che usano prodotti di qualità e ricercati….ma 3 cicchetti un bianco e due coche light 25€!! Andando avanti troviamo l’immancabile Osteria Cà d’Oro/alla Vedova in Calle Pistor (come la chiamano i veneziani), una traversina della Strada Nova: le migliori polpette di baccalà! Anche se ora ha più l’aspetto dell’osteria comunque è una tappa obbligatoria. Sempre sulla stessa strada c’è Il Bomba…noi l’abbiamo evitato sia perché chiuso sia perché ci hanno detto che negli ultimi tempi è un po’ “scaduto”.

Andando avanti proseguendo per Campiello San Canciano si arriva al Sestriere Castello 6378/a All’ostaria al Ponte. Ecco questa è una delle nostre preferite sia per l’ambiente che per la qualità dei prodotti. Qui abbiamo fatto una bella sosta, con 4 cicchetti (baccalà mantecato su tutti), un piatto di spaghetti con le verdure, 4 ombre a 15€. Fantastico. Ps: se dise che se la siora l’è ciuca… tende a ciocar…

Lasciato a malincuore. Al ponte attraversando il campo e tenendosi sulla destra sulle Fondamenta Dandolo, merita una sosta l’Osteria al Portego in Calle Malvasia/Castello San Lio 6014, anche se non ci ha entusiasmato tanto… due cicchetti e 3 ombre a 6€. Dopo di ché siamo ripartiti subito alla volta del quartiere Rialto. Qui c’è la maggior concentrazione di bacari, sia per la vicinanza al mercato del pesce sia perché è anche il cuore di Venezia. Nei pressi del Ponte di Rialto troviamo il Bancogiro, l’osteria Sacro e Profano e l’osteria La Botte, molto amata dai giovani. Noi abbiamo provato inoltre: i Do Mori, Sestiere San Polo 429: simpatico il gestore e il locale si presenta con tutte le pentole di rame appese, il baccalà mantecato era superbo come le sarde al saor. Lasciato I Do Mori ci siamo fermati all’Arco a due passi da Calle Arco, San Polo 436. Questo caratteristico bacaro è molto amato dai veneziani e dai fedelissimi del mercato del pesce. Cicchetti, nemmeno a dirlo, soprattutto a base di pesce e crostacei. Da segnalare anche La Ruga e il Do spade. Ma eravamo già belli ciucchi e avevamo deciso di farci gli ultimi due. Dopo le foto di rito abbiamo continuato a camminare continuando sulla ruga, la n 1045 S. POLO, dove c’è un’antica osteria I zemei: il nostro preferito sia per la simpatia dei proprietari e delle due ragazze dipendenti, sia per i buonissimi cicchetti e che per l’ombra. Come ci ha raccontato una delle ragazze, i proprietari se la fanno imbottigliare appositamente da una azienda friuliana. Buonissimi i cicchetti al pesce, sono un must. Dopo esserci tirati una bella balla… e con la testa pesante, ci siamo diretti al sestriere Dorsoduro. Ora avete due scelte:

1. attraversare il ponte di Rialto e arrivare a piazza San Marco per poi dirigersi verso la salita San Moise, direzione teatro La Fenice e finendo il giro turistico prendendo il traghetto alla fermata Accademia e da lì direzione stazione Santa Lucia, ritornare a casa (noi abbiamo deciso di pernottare… Venezia è incantevole la notte… e si cammina abbastanza per smaltire le sbornie… facendo attenzione a non finire nei canali).

2. La seconda strada è per il sestriere San Polo, passando per Rio Novo e Cà Bernanrda si arriva alle Fondamenta San Trovaso Dorsoduro, 992. Di fronte al ponte San Trovaso c’è l’osteria Al Bottegon. Forse il bacaro più bello e caratteristico di Venezia, un’enoteca piena di bottiglie di vino e i cicchetti veneti sono una favola.

Una cosa solo forse gli manca, qualche sorriso in più da parte del gestore il che non farebbe male. Noi lo consigliamo tanto degno finale di una giornata “andare per ombre”.

Come si nota Venezia è composta da tanti elementi eterogenei, ciascuno con una precisa funzione, distribuiti con criteri di razionalità e di ordine, come incastrati tra loro in uno spazio stretto e vincolante.

Sembra di osservare l’interno di una nave dove lo spazio limitato costringe a collocare ogni cosa dove deve essere collocata “Ogni cosa al suo posto e ogni posto ha la sua cosa”, secondo un antico detto marinaro.



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