L’Altro Turismo per Caso: “Ecosafaris” in Uganda

Continua il nostro viaggio alla scoperta degli altri modi di fare turismo. Oggi ci occupiamo di una realtà molto particolare, nata dal desiderio di Caterina Susanna Cognigni (Akiki per la nostra Community) di "fare qualcosa" per le comunità dell'Uganda. Tutto è nato lo scorso gennaio '07, quando Caterina ha effettuato un viaggio in Uganda per...
Turisti Per Caso.it, 27 Mar 2008
l'altro turismo per caso: ecosafaris in uganda
Continua il nostro viaggio alla scoperta degli altri modi di fare turismo. Oggi ci occupiamo di una realtà molto particolare, nata dal desiderio di Caterina Susanna Cognigni (Akiki per la nostra Community) di “fare qualcosa” per le comunità dell’Uganda. Tutto è nato lo scorso gennaio ’07, quando Caterina ha effettuato un viaggio in Uganda per visitare i gorilla di montagna. Oltre a poter ammirare le meraviglie paesaggistiche e naturalistiche della Perla d’Africa (come venne denominato questo stupendo paese), Caterina ha potuto conoscere delle persone molto attive nel cercare di sensibilizzare i visitatori e promuovere lo sviluppo delle comunità locali. Mese dopo mese, quel desiderio di fare qualcosa, grazie anche ai contatti con delle associazioni italiane e con le associazioni ugandesi, si è trasformato in un’idea. Quest’idea si chiama Ecosafaris.Org., un portale che intende promuovere vacanze volontariato che includano la possibilità di trascorrere dei periodi, anche brevi, a stretto contatto con le comunità locali attraverso le associazioni con le quali Caterina ha avuto l’opportunità di collaborare (Kihefo Healthcare Foundation, Rural Youth in Development, KICK). Grazie a questa iniziativa, i viaggiatori possono decidere di effettuare semplici visite alle associazioni oppure dedicare loro più tempo, da pochi giorni a settimane, mettendo a disposizione le proprie competenze (le associazioni locali operano per lo più nell’ambito sociale, sanitario ed educativo). L’organizzazione locale degli itinerari consente, inoltre, di poter essere seguiti per tutto il periodo di permanenza e per qualsiasi bisogno ed esigenza. Abbiamo intervistato Caterina Susanna Cognigni, per farci spiegare com’è nata l’idea del portale ecosafaris e qual è l’essenza del progetto.

Mario: Ciao Caterina, ci racconti la tua prima esperienza in Uganda e come è nata questa idea? Caterina: la prima volta in Uganda è stata per me folgorante. Posso dire che questo progetto me lo sono portato in valigia al ritorno da quel primo viaggio. Si trattava di un viaggio per turismo, il solito tour. Proprio in occasione di una visita in una zona dell’Uganda, sono entrata in un supermercato e lì ho avuto l’occasione di prendere un volantino di un’associazione locale. Sentendomi impotente di fronte alla realtà dell’Uganda mi sono messa in contatto con il presidente dell’associazione la KIHEFO (Kihefo Healthcare Foundation), una con le quali oggi sono più in contatto. Anche per quanto riguarda la vacanza volontariato, una delle più pronte e attive nell’accogliere le persone. Tutto è nato da lì. È stata una cosa molto particolare. Devo dire che io ero predisposta verso questi problemi in quanto, essendo una psicologa, lavoro da anni del sociale. Inoltre collaboro con un’associazione che si occupa di immigrazione e proprio in quel periodo iniziava anche a muoversi nell’ambito della cooperazione internazionale. Comunque il desiderio di realizzare qualcosa è nato insieme al mio primo viaggio. Poi i viaggi successivi sono stati di creazione. Il progetto si è concretizzato nei viaggi successivi, attraverso i contatti che si sono susseguiti durante questo anno.

M: Come si è sviluppato il progetto del sito dopo questo primo viaggio? C: Nei viaggi successivi ho avuto l’opportunità di conoscere personalmente le associazioni e di concordare con loro la possibilità di effettuare dei periodi di volontariato, anche se brevi, presso le associazioni che operano maggiormente in ambito socio-sanitario ed educativo. Anche grazie a un mio contatto personale con la guida turistica durante il primo viaggio, una persona molto attenta e sensibile verso le comunità locali che ora si occupa dell’ organizzazione dei tours e dei contatti con le associazioni locali, è nata questa associazione che poi ha portato alla creazione del sito. Un sito dalla doppia anima: una legata alla solidarietà internazionale e alle associazioni, e l’altra più vicina ai viaggi. Perciò anche l’organizzazione dei viaggi e degli itinerari, il supporto alle persone che vanno in Uganda è seguita da un’agenzia locale. Questo è un ulteriore garanzia in quanto c’è la possibilità di essere supportati in qualsiasi necessità si venisse a creare, anche se le zone dove si trovano le associazioni sono zone tranquille, lontane dalle zone calde, segnate dai conflitti.

M: In che modo pensi possa essere utile e significativa questa esperienza per un turista? C: Io penso, anche sulla base della mia esperienza personale, che si ha sicuramente la possibilità di ampliare i propri orizzonti. Si ha la possibilità di essere al centro di uno scambio reciproco. Proprio la parola reciprocità mi sembra molto importante perché l’idea è sempre quella di dare, ma alla fine si riceve moltissimo. Questa esperienza offre indubbiamente la possibilità di ripensarsi, di mettere in ordine le proprie priorità. Si incontrano delle persone sofferenti ma molto ricche dal punto di vista umano e questo fornisce uno specchio per riguardarsi dentro. È l’occasione per contemplarsi, e questo permette di vedere e di scoprire qualcosa di più anche di sé. Si tratta di una esperienza assolutamente costruttiva da ogni punto di vista, sia culturale che interiore.

M: Cosa, secondo te, aiuterebbe il turista a vivere al meglio questa esperienza? C: Sarebbe importante offrire l’opportunità, prima di partire, al ritorno o anche durante il viaggio, di avere degli spazi per l’elaborazione dell’esperienza. Si tratta di un’esperienza forte dal punto di vista psicologico, perciò sarebbe interessante offrire, a livello di gruppo o anche individuale, degli spazi di confronto interpersonale. Quindi, come ulteriore peculiarità degli itinerari, potrebbero esserci questi spazi per l’elaborazione, a livello psicologico, dei vissuti. da offrire come percorso interpersonale. Occorre, infatti, collocare questa esperienza all’interno di una quotidianità, della propria vita. Offrire degli spazi in cui, a livello interpersonale, l’esperienza viene elaborata, sicuramente aiuterebbe a far si che l’esperienza fosse arricchente e non disorientante.

Caterina ha contattato la nostra Redazione per far conoscere a tutti i Turisti per Caso questo progetto nel forum dedicato all’Altro Turismo per Caso.



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