Conosciamo La Movida. Una ONLUS per il sostegno dei DIverSamenteAbili

Accanto alle numerose associazioni di sostegno all’handicap che hanno rilevanza nazionale, mastodontici organismi di difficile gestione, ne esistono altre che hanno una dimensione più "casalinga" e spesso, proprio per questo, vivono e si nutrono della passione e dedizione dei loro soci e responsabili...
Turisti Per Caso.it, 04 Lug 2003
Accanto alle numerose associazioni di sostegno all’handicap che hanno rilevanza nazionale, mastodontici organismi di difficile gestione, ne esistono altre che hanno una dimensione più “casalinga” e spesso, proprio per questo, vivono e si nutrono della passione e dedizione dei loro soci e responsabili. Fra queste, seppur non proprio piccola, c’è La Movida una ONLUS che si occupa del sostegno ai diversamente abili.

Il terreno in cui si muove è quanto mai affine allo spirito dei turistipercaso, l’associazione ha infatti quali finalità quella di promuovere e realizzare viaggi per i diversamente abili perché ritiene, come da statuto, che sia importante “valorizzare le componenti educative e pedagogiche del muoversi e del viaggiare… Il punto di partenza è il significato e l’investimento educativo attribuibili al concetto di vacanza. Vacanza non solo come semplice momento di evasione e di svago – se non addirittura di “parcheggio” – ma come contenitore spazio-temporale nel quale riversare e attivare (anche da parte degli operatori stessi) energie e competenze. Vacanza, in definitiva, come diritto garantito per tutti – abili e diversamente tali – a un’esperienza di evoluzione e di crescita personale”.

Su Internet capita di fare incontri interessanti e casuali com’è stato con il presidente dell’Associazione Riccardo … Com’è nata l’idea di fondare una ONLUS finalizzata a garantire la possibilità di viaggiare ai DIverSamenteABILI, come li chiamate voi? Beh… L’idea è nata da una grossa spinta personale (dopo una serie di esperienze professionali come educatore nel mondo no-profit) nel voler creare e costituire qualcosa di MIO, che esprimesse a pieno il mio naturale “essere”. Il lavoro e percorso svolto in questi 6 anni come educatore è stato molto importante, formativo e ricco ma ad un certo punto ho sentito che non mi bastava più. Volevo costruire qualcosa di mio. Da qui è partita La Movida -Onlus-. Questo progetto è per me una tappa (anche un contenitore) fondamentale nella mia vita. È una tappa del mio percorso di crescita: sia professionale, ma prima ancora umano. E’ il contenitore nel quale riversare la mia vitalità. E’ un ponte d’unione insomma: sono un Educatore Professionale e lavoro a contatto con persone DiverSamenteABILI da circa 6 anni, amo il mio lavoro e quindi LA MOVIDA parte da qui. Questo è il primo punto di partenza. Poi è arrivato l’”incontro” con Riccardo (mio omonimo e vice-presidente nell’ASSOCIAZIONE. Questo incontro è stato la ciliegina sulla torta. Riccardo è un compagno di viaggio eccezionale e se non fosse per lui io non sarei qui. Tra di noi è un continuo scambio che arricchisce i nostri due percorsi di vita e il nostro progetto comune: LA MOVIDA.

Da dove nasce il nome LA MOVIDA? Da una notte! Era l’inizio dell’anno: eravamo appena partiti. Figurati… Non avevamo ancora il nome e ne sparavamo decine ogni giorno, che però non ci convincevano del tutto. Poi una mattina, mi sono svegliato e…”bella ciao bella ciaooo…” ah no!!! …Mi son svegliato ed è arrivato LA MOVIDA. Ho subito telefonato a Ric e gli ho lasciato un messaggio in segreteria proponendogli questo nome: è stato entusiasta! Perché la movida?? Perché per me la Spagna significa molto: rientra in questo progetto sia per vicende personali che professionali. L’estate scorsa infatti ero a Barcellona per un esperienza di volontariato con una Fondazione locale che si occupa di persone DIverSamenteABILI. A me personalmente ha colpito particolarmente lo spirito giovane e scanzonato della vostra associazione sia negli intenti sia nel personale quasi tutto formato da giovani , mi pare di capire. Cosa ti senti di dire a chi ritiene che l’attività di associazioni come la vostra sia un affare per “stomaci forti” o per anime caritatevoli? bella domanda!) beh…, per quanto riguarda la forza di stomaco, la ritengo una mezza verità: a parte colui simpaticamente definisco “lo schizzinosetto”, ritengo che per la maggior parte delle persone si tratti solo di paura. È la paura che parla , è la paura che frena. A nessuno di noi (nemmeno a me) piace “sporcarsi le mani” però io personalmente non mi fermo a quello. E poi, in un secondo momento, non arriva di certo a piacerti però apprezzi molto di più tante cose che sottendono a questo “sporcarsi le mani”. Io non mi fermo all’apparenza, all’immagine, a quello che è di primo impatto. Anzi, solitamente più è forte e di impatto e più sono stimolato ad andare oltre. Se non lo facessi, questa apparenza, questa paura mi impedirebbe di vedere oltre. E ti assicuro…, che oltre, spesso, c’è un mondo che nemmeno puoi immaginare. Per quanto riguarda l’”anima caritatevole”…: per me è lavoro. Stop!! Solo lavoro (ovviamente con la mia personale accezione di lavoro). Un lavoro come un altro. Che poi ci sia gente che non vede nel suo lavoro nessun collegamento con il proprio essere e quindi discerne e chiude le cose a compartimenti stagni…, beh io non lo faccio. Il lavoro che faccio me lo sono costruito su di me partendo da me. LAVORO!! Come reclutate il personale che collabora con voi e quali le caratteristiche che ritenete indispensabili? Essendomi formato a Milano sono in contatto con le diverse realtà (università e centri di formazione per Educatori) e diverse persone dell’ambito (colleghi, ex docenti, amici, ecc..) dalle quali attingere nella ricerca dei collaboratori. Inoltre LA MOVIDA si sta diffondendo come un animale tentacolare e quindi i canali si moltiplicano. È un’invasioneee!! A parte questo ci affidiamo al “naso”, se ci contatta un perfetto sconosciuto che non ha magari neanche esperienza…, lo incontriamo, facciamo un colloquio e poi se ci piace…: è fatta. Pensiamo sia giusto coinvolgere e dare opportunità in più direzioni possibili. Le caratteristiche indispensabili?? Apertura mentale, nessun acciacco fisico, adattabilità, voglia di fare, sensibilità, capacità a mettersi in discussione. Quali sono le difficoltà maggiori che avete affrontato nel corso della vostra attività e quali i suggerimenti che sentite di dare? Suggerimenti per ora non ne abbiamo (ma se qualcuno invece vuole darcene…): siamo troppo giovani (evvivaaaa!!!!). Le difficoltà maggiori sono unicamente interne a noi. Intendo dire che non esistono difficoltà (esterne) insuperabili nel momento in cui metti nel tuo progetto tutto te stesso e nel momento in cui sei elastico, pronto e aperto nell’affrontare i cambi di direzione che le cose possono prendere. Le difficoltà che si possono incontrare sono unicamente dovute alle tue di difficoltà nel gestire una serie di cose: per me ad esempio una difficoltà del presente è la frustrazione e il peso di lavorare ad un progetto per me importantissimo e che però al momento non mi dà da mangiare (soldi).

LA MOVIDA è partita da un punto: sappiamo precisamente in che direzione andare, ma la strada che percorreremo per arrivarci… Beh quella (fortunatamente perché non la vogliamo sapere) non la conosciamo.

So che quest’anno avete in programma almeno tre viaggi, me ne vuoi parlare? Ecco…, appunto…, a proposito di cambi di direzione… Al momento i viaggi certi sono due. Il terzo è in forse.

I nostri viaggi: 1.La nostra piccola creazione per l’estate 2003 è un viaggio itinerante di 15 giorni in Spagna, nella regione della Catalogna. Partiremo in 9 persone (5 DIverSamenteABILI e 4 disabili…,ops, volevo dire accompagnatori) e raggiungeremo Barcellona. Ci fermeremo 6 notti dopo di che ci sposteremo per 2 notti al mare in Costa Brava a rilassarci e smaltire le nottate cittadine. Per finire ci sposteremo a nord visitando la zona dei vulcani spenti (Garrotxa) e la Val de Nùria.

Non male no?? Purtroppo però questa vacanza che prevedeva due turni (uno ad agosto e uno a luglio) forse vedrà concretizzarsi solo quello di agosto (per luglio abbiamo solo una persona iscritta e in questo periodo di forte lavoro e impegno ci risulta difficile promuovere ulteriormente la cosa).

2.L’altro impegno che invece dovremo affrontare ad agosto è una vacanza che ci è stata commissionata dalla Fondazione Don Gnocchi di Milano. Porteremo in montagna un gruppo di 16 loro ospiti.

3.Ora però sto anche lavorando ad un progetto di vacanza che proporremo per luglio, settembre e ottobre (sia per periodi di una settimana che per dei week end lunghi) e che consisterà in “percorsi alla scoperta della Liguria”. Proporremo infatti degli itinerari cultural-naturalistici-gastronomici…(e tanto altro visto che la zona è fantastica) attraverso l’incantato entroterra ligure e zona costiera. Questo in quelle sconosciute, sottovalutate, ma favolose valli vicino Genova (Val Trebbia, Val Daveto, Valle Sturla, ecc…). La cosa interessante in questo progetto è l’idea di dare la possibilità alle famiglie di partecipare alla vacanza insieme al figlio DiverSamenteABILE. Questo per permettere a un nucleo familiare di fare una importante esperienza di condivisione durante una vacanza insolita.

E come sono organizzati questi viaggi, come vi mischiate fra la folla di vacanzieri? Beh… Sono organizzati allo stesso e identico modo di qualunque altro viaggio in gruppo. Partendo innanzitutto da cosa ti piace fare e da cosa cerchi da un viaggio. Perderti per una città… Infognarti nei bar ed angoli più nascosti… Evitare accuratamente tutto ciò che è esageratamente turistico e tentare di carpire quanto più puoi la vera essenza di quel luogo… Conoscere perfetti sconosciuti che non rivedrai mai più o che diventeranno amici per la vita in un’altra nazione…E tanto, tanto ancora. Tutto quello che ti va di metterci. L’unica differenza veramente sostanziale e molto importante è l’accessibilità delle strutture alberghiere a cui ci si appoggia: muovendosi con persone in carrozzina bisogna avere sempre un occhio attento sulle barriere architettoniche. Per il resto noi vogliamo far fare vacanza ai ragazzi: quindi… Massima libertà da parte di tutti nelle proprie scelte e volontà (sempre all’interno del gruppo!! È il gruppo che guida!!). Nello specifico ad esempio della vacanza in Spagna… Beh ovvio… Andremo a sbronzarci la sera, a far casino per strada, a partecipare a feste sulla spiaggia a base di sesso libero, droga e flamenco…A terminare le nottate con cornetti caldi e cappuccino… Insomma le solite vacanze sane e riposanti no??!! Io dico che ci confonderemo bene, e tu?? Che dici…AHAHAHAHA!!! Avete organizzato anche una campagna dal titolo “ADOTTA un DIverSamenteABILE IN VACANZA”, in cosa consiste? Questo progetto parte dalla triste constatazione di come il tema tempo libero e vacanze per persone DiverSamenteABILI sia diventato negli ultimi anni una vera emergenza e un tema molto delicato da dover affrontare. La scarsa accessibilità da parte delle strutture e le spesso disastrose condizioni economiche delle persone DiverSamenteABILI, rendono l’ipotesi di una vacanza un miraggio irraggiungibile.

“ADOTTA UN DIverSamenteABILE IN VACANZA” è la nostra campagna di comunicazione sociale e raccolta fondi per il 2003, il cui scopo è la creazione di un fondo di solidarietà (in slang tirar su “i danè, come disen a Milan..”) per offrire gratuitamente delle vacanze (durante l’estate 2004) a persone DIverSamenteABILI non abbienti (povere). In che modo vengono raccolti i soldi? Grazie a delle libere offerte che si potranno effettuare in una serie di agenzie viaggi (su tutto il territorio nazionale) che appartengono al gruppo BUON VIAGGIO Network (importante gruppo che appoggia e supporta tale campagna sociale). Quindi in sostanza i soldi verranno offerti dai clienti di queste agenzie viaggi, che servendosi dell’agenzia stessa avranno la possibilità di lasciare un’offerta in una nostra ampolla. In definitiva cosa vuol dire nella vostra esperienza essere disabili? Come…?? Disabili…?? …Ehi intervistatore…, mi cadi sul “disabile” e per giunta all’ultima domanda?? Ahi ahi…!! La risposta sta proprio qui: a noi non piace la parola disabili ( e a dir il vero nemmeno la definizione conforme all’Unione Europea che invece le chiama “persone con disabilità”). La parola “disabile” pone l’attenzione su una mancanza, su una scarsa abilità. Lacune che per carità, sicuramente ci sono, ma sulle quali a parer nostro non bisogna soffermarsi. Non per negarne quindi l’esistenza ma per valorizzare quella parte sana che in tutti noi c’è.

Quindi noi preferiamo parlare di diversità: diversità nell’essere abili. DIverSamenteABILI. Perché tutti noi abbiamo delle abilità: anche la persona con delle grosse difficoltà fisico e psichiche. Tutti! Questo potrebbe a qualcuno puzzare di retorica, perbenismo e utopia: io dico che non è così. Su suggerimento del buon intervistatore racconto un’esperienza vissuta.

un racconto! lo intitoliamo ” il buddha e il bambino” qualche mese fa mi ha contattato la lega del filo d’oro (conosci?) perché cercava un educatore che potesse accompagnare in vacanza un loro ospite della comunità di Milano. La lega del filo d’oro interviene su pluriminorati sensoriali (sordo ciechi).

io non avevo mai avuto esperienza con sordo ciechi (tante esperienze con persone DiverSamenteABILI, ma mai con questa utenza). una persona sordo cieca… Due cose su cosa vuol dire e poi lascio spazio alla tua immaginazione.

adesso tu sei sordo cieco. Cosa succede? sei sordo cieco! …Non senti (con le orecchie intendo)…, non vedi…, hai uno schema mentale linguistico molto ridotto rispetto ad una persona “normale”…, per cui non puoi “dire” e passare parole troppo difficili (non le capiscono), molto spesso devi coniugare i verbi all’infinito. …Parli con la bocca in maniera difficilmente comprensibile e comunichi con gli altri attraverso il Malossi. Cos’è il malossi? è un linguaggio per i sordo ciechi: praticamente la loro mano è come una tastiera del PC (ma una tastiera molto…, molto speciale: è la mano dell’altro!!): ad ogni falange corrisponde una lettera e premendo o pizzicando queste diverse falangi componi le parole. Ecco…, è così che si comunica attraverso il malossi. Ad ogni modo, ricevo questa richiesta. figurarsi…, esperienza nuova, molto affascinante, non ci penso sù un attimo: ACCETTO!! e così per dieci giorni parto alla volta della Liguria con Giuseppe (un sordo cieco di 65 anni): beh…, sai che è stata una esperienza incredibile??!! formidabile!!! 10 giorni di silenzio!! Riccardo e Giuseppe comunicano con il corpo. Un silenzio che in realtà non lo era affatto. Un silenzio pieno di centinaia di cose. Come il suo di silenzio. Un silenzio veramente ricco!! lui mi ha fatto vivere 10 giorni nel suo mondo. Mi ci ha fatto entrare. Nel suo mondo che alla portata di tutti ma che sembra così distante dal resto del mondo solo perché spaventa. E che nessuno raggiunge!! in questi dieci giorni mi sono reso conto di come la parola ti freghi nella comunicazione con l’altro. Di come le parole veramente a volte ti impediscono di vedere e andare oltre. Di sviluppare tutti quegli altri canali, tutte quella capacità, che ognuno di noi ha ma che non sfrutta. lui…, Giuseppe, invece si, le sfrutta!! non solo le sfrutta: le ha amplificate. Aumentate. Eccome!! è per questo che ad esempio ha una capacità e senso dell’orientamento allucinante che gli permette di orientarsi tranquillamente dopo mezza giornata in uno spazio sconosciuto (come una camera di albergo) come se ci fosse stato decine di volte. è per questo che per lui mangiare (il gusto) è una esperienza emozionante e molto più forte di noi che ormai difficilmente apprezziamo tante piccole e semplici cose. È per questo che sentire l’acqua del mare e la sabbia sotto i piedi è un’esperienza che gli dà una gioia infinita. È per questo che toccare e lavorare/manipolare la creta gli permette di scaricare un sacco la sua energia ed è stato in grado di realizzare assolutamente autonomamente un vaso e una cornice in creta dall’inizio alla fine. E l’ha anche dipinta scegliendo i colori. Eh si…, perché lui al contrario degli altri (che non entrano nel suo mondo), lui… Entra nel nostro di mondo. E se allora gli racconti i colori, le forme, i luoghi, lui recepisce, assorbe e si interessa. Si appassiona. E allora non è avanti?? ma ti rendi conto?? ha fatto tutto lui!! io gli malossavo solo i passaggi e lui faceva tutto da solo. Non mi faceva nemmeno finire di spiegargli cosa doveva fare. Capiva al volo. Mi anticipava. Ha una logicità incredibile. È più avanti!! troppo più avanti. Un sacco di volte l’ho pensato: lui è più avanti!! ha qualcosa in più. Ha qualcosa che a noi manca. Che noi siamo abituati a prendere. Che ci perdiamo. e allora?? lui è disabile?? gli mancano delle abilità? non mi pare!! o meglio…, si, sicuramente si, però in tante cose è più sviluppato e più avanti di tutti gli altri. E quindi?? … Beh, allora è solo questione di diversità. Non di disabilità (poca abilità)?? è sempre la questione del famoso bicchiere: o mezzo pieno o mezzo vuoto. Dipende come lo vuoi guardare. ….. ho avuto la fortuna di vivere insieme a lui tutte queste cose: e ti assicuro che mai una volta, nemmeno per un istante lui mi sembrava il disabile. Al contrario ero io ad essere disabile di fianco a lui in tante situazioni. …E così ti rendi conto di quello che vuol dire il contatto fisico. Di come si possono toccare le persone in 1000 modi e di come si possa comunicare attraverso il tatto. di come si possa passare e comunicare con l’altro veramente con un approccio maggiormente empatico. Veramente al di là delle parole: con l’intensità e energia con cui vivi un’esperienza di scambio. Io e giuseppe non parlavamo. Ma io e giuseppe parlavamo di tutto. Eravamo lì: presenti. Comunicavamo su un altro livello. Ed era magico e speciale. e quindi…Che dire…: beh… GRAZIE AL BUDDHA! (la storia del soprannome buddha è un po’ lunga: te la racconto un’altra volta)

C’è una vecchia tradizione napoletana che tuttora si mantiene in piedi e che rappresenta un esempio di civiltà. Chiunque si reca in un bar per bere un caffè oltre a pagare quanto consumato tira fuori i soldi per un ulteriore scontrino così che, chiunque entrerà successivamente per bere un caffè (un piacere irrinunciabile per un napoletano) senza poterselo permettere, troverà per sé una tazzina già pronta offerta da uno sconosciuto. Un segno tangibile di solidarietà quello del caffè che certo non cambia la vita ma la rende, nonostante il sapore, meno amara. L’idea di tassare non solo il caffè ma anche il viaggio mi pare, al di là di facili moralismi, un evidente atto di civiltà da parte di chi, come molti di noi, riconosce nel viaggio un piacere irrinunciabile…

GRAZIE! Grazie all’intervistatore grazie agli amici di “turisti per caso”, grazie a tutti coloro che amano “viaggiare”. Un favore…, una richiesta: fate “viaggiare” LA MOVIDA. Raccontate a 5 persone per voi importanti della nostra esperienza. Contribuite al nostro percorso: e chissà… Poi ci si incontrerà. PS: adesso però noi vogliamo conoscere i due simpatici “viaggiatori televisivi” e la piccola Zoe….

Un abbraccio, Riccardo



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