Viaggio di nozze in Spagna e Portogallo

Diario di viaggio: Viaggio di nozze in Spgna-Portogallo di Alida e Marco 26 Settembre-15 Ottobre 2005 Scritto da Alida Madrid 26/09/2005-29/09/2005 Questo è stato per noi un viaggio unico, perché è stato il nostro viaggio di nozze ed è stato il primo (e per ora il solo) così lungo (ben tre settimane!); la scelta è stata dura, visto il...
Scritto da: alida
viaggio di nozze in spagna e portogallo
Partenza il: 26/09/2005
Ritorno il: 16/10/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Diario di viaggio: Viaggio di nozze in Spgna-Portogallo di Alida e Marco 26 Settembre-15 Ottobre 2005 Scritto da Alida Madrid 26/09/2005-29/09/2005 Questo è stato per noi un viaggio unico, perché è stato il nostro viaggio di nozze ed è stato il primo (e per ora il solo) così lungo (ben tre settimane!); la scelta è stata dura, visto il periodo dell’anno (ottobre, tifoni e pioggie ovunque!) e la paura di Marco di volare e del terrorismo; dunque, dopo lunghe e logoranti discussioni, dico addio ai miei sogni di vedere il selvaggio West, e mi accordo con il mio futuro sposo per la Spagna meridionale, in particolare per quella travolgente provincia araba nota come Andalusia, unita alla ospitale capitale spagnola e al fascinoso Portogallo. Il giro è rotatorio, si parte da Madrid, si prosegue poi verso il Sud, seguendo un’ellissi si vaga per tutta l’Andalusia, si costeggia la costa della Luz, Gibilterra, Siviglia e poi via diretti verso il Portogallo, da sud a nord, da Lisbona a Porto, per chiudere la rotatoria e tornare con una corsa pazza di 850 km tutti in un giorno a Madrid. Via, si parte…Dopo un tranquillo volo Iberia Bologna-Madrid (la tranquillità è solo mia, non di Marco, nonostante l’imbottitura di gocce calmanti) ci spostiamo in centro città col metrò (pratico e ben funzionante)La prima occhiata su Madrid è strepitosa, passare dal buio sotterraneo del metro alla luce bianca abbagliante di Granvia, con i suoi enormi palazzi stile retrò, arricchiti da arzigogolati balconcini in ferro battuto…E’ caldo nonostante sia la fine di settembre, ci saranno 25-27°C; Io e Marco siamo sudati e accaldati per il peso delle valigie (senza rotelle purtroppo e pesanti visto che dobbiamo stare via più di venti giorni) e cerchiamo subito un ostello: che fortuna, il mio fiuto infallibile in queste cose mi porta a trovare un ostello carino e pulito centralissimo, proprio a Granvia, all’ottavo piano, con una vista strepitosa di giorno e da togliere il fiato la sera. Dormiamo con la finestra aperta… Dormiamo è una parola grossa; Marco dorme, vinto dalla stanchezza, ma i ricordi del giorno prima affiorano duecento volte nella mia mente e mi alzo e mi avvicino alla finestra osservando Madrid al buio, nella calma apparente della notte..Ripenso alla serata appena trascorsa: Madrid è unica per quantità e varietà di persone che incontri, stili di vita, modi di vestire; vedi fiumane di persone in giro per il centro città fino alle nove, l’ora di chiusura dei negozi e dopo la vita notturna continua più che mai : locali, ristoranti, pub sono gremiti fino a tarda notte, la gente fa la fila davanti ai teatri e ai cinema, per vedere musicals e spettacoli di ogni genere (che differenza in questo con l’Italia!). Anche noi girovaghiamo fino a che la stanchezza ci sovrasta, poi torniamo all’ostello e Marco crolla al suolo… il resto sarà storia del domani… Oggi abbiamo fatto i classici turisti da giro in bus organizzato, ma d’altronde la città è grande e per chiarirsi un po’ le idee è necessario usare questo mezzo comodo e veloce; la mattina l’aria è fresca, ci sono 15°C, ma pian piano la temperatura si alza e già verso mezzogiorno è molto caldo, caldo che perdura tutto il pomeriggio fino a tarda serata; non c’è differenza di fuso orario tra Spagna e Italia, e ciò a noi appare strano, perchè tutto sembra spostato in avanti rispetto all’Italia, i negozi aprono più tardi, si pranza e cena almeno un’ora dopo che da noi, anche più, e naturalmente anche il sole sembra adeguarsi a tale variazione di orario, cioè spunta più tardi, ma cala poi molto più tardi; la mattina presto la Spagna tutta è quasi deserta, girovagare per la città è da stralunati…Sicuramente da turisti incalzanti di conoscere e non da Spagnoli… del resto anche noi ci abituiamo in fretta ai nuovi ritmi e al nuovo sole… Una delle tante cose meravigliose di tutta la Spagna è sicuramente la cucina, buonissima, e del resto non dissimile nel gusto da quella italiana (mediterranea); Ad entrambi piacciono le tapas, in special modo a me che adoro questo modo di mangiare a stuzzichini e di provare cose diverse.. Abbiamo già provato i churros, che sono dei filoncini di sfoglia fritti da tocciare nel latte a colazione e il famoso prosciutto ( o jamon) iberico, ottenuto da maialini allevati solo con le ghiande!! Infatti è buonissimo e vale la pena assaggiarlo insieme al chorizo, ovvero il salame ultrastagionato e piccante!! La sera troviamo sempre degli ottimi locali dove si può gustare la cucina madrilena (gamberi, insalata di polipo, patate all’ajoli, una salsa a base di aglio buonissima, tortilla di patate (piatto tipico), calamari, crocchette, flamenquin ecc ecc ecc.); ogni locale ha duecento e più tapas diverse da provare …E noi siamo a buon punto…

La visita a Madrid continua tra arte e storia, ci dedichiamo alla visita al museo di arte contemporanea Reina Sofia, notevole per le splendide sale dedicate a Mirò, Dalì e Ricasso: in particolare la vista della Guernica è sconvolgente e inquietante, così grande da occupare un’intera stanza e da rimanere impressa a lungo nella memoria…Bella anche la visita al palazzo reale, curato nei minimi dettagli, e interessante la visita alla Plaza de Toros per le conoscenze che questa ci porta sulla mentalità degli Spagnoli riguardo alla corrida, cruente pratica che noi stranieri non capiamo, come non riusciamo a comprendere la considerazione enorme per i tori, la cui vita intera è dedicata alla preparazione della corrida, dove con una morte cruenta raggiungono l’apice della dignità di cui li ricoprono.

Ma è la volta di partire alle volte del Sud, direzione Toledo e poi l’araba, caldissima e agognata Andalusia.

Toledo-29/09/2005 Dopo un oretta di viaggio (direzione sud di Madrid) giungiamo a Toledo verso sera, e da qui cerchiamo una stanza per la notte. Dopo qualche tentativo troviamo un ostales piacevole e curato; ormai stanchi e affamati, andiamo a cercare qualcosa da mangiare; Toledo è una città antichissima, arroccata in cima a tante scale di pietra,ricorda le nostra bellissime città umbre, Orvieto, Spoleto o Assisi, è come queste è cattolica per antonomasia, tutta scolpita di pietre dove ognuna è ricordo di una passata civiltà; la storia e il cattolicesimo fanno eco da tutti i muri della città, ma a quell’ora di notte è veramente suggestiva, quasi tenebrosa, vuota, una città fantasma con solo qualche vecchiettina irreale che sembra uscita da qualche favola antica. Esperienza strana vista la frenetica vita notturna spagnola quella di trovarsi a Toledo a quell’ora… La mattina dopo col sole la città si presenta pronta per essere visitata, unica per la ricchezza storica e per la presenza contemporanea e la perfetta fusione architettonica di tutti i suoi stili, dal gotico, all’arabo, al romanico, al cristiano; In questa mixer di stili architettonici sono rimasta incantata dalla sinagoga ebraica, forse perché la prima in stile arabo puro che io avessi visto prima d’allora; ne avrei visti molti di gioielli come quello nel mio viaggio, ma in quel momento sarei rimasta ore a guardarla, incantata dall’atmosfera di grande spiritualità che vi regnava. Andalusia, Cordoba e Granada -31/09-3/10 Ripresa la strada ci siamo diretti alla volta dell’Andalusia… Unico grosso neo di tutto il viaggio: la nostra Meriva nuova di zecca affittata il giorno prima ci ha lasciato a piedi in mezzo all’autostrada, in pieno sole rovente (33°C alle sei di sera), con la frizione bruciata…Risultato: due ore di attesa sotto il sole, seduti dentro un fossato ad aspettare un carroattrezzi che finalmente sulle otto arriva portandoci un’auto nuova, uguale o quasi alla precedente. L’autista non capisce una parola di italiano e parla anche uno spagnolo stentato, così se ne parte senza che nè lui né noi avessimo capito molto di più del fatto. Ripartiamo alla volta di Cordoba e finalmente arriviamo distrutti in città; Sulle dieci riusciamo a trovare una camera d’albergo decente (nonostante avesse solo un letto a una piazza e mezzo) e sulle undici riusciamo anche a trovare un ristorantino davvero niente male che propone una cucina Andalusa da ricordarsela per un pezzo. Il giorno dopo visitiamo Cordoba, che io ho trovato incantevole, con le sue stradine bianche, i fiori, i pozzi, i patii interni alle case. Affascinata dal carattere arabo della città lascio Marco a riposare e giro frenetica per le vie del quartiere ebraico della juderia, scattando foto senza tregua, facendomi portare in giro dall’istinto e dalle bellezze dei luoghi; affascinante la visita alla Mezquita, luogo di culto e insieme simbolo di una spiritualità soprannaturale, dove l’ arte araba e cristiana convivono insieme nello stesso edificio, la parte araba toglie il fiato, per l’armonia dei pilastri che si susseguono uno dietro l’altro all’infinito, di un colore rosso intenso e per la ricchezza degli arabeschi. La parte cristiana è altrettanto ricca di magnificenza, ma meno bella, direi eccessiva in quello stile barocco che io non amo e che entra in conflitto con l’intima armonia di una struttura nata in stile arabo puro. Cordoba è un vero gioiellino, piccola da girare a piedi, calda, piena di sole e di vita e ce ne allontaniamo con dispiacere; proseguiamo per Granada, che raggiungiamo in un’oretta. Ci dirigiamo subito verso l’Alhambra il principesco palazzo reale dei re arabi in Andalusia, un gioiello infinito di arte araba, considerata a ragione una delle meraviglie del mondo. Non si hanno parole per descrivere la bellezza dei giardini, con una ricchezza di fiori, giochi d’acqua, colori, siepi, alberi, fontane, patii che non finiscono più Il palazzo poi è una perla, un sogno da mille e una notte, dove le bellezze di ogni stanza uguagliano e poi superano l’ appena visto, tanto da spossarti per la troppa bellezza concentrata in un solo luogo. La vista di Granada dall’alto dell’Alhambra comunque non si dimentica facilmente e siamo rimasti là un pezzo a guardarla vinti dalla stanchezza fisica e degli occhi. Il giorno dopo visita al quartiere arabo della città, al mercato e poi via di nuovo in viaggio, costeggiando la costa Tropicale e poi quella del Sol, brutto esempio di sfruttamento turistico da cui cerchiamo di allontanarci in fretta. Ci dirigiamo verso Ronda, piccola cittadina a cui si arriva solo tramite una stradina tortuosa (è notte, non si vede nulla, a momenti secchiamo una capra!!) Andalusia, Ronda-Estepona-La Linea De La Conception 04/10/2005 Visitiamo Ronda che è una cittadina suggestiva per gli imponenti paesaggi delle colline circostanti e per le spaccature della terra creati dal crepaccio per cui è famosa e ce ne andiamo poi a rilassarci al mare, in una delle poche località che si salvano della costa del sol, Estepona. A Ottobre ormai la stagione del mare è finita, ma è ancora caldo e se ci si ripara dal forte vento diventa caldissimo. Dormiamo vestiti in spiaggia, rilassandoci al sole, spossati, cercando di recuperare le forze spese nei giorni precedenti. Solo a sera inoltrata ci dirigiamo alla Linea De la Conception, una cittadina che fa da confine tra il mondo arabo e la roccaforte inglese di Gibilterra. E’ qua che troviamo un buco che ci consentirà di partire presto il giorno dopo per Gibilterra.

Gibilterra 05/10/2005 A piedi varchiamo il confine (così da evitare le lunghe file di macchine che vogliono fare rifornimento di benzina, di là costa la metà!!), poi cominciamo a gironzolare incuriositi per le vie del centro di Gibilterra: che strana sensazione questo angolo di pochi chilometri quadrati così totalmente inglese in tutto, moneta, lingua, modi di conversare, accento, cappellini delle vecchie signore, cabine telefoniche, english breakfast e prezzi, che sono esorbitanti, rispetto al resto della Spagna!! Mi ha colpito molto la presenza di varie comunità ebree perfettamente integrate nella società inglese, a spasso nei loro abiti tipici, tutti immediatamente riconoscibili dal copricapo ebraico. Cosa ricordare di Gibilterra? La magnifica vista dell’Africa dal punto più alto della rocca e le scimmie simpatiche, dispettose e giocattolone con tutti i turisti, che ci hanno fatto ridere per una mattina intera… Andalusia, Costa de la Luz- S.Lucar De Barrameda 06-08/10/2005 Costeggiamo in auto la costa della Luz e infatti troviamo spiagge bianchissime e inondate di luce, molto più belle di quelle viste finora, con mare azzurro, onde altissime per fare surf e poche presenze umane sparse qua e là. Proseguiamo ancora per la punta più occidentale della Spagna, fino a fermarci a San Lucar de Barrameda, un paesino di mare e di valle addossato sulle sponde del Guadalquivir.

E’ il posto ideale per fermarci un paio di giorni a riposare e a prendere il sole: soprattutto in questa stagione c’è rimasto solo qualche pigro sulla spiaggia a catturare come noi gli ultimi raggi del sole spagnolo (ancora caldo), più numerosa è la presenza di cavalli andalusi che corrono sulla spiaggia lasciando impronte sulla battigia: passiamo l’intera giornata stesi al sole ad osservare le rare presenze umane ed i luoghi tutt’intorno: il paesaggio ci ricorda le nostre valli e le nostre pialasse umide e in effetti ci troviamo al confine del parco naturale di Donana; decidiamo dunque di andare a visitare il parco, lo costeggiamo prima sul battello e poi proseguiamo a piedi al suo interno. Ci troviamo in mezzo a cervi, granchi, aironi, cormorani e altre decine di specie di uccelli di valle e poi tutto intorno solo canne, acque stagnanti, ma pulsanti di forme di vita e silenzi, interrotti di tanto in tanto dai gridi degli uccelli… Dopo S.Lucar, paese della manzanilla e dello Sherry ci dirigiamo finalmente verso Siviglia, capitale dell’Andalusia e dell’ “Alegria”, cioè della scanzonata e sfrenata voglia di divertimento tipica di questa terra solare… Andalusia, Siviglia 08-10/10/2005 A Siviglia, senza averlo programmato prima, siamo capitati in un week-end e per di più in uno di quelli che richiamano folle di persone per le famose processioni religiose andaluse: la madonna dell’”Alegria” vienea portata fuori dalla cattedrale in adorazione. La magnificenza della cerimonia è a dir poco incredibile: ovunque bande, stendardi, costumi tipici e decine di uomini sudati che si danno il cambio per trasportare con fierezza il peso enorme del baldacchino arricchito con ceri ee fiori su cui viaggia la vergine: tutt’intorno migliaia di persone stipate.

E’proprio vero, Siviglia è la città più viva dell’Andalusia, un viavai di persone, luci notturne, divertimento; la notte continua lunghissima fino all’alba e noi non abbiamo potuto fare altro che partecipare all’atmosfera chiassosa collettiva, facendo il giro dei tapas bar per assaggiare e bere di tutto di più ; il Guadalquivir è bellissimo, addormentato e placido con centinaia di luci e voci e schiamazzi e urla e musica in sottofondo…

Di Siviglia ricorderò la sera e la notte, i profumi, i colori, la musica, il ballo e la voglia di vivere…

Portogallo, Lisbona 10-11/10/2005 Lasciata Siviglia, ci dirigiamo verso il Portogallo; dopo due settimane di sole, piove a dirotto e fa molto più freddo, ma questa pioggia incessante ci consente di vedere i paesaggi dell’Alentejo in una luce che solo la pioggia può dare: attraversiamo il Portogallo percorrendo chilometri e chilometri di stradine di campagna che ci regalano degli scorci dai colori sgargianti, una terra rossa come il fuoco, dove affondano le radici ulivi centenari e bitorzoluti, che si stagliano in un cielo di un azzurro terso; la presenza umana è invisibile per chilometri, lontano o vicino alla strada pascoli di mucche, pecore, cavalli e tori.

Il tempo non ci dà tregua, continua a piovere e decidiamo di non fare tappa a Evora, ma di tirare avanti fino a Lisbona; Lisbona… certo, l’ingresso è arduo, ci aspettano chilometri di coda per entrare in una domenica sera piovosa dal ponte 25 Aprile, ma ne vale la pena, perché la vista della città dall’alto sul fiume Tago è tanto inattesa quanto emozionante, una enorme distesa d’acqua sotto, un ponte di metallo rosso vivo sopra cui siamo sospesi e il Cristo Re di dietro, che ci sovrasta…Se non sapessi di essere in Portogallo mi sembrerebbe di stare in America Latina, a Rio, oppure a S.Francisco. Le sorprese continuano mano a mano che impariamo a conoscere questa città: Lisbona è multietnica e multirazziale, così tanto città di porto, di traffici e di mare da apparire spaventosamente pericolosa; vicino alla nostra misera pensioncina si odono a tratti urla incomprensibili, schiamazzi, risate, bottiglie che si infrangono e facce nere, asiatiche, latinoamericane, africane… Di giorno la città appare più tranquilla e amica, sorge su sette colli come Roma e nei quartieri alti le stradine sono strettissime e caratteristiche, le macchine non possono accedere, la via più comoda per muoversi è sferruzzare su e giù con i filobus, che ne ricoprono interamente la superficie; non sono affatto turistici, sono usati ininterrottamente e da tutti; gli autisti sono scatenati, su per le salite e giù per le discese suonano, improvvisamente frenano, corrono…Vi abbiamo passato due giorni interi, anche per ripararci dalle bizzarrie del tempo, visto che spioveva e due minuti dopo pioveva a dirotto…Qua quando piove sembra che si apra improvvisamente il cielo a secchiate, per poi smettere un attimo dopo…

Portogallo, Sintra- Obidos-Coimbra 11-12-13/10/2005 Lasciamo a malincuore Lisbona, dedichiamo una giornata intera alla visita di Sintra e dei suoi sontuosi palazzi reali e proseguiamo verso nord, con l’intento di attraversare tutto il Portogallo fino a Porto, passando per Coimbra per poi tornare a Madrid , chiudendo così un giro circolare di 4000 km che ci ha portato a conoscere quella che per noi è stata la Spagna e il Portogallo.

Non vogliamo perdere Cabo da Roca, il punto più occidentale d’Europa, segnato da un faro con scogliera a picco sull’Atlantico: qui si respira un aria salmastra che sa di oceano, che fa pensare alla sete di conoscenza umana e agli infiniti chilometri di distanza dall’America. Il paesaggio fa accapponare la pelle, la brughiera e il vento fortissimo di terra si scontrano con le onde che si infrangono e si rompono sulla roccia… Continuiamo a percorrere chilometri verso Nord, facciamo tappa a Obidos, ridente cittadina ricca di artigianato locale, torri, sole e bouganville e ancora proseguiamo verso Coimbra, la più famosa e tranquilla città università del Portogallo e ancora a Nord verso Porto, ultima meta del nostro viaggio..

Portogallo, Porto 13-15/10/2005 Porto ci è rimasta nel cuore, siamo rimasti qualche giorno a cullarci sulle rive del Duoro e a passeggiare infinite volte sulle rive del fiume, sul ponte sospeso che ci ha offerto bellissimi tramonti, nelle stradine strette della Ribeira, il quartiere povero e variopinto addossato al porto, tra panni stesi ad asciugare, bambini, cani e sporcizia; siamo rimasti ad osservare le barche che partivano dal fiume e le botti del vino invecchiato e i ponti e i fiori; abbiamo bevuto Porto, assaggiato la cucina tipica saporita e semplice, preso un’imbarcazione per vedere la città da sotto i suoi ponti, visitato le cantine dove si conserva il vino invecchiato e passeggiato riluttanti a partire…Sappiamo che il nostro tempo è finito, è ora di tornare verso la Spagna, rivedere Madrid e tornare a casa; ora però ci portiamo nel cuore centinaia di immagini, colori, emozioni vissute sulla pelle, che non dimenticheremo così presto… “per un po’ vivrò di ricordi”, dico osservendo col cuore gonfio, per l’ultima volta il tramonto sulla Ribeira…



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