Il sud dell’Istria

Banjole, 23-30 giugno 2007 Gli anni scorsi il nostro amore per le isole ci aveva portati altrove, ma l'idea dell'Istria non era nuova e il ricordo delle file sotto il sole per imbarcarsi sui traghetti l'ha riportata di attualità. Il solito giro su Internet ci ha fatto individuare la zona dove andare, ed il viaggio si è in effetti rivelato meno...
Scritto da: catcarlo
il sud dell'istria
Partenza il: 23/06/2007
Ritorno il: 30/06/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Banjole, 23-30 giugno 2007 Gli anni scorsi il nostro amore per le isole ci aveva portati altrove, ma l’idea dell’Istria non era nuova e il ricordo delle file sotto il sole per imbarcarsi sui traghetti l’ha riportata di attualità.

Il solito giro su Internet ci ha fatto individuare la zona dove andare, ed il viaggio si è in effetti rivelato meno pesante che in altre occasioni. Le uniche file sono state alla frontiera di Dragonja – su una stretta strada di montagna, con i doganieri sloveni parecchio scrupolosi – e in uscita dalla superstrada fino alla tangenziale di Pola. Specie se, come noi, si viaggia di sabato, potrebbe risultare una buona idea uscire una decina di chilometri prima, a Vodnjan/Dignano, e poi seguire la viabilità ordinaria.

La nostra meta è stata Banjole, un villaggio di pescatori a 5 km a sud di Pola. Non è un vero e proprio paese, ma una serie di piccoli raggruppamenti di case sparse qua e là su un verdissimo promontorio. Il vantaggio è l’assoluta tranquillità, l’inconveniente che, a parte un supermarket, i servizi essenziali necessitano di un pur breve viaggio in auto. Eravamo alloggiati a “Villa Agata”, in un appartamento molto grande e bello sito in una casa circondata da un grande parco alberato: è veramente consigliato, in particolar modo a chi vuol starsene in santa pace. Per ulteriori informazioni, si possono vedere www.Banjole.Com .

Anche se completamente circondata dal mare, l’unico accesso libero della penisola di Banjole è la profonda baia su cui si affaccia il complesso turistico di Centinera. Niente paura però, si tratta solo di un paio di alberghi non troppo invadenti e sui grandi sassi o nelle piccole cale di ciottoli di posto ce n’è più che in abbondanza. Il resto della costa, a parte il porto, è presidiato da una serie di camping più o meno grandi: è vero che al mare si può arrivare comunque, anche se a piedi, ma non si può dire che come soluzione sia l’ideale.

Questo dei campeggi onnipresenti è l’unico neo della regione, per il resto veramente godibile, con un’acqua splendida e panorami incantevoli che comprendono il verde dell’interno o della costa e le varie sfumature di azzurro di un mare cosparso da un buon numero di isolotti e percorso da diportisti con natanti di varie dimensioni. Il gioiello della zona è in ogni caso il parco di Kamenjak, che si estende da Premantura fino all’estrema propaggine della penisola istriana. Da Banjole, Premantura è raggiungibile in 6-7 km di strada molto bella, prima costeggiando un braccio di mare che si insinua nell’entroterra, poi attraverso un fitto bosco. Seppur piccola, e’ una località con una struttura definita: un vecchio centro con alcuni negozi, numerosi bar e ancor più ristoranti – molto buono e meno turistico degli altri l’Istra – e alcuni quartieri residenziali che non danno troppo nell’occhio.

All’estremo sud del paese, al modico prezzo di 20 kune si entra nel parco. La strada è bianca e il limite di velocità di 20 km/h: se qualcuno se lo dimentica, provvedono a ricordarlo una serie di micidiali dossi rallentatori semi-nascosti tra le buche del fondo stradale e le ombre delle piante che costeggiano la carreggiata. Tra salite e discese, si percorre la dorsale della penisola, aprendosi nei punti più alti su viste mozzafiato. In meno di 10 km si raggiungere l’estremo lembo di terra prima del mare aperto: qui ci si può tuffare in mare direttamente dagli scogli. Non può mancare una visita al “Safari bar”, che fa onore al suo nome essendo ricavato nel bel mezzo di un canneto, con banco, tavolini e giochi per i più piccoli.

Pur verde, l’ultimo tratto è sprovvisto di alberi ad alto fusto e si rimane perciò esposti ai raggi del sole se non si è stati tanto previdenti da portarsi un ombrellone. La stessa situazione presente nella baia di Debeljak, l’unica della zona in cui il fondo del mare sia sabbioso: una splendida piscina naturale raggiungibile con uno stradello pieno di sassi che si diparte quasi al termine dell’arteria principale. Un po’ pensi ad andare a fare il bagno, un po’ ti chiedi quanto siano resistenti i tuoi pneumatici.

Le altre insenature sono invece ombreggiate: dalla prima, Dražice, che come tale è anche la più affollata, alla più ampia e profonda, Portic. Il paesaggio e i colori di quest’ultima sono forse i migliori, specie nelle ore del pomeriggio: oltre alle tonalità e i contrasti tra acqua rocce e bosco, nelle giornate limpide si può godere della vista di Medulin e di parte della sua baia con sullo sfondo il profilo dell’isola di Cres e, in un angolo, Lussino con il monte Ossero. Ci sono un po’ di nudisti e a qualcuno potrebbero dar fastidio. E’ vero che non abbiamo visto FKK in giro, ma nelle spiagge non riservate forse non guasterebbe un po’ di discrezione, che significherebbe anche rispetto per chi ti sta intorno… La bellezza della regione non sta solamente nella vita di mare. La prima visita è per il capoluogo Pola, città relativamente piccola, ma con tanti spunti interessanti. La passeggiata che, a semicerchio alla base del colle che sovrasta la parte vecchia, porta dall’arco dei Servi al porto mostra l’alternarsi degli stili dei dominatori che si sono succeduti in città, con tantissimi angoli che ricordano il passato veneziano. Ancora vivi sono i ricordi di Roma, dall’ampio foro, che ha la stessa funzione oggi come duemila anni fa, all’ancora maestoso anfiteatro. L’interno è stato svuotato per costruire gli edifici adiacenti, ma le mura perimetrali svettano ancora imponenti sulla zona del vicono porto, creando un colpo d’occhio davvero suggestivo. L’unica nota negativa sono i parcheggi, che, almeno nella zona sud, scarseggiano: i pochi presenti sono dotati di parchimetri che funzionano solo a monete. I controlli sono scrupolosi: a noi hanno dato 80 kune di multa, poi revocata, 15 minuti dopo la fine del tempo prepagato.

Una trentina di chilometri a nord di Pola si trova Rovigno. Tralasciando la superstrada, che oltretutto allunga il percorso, la si raggiunge seguendo la vecchia viabiltà, che si snoda fra alberi e campi con vista sulle Brioni. Bello e riposante, anche perchè il traffico è quasi assente. Una volta arrivati e data un’occhiata al bel porto e alle sue banchine affollate di bar, ci si inoltra nella città vecchia. Una serie di strette vie salgono quasi parallele sino alla sommità di un piccolo colle, dominato dalla chiesa di S. Eufemia, dando vita, con le ancor più strette traverse che le collegano, ad una serie di scorci pieni di chiaroscuri con le ancor più strette traverse che le collegano. Neanche i mille negozietti di cianfrusaglie per turisti riescono a rovinare (troppo) l’effetto di un vecchio mondo miracolosamente sopravvissuto. Una volta giunti alla chiesa, si apre un ampio panorama fatto di isole verdi e di mare blu che in una giornata serena può spaziare per diversi chilometri. Per fare il bagno si può andare al parco del “Promontorio d’oro”, un’ampia zona di prati e boschi creata alla fine del secolo scorso, un po’ come a Lussino, completamente circondata da piccole spiaggette di sabbia intervallate da ampi sassoni da cui è comunque sempre possibile tuffarsi.

Come si è visto, una settimana intensa in cui non c’è stato il tempo di annoiarsi… E l’ambiente e l’aspetto del territorio a sud di Pola, non sono poi così diversi da quello di un’isola.



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