C’è un piatto che da sempre unisce Europa ed Africa, ed è il simbolo del dialogo tra le culture
Uno dei posti più belli della Sicilia è protagonista di un Festival che quest’anno festeggia la ventiseiesima edizione! San Vito lo Capo è una cittadina dominata dal maestoso Monte Monaco, 532 m. s.l.m, meta di appassionati escursionisti che possono percorrere il sentiero storico durante tutto l’anno. Lo scenario dall’alto è incredibile, si spazia dal Faro situato sulla punta della piccola baia, al Santuario di San Vito, luogo di culto che sorge nel centro storico del paese, alle strepitose sfumature blu del mare, fino golfo di Castellammare verso est. Meta non solo di escursionisti, ma anche di arrampicatori, Monte Monaco offre le pareti ideali per un’esperienza a picco sul mare.
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Da togliere il fiato
San Vito lo Capo è un vero e proprio gioiello, un borgo marinaro che racconta la storia: le tipiche casette e le stradine creano una dimensione raccolta che sprigiona tutto il fascino della tradizione. I colori spiccano sulla base bianca del tipico paesino siciliano: passeggiando tra le viuzze il visitatore si trova in una dimensione raccolta e particolarmente accogliente. La Tonnara di San Vito Lo Capo, risale al 1412, nata grazie a Ferdinando di Borbone, rimase in funzione fino al 1965: struttura adibita alla pesca e alla lavorazione del pregiato tonno rosso del Mediterraneo, oggi la Tonnara del Secco è un bene vincolato ed è spesso utilizzata come set cinematografico.
La spiaggia bianca di San Vito lo capo ci proietta in un vero e proprio angolo di paradiso: si rimane lì in contemplazione del mare che si presenta con tutte le sfumature, dal verde smeraldo al blu intenso; a due passi di distanza il Monte che sembra proteggere questo scenario da sogno.
Il piatto simbolo di San Vito lo Capo
Passeggiare per San Vito lo Capo non significa solo godere del caratteristico borgo, ma significa anche essere inebriati da profumi intensi che vengono dalla preparazione di tutte le specialità siciliane. L’elenco delle ricette e dei prodotti tipici siciliani è infinito, ma questo posto è legato ad un piatto in particolare, un legame che viene consacrato dal Festival nato nel 1998 e che continua ogni anno, all’insegna del successo. È proprio nel mese di settembre che viene celebrato questo piatto carico di storia, frutto della contaminazione che ha reso incredibilmente ricca la tutta la nostra gastronomia.
Cous Cous Fest
I colori, i sapori e i profumi della cucina tipica della Sicilia rendono questa terra particolarmente ricca: l’assortimento di ingredienti, l’intensità che si sprigiona ad ogni assaggio delle ricette tipiche, fanno di questa terra un vero e proprio paradiso del gusto.
Quando nacque questa rassegna, il cous cous era poco conosciuto in Italia, questo alimento tipico del Maghreb ha trovato una delle sue migliori espressioni qui, in provincia di Trapani, quando si è legato all’ingrediente principe dell’isola: il pesce! Composto da piccoli granelli di semola, il cous cous per uso casalingo si acquista già cotto al vapore, essiccato e pronto per la reidratazione che si fa in tempi molto brevi. Il colore dorato, la consistenza e la versatilità ne fanno un’ottima base per moltissime preparazioni, ma quello di pesce diventa un vero e proprio capolavoro.
La ricetta
La diffusione del cous cous in area mediterranea avviene tra il ‘600 e il ‘700: portato dai pescatori nella zona di Trapani, questo alimento venne condito con brodo di pesce, riadattando completamente la ricetta che, nella tradizione dell’Africa settentrionale, viene abbinato con carne e verdura. Questo piatto nasce dalla tradizione popolare come ricetta povera, perché frutto della cucina delle famiglie dei pescatori che disponevano di un pescato modesto e di pochi altri ingredienti, tra cui cipolla, aglio, alloro e olio di oliva. La ricetta richiede un pò di pazienza e può risultare piuttosto impegnativa, ma il risultato finale è qualcosa di indescrivibile!
Cùscusu
Per il brodo si utilizzano vari pesci tra cui scorfani, dentici, triglie: al soffritto va aggiunto il pomodoro pelato, sale, pepe e le erbe aromatiche, poi si mette il pesce che va posizionato sul fondo della casseruola e coperto con acqua; a cottura ultimata il brodo va filtrato.
La Mafaradda Siciliana è il contenitore tradizionale di terracotta (piatto, largo e basso) che viene utilizzato per la lavorazione del cous cous: si usa il termine “incocciare” per intendere il movimento con il quale si lavora la semola per aggregarla ed ottenere i granellini, aiutati da un pò di acqua e sale. Il cous cous va poi cotto al vapore e successivamente condito con il brodo di pesce, facendo attenzione che assorba bene il liquido: va tenuto in caldo per circa mezz’ora in modo che prenda tutto il sapore. Il piatto si serve accompagnato da un buon assortimento di pesci.
I magnifici vini bianchi di Sicilia
Questa ricetta può variare molto in base agli odori che si mettono, ma anche in base ai pesci disponibili: considerando la nota speziata della preparazione, possiamo dire che il vino bianco rimane sicuramente la scelta ideale, tenendo presente la complessità dei sapori. Per rimanere in Sicilia si può optare per un Grillo Terre Siciliane IGP:
Grillo è un vitigno a bacca bianca che troviamo prevalentemente nella zona ovest della Sicilia: utilizzato nella produzione del Marsala DOC, in questo caso si presenta come una IGP dalle caratteristiche ideali per accompagnare il nostro cous cous. Dal profumo intenso e fruttato, al gusto risulta secco, sapido ed equilibrato, buona persistenza ed armonia.