VAL di NOTO, culla del barocco siciliano

Viaggio tra i tesori patrimonio dell'Umanità UNESCO del siracusano e ragusano, e tra le bellezze naturali del litorale del Val di Noto e l'Oasi di Vendicari.
Scritto da: marcos69
val di noto, culla del barocco siciliano
Partenza il: 27/06/2010
Ritorno il: 12/07/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Destinazione della vacanza estiva 2010 è stata la Sicilia, nello specifico il Val di Noto e Catania. Partenza il 27 giugno e rientro il 12 luglio. Il volo Verona-Catania lo prenoto due mesi prima sul sito di Meridiana Fly pagando €140,00 a persona. Grazie ad internet prenoto anche il noleggio dell’auto con la Hertz per 12 giorni, al costo non proprio economico di €435,00, ma non c’era di meglio. Per la scelta e la prenotazione dei b&b mi affido sempre alla rete: scelta una località in posizione strategica per godere di belle spiagge e luoghi d’interesse culturale, trovo su Google Maps il b&b “Villa Felicia” in Contrada Falconara a Marina di Noto (SR), dove io e l’amico Riccardo soggiorneremo per 11 notti (€400,00 ciascuno). Per i 4 pernottamenti a Catania scelgo il b&b “I Colori di Sara” in via Citelli, 29 (€120,00 ciascuno) a 1,8 km da piazza Duomo.

PRIMO GIORNO: Marina di Noto – Noto

Arriviamo a Catania alle 11,15 dopo 1h40’ di volo, ritirati i bagagli ci rechiamo al piazzale davanti l’aeroporto dove ci sono tutte le agenzie di rent-a-car. Dopo le formalità ritiriamo la nostra Fiat500 diesel nuova di zecca e iniziamo il viaggio lungo l’autostrada gratuita che ci porterà, dopo 90km, a Noto (SR). Decidiamo di uscire ad Avola per pranzare e appena fuori dal casello “fantasma” troviamo la trattoria-enoteca “La Corte di Bacco” dove ci gustiamo una favolosa pasta alla Norma, uno dei piatti siciliani più famosi e buoni. Finito il pranzo, raggiungiamo in poco tempo il b&b Villa Felicia (www.villa-felicia.it), a 5 minuti dall’uscita del casello di Noto. Lì ci accolgono la gentilissima titolare s.ra Felicetta ed il figlio Salvatore. Dopo averci offerto una fresca crema caffè ci mostrano la struttura, immersa in un grande agrumeto, e la nostra camera. Il b&b ci appare subito molto accogliente, ben curato nei dettagli e impreziosito dagli affreschi della pittrice bresciana Fernanda Palvarini, a tema floreale e presenti in ogni camera e ambiente comune. Il b&b è dotato di piscina con solarium, bar, biliardo, vari gazebo, salottini esterni e un ampio parcheggio, il tutto in un’area tranquilla in mezzo alla compagnia e a 800mt dal mare. Dopo esserci rinfrescati, ci rechiamo a 1km alla spiaggia delle Scoglio Bianco, piccola e graziosa, per il primo bagno nelle candide acque siciliane. Il litorale di Noto quest’anno ha ricevuto “Le Cinque Vele”, la massima classificazione data dalla Guida Blu curata dal Touring Club Italiano, Legambiente e Goletta Verde per la pulizia delle acque e delle spiagge (quest’anno solo 14 località in tutta Italia, di cui 3 in Sicilia). Al rientro, la s.ra Felicetta ci attende per darci tutte le informazioni per poter trascorrere al meglio la nostra vacanza. Ci consegna vari depliant turistici e un foglio preparato da lei con indicati i luoghi più importanti da visitare e le spiagge più belle; ci promette che di giorno in giorno c’indicherà le strade per raggiungere le località che desideriamo e i ristoranti migliori e a buon prezzo dove degustare i prodotti tipici, e così sarà! Felicetta rappresenta proprio l’efficienza di un ufficio turistico e la simpatia dei siciliani. Per la cena ci consiglia la “Trattoria Ducezio”, in via Ducezio 51 a Noto (a 500mt dalla cattedrale), che si rivelerà il ristorante migliore e più economico della vacanza. Qui assaggiamo uno dei piatti tipici, gli spaghetti con le sarde. L’impatto con capitale del barocco siciliano e patrimonio dell’umanità UNESCO, di sera è unico: tutti i suoi palazzi e le numerose chiese sono illuminati in modo eccellente e ben ristrutturati. Dopo la passeggiata lungo c.so Vittorio Emanuele, assaggiamo i famosi dolci tipici, cassata e cannolo, presso la pasticceria “Da Costanzo” in via Spaventa, dietro al municipio, e ritorniamo a Villa Felicia contenti.

SECONDO GIORNO: spiaggia Cala Pizzuta

Iniziamo la giornata con il sole e una colazione esagerata all’ombra dei limoni. Torte fatte in casa, sfogliatelle alla ricotta, paste e latte di mandorla, marmellate casalinghe e numerose altre delizie. Ci facciamo spiegare da Felicetta la strada per raggiungere la spiaggia libera di Cala Pizzuta, subito dopo quella del lido di Noto, a 5 minuti d’auto. E’ una graziosa baia, prima degli scavi archeologici di Eloro, che non offre servizi e attrezzature e per questo ha mantenuto il suo carattere naturale e un mare dai colori meravigliosi. La sabbia è dorata e scende gradualmente nell’acqua, che rimane bassa per qualche decina di metri. Spiaggia ottima per le famiglie e per chi ama la tranquillità. Verso il tardo pomeriggio ci rechiamo a Noto per fare un bel servizio fotografico, approfittando del tramonto che colora di rosa prima e rosso poi le pietre calcaree dei monumenti barocchi, creando uno spettacolo impareggiabile. Per la cena torniamo alla trattoria Ducezio, prendendo delle porzioni veramente abbondanti d’insalata di polipo e di grigliata di pesce spada, calamari e gamberoni, più coca cola, il tutto freschissimo e per soli €15,00 ciascuno! Per concludere in dolcezza, ancora una buonissima cassata “Da Costanzo”.

TERZO GIORNO: spiaggia di Eloro – Palazzolo Acreide

Oggi ci rechiamo alla spiaggia di Eloro, nella sommità nord dell’Oasi protetta di Vendicari, a soli 10 minuti d’auto dal b&b. Lasciamo l’auto al parcheggio, che costa €2,50 per l’intera giornata. La spiaggia è suggestiva, ampia e allo stato naturale, senza servizi e attrezzature (come tutte le spiagge più belle di questa zona), ma al parcheggio c’è un chiosco mobile che vende bibite, panini, latte di mandorla. E’ sempre bene comunque partire da casa con panini, acqua, frutta e l’indispensabile ombrellone (a noi concesso gentilmente in prestito dalla s.ra Felicetta). Nella parte a sud della spiaggia sfocia un laghetto ricco di pesci: superando quello e la collinetta si arriva alla calletta successiva, più tranquilla e meno frequentata e con il mare ancor più trasparente perché meglio riparato dalla corrente: vi è anche una zona per naturisti. Nel tardo pomeriggio partiamo per Palazzolo Acreide, paese barocco nell’entroterra anch’esso patrimonio dell’Umanità UNESCO. Passiamo per Noto e poi lungo la SS286, che in 36 km ci porta alla méta attraverso caratteristici paesaggi. A Palazzolo oggi c’è la conclusione dei 4 giorni di festa per il patrono San Paolo: ci rechiamo con una bella passeggiata alla basilica del Santo dove qualche migliaio di persone è ammassato in attesa della “sciuta” (uscita) della statua di San Paolo. La piazza e il viale principale sono ricoperti dalle tradizionali luminarie molto elaborate e scenografiche. Alle 20 suonano le campane, tuonano le “bombe” e i fuochi artificiali colorano il cielo: la statua esce dalla basilica e inizia la processione, preceduta dall’orchestra di Malta. In queste feste religiose si nota la partecipazione intensa della gente, l’attaccamento alla religione e alle tradizioni di queste genti. Chi visita la Sicilia deve assolutamente partecipare ad una di queste sagre e lasciarsi coinvolgere. Prima del rientro ci mangiamo dei buonissimi arancini all’osteria “Al Gallo”, a fianco la chiesa ed un eccezionale cannolo nella pasticceria “Caprice” lungo c.so Vittorio Emanuele (vicino al Municipio), che risulterà il migliore mangiato in tutta la vacanza! QUARTO GIORNO: Oasi di Vendicari – Spiaggia San Lorenzo Oggi entriamo nel cuore dell’Oasi di Vendicari, a 15 minuti d’auto da Marina di Noto. Si lascia l’auto nel parcheggio a 500mt. Dal mare (costo €3,00) e si fa una piacevole passeggiata tra la natura selvaggia. Verso sud c’è il Pantano Roveto con i casotti d’osservazione, verso nord si ammirano il Pantano Grande, l’antica tonnara ristrutturata con la torre Sveva, e davanti alla baia l’isola da dove il “rais” (capo della tonnara) osservava l’arrivo dei branchi di tonni e dava il via alla loro caccia e mattanza. Proseguiamo lungo il sentiero della costa direzione nord e poco dopo la vecchia caserma della Guardia di Finanza abbandonata ci sistemiamo sugli scogli per goder della tranquillità e fare dello snorkeling tra centinaia di pesci. Nel cuore dell’oasi c’è la spiaggia solo nei pressi della tonnara, ma è ricoperta dalla Posidonia Oceanica che qui prolifera (segno di un’acqua pulitissima), ma può dare fastidio ad alcuni bagnanti, oltre che cattivo odore. Non è dunque l’ideale per una piacevole giornata di sole e mare, ma invece è ottima per un’escursione nella natura (da evitare nelle ore più calde). Nel pomeriggio ci rechiamo nell’estremità sud dell’oasi, alla località San Lorenzo. All’arrivo restiamo a bocca aperta per i colori caraibici di questa lunga baia, dalla sabbia fine e bianca, dolcemente diradante nel mare. Nella parte centrale è attrezzata con sdrai e ombrelloni a pagamento, bar con cucina, mentre sopra e sotto è completamente libera ed ampia. L’acqua rimane bassa e trasparente fino oltre 50mt dalla riva ed è dunque una spiaggia perfetta anche per i bambini. Ci avevano detto che era una delle più belle, ma vederla dal vivo sembra impossibile avere tanta bellezza in Italia. A malincuore la lasciamo per andare a cena ad Avola alla “Taverna del Pescatore”, nella contrada Marina Vecchia, consigliataci e prenotataci da Felicetta. Piatti a base di pesce fresco e tutte le proposte sono invitanti e abbondanti. Prendiamo il famoso antipasto a buffet tutto a base di pesce (già quello ci sfama), poi delle linguine con vongole, pesto e pomodorini Pachino. Con il pane e 2lt d’acqua abbiamo speso solo €22,50 ciascuno. Per concludere in dolcezza, mi prendo una buona granita al gelso nero alla pasticceria “All’orologio”, in piazza Umberto I, nel centro del paese. QUINTO GIORNO: Ispica – Scicli – Punta di Capo Passero – Marzamemi Ancora una cittadina patrimonio UNESCO come méta odierna, Scicli, nel Ragusano. Prendiamo la SP115 che passa per Modica. Ma prima facciamo una breve sosta ad Ispica, che ci colpisce per le sue chiese. Entriamo in quella della SS. Annunciata, l’originaria chiesa madre. Entrati siamo meravigliati dai cangianti colori bianco, turchese e celeste (i colori della Madonna) che ricoprono le navate e dagli stucchi. Un ragazzo della parrocchia si offre gentilmente di farci da guida e ci spiega tutte le tradizioni e ricorrenze del paese, ci mostra le sculture antiche degli altari principali, che vengono portate in processione nel periodo della Quaresima. Ci mostra anche lo scrigno d’argento che contiene la Santa Spina. Arrivati a Scicli verso le 11, iniziamo l’itinerario di visita dalla chiesa di San Bartolomeo, poi la chiesa madre e gli altri monumenti che rendono questo paese una vero gioiello. Entriamo a Palazzo Spadaro dove c’è la sede dell’ufficio turistico e prendiamo dei depliant, oltre ad ammirare le stanze e la scalinata splendidamente affrescati. Purtroppo molte chiese sono chiuse: ci hanno detto che alcune sono in ristrutturazione, altre si affidano alla sorveglianza dei pochi volontari, che operano con orari ridotti e non sempre definiti (in genere 10 – 11,30 e dopo le 16,30). Lasciata la cittadina, scendiamo verso il mare direzione Pozzallo, passando tra infinite distese di piantagioni di carrubi delimitate da integri muretti a secco in sasso. Arriviamo a Punta di Capo Passero, con di fronte l’Isola delle Correnti, punto più a sud d’Italia e d’incontro del mar Jonio e Mediterraneo. Qui c’è sia una spiaggia libera, che una attrezzata. Il mare è bello, con una po’ di posidonie, ma non eccezionale. Dopo un bel bagno proseguiamo per Portopalo, dove facciamo qualche foto al castello e alla vecchia tonnara, entrambi in degrado e abbandonati. Seguendo la strada litoranea arriviamo a Marzamemi, paese di pescatori, che al tramonto assume colori fiabeschi. All’inizio c’è la nota azienda Campisi dove si possono acquistare e degustare tutti i prodotti del mare e delle terre locali: filetti di tonno, bottarga, acciughe, pesto di pomodorini Pachino, olio, vini, ecc. Proseguendo si arriva al porticciolo con le barche in legno coloratissime e il complesso dell’ex tonnara, ristrutturato e trasformato in luogo d’incontro con bar trandy, trattorie, negozietti. La piazzetta centrale è molto affascinante. Finiamo la giornata alla trattoria “Le Tre Caravelle”, davanti al nostro b&b: qui le porzioni sono veramente esagerate e non riesco a finire la mia pasta alla Norma! SESTO GIORNO: Spiaggia Cala Mosche – Siracusa Ritorno nell’Oasi di Vendicari, questa volta in quella che è considerata la spiaggia più bella del Val di Noto, Cala Mosche. Dalla strada per Pachino, dopo Eloro si gira a sinistra per una strada sterrata (ci sono indicazioni). Dopo un paio di chilometri si giunge all’ultimo agriturismo con il grande parcheggio (€2,50 al giorno) e punto di ristoro con anche le docce all’aperto. Da li si prosegue a piedi nel sentiero per 25 minuti e poi si apre davanti agli occhi la spettacolare insenatura di Cala Mosche. La spiaggia è al naturale, ben tenuta, di sabbia finissima e il mare trasparente e piatto, si tocca fino quasi alla fine dell’insenatura. Molti i pesci che arrivano fino a riva. E’ un luogo di totale relax e tranquillità, da ammirare soprattutto durante la settimana magari arrivando presto, in quanto nel week-end si affolla eccessivamente viste anche le ridotte dimensioni. Il ritorno sotto il sole è un po’ faticoso, ma ne è valsa la pena; portatevi sempre berretto, acqua e ombrellone! Per la serata ci trasferiamo a Siracusa (a 35km), percorrendo l’autostrada da Noto a Siracusa Sud e poi raggiungiamo la parte storica della città, l’isola di Ortigia (parcheggiate prima dei ponti perché l’isola è tutta z.t.l.). Percorriamo i vicoletti, dov’è possibile trovare varie osterie, poi c.so Matteotti con le boutique, fino al tempio di Apollo, poi la scenografica piazza Duomo, il lungomare con la Fonte Aretusa fino al castello Maniace, sulla punta. Essendo venerdì ad una certa ora i vari locali e pub iniziano ad affollarsi di giovani e Ortigia prende vita. SETTIMO GIORNO: Spiaggia Eloro – Marzamemi Oggi decidiamo di ritornare alla spiaggia di Eloro nell’oasi di Vendicari. In 15 minuti siamo sul posto ed anche se è sabato la spiaggia non è affollata, vista l’estensione. Ci godiamo così in tutta tranquillità la quiete e il trasparente mare. Il clima in questo periodo è sempre piacevole, ventilato e senza l’afa che tanto ci fa soffrire al nord. Verso l’ora del tramonto ci rechiamo alla bella Marzamemi (23km da Marina di Noto), che questa sera è più animata del solito. Insieme a Noto è la località più vivace e carina di quelle visitate. Ceniamo alla trattoria “L’Approdo” davanti al porto turistico: ottimi piatti di pesce a prezzi buoni, ma il servizio è piuttosto lento. Nel lungomare c’è uno spettacolo di cabaret, mentre i pub della piazza dell’ex tonnara si riempiono di giovani. Lasciamo il paese verso mezzanotte, ma ancora numerose persone sono in arrivo a Marzamemi. OTTAVO GIORNO: Siracusa – Spiaggia Fontane Bianche – Avola La temperatura oggi è alta, ma la brezza ci dà un po’ di sollievo. Felicetta ci ha consigliato di visitare stamani Siracusa, in quanto la domenica i residenti scappano tutti in spiaggia e così si evita il traffico. Iniziamo dalle Catacombe di San Giovanni, con la cripta di San Marciano e la basilica a cielo aperto. Ci sono visite esclusivamente guidate ogni ora (durata 45 minuti) e l’ingresso costa €6,00 (4,00 ridotto). Ne vale la pena per conoscere parte della storia della città antica e vedere un pezzo dei 10 mila mq. Di catacombe cristiane. L’unica cosa negativa è lo stato pessimo in cui sono lasciati l’area esterna d’ingresso e la facciata della basilica. Entriamo successivamente nel vicino santuario della Madonnina delle Lacrime, gigantesca torre circolare in cemento armato visibile da tutta la città. Evitiamo la visita del parco archeologico della Neapolis per il caldo eccessivo. Al suo interno potete comunque trovare il teatro greco, l’anfiteatro romano e l’orecchio di Dionigi (ingresso €10,00). Con l’auto ci trasferiamo all’isola di Ortigia. Andiamo al Duomo, soffermandoci nella cappella dove sono custodite le reliquie di Santa Lucia. Poi in fondo alla piazza visitiamo la bella chiesa di Santa Lucia alla Badia, dove sull’altare si può ammirare la grande pala del Caravaggio “La deposizione di Santa Lucia”, del 1608. Arriviamo poi alla Fonte Aretusa e ci godiamo il panorama sulla baia del Porto Grande. Purtroppo non possiamo visitare l’interno del castello Maniace, in quanto chiude alle 13,30. In un chiosco vicino al ponte vecchio beviamo una dissetante bevanda tipica, il selz al limone, di cui faremo un gran consumo nei giorni successivi! Riprendiamo l’auto e dopo 15 minuti in direzione sud raggiungiamo la grande spiaggia di Fontane Bianche a Cassibile. Oggi è affollatissima, ma durante la settimana dev’essere splendida: mare e spiaggia (sia libera che attrezzata) sono magnifici. Per la cena ritorniamo alla “Taverna del Pescatore” di Avola. Prendiamo 2 antipasti, un risotto ai frutti di mare, che dividiamo (per uno era troppo!), acqua e caffè: totale €15,00 ciascuno. Ci rechiamo poi nel lungomare dove dovrebbe esserci la movida, ma ci delude un po’ per la quasi assenza di locali, negozi e un viale del passeggio degno di esser chiamato così. L’unica animazione è quella delle decine di adolescenti che sfrecciano su e giù in motorino. Ritorniamo così alla tranquillità di Villa Felicia, dove è sempre un piacere fare quattro chiacchiere sotto al profumato gelsomino con Felicetta e gli altri ospiti, ormai ci sentiamo una famiglia! NONO GIORNO: Laghetti di Cava Grande del Cassibile Oggi in programma quella che sarà l’escursione più bella e faticosa della vacanza: la riserva di Cava Grande del Cassibile, sopra ad Avola Antica, a 30km dal Lido di Noto. Si percorre una bella strada panoramica ed a metà percorso un belvedere offre la vista su Avola e tutto il litorale. Grazie alle indicazioni stradali arriviamo facilmente al parcheggio dove, oltre al bar-trattoria (chiuso il lunedì), c’è il punto di partenza del sentiero con il presidio della Forestale Regionale. La discesa è faticosa e dura 35 minuti: il sentiero “Scala Cruci” è ripido e a tratti a gradoni scavati nella roccia, ma quando si arriva ai laghetti principali si dimentica tutto. E’ un paradiso di colori e profumi. Cava Grande infatti è una riserva naturale ed uno dei canyon più grandi d’Europa (lungo 10km, largo 1km, profondo 300mt). Lungo il sentiero ci sono cartelli che indicano i vari tipi di flora presenti (scritti anche con il loro nome siciliano), come platani, lecci, salici, oleandri, orchidee e piante aromatiche. Ai laghetti poi sono numerose le libellule, le farfalle, le lucertole ed i pesci. Tuffarsi nelle fresche acque del fiume Cassibile, che nei secoli ha scavato questo canyon, ripaga della fatica. Verso le 17,30 (meglio non farlo prima per il sole) iniziamo la risalita, che dura 45 minuti. Il panorama verso la necropoli sicula e la grotta della Conceria (o dei briganti) allevia la fatica. Verso la cima notiamo una coppia di gheppi in volo che ci accompagnano con i loro stridi fino alla cima. Escursione meravigliosa alla portata di tutti, a parte bambini troppo piccoli, anziani o persone con problemi di salute, in quanto l’unica possibilità di soccorso in caso di necessità è con l’elicottero. E’ da tener presente che, essendo una riserva, giù non ci sono punti di ristoro o assistenza, sono consigliabili scarpe da ginnastica con calze ed i cellulari no prendono! La sera io e Riccardo siamo eccezionalmente invitati a cenare con Felicetta ed i suoi famigliari per degustare le fantastiche pizze, focacce, schiacciate ed altri prodotti tipici preparati magistralmente da Mariella, Francesca ed Ylenia. Ancora una volta l’ospitalità sicula supera tutte: la cena e l’allegra compagnia sono eccellenti e ci fanno sentire parte della famiglia. DECIMO GIORNO: Ragusa Ibla Passiamo la mattina alla spiaggia di Eloro. Verso le 17 partiamo per Ragusa, percorrendo la SP115, via Modica. Arriviamo dopo 1h15’ nella parte più vecchia e caratteristica della città, Ibla. Già in lontananza mostra il suo fascino: sembra un presepe incastonato tra le rocce. Ibla è un borgo barocco rinato sulla pianta medioevale, dopo il terribile terremoto del 1693 che ha raso al suolo tutto il Val di Noto. Dal 2002 è anch’esso patrimonio UNESCO. Parcheggiamo vicino ai bei Giardini Iblei, che visitiamo insieme alle 3 chiesette in esso contenute. Percorriamo c.so XXV Aprile fino a p.za Pola dove entriamo nella chiesa di San Giuseppe. Arriviamo poi in p.za Duomo dove dall’alto dell’imponente scalinata domina il duomo di San Giorgio. Dalla piazza prendiamo il trenino che con soli €5,00 e 40 minuti ci porta a fare il tour dei luoghi più significativi di Ibla. Passeggiando arriviamo in via Cap. Bocchieri per ammirare il Palazzo La Rocca, uno dei più belli esempi del barocco cittadino. Ci rechiamo poi alla suggestiva p.za della Repubblica, dove sono concentrati la chiesa delle Anime del Purgatorio, Palazzo Casentini, la chiesa dell’Idia e la Vecchia Cancelleria, tutti da vedere! Nella piazza troviamo anche l’ufficio informazioni dell’associazione “Zuleima” (www.zuleima.org), che ci offre delle utili mappe e consigli per la visita. Ritorniamo in p.za Duomo per cenare al risto-pizzeria “La Piazzetta”, consigliatoci sempre al nostro b&b. Ci accoglie gentilmente il titolare Pippo, che ci consiglia il piatto della casa per degustare i prodotti locali: mix di carne alla brace, formaggi, verdure grigliate, arancino, parmigiana di melanzane, pomodori impanati. Con le bevande spendiamo €17,00 ciascuno, ottimo! Lasciando la città guardando il meraviglioso panorama in notturna, unico. UNDICESIMO GIORNO: Modica – Spiaggia San Lorenzo, IX Strada Ci aspetta la visita di Modica, altro capolavoro barocco patrimonio UNESCO. Per raggiungerla deviamo dalla SP115 sulla SP17 qualche km prima di Rosolini. Questa bella strada passa tra distese di carrubi e campi di grano, contornati a reticolo da muri in sasso. Arrivati parcheggiamo in via Marchesa Tedeschi e subito visitiamo la chiesa di Santa Maria di Betlemme, dov’è custodito un antico presepio gigante. Proseguiamo lungo c.so Umberto I, dove ritiriamo delle mappe presso l’ufficio turistico, ed entriamo poi nel duomo di San Pietro e successivamente in quello di San Giorgio, imponente dall’alto dei suoi 254 scalini. Finito l’itinerario di visita acquistiamo il famoso cioccolato di Modica presso “La Dolce Contea” in via Marchesa Tedeschi 26, prodotto da loro con il nome “I Blasonati” (100gr per €1,90, ottimo prezzo). I gusti sono molti e li prendo tutti! Per riprenderci dalla calura subita a Modica, andiamo a tuffarci nella splendida spiaggia di San Lorenzo, questa volta nell’estremità nord detta la IX Strada, che è anche il confine sud dell’oasi di Vendicari. Mare caldo e dai colori fantastici, sabbia chiara e fine, spiaggia libera. In lontananza si notano la vecchia tonnara e l’isola. Dopo quella di Cala Mosche è la spiaggia più bella della costa siracusana, per noi. Per l’ultima cena notina andiamo nuovamente a degustare le specialità della trattoria “Ducezio” insieme a due famiglie di amici veronesi arrivate da qualche giorno a San Lorenzo. Dopo cena ci prendiamo una cassata presso il blasonato “Caffè Sicilia”, al numero 125 di Corso Vittorio Emanuele, ma non restiamo tanto soddisfatti, soprattutto per il conto maggiorato del 22% per il servizio e poi pagare una granita €6,10 mi sembra un po’ esagerato! Finiamo la serata con gli amici di Villa Felicia, sotto al gelsomino e in poco tempo ci ritroviamo in 18 più una bottiglia di rhum. DODICESIMO GIORNO: Spiaggia Scoglio Bianco – Catania Dopo la colazione ci portiamo alla spiaggia dello Scoglio Bianco, a 2km dal b&b. Un’ultima nuotata tra i pesci del mare e poi nella piscina di Villa Felicia. Verso le 16,45 partiamo per Catania, ma non prima dei commoventi saluti a Felicetta (che ci omaggia di un grazioso fiore in ceramica) e a tutta l’allegra compagnia del b&b, compreso la barboncina Lilli. Alle 18 riconsegniamo l’auto all’aeroporto, dove ci viene prelevare l’amico Antonio, mio compagno di corso Ufficiali dell’Esercito, catanese doc! Ci porta al b&b “I Colori di Sara” (www.coloridisara.com) che si trova in una palazzina in un quartiere tranquillo. E’ arredato con gusto, ottima la pulizia e le finestre sono insonorizzate. Anche il prezzo è buono: €60,00 a camera doppia con bagno e colazione. A pochi metri, al numero 25 di via Citelli, c’è il bar pasticceria “Marchesi”, dove ci dicono si mangino i migliori arancini di riso (i classici sono quelli al ragù) di Catania, oltre che alle bolognesi, le pizzette e molto altro. Per cena siamo ospiti di Antonio e la moglie Francesca ci ha preparato un’infinità di pietanze a base di pesce e l’immancabile caponata. Ospitalità e cena ottime. Prima di coricarsi andiamo in uno dei tipici chioschi di strada per una fresca bevanda digestiva analcolica, il selz al tamarindo. TREDICESIMO GIORNO: Catania – Taormina – Isola Bella Oggi ci aspetta la visita alla località più conosciuta ed internazionale della Sicilia, Taormina. In 30 minuti arriviamo a destinazione con l’autostrada, lasciamo l’auto nel parcheggio a pagamento Lumbi, da dove parte le navetta gratuita per il centro. Percorriamo il corso principale ammirando chiese, palazzi e le decine di negozi, specie quelli delle ceramiche artistiche e dei dolci. Visitiamo il noto Teatro Greco, ma l’ingresso di €8,00 ci sembra troppo considerato ciò che c’è da vedere all’interno. Ma il panorama da lassù sul litorale è impareggiabile. Per ripararci dal sole ci rechiamo ai graziosi giardini pubblici all’inglese, con i caratteristici “casotti” in sasso e legno. Terminata la visita del centro, scendiamo alla riserva di Isola Bella per una fresca nuotata tra i moltissimi pesci. La spiaggia è piccola, di ciottoli, sia libera che attrezzata. L’auto conviene lasciarla al parcheggio della funivia (€4,50 per 3 ore). Tornati a Catania, ceniamo da “Marchesi” con ottimi arancini e poi raggiungiamo a piedi la via dello shopping, via Etnea, e p.za Duomo. Prima del rientro gustiamo un’ottima cassata alla nota pasticceria “Spinella” all’incrocio tra via Etnea e c.so Umberto. QUATTORDICESIMO GIORNO: Catania Alle 9,30 Antonio ci preleva al b&b per farci fare il tour a piedi del centro di Catania. Iniziamo dalla chiesa di San Nicolò all’Arena, che doveva essere la più grande della città, ma è rimasta incompiuta. L’antico monastero benedettino annesso è ora sede dell’Università e l’interno mostra tutti i fasti dell’epoca, infatti i frati che vi vivevano erano i secondogeniti dei nobili. Poi vediamo i pochi resti degli antichi bastioni della città, distrutti da terremoti ed eruzioni, e l’integro Castello Ursino, ora sede museale. Attraverso vicoli caratteristici arriviamo alla Pescheria, quartiere sotto p.za Duomo dove ogni mattina (esclusa domenica) si svolge il coloratissimo e vivace mercato ortofrutticolo e di pesce, con i venditori che urlano prezzi e nomi dei prodotti in vendita. Da vedere assolutamente! Arrivati in p.za Duomo entriamo nella maestosa Cattedrale dove sono custodite le reliquie della patrona cittadina, Sant’Agata, purtroppo non visitabili. Al centro della piazza ammirevole è pure la fontana con l’elefante, simbolo della città. Proseguiamo la visita, solo dall’esterno, della Badia di Sant’Agata e del Teatro Massimo. Arriviamo a p.za Stesicoro, dove sono visibili i resti dell’antico anfiteatro romano. Per uno spuntino andiamo in via Etnea (angolo via Umberto) alla pasticceria “Savio”, il locale più famoso a Catania per degustare arancini, cassate e cannoli siciliani. Tutto ottimo e a buon prezzo. Nel pomeriggio andiamo al Lido Plaja, la grande spiaggia cittadina. Il mare qui non è certo quello del litorale siracusano (Catania non ha ancora depuratori), ma un bagno si può fare, stando attenti alle meduse. Cena casalinga dagli amici, dove Francesca ci ha preparato un’eccezionale pasta alla Norma. QUINDICESIMO GIORNO: Etna – Aci Trezza – Aci Castello Oggi gita sull’Etna, che raggiungiamo dopo circa 45 minuti d’auto. Ci fermiamo al grande piazzale da dove parte la funivia per salire al cratere principale. Da lì ammiriamo il panorama circostante e poi i crateri silvestri, quelli più antichi, nei quali è possibile entrare. I colori delle varie colate laviche vanno dal rosso al nero e mischiati con l’azzurro del cielo e il giallo e verde delle numerose piante di ginestre formano un’incredibile tavolozza di colori. Scendiamo con l’auto verso la Valle del Bove, una spaccatura molto profonda dove si sono incanalate naturalmente le maggiori colate laviche. Arriviamo al paese di Nicolosi per uno spuntino e poi proseguiamo fino al mare per ammirare Aci Castello prima e Aci Trezza poi, con i suoi famosi Faraglioni dei Ciclopi. Tornati a Catania facciamo un ultimo bagno al Lido Plaja, ceniamo sempre dagli amici catanesi e beviamo ad un chiosco l’ultimo selz al limone. La nostra bellissima vacanza in questa regione ricca di risorse è giunta al termine. Domani alle 9,25 parte il nostro volo, destinazione Verona. Lasciamo una parte del nostro cuore qui e portiamo con noi i sapori, i profumi e i colori della Sicilia e l’ospitalità dei suoi abitanti. Torneremo!



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