Gite scolastiche e turismo in Italia

Carlo Mantovani intervista Patrizio...
Turisti Per Caso.it, 05 Mar 2009
gite scolastiche e turismo in italia
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Pubblichiamo l’intervista fatta a Patrizio dall’amico giornalista e umorista Carlo Mantovani. per la rivista Dimensioni Nuove

Quando si parla di viaggi, sono tantissime le domande che ci possiamo fare. Se non vedete l’ora di partire, vi chiederete “quando?”; se siete indecisi, “dove?”; e se invece – causa crisi – siete al verde, sbotterete in un rassegnato “e come??”. C’è una domanda, tuttavia, che dovrebbe venire spontanea, e invece pochissimi si fanno: “perché?”. Già: perché partire? A quale scopo preparare le valige e visitare un posto? Se è vero che partire è un po’ morire – specialmente quando vi presentano il conto dell’albergo – il viaggio giusto, a volte, può cambiarci la vita. Come? Ne abbiamo parlato col più famoso dei turisti italiani, l’esplosivo compagno televisivo di Syusy Blady, Patrizio Roversi.

Carlo Mantovani: Per molti ragazzi la gita scolastica rappresenta il primo viaggio. Un battesimo sempre più criticato – da genitori e insegnati – per i costi elevati e la scarsa efficacia didattica. Sei d’accordo? Patrizio: Personalmente ricordo quei viaggi con grande piacere, ma soltanto perché mi consentivano di vedere compagni e insegnati sotto una luce diversa, libera dagli adempimenti scolastici. Per il resto, invece, le gite scolastiche non mi hanno lasciato quasi nulla: né arricchimento culturale, né – tanto meno – passione per il turismo. Forse perché si visitavano sempre gli stessi posti (immancabile, per noi di Mantova, era la gita al Vittoriale, sul lago di Garda) e nessuno ci spiegava perché visitavamo quel posto, chi era D’Annunzio e che cosa avremmo visto. Insomma: non eravamo abbastanza motivati. Un problema che – purtroppo – temo sia lontano dall’essere risolto: ancora adesso, infatti, vedo la mia bellissima città invasa da orde di studenti inconsapevoli che, per come si comportano, rievocano il sacco dei Lanzechenecchi.

Carlo Mantovani: Mi sembra di capire, quindi, che a tuo parere la scuola potrebbe fare molto di più per instillare nei ragazzi l’amore per il viaggio e creare turisti consapevoli. Patrizio: Non molto: moltissimo. Ad esempio potrebbe abbandonare gli itinerari usurati e coinvolgere gli studenti nella scelta del luogo da visitare. Per poi creare, col pretesto del viaggio, un progetto di insegnamento interdisciplinare che ne svisceri gli aspetti fondamentali. I ragazzi, in questo modo, sarebbero certamente più motivati e magari comincerebbero a vedere nel viaggio non soltanto un’occasione di svago, ma anche una preziosa fonte di conoscenza. Una responsabilità, va detto, che il mondo dell’istruzione condivide con i tour operator, i quali dovrebbero progettare pacchetti turistici pensati appositamente per la scuola. Qualche esempio virtuoso, comunque, in cui divertimento e apprendimento vanno a braccetto, già esiste: è il caso del parco marino Oltremare, a Riccione, o del centro Le Navi, a Cattolica. Ma la scuola – a mio parere – potrebbe spingersi ancora più in là, trasformando le tecniche del turismo in una vera e propria materia d’insegnamento: come si sceglie il viaggio, come di effettuano le prenotazioni e – importantissimo – come si definisce il budget.

Carlo Mantovani: In una società e – di riflesso – in una scuola sempre più multietnica, non sarebbe interessante proporre l’idea del turismo come modo per conoscere culture diverse e quindi il rispetto degli altri? Patrizio: Certo che sì! Il turismo è fondamentale, perché costituisce una fonte di conoscenza diretta – non mediata da libri o mass media – delle altre culture. A conferma, vorrei citare una mia esperienza personale. Uno dei miei primi viaggi fu in Egitto. Avevamo una guida locale molto in gamba e quando un turista chiese “ma come fate, voi Musulmani, a pregare sei volte al giorno??”, rispose: “E voi come fate a stare tutti i giorni tre ore davanti al televisore?” Da allora abbiamo cominciato a guardare il mondo musulmano con occhi diversi: sapevamo che cos’è il ramadan, quali sono i loro costumi e, improvvisamente, diventava più facile accettarli e rispettarli, una volta tornati a casa. Se gli insegnati, poi, spendessero qualche ora per studiare la cultura dei paesi dai quali provengono gli alunni stranieri presenti nella classe, troverebbero un modo straordinariamente efficace per renderli protagonisti e interessanti agli occhi dei compagni. Un modo splendido, insomma, di catalizzare l’integrazione.

Carlo Mantovani: Oltre ad essere fonte di piacere e di conoscenza, il turismo costituisce una fonte d guadagno e una componente fondamentale del nostro PIL. Come mai, nonostante le inimitabile concentrazione di ricchezze ambientali e architettoniche, l’Italia continua a perdere posizioni nella top ten dei paesi più visitati? Patrizio: Il turismo – non sono certo io a scoprirlo – è la maggiore risorsa economica dell’Italia. Il nostro paese è talmente pieno di bellezze paesaggistiche e tesori artistici che potrebbe diventare un vero e proprio museo all’aria aperta in cui gli Italiani sbarcano il lunario semplicemente facendo da custodi. Pensa che, anni fa, la mia compagna di viaggio Syusy propose di sostituire le frontiere italiane con altrettante biglietterie! Ma tutto questo, purtroppo, è destinato a restare soltanto un sogno. Almeno finché continueremo a tollerare l’orribile malcostume degli abusi edilizi e ad avallare investimenti sbagliati, come l’industria pesante nel sud Italia. Una scelta rivelatasi doppiamente costosa: dal punto di vista ambientale, perché ha inquinato aree di grande bellezza la cui bonifica richiede stanziamenti enormi; e dal punto di vista economico, perché tali impianti – adesso – stanno tutti chiudendo. Errori che, con la complicità dei sindacati, sono stati commessi anche al Nord: pensiamo, ad esempio, alla mia Mantova, perla rinascimentale soffocata dai fumi della Montedison, che sconta con un tasso di tumori di gran lunga superiore alla media nazionale.

Carlo Mantovani: E per quanto riguarda il nostro sistema turismo? Patrizio: Sono due le cose che mi vengono in mente. La prima riguarda i pacchetti turistici per l’Europa – quelli che vengono acquistati da American e Giapponesi, per intenderci. E’ gravissimo che siano tutti nelle mani di tour operator stranieri, i quali non hanno alcun interesse a far conoscere il nostro paese ai turisti e quindi, al massimo, prevedono un paio di tappe per le foto ricordo davanti al Colosseo e in piazza San Marco. C’è poi un problema di frammentazione dell’offerta, che ci danneggia tantissimo: è inammissibile che province – e persino comuni – continuino a promuovere la propria immagine singolarmente, al di fuori di un progetto nazionale, che non esiste.

Carlo Mantovani: Vuoi dire che – come paese – abbiamo bisogno di ripensare la nostra offerta turistica? Patrizio: Esatto. Io punterei soprattutto sulla creazione di percorsi omogenei, caratterizzati, che sappiano catturare l’interesse del turista straniero: penso a pacchetti incentrati sull’enogastronomia – un altro dei nostri tesori – sulla natura, o sulla storia. Pacchetti che portino i nostri ospiti a visitare itinerari alternativi, ma ugualmente piacevoli.

Carlo Mantovani: Internet e turismo. Un sacco di gente, ormai, prenota on line: è l’anticamera della fine, per le agenzie turistiche? Patrizio: Beh, mi auguro proprio di no, perché quella dell’informatore turistico è una figura fondamentale, che va difesa. E comunque bisogna distinguere: i tour operator – cioè coloro che producono l’offerta turistica – non saranno mai in crisi; per quanto invece riguarda la vendita dei pacchetti turistici, che fa capo alle agenzie, credo sopravvivranno solamente i più bravi e preparati, cioè quelli che riescono ad individuare il viaggio giusto per ciascun cliente.

Carlo Mantovani: Due termini inglesi di successo: sei favorevole ai voli low-cost e alle offerte last- minute? Patrizio: Purché non collegato all’overbooking (pratica deprecabile che secondo me non è un semplice disservizio, ma un vero e proprio reato), il low-cost è un fenomeno positivo: ha reso più abbordabili alcune destinazioni, favorendo lo sviluppo delle aree interessate dalla tratte a basso prezzo. Sono favorevole anche ai last-minute, sperando che la gente non scelga un viaggio soltanto perché conviene, ma perchè ha un obiettivo, una motivazione personale.

Carlo Mantovani: Veniamo alle cose pratiche. Il consiglio che – immagino – tutti ti chiedono: come si fa a scegliere il viaggio giusto? Patrizio: Il viaggio è come un paio di scarpe: deve essere della tua misura, altrimenti sono dolori! Come si individua trova il posto giusto dove andare? Ci sono molti modi: guardando un film o un documentario, leggendo un libro, sfogliando una guida o una rivista. Qualcosa che risvegli il tuo interesse verso un luogo e ti faccia pensare che possa essere speciale per te. Mi raccomando: mai visitare un luogo perché è di moda o perché costa poco. La cosa fondamentale, infatti, è che sia adatto a voi.

Carlo Mantovani: Ci sono quelli che prima d un viaggio leggono tutte le riviste e le guide esistenti e quelli che, invece, preferiscono limitarsi alle informazioni essenziali e poi apprendere sul posto. Tu a quale categoria appartieni? Patrizio: Eh, purtroppo alla seconda! Ma esiste anche una terza categoria, che non hai menzionato e che – secondo me – è l’ideale, quella a cui vorrei appartenere: sono coloro che, prima di partire, si documentano sui luoghi e poi, una volta arrivati, vanno a verificare di persona, per formarsi un’opinione autonoma.

Carlo Mantovani: Preparazione della valigia: è vero che è una fase sottovalutata, ma alla quale, in realtà, bisognerebbe fare molta attenzione? Patrizio: Verissimo. E il mio consiglio è: valigia il più vuota possibile. Metteteci dentro soltanto le cose essenziali. Se vi manca qualcosa, potete sempre comprarla sul posto e procurarvi un ricordo del viaggio. E’ per questo che di solito io, oltre al bagaglio a mano, porto con me uno zaino completamente vuoto.

Carlo Mantovani: Per finire: non è che – per caso – ci puoi anticipare quale sarà il tuo prossimo viaggio? Patrizio: Ma certo: si tratterà del cosiddetto “Slow tour”: un giro d’Italia eco-compatibile, che non preveda l’uso della benzina. Ci sposteremo soltanto in treno, in bici, in canoa, e a piedi. Il nostro viaggio è già iniziato e proseguirà per tutto il 2009. I servizi che gireremo verranno postati anche sul nostro sito. Posso aggiungere una cosa, in conclusione? Carlo Mantovani: Ma certo… Patrizio: Mi fa particolarmente piacere rilasciare un’intervista a Dimensioni Nuove perché – nella mia carriera di turista per caso – mi sono accorto che i Salesiani, con le loro scuole sparse per il mondo, costituiscono una sorta di un’agenzia culturale molto efficiente e apprezzata, fondamentale punto di riferimento per molti.



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