Anche Roma ha il suo angolo di gotico: dietro al Pantheon c’è una chiesa dalla storia davvero particolare

Leonardo Anchesi, 16 Mar 2024
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Non solo barocco a Roma ma anche (e tanto) gotico, con il suo fascino misterioso e i suoi maestosi archi a sesto acuto. La Basilica di Santa Maria sopra Minerva rappresenta proprio tutto questo; tuttavia, qualora vi aspettaste alte guglie e figure inquietanti che aggettano dalla facciata purtroppo resterete delusi: per vedere qualcosa di simile dovete andare parecchio più a nord. Qui potrete ammirare il gotico nella sua declinazione più italiana possibile, con strutture che si slanciano verso l’alto dipinte con colori vivaci e sgargianti. E non solo: il suo interno, come si confà a un edificio che ha visto passare davanti a diversi secoli di storia, è un vero e proprio palinsesto di stili, correnti e grandi artisti che si vivono armoniosamente sotto lo stesso, con il solo scopo di allietare gli occhi di noi viaggiatori.

Da tempio pagano a simbolo di cristianità

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Dalla facciata non si intuisce minimamente l’interno

Nel luogo ove oggi è stata eretta la chiesa di Santa Maria sopra minerva, gioiello del gotico di Roma, in antichità erano presenti tre templi dedicati a Minerva, Serapide e Iside. Già nel corso dell’VIII secolo papa Zaccaria concesse l’area, già al tempo munita di una piccola chiesa, alle suore basiliane giunte a Roma da oriente. Ma la vera svolta avvenne verso la fine del XIII secolo e più precisamente nel 1280. Papa Bonifacio VIII, l’acerrimo nemico di Dante Alighieri, finanziò ai domenicani, nel frattempo subentrati alla direzione del convento, la costruzione della attuale basilica a tre navate; gli architetti presero spunto dalla fiorentina Santa Maria Novella, seppur semplificando diversi elementi. Il cantiere fu lunghissimo, tanto che la facciata trovò compimento solo nel XVIII secolo per volontà espressa di papa Benedetto XIII.

La chiesa è titolo cardinalizio dal 1557, ovverosia il suo nome è legato indissolubilmente a uno specifico Cardinale; il primo fu Michele Ghislieri, divenuto poi Papa con il nome di Benedetto V, e l’attuale è il cardinale Antonio Augusto dos Santos Marto, vescovo emerito di Leiria-Fátima. Altra chicca storica: il 22 giugno 1633, nel convento adiacente alla chiesa, il padre della moderna astronomia Galielo Galilei, tacciato di eresia, abiurò le proprie teorie scientifiche.

Gotico, barocco e neogotico a Roma

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Un’esplosione di colori accoglie il visitatore

La facciata non lascia minimamente intendere al visitatore la magnificenza che è racchiusa all’interno: il suo aspetto, la cui armoniosa semplicità è accentuata dall’intonaco bianco, è figlio dell’epoca tardorinascimentale. Una volta guadagnato l’ingresso, tuttavia, si apre davanti ai nostri occhi un trionfo di gotico italiano: l’impianto a tra navate è scandito da possenti pilastri; tutto l’interno è finemente affrescato in stile neogotico, risultato dei lavori di restauro degli inizi del XIX secolo. La profonda abside ricorda gli edifici religiosi fiorentini, o comunque toscani, del XIII secolo; l’intradosso dei grandi arconi a sesto acuto è decorato con clipei raffiguranti figure di Santi e Pontefici.

Le opere d’arte qui contenute sono decisamente innumerevoli: sepolcri papali, tombe di Santi e opere di Bernini, Maderno, Baccio Bandinelli e molti altri sono qui concentrate, dando lustro immenso a tutto l’edificio e lasciando il viaggiatore ignaro assolutamente stupefatto di aver scoperto questo angolo di gotico (e non solo) nella Roma del centro storico.

Il monumento funebre a Maria Raggi

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Quasi nascosto giace questo emblema del barocco

Un breve approfondimento merita questa scultura, decisamente annoverabile fra le meno note del grande architetto e scultore barocco Gian Lorenzo Bernini. Sopra un grande pilastro del capolavoro gotico di Roma sta questa opera che, nonostante sia poco nota, la possiamo considerare un vero e proprio emblema del barocco. Un drappo di marmo scuro, inserito in una cornice di marmo pregiato giallo, pende dall’alto; l’effige dorata della titolare del monumento funebre, suor Maria Raggi, spicca sulla sommità e sotto una lunga iscrizione ricorda la pia vita della donna.

Tanto è il dinamismo di questa scultura che si fa un’estrema fatica a capire che si è davanti a un materiale lapideo piuttosto che a un drappo di stoffa pregiata; ma osservandolo attentamente, emerge tutta la maestria del Bernini nel mutare un materiale originariamente duro e difficile in ciò che di più morbido e dinamico abbiate mai visto. Questo monumento è un buon motivo in più per programmare una visita a Santa Maria sopra Minerva. 

Credit foto:
Monumento funebre a Maria Raggi
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