Pantelleria – figlia del vento e del mare

Il mio viaggio (nel 2004, e non nel 2003 come appare nel modulo) è stato tutto organizzato su internet - ci siamo serviti dell' agenzia La Cossira, che per una spesa totale ( = per entrambi) di poco più di 900 € ci ha dato un dammuso in affitto, uno scooter 100 con i caschi (e bauletto) e il volo AR Roma-Pantelleria. 1° giorno: un...
Scritto da: Annalisa Banchi
pantelleria - figlia del vento e del mare
Partenza il: 05/06/2003
Ritorno il: 12/06/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
Il mio viaggio (nel 2004, e non nel 2003 come appare nel modulo) è stato tutto organizzato su internet – ci siamo serviti dell’ agenzia La Cossira, che per una spesa totale ( = per entrambi) di poco più di 900 € ci ha dato un dammuso in affitto, uno scooter 100 con i caschi (e bauletto) e il volo AR Roma-Pantelleria.

1° giorno: un responsabile dell’ agenzia è venuto ad accoglierci in aeroporto sia a Roma che a Pantelleria, dove ci hanno immediatamento fornito lo scooter. Siamo poi stati accompagnati al dammuso dalla proprietaria, che ci ha portato i bagagli in auto fino là. La giornata ci è servita per ambientarci, riposare e fare un po’ di spesa.

2° giorno: breve giro della città (noi a Kazen eravamo a 3 km da Pantelleria, è stata una scelta fortunata perchè qui sull’isola per qualsiasi cosa si necessiti si deve andare là, vi sono pochissimi altri posti dove fare acquisti anche di prima necessità). Visita al Lago di Venere, dove si possono fare i fanghi e godere delle calde acque termali. Ogni tanto ci siamo persi per le “troppe” indicazioni stradali…

3° giorno: grotte di Satarìa. Qui vi sono le delle vere e proprie grotte con delle vasche contenenti acqua calda, tutto al buio ma dopo pochi min. Di adattamento si vede persino il fondo della vasca! Inoltre la vasca esterna, ampia e riparata, permette di fare il bagno nell’ acqua del mare in tutta tranquilità. A pranzo siamo andati a mangiare a Scauri da U Friscu, una sorta di bar con primi piatti, dove si può mangiare l’insalata pantesca e il cous cous e bere il rinomato passito. 4° giorno: Arco dell’ Elefante. Si trova sulla costa opposta a quella del giorno precedente, per arrivarci si passa dalla strada che poi, attraverso un percorso accidentato, porta al Laghetto delle Ondine, che noi abbiamo solo visto. Interessante però anche il panorama che si gode da Punta Spadillo (la punta che sovrasta il laghetto). Passando da Cala Tramontana siamo arrivati all’ Arco, dove, come in ogni cala, non c’è sabbia ma sassi rocce e scogli (per fortuna spesso piatti!) dove prendere il sole! Il vento ci ha accompagnato per tutto il tempo, ma non è mai stato troppo forte e anzi ci permetteva di stare più a lungo al sole. Dall’ Arco volevamo andare a mangiare alla tavola calda a Cala Levante, ma era chiusa e siamo andati a Tracino in un ristorante dove abbiamo mangiato spaghetti al pesto pantesco e i famosi baci, simili ai cannoli siciliani ma di forma tonda e schiacciata. Al ritorno sosta a Cala Gadir, anche qui acque termali caldissime, e a Cala 5 Denti, molto riparata ma difficile da raggiungere.

5° giorno: La Pazzia. Abbiamo deciso di fare il giro dell’ isola lungo la perimetrale (che è la strada principale), ovviamente con diverse soste. Pazzia perchè siamo arrivati a casa distrutti dalla stanchezza, perchè abbiamo viaggiato molto + dei 51 km della perimetrale, e anche a piedi. Prima tappa Cala Nicà, alla ricerca di acque calde che abbiamo poi scoperto essere raggiungibili solo via mare; alla cala si arriva attraverso un sentiero pavimentato in sassi tipo “via romana”. Il pranzo da U Trattu, a Rekahle, gestito da un personaggio tipo mangiafuoco: pesce spada alla brace e insalata pantesca + granita + vino.

Pessima l’idea di visitare le favare che si raggiungono attraverso un percorso tipo ttrekking che noi abbiamo fatto con le ciabatte e i sandali, inoltre non aspettatevi dei geiser, perchè si presentano come degli sbuffi di vapore che esce da una sorta di “casa” fatta di sassi.

Al ritorno discesa alla martingana ed errore: abbiamo saltato la balata dei turchi, a detta di molti il punto + bello dell’isola. Infine sosta ancora all’arco dell’ Elefante e rientro.

6° giorno: giro in barca con Franco U Piscaturi sulla sua Futura. A bordo si mangia pesce alla brace fatto sulla barca e pescato da Franco, che è un vero e proprio showman. Non è un pranzo da ristorante ma è perfetto per un giro in barca. Divertimento al 100%. E’ una delle cose che vanno fatte.

7° giorno: ritorno a Sataria e da U Friscu. Sono quasi le 18 quando una coppia dell’ Isola dell’ Elba ci dice che non possiamo rientrate senza aver visto la sauna natura del Bagno Asciutto. In sella allo scooter partiamo alla volta di questa grotta, che non è certo vicina, ma che davvero vale la pena di visitare. Le indicazioni a volte sembrano mancare ma alla fine ci si arriva. Dalla grotta esce vapore caldissimo, può ospitare fino a 15-20 persone, una sorta di bagno turco, ma immerso nella natura! 8° giorno: il rientro. Volo Pantelleria Roma con al seguito Moscato e Passito (5 bottiglie in tutto, acquistate da Benito Patanè – un negozio che vale la pena di vistare, soprattutto per il proprietario, che è l’emblema della gentilezza e dell’ospitalità dei panteschi).



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche