10 giorni e 9 notti a Karpathos

Le nostre impressioni su una delle perle del Dodecanneso
Scritto da: davide75
10 giorni e 9 notti a karpathos
Partenza il: 08/07/2010
Ritorno il: 18/07/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
No, la foto alla cupola rossa della chiesa che domina la spiaggia di Kira Panagia non l’abbiamo fatta. E a Pigadia ci siamo fermati giusto il tempo di un aperitivo. Anzi no, anche di una colazione. Eh già, perché anziché dall’alto, a Karpathos ci siamo arrivati poco prima dell’alba, via mare. Sì, perché il giorno prima di partire da BGY (Bergamo-Orio-al-Serio nel codice aeroportuale) con volo Ryanair diretto a Rodi, abbiamo scoperto che il volo interno della Olympic Air da Rodi a Karpathos era…cancellato causa sciopero dei controllori di volo. Ora, con tutta la solidarietà che uno può provare nei confronti di chi sciopera per reclamare diritti sacrosanti, devo dire che a me le balle un po’ sono girate. Per lo meno fino a quando all’aeroporto bergamasco non abbiamo incontrato Franco e Nina, detti anche gli zingari del Dodecanneso, che ci hanno assicurato che a Karpathos ci saremmo arrivati senza problemi. Loro d’altra parte erano diretti là e mica avevano prenotato il volo interno da Rodi. “Ma no, non c’è problema. Arriviamo a Rodi e vediamo. Se non c’è l’aereo andiamo al porto e ci imbarchiamo con il traghetto.” Detto fatto ci accodiamo a loro e dopo un giro turistico a Rodi (fuori programma ma comunque piacevole perché la città vecchia merita una visita) alle undici e mezza di giovedì sera ci imbarchiamo alla volta di Karpathos. Mare agitato, la nave della Anek Lines rolla che è un piacere…almeno per coloro ai quali piace il rollio. Noi ci siamo accucciati in un sottoscala e ci siamo rialzati all’alba quando eravamo in prossimità del porto di Pigadia. In realtà mi sono svegliato nel cuore della notte, sentendo la nave che andava…..giùùù e poi…suuuu….! Molto meglio dormire e fare finta di niente!

Ma questo dovrebbe essere un resoconto del nostro viaggio a Karpathos, per cui meglio non dilungarsi troppo. E quindi ecco le nostre impressioni su un’isola molto popolare fra la tribù dei turisti per caso. Noi eravamo alloggiati al Finiki View, un complesso di studios affacciati sul paese omonimo. Ci siamo trovati benissimo: la camera era spaziosa, così come il bagno; il personale discreto e cortese e la piscina un buon diversivo, anche se con tutte le meravigliose spiagge a disposizione se ne può fare tranquillamente a meno. Abbiamo prenotato via internet pagando poco più di 300 euro per dieci giorni che è un prezzo direi ragionevole per la metà di luglio. Sempre dall’Italia abbiamo prenotato un quad da Euromotokarpathos, spendendo anche qui 30 euro al giorno. Il prezzo non è di certo così economico e la gestione di un mezzo di quel tipo comporta qualche problema. Innanzitutto il nostro non aveva indicatori del livello di carburante e come se non bastasse aveva il conta km inchiodato. I dipendenti del noleggio ci hanno detto che è normale, tutti i loro mezzi hanno queste caratteristiche…In più i distributori di benzina dell’isola (4 in tutto ma uno l’abbiamo sempre trovato chiuso) sono tutti nei dintroni di Pigadia e cioè a una ventina di km da dove eravamo alloggiati. Per fortuna ci eravamo portati dall’Italia una tanica da 5 litri che abbiamo usato come riserva in caso di gite lunghe. Comunque con un pieno si fanno fino a 140 km (provato personalmente conteggiandoli direttamente dalla cartina stradale fornitaci con il mezzo) se non si esagera con il gas, per cui alla fine la cosa è gestibile. Visto che la maggior parte dei luoghi più belli è comunque raggiungibile via asfalto o barca, si potrebbe anche affittare il Quad solo per 3 o 4 giorni da dedicare alle esplorazioni e utilizzare per il resto uno scooterino, risparmiando così qualche decina di euro. Ma ora dedichiamoci alla scoperta dell’isola…

Spiagge: sono l’attrattiva principale di Karpathos e dopo averle viste possiamo dire che la loro fama è meritata. Da quelle più attrezzate e frequentate fino alle calette seminascoste e isolate, la scelta è molto ampia. Lefkos, Amoopi, Achata ed Apella sono un must per chi visita l’isola e sono facilmente raggiungibili con un qualsiasi mezzo a motore. Tutte, per motivi diversi, uno spettacolo…Lefkos e Amoopi hanno sabbia fine che degrada lentamente e sono ottime anche per chi, come me, non è amante delle profondità marine. Ad Amoopi, però noi ci siamo innamorati della spiaggia di ciottoli (si chiamaVotsalakia) ed è l’ultima verso sud. E’ fantastica per fare snorkeling anche a pochi metri dalla riva. Pesci di ogni tipo e dimensione…la mia compagna Anto si è imbattuta in un calamaro a non più di 5 metri dalla riva…

Achata ed Apella hanno colori indimenticabili e spazi d’ombra naturali grazie alle tamerici che le incorniciano. Entrambe sono attrezzate con ombrelloni e taverne comodamente raggiungibili. L’acqua qui è limpidissima ma subito profonda, il fondo è costituito da ciottoli comunque non troppo fastidiosi. Dall’estremità sud di Apella parte un sentierino che in pochi minuti porta a una baia gemella pochissimo frequentata, con meno ombra ma con un mare ugualmente magnifico e la libertà di godersi la solitudine…In questo caso niente taverne, né ombrelloni, ma tanta tranquillità.

Sempre sulla costa orientale si trova Kira Panaghia, celeberrima ma che a noi non è piaciuta granché, visto che alle dieci del mattino era già parecchio affollata e che tutto sommato non regge il paragone con le due sopra citate. E’ comunque facilmente accessibile e attrezzata con ombrelloni e taverne tutto intorno. Andateci e fateci sapere le vostre impressioni.

Spingendosi più a nord si arriva al villaggio si Spoa dal quale si raggiunge Agios Nikolaos. Anche questa merita una visita, perché è una delle poche spiagge attorno alla quale si raggruppa il minuscolo paesino, con le barche dei pescatori e un paio di taverne. Presso una di queste è possibile prenotare un giro in barca presso una delle calette raggiungibili solo via mare. Il giro è a richiesta, per cui gli orari e la destinazione potete deciderli voi contrattandoli con il barcaiolo. Il prezzo è di 15 euro a persona.

Altre spiagge facilmente accessibili sono quelle a sud dell’aeroporto. Sono sabbiose, ma più esposte ai venti, per cui è meglio andarci in un giorno in cui Eolo e suo figlio Meltemi sono a riposo. Noi siamo stati a Diakoftis che ha colori incredibili e un paesaggio affascinante con rocce scavate dal vento e minuscole dune di sabbia. Prima di arrivare a Diakoftis, seguendo la recinzione dell’aeroporto si arriva alla baia di Puonta dove la spiaggia e le rocce circostanti sono formate da sedimenti fossili ben conservati e sembra di stare in un museo di scienze naturali all’aria aperta!

Sempre a sud, Agios Theodoros ha qualche ombrellone, rocce rosse e ciottolini sulla spiaggia. Subito sopra c’è una taverna molto economica in cui abbiamo mangiato la Suzukaia, (si scriverà così? Boh!) uno dei piatti migliori della vacanza, ma di cibo ne parliamo dopo. Le strade che portano al sud sono generalmente sterrate, ma facilmente percorribili con qualsiasi auto o con uno scooter.

Se invece siete alla ricerca di qualcosa di meno frequentato (che vuol dire spiagge in cui potrete essere da soli o al massimo in compagnia di 3 o 4 persone come è successo a noi) potrebbe valer la pena affittare un fuori strada o un quad e sbizzarrirvi alla ricerca della spiaggia che fa per voi.

Noi ci siamo innamorati di Agios Joannis. La si raggiunge imboccando la strada che da Spoa scende verso Agios Nikolaos e girando poi a destra verso uno sterrato piuttosto sconnesso che segue la costa verso sud. E’ una caletta minuscola che si raggiunge con un breve sentiero da percorrere a piedi. Non ci sono ombrelloni, né taverne nel giro di 10 km. Pace assoluta e mare cristallino. Rocce che affiorano dall’acqua e pesci in quantità anche a pochi metri dalla riva. E’ in assoluto la caletta più bella che abbia mai visto in vita mia, anche perché pochissimo frequentata.

Altra oasi di tranquillità è la spiaggia di Nati, che si trova lungo la strada per Olympos: lunghissima, deserta, con ciottoli piatti e mare limpidissimo. Ideale anche per il nudismo visto l’ampiezza e la scarsa frequentazione. Al secondo posto della nostra personale classifica, subito dietro a Agios Joannis.

Per finire Kato Lakko, molto più vicina a Pigadia, ma con lo sterrato peggiore che abbia mai incontrato a Karpathos. Direi indispensabile per raggiungerla un Quad o un 4×4. Anche questa con colori favolosi e pochissimo frequentata. La si raggiunge seguendo la strada per Kira Panagia e svoltando poi a destra quando incrociate il bivio per Mertonas. Peccato che nel pomeriggio arrivi, direttamente dal porto di Pigadia, il barcone di Yannis che sbarca il suo carico di passeggeri… In ogni caso la spiaggia è molto vasta e l’accesso alle sdraio è libero, basta pagare a Yannis la sua quota quando passa a scaricare i passeggeri. Se poi voleste maggiore privacy potrete seguire il sentiero verso nord che conduce comodamente a calette non attrezzate e più selvagge.

Dopo tanto mare sarà anche il caso di pensare al cibo no? E che dire anche qui c’è l’imbarazzo della scelta. Per il pesce, oltre a Finiki, i posti migliori sono secondo noi la taverna di Agios Theodoros (fantastica la Suzukaia…non ricorso bene come si scrive ma sono involtini di carne aromatizzati alle erbe) e quella di Agios Nikolaos sotto Spoa. Lì non ci abbiamo mangiato, ma abbiamo visto portare ai tavoli i piatti da fare invidia a qualsiasi turista enogastronomico per cui difficilmente andrete incontro a fregature. A Finiki si trova il celeberrimo Dimitrios dal quale siamo stati e che per una ventina di euro a testa (vino incluso) ci ha portato una buona grigliata di pesce. Altro locale a Finiki che ci è stato consigliato è il Dolphin’s, direttamente sul porticciolo, un po’ più caro della media, ma notevole. Noi però non ci siamo andati per cui non ci possiamo esprimere.

Tra Lefkos e Finiki ottimi sono l’Under the Trees e il Mountains and Sea. In quest’ultimo abbiamo mangiato i maccarones migliori dell’isola, altrochè quelli di Olympos…Entrambi sono supereconomici e per l’insalata greca utilizzano verdure del proprio orto. Anche se non siete in zona consiglio di fare un salto per una cena con vista sul tramonto. A Menetes c’è invece una bella taverna nel centro del paese, tra le vie strette…Dioniso è il nome…ma è gestita da una signora sorridente e simpatica, si mangia molto bene (qui si trova la mussaka home made!) e il piccolo balconcino è come un frammento di una favola.

Se invece cercate l’isolamento più totale potreste provare la taverna Kali Limnti di Thanassis. Per arrivarci si seguono le indicazioni da Othos, lungo una strada asfaltata che si inoltra tra le montagne fino ad arrivare all’altopiano dove sorge un gruppo di case. Il tragitto offre vedute incredibili dell’isola, soprattutto al tramonto, quando l’isola di Kasos sembra emergere dalla foschia come se galleggiasse sull’aria… Occhio alle pecore e alle capre che sicuramente incontrerete in gran quantità a zonzo per la strada. La taverna è uno dei posti più pittoreschi che abbiamo provato a Karpathos. Il coniglio stufato era fenomenale, ma il prezzo non così economico come da altre parti anche se le porzioni sono super abbondanti.

Ed ora qualche riga sui paesi di Karpathos. Come già anticipato a Pigadia ci siamo passati solo di sfuggita (perlopiù per fare benzina visto che gli unici distributori si trovano lì). Tutto intorno al porticciolo ci sono taverne e bar infilati uno dietro l’altro. Yannis, il taxista dell’isola che abbiamo conosciuto ci ha detto che molti locali cambiano gestione da un anno all’ altro e la situazione è sempre molto fluida. E’ sicuramente il posto ideale per chi cerca una sistemazione comoda a tutti i servizi e per chi dopo cena è alla ricerca di un locale dove bere qualcosa ascoltando un po’ di musica. Anche perché gli altri paesi non offrono grandi distrazioni agli amanti della movida. Considerate comunque che per quanto più vivace rispetto ai paesi attorno Pigadia offre divertimenti notturni limitati rispetto a quelli che potreste trovare su altre isole. Insomma se durante la vacanza volete anche provare un po’ di sballo notturno Karpathos non è la scelta ideale.

Ad Othos dovete fare una visita al mini supermarket situato nel posto di controllo gestito dai militari italiani durante la II guerra mondiale. L’uomo e la donna (crediamo sorella e fratello) che lo gestiscono masticano qualche parola di italiano (la signora si ricordava delle maestre italiane che insegnavano nella sua scuola), ma la particolarità del posto è l’allestimento di prodotti impolverati e d’epoca che i due mettono in vendita. E’ anche possibile acquistare il vino prodotto dal signore, che oltretutto deve essere un pope visto il look.

A Menetes invece c’è il museo folkloristico gestito da un anziano che parla benissimo l’italiano e che è molto disponibile alle chiacchierate e prodigo di informazioni sulla storia dell’isola. Persona cordialissima, è stato l’incontro più piacevole di quelli avuti sull’isola.

Olympos, bhè…Prima di partire avevamo letto sui vari blog che la sola visita al paese avrebbe giustificato il viaggio a Karpathos. Dopo esserci stati, non ne siamo convinti. L’aspetto più affascinante per noi è stato il percorrere lo sterrato tra Spoa e Olympos, per i paesaggi che si incontrano e il richiamo a una dimensione “avventurosa” del viaggio, sebbene la strada sia facilmente percorribile anche da una utilitaria standard, tranne che in un paio di punti in cui a causa dei lavori in corso il fondo era particolarmente sconnesso. Comunque con un quad come il nostro o un mezzo fuoristrada ci si può andare in tutta tranquillità. Olympos, ti appare all’improvviso, aggrappata al fianco scosceso della montagna, ma appena ti inoltri nelle vie scopri che sei ben lungi dall’essere in capo al mondo. La via principale di accesso è un unico susseguirsi di negozi e taverne i cui proprietari non esitano a richiamare la tua attenzione per invitarti a comprare le loro mercanzie o fermarti a mangiare. Oltretutto gli basta inquadrarti per pochi secondi per identificare la tua provenienza: “Italiani, una faccia una razza” dicono sempre quando gli domandi da dove hanno intuito le nostre origini. Insomma ho trovato Olympos più simile ad una tourist trap che non al villaggio pittoresco in cui gli abitanti sono fermi agli anni del dopo guerra. Idem per quanto riguarda il mulino in funzione presso la taverna Milos (dove si mangia bene, ma di certo non meglio rispetto ai posti sopra citati) che ha esclusivamente una funzione scenografica. Comunque…de gustibus, Olympos non ci ha stregati, ma quando arrivi in un posto verso il quale nutri parecchie aspettative, la cosa è da mettere in conto…

Comunque noi a Karpathos ci siamo stati davvero bene e al termine della vacanza io e la mia compagna ci siamo detti che prima o poi probabilmente ci ritorneremo, vincendo forse l’abituale ritrosia che ci ha sempre contraddistinto al momento di organizzare i nostri viaggi e che ci ha spinto a evitare luoghi già visitati . D’altra parte il mondo è grande, ci siamo sempre detti…Ed è vero, ma quest’isola nell’Egeo offre angoli di bellezza assoluta verso i quali proviamo già una dolce nostalgia…Forse come Franco e Nina, con i quali abbiamo condiviso piacevoli momenti durante le vacanza, anche noi un giorno torneremo a visitarla e a goderci la brezza fresca del Meltemi.



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