Il Peloponneso in un mazzetto di basilico

Brescia - Bari - Patrasso - Drepano (Argolide, Peloponneso): un'Odissea! E' passato ormai un mese dalla mia partenza per la Grecia, eppure è ancora viva l'eccitazione dovuta all'imminente dipartita, l'ansia di scoprire quella terra tanto presente nella mia mente, grazie ai miei studi e alle mie passioni, ma nello stesso tempo ancora così...
Scritto da: marimila
il peloponneso in un mazzetto di basilico
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Brescia – Bari – Patrasso – Drepano (Argolide, Peloponneso): un’Odissea! E’ passato ormai un mese dalla mia partenza per la Grecia, eppure è ancora viva l’eccitazione dovuta all’imminente dipartita, l’ansia di scoprire quella terra tanto presente nella mia mente, grazie ai miei studi e alle mie passioni, ma nello stesso tempo ancora così ignota…

Ed era così giunto l’agognato 27 luglio fissato per la partenza: notte trascorsa in un delizioso paesino medioevale in provincia di Ancona, Corinaldo, e poi via, verso Bari, il 28 luglio.

Avevamo prenotato, il e il mio ragazzo, la nave Superfast, che spiccava per “velocità” (15 ore da Bari a Patrasso) ed era l’unica a fornire il servizio “cuccette”, a metà strada tra la poltrona e la cabina (che aveva un prezzo davvero proibitivo).

Appena saliti sulla nave siamo stati catapultati improvvisamente nella dimensione “Grecia”, visto che la maggior parte del personale della nave non parlava italiano e neppure, incredibile, inglese. I pagamenti poi dovevano essere rigorosamente in dracme.

In realtà siamo rimasti parecchio delusi dalla Superfast (tra l’altro certificata ISO 9000 per la qualità), per una serie di motivi: mancanza totale di organizzazione, maleducazione del personale per i clienti che non fossero nelle cabine, discreta sporcizia, noncuranza da parte del personale nell’assegnazione dei posti prenotati nelle cuccette (divisi maschi da femmine, ma non era proprio cosi…), consegna di lenzuola senza cuscino, personaggi loschi (c’erano molti albanesi e turchi che scendevano a Igoumenitza…Niente contro di loro…Ma il mio ragazzo non ha dormito per la paura e per la puzza…Dopo che gli avevano rubato persino le lenzuola!), cibo caruccio, etc, etc Comunque alla fine siamo giunti in Grecia sani e salvi… L’arrivo era previsto verso le 13, ma io già dalle 8 (le nostre 7) ero sul ponte ad ammirare i contorni della costa greca che già apparivano confusi all’orizzonte: che emozione! Finalmente, davanti a me, la Grecia.

Ed ecco, sbarcati, Patrasso…Città di mare, con i consueti (saranno solo in seguito consueti) pali della luce in legno, con le case sgangherate, con le indicazioni stradali quasi inesistenti. E poi, che dire dell’uso che i Greci fanno del clacson? Un uso molto smodato direi… Imboccata la malandata autostrada in direzione Corinto con la radio sintonizzata sulle frequenze greche ( e non poteva essere altrimenti, ci siamo subito accorti di un particolare curioso: i Greci usano la corsia d’emergenza come corsia normale! E pensare che mi arrabbio tanto in Italia quando, in coda in autostrada, si vedono i soliti furbi sfrecciare via sulla corsia di emergenza! Ma in Grecia no, ho sorriso.

In quel tratto autostradale costellato di piccole chiesette votive ai cigli della strada (come è consueto in Grecia) era un’utopia cercare i nostri moderni autogrill e ci siamo accontentati di un piccolo ristoro con pompa di benzina che sembrava di 50 anni fa. Il tutto con 40 gradi, anche se, bisogna riconoscerlo, all’ombra si stava sempre molto bene.

Per non dilungarmi, passerò direttamente all’arrivo nella piazza di Drepano, vicino a Tolo, dalla quale il padrone del residence prenotato via internet ci aveva detto di chiamarlo, affinchè potesse guidarci a destinazione.

Il sole era davvero impietoso ed era una tortura persino usare la cabina del telefono, rigorosamente al sole.

Ma alla fine eccolo, il nostro Christos, un ragazzo di 30 anni che sembrava davvero l’incarnazione del tipico greco …Qualche parola in inglese e via: il nostro appartamentino di 18000 dracme al giorno era davvero meraviglioso, supermoderno, pulitissimo e classificabile come di prima categoria ( si chiama Anesis Residence e voglio mettere l’indirizzo perché si merita davvero una buona pubblicità, come si potrà capire dal mio prossimo intervento: http://www.Travelinfo.Gr/anesis/ Ma tutto ciò è solo di contorno alla grande umanità che abbiamo trovato in quel ragazzo che poi è diventato nostro amico, ci ha portato fuori con i suoi amici, che viveva il suo lavoro con estrema tranquillità (a noi purtroppo ignota…), pacifico… Con l’arrivo al Residence Anesis, a Drepano, stanchi e accaldati, riuscimmo finalmente a riposarci, aiutati non poco dalla presenza dell’aria condizionata. Eh sì, stando all’aperto pareva proprio di stare in un forno, tanto che persino le vespe, là fuori, si accanivano assetate presso la condensa dell’aria condizionata che macchiava le mattonelle a scacchi color del sole.

L’amico Christos, dopo averci illustrato con dovizia di particolari tutte le supellettili della casa, pensò che un pezzettone di anguria sarebbe stato più che gradito. Fu graditissimo, così come l’illustrazione, cartina alla mano, di tutte le spiagge interessanti dei paraggi. Quelle spiagge sulla cartina le avremmo poi scoperte tutte, una per una, trovandone molte quasi deserte (ad esempio le spiagge di Candia e successive. Devo poi riconoscere che quelle consigliate da Cristina- Guida di Supereva- La grecia e le sue isole- erano davvero tra le migliori! In particolare segnalo la bellissima Kastraki, vicino a Tolo, con acque cristalline, anche se più affollata rispetto alle altre). Nei ricordi di oggi è ancora presente la morbida ed intensa tonalità del mare del Peloponneso, increspato dal vento e i suoi tramonti, che esaltavano con giochi di luci e di ombre i frastagliati confini, che si protendevano così tanto verso il mare da apparire come tante isole.

Proprio questo stesso mare, queste spiagge, saranno stati contemplati dagli antichi abitatori di questa terra, dalla potente civiltà micenea, la cui potenza oggi si può solo tentare di immaginare ammirando le maestose cinte murarie ancora visibili in Argolide, lassù, in cima alle aspre montagne.

Persino Agamennone, il re miceneo cantato da Omero, dal suo palazzo di Micene poteva vedere, lontano, il mare. E la vista che poteva godere dal suo palazzo rende giustizia alla grandiosità della potenza di questo popolo, anche se, oggi, sui siti archeologici, è rimasto davvero poco.

Il vento fortissimo che il giorno della visita a Micene sollevava in alto, in vortici, la terra e la sabbia, faceva tornare alla mente il diario di Schliemann -lo scopritore di Troia e delle famose ricche tombe di Micene-il quale annotava il fastidio e le irritazioni agli occhi degli operai che lavoravano allo scavo., Ma Micene vale davvero un viaggio, anche se al ritorno fummo accolti simpaticamente da Christos con una pacca sulla spalla -al mio fidanzato in realtà- e sorrisino di compatimento con tanto di esclamazione: “amico…” (in altre parole…Povero te che sei trascinato con questo sole da questa pazza a vedere qualche pietra…).

Alle visite ad Atene ed Epidauro dedicherò una puntata a “parte”, mi sto dilungando troppo… Non posso però non citare l’affascinante cittadina di Nauplia, con le sue casette veneziane brulicanti di negozietti deliziosi ,di bar di ogni genere (ce n’era uno coloratissimo che aveva appeso di tutto: persino un manichino di una gamba…) e dominata da un’impotente fortezza dei Palamidi illuminata di sera mirabilmente… A Nauplia facemmo una cena un po’ particolare in un ristorantino in una viuzza con musica greca dal vivo, segnalato dalla guida della Lonely planet: là fu un po’ triste scorgere altri due italiani con la stessa guida Lonely in mano, ma si sa, questi sono i pro e i contro di una buona Guida… Ma non posso e non riesco a raccontare tutto…Lascio ai lettori la dolce immagine del Peloponneso racchiusa in un mazzetto di basilico ( che in Grecia ha foglioline piccolissime), che Christos mi regalò, a sorpresa (ci eravamo già salutati), dopo avermi bussato al finestrino della macchina, il giorno della nostra partenza, alle 5 del mattino.

Quel dono mi commosse profondamente, per la sua semplicità e insieme per la sua ricercatezza.

E il profumo di quel basilico, vivo in un bicchier d’acqua, ci accompagnò per tutta la durata del soggiorno a Naxos (la seconda settimana), facendoci tornare ogni volta alla mente il Peloponneso.

Intervento presente anche sul sito di Supereva, grazie alla bravissima guida Cristina, della “Grecia e le sue Isole” Alessia V



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