Bergamo, due anime di un’unica città, alta e bassa

Una piacevole domenica in una città piccola ma meravigliosa.
Scritto da: andreacolombo
bergamo, due anime di un'unica città, alta e bassa
Partenza il: 21/10/2012
Ritorno il: 21/10/2012
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Finalmente il bel tempo ! Dopo una settimana di pioggia e clima uggioso, scrutando dalla finestra il cielo terso mentre preparo la colazione, medito sul planning della mia domenica ecologica in pieno relax.

E’ sufficiente il tempo per sorseggiare un caffè ed il quesito è risolto.

Una città mai vista, non molto distante da Milano, affascinante e comoda da raggiungere in treno: Bergamo, arrivo!

Una rapida verifica sul sito di Trenitalia per controllare le partenze ed acquistare il biglietto ed in pochi minuti mi reco alla fermata del bus diretto in Stazione Centrale, dove alle 9:00 mi attende il treno regionale.

In meno di un’ora raggiungo la meta, stupito dalla moltitudine di turisti diretti nello stesso luogo; all’uscita dalla Stazione, a sinistra, si trova l’Urban Center, in cui ha sede l’Ufficio del Turismo di Bergamo (via Papa Giovanni XXIII n°57 – www.turismo.bergamo.it), ove mi accoglie una cordiale impiegata che mi fornisce la mappa della città, l’elenco dei mezzi e mi informa che nel pomeriggio si terrà una sagra dedicata ai prodotti tipici locali!

Da vero turista per caso, ignaro delle attrazioni offerte dalla città, sosto su una panchina antistante l’Ufficio per organizzare l’itinerario; in pochi minuti pianifico e decido di visitare la città a piedi e con la funicolare, iniziando dalla parte alta della città, confidando nel meteo affinchè mi consenta di ammirare i paesaggi collinari dei quali l’addetta dell’Ufficio informazioni mi aveva parlato.

Cartina topografica ed indicazioni in mano, percorro via Papa Giovanni XXIII, (importante via della città bassa) fino all’incrocio con Largo Porta Nuova, un’area ben curata e dove il colore dei fiori risalta grazie alla luce di un sole caldo, insolito per il mese di ottobre; la passeggiata prosegue lungo Viale Vittorio Emanuele, un enorme viale che mi ricorda molto le avinguidas di Madrid o di Barcellona.

Non avrei mai immaginato un viale del genere a Bergamo, città che avevo sempre considerato molto provinciale!

Da una piccola folla di turisti giapponesi, con il loro discreto vociare, intuisco che ho raggiunto la stazione della funicolare, con la quale raggiungerò la città alta; il ticket, acquistabile presso la biglietteria ed i distributori automatici costa € 1,25 ed ha durata di 75 minuti, valido anche per gli autobus urbani.

La funicolare arriva dopo pochi minuti e, vidimato il biglietto, salgo con trepidazione e – macchina fotografica alla mano – inizio il mio reportage sui panorami cittadini. In quasi cinque minuti raggiungo città alta (avrei potuto farlo anche con una lunga scalinata ma mi riservo questo piacere al ritorno…) e mi ritrovo in Piazza Mercato delle Scarpe, una deliziosa piazzetta dove rimango incuriosito dal distributore di polenta take-away e da una trattoria in cui vengono preparati pasti gluten-free, “Antica Osteria del Vino Buono” (la mission di segnalare locali informati sull’intolleranza al glutine è parte integrante dei miei viaggi!). L’atmosfera medioevale è ben percepita e mi incammino lungo le mura (Viale delle Mura, appunto…), una lunga passeggiata che ha inizio da Porta San Giacomo e che mi condurrà dopo quindici minuti sino a Largo Colle Aperto, dove in prossimità di Porta S. Alessandro si trova la stazione della funicolare per Colle San Vigilio. Il biglietto è ancora valido e decido di approfittarne: raggiungo così la zona collinare e camminando lungo irti e sconosciuti sentieri tra abitazioni (che vogliono rigorosamente mantenere la loro privacy attraverso recinzioni fittamente alberate) mi ritrovo sulla sommità del Colle, da cui si ha una vista eccezionale dei panorami del territorio circostante. Sul Colle residuano i resti di un vecchio Castello e delle relative torri e per comprendere meglio il panorama mozzafiato usufruisco di un monumento in loco dove sono illustrate le traiettorie visibili da questo baluardo.

Terminata la visita al colle, con la funicolare scendo nuovamente in città alta e inizio la visita del centro storico, in cui è davvero piacevole perdersi, incuriosito dalla vitalità dei turisti ma anche dei residenti. L’orto botanico è aperto (ingresso gratuito – chiuso da novembre a febbraio) e dopo una rapida visita, proseguo per Via Colleoni raggiungendo il cuore della pittoresca città.

Prima tappa è la Cittadella (ora sede del Museo di Scienze Naturali e di Archeologia), così chiamata la fortificazione costruita dai Visconti quando imperavano a Bergamo: è in corso l’esposizione di una rassegna di immagini e testi inerenti il mondo agricolo, magistralmente commentati dagli allievi di un Istituto Agrario della zona. Proseguendo, mi ritrovo in Piazza Vecchia, al cui centro spicca una fontana donata alla città da un podestà veneziano. Raggiungo la Torre Civica, chiamata Campanone, il vero simbolo della città medioevale: alta circa 52 metri è aperta al pubblico e con ascensore consente di salire e godere di una vista meravigliosa, scrutando sia Piazza Vecchia che Piazza del Duomo.

Un tempo, il suono delle campane – vi garantisco davvero assordante – annunciava la chiusura delle quattro porte che consentivano l’accesso alla città.

Dopo aver ammirato la città dall’alto, curioso tra le arcate di Palazzo della Ragione, attraversandolo per raggiungere Piazza Duomo e visitare la Cattedrale (cattedraledibergamo.it) . Sulla stessa Piazza si trova inoltre la Basilica di Santa Maria Maggiore (www.fondazionemia.it/basilica_s_maria_maggiore_bergamo/index.asp), considerata dai residenti il monumento più importante (qui è ubicata la tomba del celebre musicista Gaetano Donizetti); al suo fianco si trova il Battistero, aperto solo in occasione dei battesimi.

La Via S. Lorenzo consente di raggiungere l’ex Convento di San Francesco, il cui chiostro ospita durante la mia escursione una rassegna dedicata al “mondo navale”, a sommergibili d’epoca ed alla marina militare. Il chiostro offre una vista meravigliosa sulle Alpi Orobie.

Al Convento si accede da Piazza del mercato del fieno, una zona molto carina le cui abitazioni offrono rigogliosi balconi grazie al pullulare dei fiori di geranio dal color vermiglio.

Sono le 14:00, i vicoli di città alta sono gremiti di residenti e turisti e muoversi risulta difficoltoso come in ogni angolo del tipico borgo medioevale: le vetrine dei piccoli negozi sono molto accattivanti ma il profumo proveniente dalle osterie e dai locali tipici è la vera motivazione per soffermarsi.

Il piatto tipico è la polenta: funghi, salsiccia, uova e formaggio sono solo il minimo esempio di possibili abbinamenti. Osservo con ironia una tavolata di turisti russi che davanti ad una montagna di polenta bramata non comprendono se per mangiarla dovranno usare cucchiaio, forchetta oppure le proprie mani…

Dopo aver pranzato e sostato brevemente lungo le mura (porta di S. Giacomo) per ammirare la città, con il cielo sempre più terso, decido di ritornare verso città bassa; questa volta niente funicolare, mi avvarrò delle “scalette”.

Le “scalette” sono delle vere e proprie scalinate, testimonianza della fitta rete di collegamenti medioevali tra la parte alta e bassa della città lombarda… un toccasana per mantenere la linea!

Approdato bella parte bassa della città, dalla stazione della funicolare ripercorro il Viale Vittorio Emanuele fino all’incrocio con Via Sentierone (per i bergamaschi la via dello shopping per antonomasia) e Piazza Matteotti, che intravedo abbastanza affollata.

E’ in corso una rassegna enogastronomica con offerta di cibi e bevande della tradizione culinaria locale.

Inutile dire che, nonostante il pranzo consumato in città alta, non perdo l’occasione per assaggiare del buon risotto ai funghi porcini e una discreta porzione di polenta bramata, mais dire mais in queste occasioni!

Due lati della stessa medaglia, due differenti stili architettonici di una stessa città: il centro storico e la zona moderna, entrambi da ammirare camminando a piedi.

Due anime di un unico Comune in cui trascorrere una piacevole domenica rigorosamente vietata al transito delle autovetture, ammirando paesaggi collinari, passeggiando in salita in vicoli apparentemente a fondo cieco e gioendo per la vivacità degli agricoltori della zona che offrono con grande orgoglio i prodotti delle loro terre.

Fatica per il corpo, relax per la mente.

L’avventura è terminata e il viaggio in treno garantirà anche al corpo il meritato riposo, in attesa di una nuova settimana lavorativa ma, soprattutto, della scelta di una nuova meta da scoprire.



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