Sicilia indomabile: l’Etna con tutte le sue meraviglie

Etna, 'a Muntagna
Manuela Titta, 05 Mag 2023
sicilia indomabile: l'etna con tutte le sue meraviglie
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Il nome di questo vulcano sembra risalire alla parola greca aitho che significa bruciare, in epoca romana pare si usasse il termine Aetna: oggi ci si riferisce a lei, in termini femminili e per tutti i siciliani è ‘’Idda’’.

Il più alto vulcano d’Europa, con i suoi 3.330 m s.l.m., domina il paesaggio e rapisce con la sua intensa attività: tra innumerevoli crateri laterali e tunnel di lava, è meta di escursioni per i visitatori che, da tutto il mondo, non si lasciano sfuggire questo spettacolo naturale. Il sito Etna è Patrimonio dell’Umanità, l’area del vulcano è protetta perché immersa nel Parco naturale regionale dell’Etna: un luogo di straordinaria importanza scientifica, il cui valore naturalistico e culturale è di rilievo mondiale.

Il mito ci racconta il gigante di fuoco

via etnea

Sono diverse le leggende siciliane che si snodano intorno al vulcano: un primo racconto mitologico vuole che Etna sia una dea, figlia di Urano e Gea: nelle sue viscere dimorava il drago Tifone che era causa delle eruzioni. In una seconda narrazione si parla del gigante Encelado che decise di costruire una scala per arrivare in cielo e prendere il posto di Giove, ma quest’ultimo gli scagliò un fulmine e lo colpì: Encelado rimase sepolto sotto l’Etna e da allora iniziò a sputare fuoco e fiamme. E ancora si narra di Era che partorì Efesto, talmente brutto e deforme da essere gettato dal Monte Olimpo: raccolto da Teti e Eurinome, venne allevato da queste ninfe. Nel corso del tempo divenne maestro nel lavorare metalli e gioielli, tanto che Era si rivolse a lui per la costruzione di un trono. Ella pensava che il figlio non l’avesse riconosciuta, invece Efesto approfittò dell’occasione per vendicarsi, costruendo un trono dal quale lei non potesse più alzarsi. L’incantesimo venne sciolto solo perché Era gli dette in sposa Afrodite, ma questa unione non andò bene ed Efesto decise di rifugiarsi nell’Etna facendone la sua fucina.

Una natura ricca e indomabile

Quando si parla di terroir ci si riferisce a tutti gli attori che contribuiscono alla nascita di un vino: si considera quindi il rapporto che si sviluppa tra l’ambiente, inteso come suolo e microclima, con il vitigno. Le peculiarità del prodotto finale, date dalle scelte operate dall’uomo, sono ciò che rende unico il vino, con i tratti distintivi che lo caratterizzano. Se pensiamo ad una delle zone simbolo della Sicilia, l’Etna, ci rendiamo subito conto come qui il termine terroir assuma una caratteristica ancora più unica: il substrato che si è creato grazie alle colate laviche, mette a disposizione qualcosa di incredibilmente ricco di cenere, sostanze minerali e sabbia.

Vitigni autoctoni dalla storia millenaria

vigne etna

Tutta la Sicilia vanta un passato molto antico, ma se parliamo di viti dobbiamo per forza far riferimento ai greci e ai romani che di questa coltura fecero una delle protagoniste assolute. Le vigne ad alberello tra le zone di Mascali e Randazzo, raccontano un passato dove le tecniche di allevamento per propaggine sottolineavano quanto fosse unica questa terra di pietra lavica. Le tradizioni hanno accompagnato lo scorrere del tempo che ha traghettato il patrimonio locale, lasciandolo nelle sapienti mani di chi oggi gestisce la storia secolare con le giuste intuizioni e il sapere moderno.

Etna DOC è del 1968, si sviluppa in un’area di produzione alle pendici del vulcano, con un’altitudine massima di allevamento che arriva addirittura ai 1000 m s.l.m. nel versante sud. Il Nerello Mascalese, ‘’Niuriddu Mascalisi’’, è un vitigno a bacca nera le cui origini si perdono davvero nel tempo: protagonista assoluto, regala un vino intenso.

Il Nerello Cappuccio, altra varietà a bacca nera per un vino rosso rubino intenso dai toni violacei, con un profumo di ciliegia e frutti di bosco, con un’ottima persistenza. Quando parliamo di Carricante saliamo di quota, dove i vitigni a bacca nera non riescono a completare la loro maturazione: il nome “U carricanti” indica l’abbondanza di uva prodotta, tanto da riempire i carri! Questo strepitoso Etna Bianco opportunamente affinato ci regala ottimi vini di una certa complessità, con note olfattive di mela, anice, zagara. Tra i vitigni più antichi c’è anche il Catarratto, con i suoi sentori fruttati e aromatici, piacevolmente fresco e sapido.

Sapori inconfondibili

pistacchio di bronte

La gastronomia di questa zona è qualcosa di incredibile, con un assortimento impressionante di prodotti tipici: si va dal pistacchio di Bronte DOP, all’olio EVO Monte Etna DOP, al fico d’India dell’Etna (anche questa una DOP), il miele di Zafferana, la Salsiccia al ceppo di Linguaglossa, le Antiche mele dell’Etna per citarne solo alcuni. L’eccezionalità di questi prodotti agricoli sta nella combinazione dei vari fattori: la brezza marina, le escursioni termiche, il terreno vulcanico, i venti e anche la disponibilità d’acqua; questi sono i segreti di questo patrimonio enogastronomico inimitabile.