Slow Bike Tour in Toscana
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Godersi il paesaggio
Ed ecco la frase che coglie il senso del cicloturismo: godersi il paesaggio. Andare in bicicletta significa vedere e osservare da vicino, e soprattutto vedere “tutto”. Quando si va in auto o in treno è più facile concentrarsi solo sulle tappe vere e proprie, saltando o comunque ignorando il percorso fra una tappa e l’altra. Io posso andare da un sito archeologico a una cattedrale a un museo senza curarmi troppo di quello che c’è “in mezzo”. Con la bicicletta invece anche i “nessi”, i raccordi, lo spostamento da un punto all’altro fanno parte integrante del viaggio, non li puoi ignorare. Anzi, diventano il viaggio vero e proprio: siti archeologici, cattedrali o musei possono anche essere soltanto i punti finali del tragitto, quasi i pretesti. Ma tutto questo è piuttosto impegnativo: quante zone e regioni possono permettersi di mostrarsi in questa veste, senza trucco? Quanti posti sono “ciclabili” e quindi godibili in toto? Pochi. Purtroppo bisogna ammettere che molte parti della nostra Italia sono degradate da insediamenti brutti, case orribili, capannoni, rotonde, lampioni improbabili. Poi magari ci sono attrazioni storiche anche meravigliose, ma sono isole dentro a un deserto di bellezza. Non a caso il viaggio che stiamo per raccontarvi riguarda una delle regioni meglio conservate, in cui è rimasto un certo gusto urbanistico e un rispetto per l’ambiente, e quindi un paesaggio ciclabile molto bello: la Toscana.
Turisti-Ambasciatori
Il viaggio che sto per delinearvi io non l’ho fatto, l’ho seguito, l’ho visto fare da un gruppo di “ambasciatori” di Slow Tour, che come sapete è una nostra iniziativa che vorrebbe offrire ai turisti stranieri degli itinerari italiani da scoprire, direttamente nelle loro lingue, proposti anche da loro concittadini. E ambasciatori sono appunto turisti stranieri che noi abbiamo coinvolto, accompagnato e convinto a scrivere le proprie impressioni. L’obiettivo è trasparente: richiamare l’attenzione dei turisti (stranieri e non solo) per l’Italia cosiddetta “minore”, per i territori intermedi e poco frequentati, lontani dalle mete di massa tipo Venezia, Firenze, Roma, Capri ecc. In questo caso i protagonisti del viaggio, cioè quelli che hanno pedalato, sono un gruppo di Belgi, Tedeschi e Scozzesi, più un’italiana. Hanno fatto un giro di due giorni “netti” (cioè interi, al netto dal viaggio di arrivo e di ripartenza) nella zona di Montecatini. E hanno poi scritto, filmato e raccontato la loro avventura, nella loro lingua. È stata una full immersion nell’Italian Style, nella qualità della vita all’italiana, tra natura, cibo, storia e benessere. Alla fine erano entusiasti. E non c’è come specchiarsi nel parere degli altri per riconoscere – finalmente – la bellezza di casa nostra.
Bike Experience in Bike Hotel
A me non piacciono gli inglesismi, ma in questo caso sono d’obbligo, perché la clientela di questo genere di offerta turistica è composta soprattutto da stranieri. E ormai è una branca molto ben organizzata dell’offerta turistica. Tanto che dovremmo iniziare a godercela anche noi. I Bike Hotel, dove ho avuto occasione di andare anche io, sono alberghi attrezzati appunto per i cicloturisti: hanno non solo il modo di ricoverare e riparare le biciclette, ma forniscono anche informazioni e assistenza specifica. Il nostro tour ha avuto come base Montecatini. Nella prima giornata il tragitto partiva alla volta di Pescia, lungo il fiume. Poi verso Montecarlo, dove c’è stata una pausa storica e curiosa: la visita – oltre che al bellissimo borgo – al teatro dei Rassicurati, il secondo teatrino più piccolo d’Europa. Un teatro all’italiana in miniatura, un vero gioiello. Poi, con la scusa che uno in bicicletta brucia energie, un primo spuntino a base di vino rosso locale e salumi tipici… Incredibilmente i ciclisti sono riusciti a riprendere a pedalare, arrivando alla quercia secolare che sta nei paraggi, un albero antichissimo (il secondo più vecchio della Toscana, da queste parti i secondi posti si sprecano). Qui, secondo la leggenda, le streghe ballavano sugli enormi rami orizzontali, e questo sarebbe stato anche il famoso albero al quale il gatto e la volpe hanno appeso Pinocchio… E con questa suggestione è venuta voglia di arrivare fino alla vicina Collodi, ma prima c’era San Gennaro.
La statua di Leonardo
San Gennaro è a sua volta un borgo molto suggestivo, con un Castello e una Chiesa, in cui è conservata una stratua dell’Arcangelo Gabriele attribuita a Leonardo da Vinci, l’unica statua a lui attribuita, quindi una rarità che val bene una salita. A Collodi invece c’è il Giardino Garzoni-Collodi, con la magia delle farfalle, degli uccellini e dei pappagallini. Da lì un sentiero ciclabile, detto la Via della Fiaba, riporta a Pescia. Il percorso è davvero fiabesco, o meglio letterario: sembra di veder spuntare da un momento all’altro qualche personaggio di Boccaccio, o Chichibio in persona.
Il paesaggio è quello toscano, che più toscano-italiano non si può: ulivi, querce, dolci colline. Qui è chiaro che il turismo riesce a mettere assieme il territorio, l’agricoltura, la gastronomia, la storia e il paesaggio. Alla fine della fatica la possibilità di rigenerarsi nelle Piscine Termali di Montecatini non poteva essere rifiutata: bagnetto, massaggi e poi ristorante, con un menù legato al territorio (olio, vino, bruschette, salumi ecc ecc). È il sogno realizzato – appunto – dello stile di vita italiano.
Il Padule di Fucecchio
Per il cicloturismo servono anche infrastrutture precise: piste ciclabili o comunque strade bianche, o poco frequentate. Per arrivare da Montecatini al Padule di Fucecchio, con la sua zona umida continentale interna più grande d’Europa (1.200 ettari) c’è appunto una strada adatta, non asfaltata, perfetta per le mountain bike. E al ritorno (o all’andata) c’è anche la soddisfazione di farsi una sgambata al Velodromo ciclistico, una bella pista di allenamento riservata appunto ai ciclisti, per allenarsi. Poi al ritorno altre terme: stavolta Grotta Giusti, con le sue piscine, le sue terapie per le malattie respiratorie e soprattutto con le grotte vere e proprie, uniche nel loro genere. Ma – come scrivevo all’inizio – io di tutto questo sono stato testimone-nonprotagonista. Meglio allora lasciare spazio al diario di viaggio vero e proprio di una dei protagonisti, naturalmente – per problemi di lingua – si tratta della ciclista italiana, Mara…
Patrizio
A questo link il diario di viaggio di Mara Scollo (@ MaraBikes) pubblicato sul nostro sito