Benvenuti a Castellabate

Stradine, buon cibo e le tradizioni di una volta in uno dei borghi più... famosi d’Italia
Syusy Blady, 22 Apr 2013
benvenuti a castellabate
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Fino a un paio di anni fa erano in pochi a sapere qualcosa di Castellabate. Oggi, grazie all’accoppiata cinematografica di successo Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, il borgo campano lo conoscono tutti. Poche differenze a parte (ad esempio, siamo in provincia di Salerno e non di Napoli, come invece racconta il film con Claudio Bisio), qui è tutto bello come si vede al cinema. Ci sono le stradine strette e le scalinate, ci sono i palazzi antichi (Perrotti e Iaquinto i più imponenti), ci sono i bar e i localini e, soprattutto, c’è il mare. Un mare un po’ lontano: Castellabate, infatti, si compone di più frazioni. C’è il borgo antico, arroccato su un colle, e a tre chilometri di distanza ecco le località “a mare”. La principale è Santa Maria di Castellabate, il centro balneare più frequentato, con piccoli hotel e appartamenti per le vacanze; poi ci sono San Marco, con il porto, e Ogliastro Marina. Se d’estate le folle si spostano sulle spiagge, questo periodo dell’anno è invece perfetto per scoprire il nucleo antico, uno dei meglio conservati e più ricchi del Cilento.

IL CENTRO STORICO

Il borgo conserva ancora la sua struttura medievale, con archi, gradinate e case in pietra grigia, un continuo su e giù senza soluzione di continuità. La salita termina al Castello voluto da San Costabile nel XII secolo: il complesso serviva per proteggere gli abitanti dagli attacchi dei Saraceni. La fortezza è ancora integra e imponente: le mura sono intervallate da torri rotonde, in corrispondenza dei quattro punti cardinali. Lasciato il Castello, si arriva velocemente alla Basilica di Santa Maria de Giulia, del Cinquecento, e proprio di fronte si trova la minuscola Chiesa del Rosario. Una tappa da non perdere è poi la piazza rettangolare (sì, proprio quella dove si trovava l’ufficio postale del film…) con un panorama aperto fino al mare e all’isolotto di Licosa. Sulla piazza, oltre ai bar si affacciano le belle facciate di antichi palazzi. Scendendo verso il mare, magari la sera, è bella la passeggiata che porta alla costruzione ad archi nel porticciolo di Santa Maria, antistante l’area marina protetta. Proprio qui si trova uno dei locali più frequentati per l’aperitivo o il dopo cena: Le gatte (che è anche ristorante e pizzeria). L’indirizzo migliore della zona per un gelato è invece l’Ancora, in via Guglielmini 7, sempre a Santa Maria.

PATRIMONIO UNESCO

Castellabate, però, non è solo architettura e opere dell’uomo: è anche tanta natura. Il centro storico del borgo è infatti compreso nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (www.parks.it/parco.nazionale.cilento) ed è riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Tra le passeggiate più interessanti, e anche più divertenti pure per i più giovani (ma allenati), c’è il trekking lungo le gole del fiume Calore, tra i paesi di Felitto e Magliano Nuovo. Questo è il regno incontrastato della lontra, che è facile incontrare durante il percorso. Ma è davvero bella anche la vegetazione, folta come una foresta, così come sono toccanti le opere lasciate sul corso d’acqua dalle antiche genti del luogo, come due ponti di epoca medievale. Se il tempo lo consente, si può fare una gita in barca in partenza proprio da Santa Maria di Castellabate: l’escursione termina a Pioppi e durante il tragitto si può vedere il promontorio di Licosa, che prende il nome dalla sirena Lucosia che qui si inabissò per amore di Ulisse. A dire la verità, pare che le sirene fossero addirittura due, Leucosia e Leukotea. Il tour si chiude con gli acquari del Museo del mare di Pioppi dove si può ammirare il mondo sommerso dell’area (Info e prenotazioni: Guide ufficiali del parco, www.guideufficialipncvd.it). Per chi invece cerca il mix tra paesaggio e intervento umano, sono imperdibili le visite alle vicine aree archeologiche di Velia e di Paestum (http://promozione.cilentoediano.it).

EVVIVA SAN COSTABILE

Da queste parti è facilissimo incontrare signori che si chiamano Costabile (come i due buffi impiegati dell’ufficio postale del film), e non è un caso. San Costabile Gentilcore, oltre che il fondatore e patrono di Castellabate, è anche l’unico santo originario del Cilento. Ogni 17 febbraio (data della sua morte, avvenuta nel 1124), la cittadina lo ricorda con una celebrazione che unisce sacro e profano. Si inizia con una celebrazione solenne nella basilica di Santa Maria de Gulia, mentre nel pomeriggio la statua del santo viene portata in processione per le vie del paese. Con l’immancabile “accompagnamento” di banchetti, per assaggiare le specialità gastronomiche della zona, e musica.