Spagna per caso: ovunque e comunque

Con i consigli speciali della nostra GPC: le città, i cammini, le isole
antocimani, 04 Apr 2018
spagna per caso: ovunque e comunque

A cura di Antonella, Guidapercaso della Spagna e di Madrid

A volte basta una semplice frase per far scattare in noi la voglia di partire

Di citazioni sulla Spagna ce ne sono davvero tante: un motivo in più per credere quanto sia difficile suggerire un unico posto della penisola iberica da vedere e conoscere. La Spagna è tutta bella dal nord al sud, dall’est all’ovest, isole comprese. Non c’è nulla che non meriti attenzione ed una visita.

“Quien no ha visto Sevilla, no ha visto Maravilla”! Proverbio che si adatta a tutta l’Andalusia, antico regno dei Mori che ancora oggi si confonde e ci confonde quando ci perdiamo nel labirinto dell’Alhambra di Granada o nelle stanze dei Reales Alcazares di Siviglia o ancora quando ci inoltriamo tra le colonne della meschita di Cordoba cercando il mihrab. Fanno da corolla Malaga, con la sua spiaggia, Ronda, Algeciras e gli altri pueblos blancos, Jerez de la Frontera, per chi ama lo sherry.

“Ciutats com Barcelona, dins Espanya no n’hi ha”. Spostandoci a est e risalendo la costa verso la Catalogna, troviamo una serie di località balneari note e meno note. Spiagge come Cartagena, Alicante, Benidorm e Valencia costituiscono valide destinazioni per chi ama il mare e allo stesso tempo offrono arte, cultura e intrattenimento. Proseguendo si giunge a Barcellona che è probabilmente la città spagnola più conosciuta per la sua movida e l’art noveau di Gaudì e dei suoi amici modernisti.

“Madrid, que no hay ninguna villa, en cuanto el sol dora y el mar baña mas agradable, hermosa y oportuna”. Al centro ci aspetta la capitale, la città dei gatti. I suoi abitanti venivano chiamati cosi perché grazie alla loro capacità di arrampicarsi sui muri riuscirono nel 1085 a sottrarre la città all’assedio dei musulmani. Più austera della rivale catalana ma non per questo meno allegra o con minor offerta artistica e culturale, vi incanterà e vorrete rivederla più volte. Di questo ne siamo certi.

“Verás la maravilla del Camino, camino de soñada Compostela”. E infine il nord, col camino verso Santiago che permette di attraversare le più belle comunità della penisola: Navarra, Paesi Bassi, Cantabria, Asturie e infine Galizia dove la tomba di Giacomo attende tutti, senza distinzione di nulla.

“Un lugar parecido a la felicidad, apto para en el ser dichoso”. Una menzione meritano anche i due arcipelaghi spagnoli, le Canarie e le Baleari. Le prime, Tenerife, Lanzarote, Fuerteventura e Gran Canaria, piu selvagge e avventurose, ancora primitive e autentiche con eccezione di alcune zone terribilmente urbanizzate. Le seconde, Ibiza, Formentera, Mallorca e Minorca, più mondane, giovanili e senza dubbio più conosciute. Tutte stupendamente da vivere.

Cosa non perdere

Se capitate in Andalusia non dovete ovviamente perdere la visita di Siviglia, Cordoba e Granada, geograficamente posizionate in un triangolo ideale. Potete spostarvi da una città all’altra usando i mezzi pubblici che in Spagna funzionano benissimo e sono economici. A Siviglia oltre ai ben noti palazzi reali consigliamo di visitare la casa de Pilatos. Si trova in una strada secondaria del centro storico ed e veramente un gioiello. Deve il suo nome alla prima stazione della via crucis che il suo proprietario Fadrique de Ribera fece costruire al suo interno. È un bellissimo esempio di palazzo del XVI secolo, in stile mudejar.

Quando giungete nei pressi della torre della Giralda ricordate di alzare lo sguardo in alto, alla ricerca della statua del Giraldillo che rappresenta la vittoria del cristianesimo sull’Islam. Addentratevi nel Patio de los Naranjos, il chiostro della Cattedrale e cercate il lagarto, il coccodrillo che pende dal tetto, parte della dote che il sultano d’Egitto inviò ad Alfonso il Saggio per chiedere la mano della figlia Berenguela. È uno degli oggetti più fotografati in città.

A Granada passate una sera nell’ Albaicin il quartiere arabo patrimonio Unesco, ricco di cuevas in cui assistere a spettacoli di flamenco gitano mentre a Cordoba regalatevi l’esperienza di assistere ad uno spettacolo della Caballeriza Real, in cui ammirare le prodezze dei cavalli andalusi, pura razza spagnola.

Da questa zona, in particolare da Malaga potete raggiungere in bus Gibilterra. La strada che l’autobus (compagnia El Portillo) percorre attraversa i comuni di Fuengirola e Marbella e vi lascia a La Linea de la Concepción (quando cercherete gli orari dovete fare riferimento a questa destinazione). Da li a piedi si passa il confine. Main square, sterline e fish and chips, ma sempre Spagna è.

Per andare in spiaggia, una delle tante della costa del sol, solo vi servirà un asciugamano: troverete docce e fontanine gratuite, bagni e spogliatoi a vostra disposizione e se vi verrà fame potrete consumare del pesce a buon prezzo, possibilmente espetos ossia spiedini, in uno dei tanti chiringuitos.

Madrid vale da sola un viaggio in Spagna. Non e solo arte e architettura. Sebbene non possiate perdere​ i musei di El Prado e Reina Sofía idealmente uniti dal filo della continuità temporale, non pensate di trascorrere i vostri giorni nella capitale rinchiusi tra quattro mura. Non perdetevi il Parque del Retiro e una remata in barca, romantica o divertente a seconda della compagnia; una passeggiata culturale nelle strade del Barrio de las letras sul cui pavimento le più famose frasi di poeti e drammaturghi del Siglo de Oro vi guidano in un percorso alla scoperta delle case natali di Cervantes, Lope de Vega, Quevedo; un tramonto sotto al tempio di Debod, un luogo magico e quasi mistico, un pezzo di Egitto in pieno centro citta. Se avete ancora tempo e voglia di storia prendete l’autobus 601 da Intercambiador Moncloa e raggiungete El Pardo una località poco fuori Madrid scelta da Francisco Franco per la sua residenza finale. È domenica mattina, il Rastro vi aspetta. Nella zona della Latina un grande mercato callejero, cioè di strada, vi introdurrà nella vita vera dei madrileni che camminano mescolati ai turisti e contrattano coi rigattieri fino all’ora di pranzo, che ricordate in Spagna è un po’ più tardi rispetto alle nostre abitudini. Intorno alle due​ El capricho extremeno (Calle de Carlos Arniches ) sarà pieno e lo riconoscerete dalla fila di gente che aspetta di assaggiare le sue famose tostas, pare le più buone della capitale. Sempre in zona potrete gustare una specialità culinaria poco adatta agli schizzinosi: da Santurce (Plaza Gral. Vara del Rey) sardine alla piastra e pimientos de Padrón, da mangiare rigorosamente con le mani.

Anche Barcellona richiede diversi giorni: solo cosi potrete apprezzare fino in fondo la sua arte, che di certo non si sposa con la superficialità. Quasi tutte le guide propongono a ben ragione un itinerario monotematico alla volta del modernismo di Gaudi: non ci sentiamo di contraddirle. L’architetto di Dio è, in effetti, l’essenza stessa della città. Le sue due opere principali, Casa Batlló e Casa Milá si trovano entrambe su Passeig de Gracia, raggiungibile in metro. Parc Guell è invece più distante. Potete arrivarci a piedi o con i mezzi ma non ci sono comunque fermate molto vicine. Qui, oltre al parco, alla scalinata del drago, alla sala ipostila e alla balconata consigliamo di accedere alla casa museo in cui Antonio Gaudì visse fino alla sua morte. È il prototipo delle costruzioni che il parco avrebbe dovuto ospitare e veniva mostrata ai potenziali acquirenti. Il progetto in realtà non fu terminato e questa è, insieme alle due case di pan di zucchero che si trovano ai lati del cancello principale, l’unica abitazione presente. A ora di pranzo, o in qualsiasi momento il vostro stomaco reclami, non potete perdere la Boquería, il mercato gastronomico delle Ramblas. Cosa assaggiare? Ma sicuramente i cartucci di jamón serrano, bellota e pata negra. Quale vi piacerà di più?

Se il Camino di Santiago è un vostro pallino ma non avete ne il tempo ne le forze per realizzarlo tutto potete fare come noi: percorrerlo in autobus e fare a piedi solo gli ultimi 100 km che sebbene più affollati e probabilmente meno mistici di quelli precedenti vi consentiranno di vivere comunque un’esperienza spirituale di grande effetto. Non potete non sostare a León e Burgos, due città molto ricche di arte e di bellezze naturali (come le cicogne!) e poi da Sarria iniziare il vero pellegrinaggio a piedi.

Quando arrivate a Santiago, pur con le vesciche ai piedi, non dimenticate l’antico rito conclusivo: entrate dal portale della Gloria recitando il credo, salite su in alto ad abbracciare l’Apostolo, poi scendete nella cripta a venerare la sua tomba. Infine partecipate alla messa del pellegrino in cui potrete vedere la cerimonia del botafumeiro, il grande incensiere in argento che oscilla per tutta la navata, ed ascoltare il vostro nome nell’elenco di coloro che sono arrivati in città il giorno precedente.

I più impervi proseguono il cammino per altri 80 km e arrivano a Fisterre, ultimo lembo di terra a picco sull’oceano. Tradizione vuole che qui si brucino scarpe e maglietta usati nel pellegrinaggio, come segno di rottura con ciò che si estati e promessa di nuova vita. Dopo il Camino, nessuno è più lo stesso.

Consigli speciali per veri Tpc

Ovunque. Sfruttate gli ingressi gratuiti riservati ai cittadini europei: ogni museo o monumento spagnolo di proprietà dello stato (sono circa 50 su tutto il territorio nazionale) alcuni giorni a settimana in determinate fasce orarie è aperto al pubblico gratuitamente. Qui trovate alcune indicazioni www.patrimonionacional.es. In ogni caso, è buona cosa acquistare gli ingressi on line per evitare code e talvolta addirittura per riuscire ad entrare. Nel caso dell’Alhambra, ad esempio, occorre muoversi per tempo e acquistare i tickets molto tempo prima.

Per dormire preferite gli hostal e non lasciatevi spaventare dal nome: la traduzione non corrisponde a “ostello”, sono molto di più. Di solito sono stanze in antichi stabili signorili, spesso con possibilità di scegliere tra bagno privato e bagno in comune, quasi sempre centralissimi e sicuramente economici. Da quando li abbiamo scoperti non li lasciamo più, risparmiamo e siamo comodamente centrici.

Quando dovete scegliere il posto in cui mangiare non guardate il menù ma per terra. Più il pavimento sarà colmo di fazzolettini e tovaglioli più vorrà dire che gli acquirenti avranno gradito. Pare che questa tradizione sia legata al detto “mucha mierda” che gli spagnoli usano per augurare l’in bocca al lupo. Un tempo, quando i teatri erano all’aperto e la nobiltà vi si recava a cavallo o in carrozze, le compagnie teatrali speravano di raccogliere “tanta cacca”, indice dell’elevata presenza di pubblico.

Madrid: prenotate con anticipo l’ingresso alla casa museo di Lope de Vega. Pur essendo sempre gratuita è a numero limitato e la lista d’attesa è piuttosto lunga. Potete inviare una mail qui: casamuseolopedevega@madrid.org

Santiago: Se decidete di percorrere gli ultimi 100 km del camino ricordate che al vostro arrivo, dimostrando le vostre tappe con i sellos sulla credenziale, potrete richiedere presso la oficina de peregrinos della cattedrale la vostra Compostela. Potrete invece ottenere la credenziale prima della vostra partenza inviando una mail alla confraternita di San Jacopo di Perugia. Per quanto sia accattivante l’idea di trascorrere la notte nei rifugi e negli hospedaje ricordate che specialmente in alta stagione si rischia di non trovare posto già alle 11 del mattino. Ricordate che ci sono numerosi hostales che accettano le prenotazioni anticipate e che offrono a modico prezzo anche il traslado de equipaje, ossia l’invio dei vostri bagagli alla tappa successiva. Non abbiate paura di entrare nei locali meno conosciuti e di chiedere un menu del peregrino: con pochissimi euro potrete sfamarvi e assaggiare i piatti più tipici di quelle regioni. Nei pressi di Arzúa non dimenticate il formaggio e gli asparagi bianchi, a Burgos la morcilla, la cecina a León, e naturalmente il pulpo a la gallega a Santiago. Se potete, cercate di arrivare a Santiago il giorno della sua festa, il 25 luglio. Potrete assistere al fogón del apostol, una manifestazione folcloristica e religiosa che ricorda l’incendio del castello con uno spettacolo di videomapping e fuochi pirotecnici.

Tenerife: almeno trenta giorni prima di partire collegatevi al sito del ministero e richiedete il vostro permesso per la salita al Pico del Teide. Solo un numero limitato di visitatori può infatti arrivare giornalmente sulla cima, essendo zona protetta e preservata dal turismo di massa. Lasciate perdere il sud, Adeje e Los Cristianos non rappresentano assolutamente lo spirito canario. Spostatevi al nord, verso Puerto de la Cruz- e da lì girate tutta l’isola con i mezzi pubblici, acquistando il biglietto cumulativo avrete diritto a sconti su ogni tratta.

Baleari, in special modo Ibiza e Formentera: prenotate già dall’Italia il vostro scooter se avete intenzione di girare quotidianamente le isole. Nonostante i centinaia i ciclomotori disponibili in alta stagione potrebbe essere difficile trovarne uno libero.

Antonella

Guidapercaso della Spagna e di Madrid