Viaggio sulle tracce del relativismo culturale!

Diari dalla Romania a cura dei "Turisti non a caso"
Turisti Per Caso.it, 03 Gen 2011
viaggio sulle tracce del relativismo culturale!
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Turista. Alla maggior parte di noi questa parola evoca sempre le stesse immagini: alberghi e ostelli, file in aeroporto per il check-in, musei, monumenti e paesaggi naturali. La guida Michelin, la Lonely planet e via discorrendo. Ma c’è una dimensione parallela del turismo, infinitamente più complessa e sfaccettata, che non sempre purtroppo riusciamo a sperimentare: è il terreno della relazione, del contatto umano. La voglia di scalfire la superficie per superare quel senso di spaesamento che inevitabilmente ci assale quando ci troviamo per la prima volta in un paese straniero. Prima o poi ci passiamo quasi tutti: a volte basta percorrere poche centinaia di chilometri per trovarsi ad ascoltare una lingua sconosciuta, circondati da un’architettura differente, da geometrie, paesaggi, idee e sensazioni nuove. Sono anche queste le cosiddette differenze culturali: ogni paese, con il suo bagaglio storico-sociale, produce una diversa struttura di senso. La sfida quindi è entrare in relazione con i luoghi, attraverso il contatto con le persone e le loro storie, per riuscire a dare un senso a quelle differenze.

I Turisti non a caso, un gruppo di studenti e ricercatori provenienti dall’università di Bologna, hanno voluto raccogliere questa sfida. Nel 2008 hanno dato vita ad un’associazione culturale che utilizza il viaggio come strumento di ricerca, sconfinando dalla dimensione accademica per muoversi in quella emotiva – esperienziale: lo scopo è quello di superare gli stereotipi sullo “straniero”, immergendosi nel suo vissuto in prima persona, senza filtri. “Quello che la nostra associazione si propone – spiega la vicepresidente Francesca Stoia – è di scegliere un paese da visitare e sviluppare un percorso, che dura all’incirca un anno, utilizzando tutto ciò che emerge durante i viaggi. Organizziamo tre viaggi in ognuno dei paesi che studiamo, documentando le esperienze e gli incontri tramite diari, filmati e interviste, e rielaborando i contenuti grazie ad incontri ed eventi organizzati tra un viaggio e l’altro. I progetti si concludono con un gemellaggio e una tavola rotonda in cui si ripercorre il lavoro di un anno con approfondimenti e dibattiti aperti”.

Ogni progetto dei Turisti non a caso è infatti suddiviso in tre fasi, ad ognuna delle quali corrisponde una diversa modalità di viaggio. Un primo viaggio, detto “di impatto” serve a raccogliere impressioni: ci si reca in un paese straniero con il solo bagaglio delle proprie idee preconcette, e con l’unico scopo di osservarne le differenze culturali. Al rientro in Italia, con il materiale raccolto viene compilato un questionario da sottoporre ad un campione di connazionali. Le idee ricorrenti che ne emergono, soprattutto quelle più stereotipate, servono quindi a tracciare una mappa di obiettivi da seguire nel secondo viaggio, detto “di ricerca”: in questa fase ci si incontra con rappresentanti istituzionali, attivisti e membri di comunità, per intervistarli e partecipare direttamente alle loro attività e al loro vissuto. Gli incontri vengono inoltre documentati e diffusi in una nuova serie di confronti con il pubblico. L’ultima fase del progetto prevede quindi il cosiddetto viaggio “di reciprocità”, in cui un gruppo di persone provenienti dal paese studiato viene ospitato in Italia, per compiere un’esperienza modellata su quella già vissuta dai Turisti: incontri con rappresentanti istituzionali, partecipazione a confronti e tavole rotonde, visite ai luoghi che fanno parte dell’immaginario comune sull’Italia. In conclusione il gruppo guida l’associazione in un ultimo viaggio nel loro paese, per fornirgli una visione più completa della cultura che si sta cercando di comprendere.

“Un progetto, il nostro – prosegue Francesca – che ha trovato non poche difficoltà. All’inizio, infatti, decidemmo di sperimentare la nostra idea scegliendo come prima meta il Marocco. Purtroppo quel primo tentativo non fu un gran successo, sia a causa delle difficoltà logistiche, sia a causa del mezzo di trasporto con cui siamo soliti viaggiare: il furgone. Una scelta non casuale considerando gli obiettivi che ci eravamo posti. Il viaggio doveva essere per noi non un rapido travaso per raggiungere una meta, ma un esperienza vissuta appieno: un lento percorso che viene vissuto con tutti i sensi ed in tutti i sensi. Tuttavia a causa di problemi diversi, primo fra tutti l’inesperienza di un associazione appena nata, il progetto si concluse dopo la prima fase. Dopoqualche mese di pausa ci ritrovammo per rimettere in piedi il gruppo con un nuovo progetto, la Romania: una meta altrettanto interessante, ma decisamente più accessibile dal punto di vista logistico”. I primi due viaggi del Progetto Romania sono stati effettuati dai Turisti non a caso tra l’aprile e l’agosto del 2009: il video che vi presentiamo qui ne documenta alcuni momenti significativi. A luglio un gruppo di ragazze e ragazzi romeni è arrivato a Bologna, dando così inizio alla terza e ultima fase del progetto…

Guarate e commentate il video Diari dalla Romania, maggiori informazioni sull’associazione Turisti non a caso direttamente sul sito



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